44 Convocazione Nazionale Giubilare, il “racconto” della giornata conclusiva di domenica 29 maggio

di Francesca Cipolloni, Daniela Di Domenico, Lucia Romiti, Luciana Leone

«Con l’unzione, mandati dallo Spirito” (cf Is 61, 1 ss). Carismatici, discepoli, missionari (cf Evangelii Gaudium, 119-120)». Questo, come noto, il tema che ha fatto da sfondo alla 44^ Convocazione Nazionale Giubilare dei 1600 Cenacoli, Gruppi e Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, svoltasi su base regionale dal 27 al 29 maggio in 34 luoghi d’Italia, Svizzera e Germania. Oltre 15mila, in totale, i partecipanti, circa 20, tra Vescovi e Cardinali, a presiedere le Celebrazioni eucaristiche conclusive nella Domenica dell’Ascensione: questi i numeri di un evento fortemente atteso, dopo gli ultimi due anni condizionati dal Covid-19, che ha impedito lo svolgimento degli eventi comunitari. Data l’impossibilità, ancora, di tornare a vivere il tradizionale evento alla Fiera di Rimini, le tre giornate si sono svolte su base regionale, in differenti modalità, ma improntate secondo il medesimo stile sinodale già sperimentato a settembre 2021, con il 14° Pellegrinaggio Nazionale delle Famiglie per la Famiglia, e a novembre scorso per la 45^ Conferenza Nazionale Animatori. Una formula in pieno stile “sinodale”, dunque, con il pieno coinvolgimento “dal basso” di ciascuna realtà, in cui non sono venuti meno l’impegno nella preparazione e il desiderio di condividere momenti di preghiera e spiritualità, di ascolto delle relazioni, di fraternità e testimonianza, sotto lo “sguardo” della Vergine Maria, invocata con lo speciale Atto di affidamento che, ad inizio della Novena di Pentecoste, ha dato il via alla Convocazione con la Veglia Mariana di venerdì 27 maggio (leggi qui: https://rinnovamento.org/con-latto-di-affidamento-del-rns-a-maria-si-apre-la-44-convocazione-nazionale-giubilare/). Una Convocazione che, lo ricordiamo, rappresenta un momento particolarmente significativo: in questo Anno speciale, infatti, la Penitenzeria Apostolica ha comunicato, con decreto datato 8 novembre 2021, che il Santo Padre Francesco concede l’Indulgenza plenaria, alle condizioni indicate dalla Chiesa, ai membri del Movimento e ai fedeli che si uniranno alle celebrazioni previste nel corso del Giubileo d’Oro (fino al 26 novembre 2022). 

Queste le Regioni e Nazioni coinvolte, con i rispettivi Luoghi: Abruzzo – Pescara, Basilicata – Policoro (MT), Calabria – Paola (CS), Campania – Pagani (SA), Emilia Romagna – Parma, Bologna, Valdragone (Repubblica di San Marino), Friuli Venezia Giulia – Lignano Sabbiadoro (UD), Lazio – Sacrofano (RM), Liguria – Genova,  Lombardia – Vigevano (PV), Marche Loreto (AN), Molise – Castelpetroso (IS), Piemonte e Valle d’Aosta – Morialdo (AT), Puglia – Bari, Sardegna – Cagliari, Galanoli (NU), Sicilia – Calatafimi (TP), Canicattì (AG), Catania, Frassati-Cinisi (PA), Gela (CL), Palermo, Roccella fraz. di San Cataldo (CL), Siracusa, Toscana – Siena, Trentino Alto Adige – Bolzano, Umbria – Perugia, Veneto – Bassano del Grappa (VI), Svizzera – Castione (Canton Ticino), Olten (Canton Soletta), Germania – Monaco, Francoforte, Ludwigsburg. 

Una lunga festa nel segno dell’appartenenza e della gioia

La giornata di sabato 28, secondo un medesimo format, è stata dedicata alla “Festa comunitaria dell’appartenenza a Gesù nel Giubileo d’Oro del Rinnovamento”. Con questo desiderio, fondato su una verità biblica, tutti i Cenacoli, Gruppi e Comunità si sono infatti incontrati nelle singole realtà locali, dopo una preparazione in “tre tappe”, per celebrare, con rinnovato senso di appartenenza, la vigilia della Convocazione (scarica qui il testo della preghiera:  https://rinnovamento.org/wp-content/uploads/2022/05/Preghiera.pdf). Il cammino del RnS, difatti, adoperando le parole del Presidente nazionale Salvatore Martinez «è una realtà che si vive, dando concretezza all’effusione dello Spirito, sperimentata come una Pentecoste permamente, personale e comunitaria. Vale per noi la Parola di Dio: “Siamo battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo” (1 Cor 12,13). Ogni realtà del Movimento è dunque un dono dello Spirito, destinata a vivere in fraternità, come luogo di accoglienza continua dello Spirito. Lo stare insieme, nel Rinnovamento, è prima di tutto esperienza “pneumatologica”, cioè dello Spirito Santo, e non convenzione umana o esplicitazione di una mera dimensione associativa. “Tutti siano una cosa sola perché il mondo creda”! (cf Gv 17, 21-22). Con l’effusione dello Spirito è Gesù che ci chiama personalmente a essere “membra gli uni degli altri in un sol corpo” e ci costituisce per essere nel mondo segno di comunione: “Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35)». Ad arricchire il senso della Festa, inoltre, è stato diffuso un video unitario a cura del Comitato Nazionale di Servizio.

L’impegno a farci ancor più «carismatici, discepoli, missionari»

Domenica 29 sono state due le Sessioni che hanno scandito il tema principale scelto per questa 44^ edizione: «Con l’unzione, mandati dallo Spirito” (cf Is 61, 1 ss). Carismatici, discepoli, missionari (cf Evangelii Gaudium, 119-120)». Il programma è stato condiviso dal luogo centrale di Sacrofano, in collegamento on line con le diverse sedi regionali. Al mattino, dopo il benvenuto da parte di Salvatore Martinez, Presidente Nazionale del RnS, con il “buongiorno” allo Spirito Santo, ha portato il saluto da parte di Charis International il Segretario Paolo Maino, che ha posto in luce come «ci sono tante persone che operano per la gloria di Dio e lodano il Signore, in tutto il mondo: voi siete l’esempio che c’è ancora un popolo che prega, voi siete questa presenza! Ricordiamoci sempre la sfida che ci ha consegnato papa Francesco: l’unità nella diversità, un impegno che costa fatica ma che dà testimonianza affinché il mondo creda». È stato poi Mario Landi, Coordinatore Nazionale del RnS, a introdurre i lavori, “raggiungendo” con un caloroso messaggio tutti i luoghi che hanno ospitato l’evento. Quindi, la Preghiera comunitaria carismatica, tenuta nelle diverse sedi. 

Il RnS chiamato a fecondare la dimensione carismatica della Chiesa

La prima relazione è stata tenuta dal Card. Luis Francisco Ladaria Ferrer, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede sul tema: “Con l’unzione, mandati dallo Spirito” (cf Is 61, 1ss).  «Lo Spirito Santo è stato sempre all’opera nella storia dell’umanità, a cominciare dalla creazione, e il suo irrompere è condizione dell’avvento della comunione piena tra Dio e il suo popolo. La Chiesa è vivificata dalla presenza dello Spirito e comprendere la sua identità significa comprendere l’identità della comunità cristiana. A voi il compito di coltivare l’azione dello Spirito che, anche attraverso i carismi, istituisce la Chiesa nella sua funzione spiritale e sociale, rigenerando sia il singolo individuo, sia i rapporti interpersonali. La Chiesa, “vigna” e “piantagione” del Signore, radunata dall’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è animata da una profonda relazione tra doni gerarchici e carismatici, che coinvolge tutta la comunità nella missione evangelizzatrice. Nel nostro complesso e tormentato mondo contemporaneo, in modo particolare, il RnS è chiamato allora ad accentuare la dimensione carismatica nella missione della Chiesa, nel servizio disponibile alle esigenze della più grande realtà ecclesiale, e a mantenersi fedele nei confronti dell’annuncio di fede trasmesso dalle prime comunità cristiane, grazie all’azione dello Spirito Santo: un’azione da rendere presente con la lode e il ringraziamento. In questo momento storico – ha poi aggiunto – l’invito a ad essere “Chiesa in uscita” è possibile tramite questa opera dello Spirito e tramite i suoi numerosi carismi, capaci di risvegliare la vita di fede in Cristo. Far parte della “Piantagione del Signore” vuol dire fare esperienza profonda di un cammino esodale, fuori da noi stessi verso la santità; un percorso entusiasmante che vede coinvolti tutti coloro che si lasciano formare dallo Spirito di Dio. Invocandolo, impegniamoci dunque nella comunione, con la certezza che lo Spirito stesso, anima della Chiesa, è imprevedibile e travalica anche le nostre personali incapacità».

Da parte di don Michele Leone, Consigliere Spirituale nazionale del RnS, è giunto un ringraziamento per  questa riflessione, che ci ha mostrato «il dono della santità che ci introduce nel mistero divino e ci ricorda il fondamento della nostra vita ecclesiale, tramite l’annuncio del Vangelo. Proprio tramite l’opera dello Spirito Santo e del suo fuoco possiamo essere “Chiesa in uscita”». Dopo il Regina Coeli e gli Atti di Affidamento a Maria, particolarmente intenso è stato il Roveto Ardente, con l’esposizione del Santissimo, animato a livello nazionale (con l’ntercessione per i sofferenti) e regionale (nella lode e nel giubilo). Nella Sessione pomeridiana, come da programma, nei luoghi regionali è stato condiviso un tempo di festa giubilare, mentre in diretta da Sacrofano sono stati tramessi circa 30 messaggi e testimonianze di Vescovi e Leader da ogni parte d’Italia e del mondo. 

Torniamo alla fede delle origini

La relazione conclusiva è stata guidata, come sempre, da Salvatore Martinez sul tema: “Potentemente rafforzati dallo Spirito nell’uomo interiore” (cf Ef 3, 16), incentrata in modo molto incisivo sul tema della santità. «Anche per te lo Spirito ha preparato un piano meraviglioso, ma se gli lasci libertà di azione». Muove dalle parole di don Serafino Falvo, il presidente RnS, per esortare gli animatori e i responsabili a rinnovare il Rinnovamento nello Spirito rinnovando innanzitutto il proprio cammino di santità personale. Permettendo all’uomo interiore di crescere e lasciandosi investire dalla potenza di Dio promessa da Gesù. «Il Rinnovamento è un fatto, come la Pentecoste è un fatto – ha detto Martinez citando don Dino Foglio -. Un’esperienza di amore che è risposta a tutte le crisi che attraversano il nostro tempo. Che Cristo abiti nei nostri cuori è il segreto dell’amore di Dio. Ma questo si deve sentire, vedere e toccare». 

Due i passi dell’Apostolo declinati dal Presidente. Il primo ha dato il titolo alla relazione: “Potentemente rafforzati dallo Spirito nell’uomo interiore” (cf Ef 3, 16), il secondo: “Per questo non ci scoraggiamo ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno” (2 Cor 4, 16). Contro lo scoraggiamento, che equivale a un «letargo spirituale», Martinez invita a tornare alla fede delle origini: «una fede che combatte, che non si arrende, che vince. Tu – dice rivolgendosi a ognuno – sei chiamato ad essere segno di una potenza che si manifesta nella debolezza. Non permettiamo mai che il dolore più profondo – conclude parafrasando madre Teresa di Calcutta – possa togliere dalla nostra faccia l’aria del Rinnovamento nello Spirito, l’aria dei carismatici, dei figli e delle figlie della Pentecoste». 

La gioia della missione 

A presiedere l’Eucaristia di chiusura è stato mons. Gervasio Gestori, Vescovo emerito di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto: «La Chiesa italiana, le diocesi e le parrocchie italiane, i gruppi, devono dire “grazie” al Signore – ha affermato – per questi 50 anni durante i quali lo Spirito è stato riversato ed effuso nei nostri cuori». Del Vangelo della giornata, mons. Gestori si sofferma, in modo particolare, sulle ultime parole, sui sentimenti di gioia provati dagli apostoli dopo l’Ascesa al Cielo di Gesù: «Poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (Lc 24, 53). Sono i giorni che precedono la Pentecoste: Gesù ascende al Cielo e i suoi apostoli, su sua esortazione, tornano a Gerusalemme felici e pregando. Eppure il Signore li ha appena “lasciati”, dovrebbero sentirsi soli, amareggiati. Invece sono pieni di gioia!

Pur non avendo compreso pienamente la missione di Gesù, si sentono amati; il Signore nutre per loro fiducia e li investe di un ruolo rilevante: annunciare che Cristo è risorto per donare a tutti la vita eterna. Ma prima che si compia la sua promessa, il mistero dell’unzione: devono tornare a Gerusalemme e attendere la discesa dello Spirito Santo su di loro. «L’atteggiamento degli apostoli nel giorno dell’Ascensione, dunque – continua il Vescovo emerito – ci deve insegnare che la gioia del cristiano è una gioia che nasce dal mettersi in cammino, dall’annunciare e testimoniare il Vangelo: «È la gioia di chi sa che è chiamato a vivere una missione grande». 

Si è conclusa così, dunque, la 44^ Convocazione Nazionale Giubilare, nella medesima data in cui la Chiesa celebra la 56^ Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, nel cui messaggio il Santo Padre, quest’anno sembra ricalcare alla perfezione gli intenti di queste preziose giornate di comunione e fraternità: «Nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include, possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone». 

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