43ª Convocazione nazionale online del Rinnovamento nello Spirito – Diario della prima giornata

LO SPIRITO DI VERITÀ, GUIDA E ISPIRAZIONE DELLA VITA CRISTIANA

Si apre nella gioia la 43ª Convocazione nazionale online del Rinnovamento nello Spirito, all’indomani della Pentecoste, sul tema “Un cuore nuovo. Uno spirito nuovo” (cf Ez 36, 26). Un incontro che segna una ripartenza, un nuovo inizio per tutto il popolo del Movimento, all’insegna della preghiera, della testimonianza, della fraternità.

di Daniela Di Domenico ed Emanuele De Donato

Il Signore promette di donarci il suo cuore e il suo Spirito!

“Dio è qui, Dio è fedele!”. Sulle note di un canto che ci ricorda la fedeltà del Signore alle sue promesse, si è aperta la 43ª Convocazione nazionale dei Gruppi, Comunità e Cenacoli del Rinnovamento nello Spirito Santo.

«Vogliamo continuare a fidarci del tuo Spirito»: con questa consapevolezza, che solleva una fede a volte debole, forse, in questo tempo difficile anche disorientata, si è levata la preghiera comunitaria carismatica, guidata da Bruna Pernice, Francesca Piersimoni, Francesco Bungaro, Luigi Leoni e Fabrizio Scicali, anziani del RnS. Una preghiera che fin da subito ha ricordato che la malattia, il disorientamento, la morte, non devono farci paura: in questa battaglia non siamo soli, Dio è con noi e ci riveste della consolazione dello Spirito. «Prendete perciò l’armatura di Dio, perché possiate… restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il Vangelo. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l’elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio» (Ef 6, 13-17). Un invito, dunque, durante la preghiera della prima giornata, a rivestirci delle armi che lo Spirito ci dona per guarire dalle malattie del corpo e dello Spirito.

Il saluto del Presidente RnS, Salvatore Martinez

Dopo la preghiera comunitaria, come di consueto, il saluto del Presidente del RnS, Salvatore Martinez che, introducendo la Convocazione, ha richiamato la promessa contenuta nella profezia di Ezechiele: «Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne” (libro di Ezechiele 36, 26). Il cuore, sede degli affetti e delle emozioni, ma anche della personalità e della volontà dell’uomo, è spesso turbato dalla nostra cattiveria e ha bisogno di una continua trasformazione: «Gli scienziati potranno darci il vaccino, ma non il cuore nuovo che promette Dio. I chirurghi potranno trapiantarci un altro cuore, ma non il cuore nuovo che promette Dio… La tecnologia, la sociologia, la provvidenza umana potranno darci solidarietà, amicizia, vicinanza, aiuto, ma non potranno darci lo Spirito nuovo che promette Dio: una vita nuova, con significati, ideali, principi, volontà nuove. Se vorrai rispondere al suo invito – ha continuato Martinez – e vorrai dargli il tuo cuore sappi che Egli saprà lavorarlo secondo la Sua volontà e renderlo puro, onesto, buono, fermo, gioioso!». Il presidente RnS ha poi introdotto la relazione del card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, a molti noto come il “cardinale della periferia”, perché cresciuto vicino alla “gente di borgata”, della periferia romana.

Il cardinale Augusto Paolo Lojudice: testimonianza e realismo cristiano

«Il clima di questo luogo – ha detto il card. Lojudice – mi riporta alle borgate dove non sono stato solo sacerdote, ma sono nato e cresciuto». Il card. Paolo Lojudice nasce, infatti, nel quartiere periferico di Torre Maura a Roma, molto vicino alla Sede nazionale del RnS e dove ha vissuto, in prima persona, molte realtà periferiche della Capitale, con tutti i disagi e le storie di emarginazione che questi quartieri raccontano. Ringraziando per la preghiera di invocazione su di lui da parte del Comitato nazionale di Servizio, il card. Lojudice ha rimarcato l’importanza della preghiera: come ricorda spesso anche Papa Francesco, «un vescovo non può vivere senza la preghiera del suo popolo». Il Cardinale è poi entrato nel vivo della sua relazione sul tema: «Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la verità” (1 Gv 5,6c), spiegando la relazione tra la verità e la testimonianza: «Lo Spirito che è verità, “rende testimonianza”, comunica la verità, rende presente in noi la vita che il Figlio di Dio ci ha dato». Si potrebbe dire che la verità della Chiesa passa attraverso «la verità di cui lo Spirito è testimone…». Attenzione, dunque, agli assertori delle verità assolute, che spesso celano le maggiori fragilità umane: «È Lo Spirito che ha il compito di rendere attuale nella vita dei credenti, degli uomini, la rivelazione di Dio». Il cardinale si è soffermato sull’urgenza di vivere un realismo cristiano che ci faccia aprire gli occhi sul mondo e ha richiamato il Magistero di papa Francesco come una risposta profetica ai bisogni del nostro tempo. Infine, consegnando una sorta di “mandato” al Rinnovamento, ha detto: «Il vero fedele è colui che riceve il respiro dello Spirito Santo, a partire dal battesimo e dai sacramenti, grazie alla lampada della carità custodita dalla fede che rappresentiamo in questa Chiesa sempre in cammino. Una Chiesa che, come esorta spesso il Santo Padre, deve farsi povera, pellegrina, alla costante ricerca della verità nell’esperienza ecclesiale».

In comunione con la Chiesa

Alla relazione del card. Lojudice sono seguiti alcuni videomessaggi di saluto; ad aprire la serie, il video che Papa Francesco ha realizzato per la veglia ecumenica di Pentecoste organizzata da Charis international; a seguire, il saluto del card. Gualtiero Bassetti, del card. Gianfranco Ravasi, di mons. Rino Fisichella e del card. Kevin Joseph Farrell.

Subito dopo, la recita dell’Angelus e dell’Atto di Affidamento a Maria, guidati dal neo eletto consigliere spirituale nazionale don Michele Leone, davanti alla piccola Grotta della Madonna dalle mani alzate, ospitata nella Sede del Rinnovamento.

A Marcella Reni, membro di CN per l’Area sociale-missionaria, il compito di introdurre il video che ha raccontato, attraverso immagini e testimonianze, questo lungo anno segnato dal Covid-19: una rassegna dei tanti eventi realizzati dal RnS via web, intervallata da testimonianze di conversione e di guarigione: don Nicola Casuscelli (diocesi Reggio Calabria-Bova), Veronica Loche (Aosta), Silvio e Laura Terranova (Bologna) e Heriveloniaina Anjaramalala (Tolentino – MC).

A chiudere la sessione mattutina della prima giornata, il direttore nazionale, Amabile Guzzo che ha richiamato alcune iniziative nazionali di carità, la missione in terra Moldova, e alcuni preziosi strumenti di crescita come le Riviste del Rinnovamento.

Suor Mary Melone: la logica sottile del peccato e la legge dello Spirito

La Sessione pomeridiana si è aperta in un clima di festa, sulle note del Ministero della musica e del canto che, in questa occasione, ha anche presentato un canto inedito contenuto nel nuovo CD del RnS, di prossima uscita. Dopo alcuni video e canti introduttivi, Carmela Romano, membro di CN per l’Area formativa, ha presentato e invitato a salire sul piccolo palco di Via degli Olmi suor Mary Melone sfa, generale delle Suore Francescane Angeline, rettore emerito della Pontificia Università Antoniana, e membro del Comitato scientifico della Società Italiana per la Ricerca Teologica.

«Questo momento per me è un dono che vorrei vivere con molta semplicità… Mi sono subito sentita accolta, in un clima di festa e di preghiera, con il desiderio di camminare insieme alla sequela di Cristo, e mi sono preparata pensando anche al ruolo che il Rinnovamento ha nel panorama ecclesiale…». Intervenendo sul tema “La legge dello Spirito, che dà vita in Cristo Gesù, ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte” (Rm 8, 2), suor Mary ha parlato dell’opposizione tra la legge dello spirito e la legge del peccato: «due opposte condizioni di vita, una nella libertà e l’altra nella schiavitù».

«San Paolo ci ha preparato a questo presentandoci la situazione soffocante che imprigiona l’uomo nel peccato e la trasformazione a cui il cristiano è chiamato – ha spiegato suor Mary entrando nel vivo della relazione -, nella ricerca della vita nuova nello Spirito». La legge che dà la morte è un sistema di vita che non fa riferimento a Dio, autoreferenziale: non si tratta solo dei peccati gravi, ma di quella logica sottile del compromesso, dell’opportunità, che esclude la freschezza e la vitalità del Vangelo assecondando una logica mondana.

La libertà cristiana: un orizzonte che ci spinge oltre

Suor Mary ha rimarcato come «la partecipazione alla vita di Dio ci chiede di avere i sentimenti di Cristo, in un abbandono fiducioso e radicale al Padre; questa la novità che ci consegna lo Spirito Santo. Questa esistenza autenticamente filiale è ciò su cui si gioca la nostra identità cristiana; spesso siamo pervasi dalla preoccupazione di dover dimostrare qualcosa al Signore, ma dobbiamo ricordare che Dio non è mai rivale della nostra gioia e noi possiamo affidarci fiduciosamente a Lui, esattamente come ha fatto Cristo». La religiosa, contestualizzando il suo intervento in questa fase di ripartenza generale del Paese, che ha bisogno di una forza creativa e rigenerante, ha inoltre sottolineato che «la libertà del cristiano è un “oltre”, perché lo Spirito è vivificante, è creatore, e anche la sua libertà è forza creativa».

«Non c’è possibilità di trovare conciliazione alla legge del peccato e la legge della grazia dello Spirito», ha detto Martinez ringraziando suor Mary per il suo insegnamento di grande spessore teologico. «Il capitolo 8 della Lettera ai Romani – ha continuato il Presidente del RnS – che qui abbiamo voluto declinare e che si chiama “La vita nuova nello Spirito”, è un caposaldo dell’esperienza del RnS; ma quanto sia vero ciò che Paolo afferma in questo capitolo 8, si evince dal capitolo precedente, a proposito del conflitto tra il bene che vogliamo con lo spirito e il male che facciamo con la carne». Un passaggio che suor Mary ha spiegato molto bene, ha aggiunto Martinez. «Vogliamo invocare questo Amore che ci permette di vincere il combattimento incessante, inesorabile  fino alla fine dei nostri giorni».

Subito dopo la relazione di suor Mary, Rosario Sollazzo, membro di CN per l’Area carismatica-ministeriale, ha introdotto tre testimonianze molto toccanti: le prime due sul tema della guarigione (Francesca, collaboratrice della Segreteria nazionale del RnS e Giovanni Borrelli e Maria Di Lauro della diocesi di Pozzuoli); la terza sul tema della conversione (Maria Benedetti di Pisa).

Paolo Zunino, infine, ha presentato il nuovo cd del Rinnovamento, in preparazione, e l’ultimo libro del Presidente Martinez, “La gioia di esser liberi”.

Il cardinale Angelo Comastri: l’apostolato della bontà

Con l’affetto e l’amore che solo un padre può dare ai propri figli, il card. Angelo Comastri, Arciprete emerito della Basilica di San Pietro e Vicario generale emerito di Sua Santità, si concede al RnS spezzando la Parola e guidando il Roveto del pomeriggio.

Partendo dalla lettura di Lc 4, 40-41, nella quale si raccontano le guarigioni operate da Gesù, il card. Comastri ci spiega che siamo chiamati a rivolgerci a Gesù come i sofferenti presentati nel Vangelo, ma ci esorta anche a condurre il mondo sofferente al Signore! Com’è possibile? La risposta è sempre nel Vangelo, «Amatevi come io ho amato voi!» (Gv 13, 34). Dio ci ama: ha compassione di noi nel lutto come nel caso della vedova di Nain, è la nostra liberazione nella prova come per la donna liberata il sabato, è la nostra guarigione nella malattia come per il cieco di Gerico. Se abbiamo fede, se apriamo a Lui il cuore, se non abbiamo paura di mostrare a Lui le nostre ferite, il Signore non ci lascia soli.

Aiutati dall’Eucarestia, vera e propria “trasfusione d’amore” del Padre per i figli, dobbiamo quasi costringere gli altri a fermarsi per guardare come ricambiamo nel mondo quell’amore che ci è stato donato, come ci spendiamo per l’altro perché uniti dalla fede, la “parentela più forte”.

Il mondo ha perso questa capacità di amare allontanandosi da Dio. Continua a cercarlo, lo celebra in ogni cosa: anche le canzoni sono piene di parole d’amore, ma ci accorgiamo sempre più spesso che sono parole vuote, che muoiono senza generare altro amore.

Solo noi possiamo riempire questo vuoto, noi che viviamo nell’Amore più grande: possiamo e dobbiamo riaccenderlo, attirando chi ci è vicino vivendo nella bontà. Siamo chiamati a voler bene, ad agire senza parlare, a essere miti come il nostro maestro Gesù: come specchi, dobbiamo rimanere limpidi per permettere a chiunque di essere colpiti da Dio, dalla Sua bellezza che affascina riflettendosi nel nostro volto.

1 commento

  1. R grazie di cuore per la imeil e per tutto il convegno organizzato vi abbraccio nel Signore lode per le sue meraviglie

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