di Francesca Cipolloni
Per il secondo anno, seppur con i riti liturgici da poter svolgere in presenza, la festività pasquale è stata caratterizzata dalle limitazioni imposte dal Governo a motivo della pandemia. Misure che però non hanno impedito quella comunione vissuta grazie ai media digitali e condivisa attraverso gli eventi promossi dal Rinnovamento nel corso della Settimana Santa, con una particolare attenzione, il Giovedì Santo, all’iniziativa “Una preghiera per l’Italia”.
È un’Italia, la nostra, ormai fiaccata dalle incertezze e dalle paure della pandemia e, al tempo stesso, proiettata verso la speranza della campagna vaccinale. Dopo un anno di pesanti sacrifici e stressanti restrizioni, i nostri Gruppi, Comunità e Cenacoli, in ogni regione, si sono ritrovati a vivere, per la seconda volta, una Pasqua condizionata dalle normative anti contagio da Covid-19 stabilite dal Governo. Nonostante le limitazioni oggettive, però, alla luce della “conversione digitale” maturata nel 2020 in senso al Movimento, non è venuto meno il desiderio di celebrare la festività più importante con il medesimo spirito di condivisione fraterna, anche alla luce del Documento di Programmazione nazionale 2021 elaborato dal Comitato Nazionale di Servizio e dal Consiglio Nazionale del Rinnovamento dopo attento discernimento (clicca qui). Tra appuntamenti live (in presenza o meno) ed eventi online, per la Settimana Santa 202, dal 29 marzo al 4 aprile, si è nuovamente concretizzata l’opera di evangelizzazione promossa dal Rinnovamento sul Web e nei canali Social, con una adesione decisamente importante in termini di collegamenti.
Dalle 40 Ore di Adorazione alla Domenica di Risurrezione una “connessione” spirituale vincente
Subito dopo la Domenica delle Palme, vista la straordinaria adesione della scorsa primavera con il primo lockdown a sancire una festività blindata e compromessa nella ritualità comunitaria, anche quest’anno, nel Lunedì e Martedì Santo (dalle ore 8 del 29 alle ore 24 del 30 marzo) in diretta sulla pagina ufficiale Facebook sono state proposte le tradizionali “40 Ore”. Strutturato secondo un format unitario, questo speciale tempo di Adorazione Eucaristica ideato dal Rinnovamento, ha coinvolto nell’animazione spirituale e carismatica Vescovi, Consiglieri spirituali regionali o diocesani del RnS, Rettori o Cappellani da quaranta Cappelle di parrocchie e santuari, Istituzioni pubbliche e private, di case e luoghi di sofferenza da cui si sono svolti i singoli turni, in diverse Diocesi italiane e Paesi esteri quali Germania, Messico, Svizzera, Moldavia e Brasile. Il Mercoledì Santo è stato invece scandito da due appuntamenti. In primis, nel primo pomeriggio, l’undicesima e ultima puntata della rubrica “La gioia di essere liberi!”, a cura di Salvatore Martinez, Presidente del RnS, sul tema: “La gioia di essere liberi di dare la vita in ciò in cui si crede” (clicca qui).
Il Mercoledì Santo, tra la “gioia di essere liberi” e la Via Crucis itinerante
In serata si è poi svolto uno dei momenti più attesi del Triduo Pasquale: la Via Crucis itinerante “Italia, lascia passare la Croce di Gesù!” Da nord a sud, da ovest a est, da luoghi simbolici di sofferenza a cui è stato associato un “crocifisso” della pandemia, 14 Diocesi italiane – nell’ordine, Trento, Bergamo, Verona, Reggio Emilia, Firenze, Spoleto, L’Aquila, Napoli, Reggio Calabria, Nicosia, Sassari, Bari-Bitonto, Isernia-Venafro e Latina – hanno tracciato simbolicamente una croce sul Paese. Queste i crocifissi rappresentati da ciascuna stazione: un anziano in casa; un artista inoccupato a causa della pandemia; una famiglia colpita da un lutto causato dal Covid-19; un carcerato presso un Centro di recupero; un migrante presso un Centro di accoglienza; l’Arcivescovo ammalatosi di Covid-19; uno studente presso la scuola frequentata; un imprenditore in grave crisi economica a causa della pandemia; una persona con dipendenza; un anziano presso una casa di riposo; un clochard che vive per strada; un ammalato presso un ospedale; un impoverito a causa del covid presso un emporio della Caritas. Il gesto si è concluso presso la Cappella della Sede Nazionale del RnS in Roma dedicata alla “Vergine dalle mani alzate”, con il Comitato Nazionale di Servizio a nome del Rinnovamento tutto.
Dal Venerdì Santo in “nota”, facendo memoria della morte di Cristo, alla Domenica di Risurrezione
Il Venerdì Santo, 2 aprile (nella stessa giornata in cui si è commemorato il sedicesimo anniversario della morte di San Giovanni Paolo II) dalle 12 alle 15 con il Concerto per Gesù “Ha dato la sua vita per me” : si è voluto far memoria delle tre ore di agonia del Cristo attraverso una colonna sonora in sei parti (tutte disponibili sul canale YouTube del Rinnovamento), composta da sei generi musicali affidati ai Servizi regionali della Musica e Canto del Movimento presenti: in Campania (Canti di Lode); Lombardia (Canti allo Spirito Santo); Sardegna (Canti Penitenziali); Sicilia (Canti di Adorazione della Croce); Liguria (Canti di Guarigione e Liberazione); Lazio (Canti di Amore a Gesù). Il 4 aprile, Domenica di Risurrezione, sono stati gli Auguri pasquali “È risorto e vive: Alleluja!”, con un video augurale tramesso al mattino da parte del CNS e del Consiglio Nazionale (clicca qui), a donare a tutte le sorelle e i fratelli del Rinnovamento nello Spirito Santo un messaggio di viva rinascita per proseguire con coraggio il cammino.
Un Giovedì Santo speciale con l’iniziativa “Una preghiera per l’Italia”
Il Giovedì Santo, in particolare, come lo scorso anno è stato contraddistinto da una iniziativa di portata storica, a testimoniare l’unità spirituale che può accomunare il mondo ecclesiale a quello laico in questa stagione così sofferta. Al termine della Via Crucis itinerante, infatti, la croce stessa è stata portata nella Basilica dei Santi XII Apostoli in Roma, dove il 1° aprile, al termine della Santa Messa In coena Domini, alle ore 20.30 si è potuta condividere una speciale Veglia di preghiera. Il Movimento, con questa proposta, ha voluto chiamare a raccolta i rappresentanti delle principali Istituzioni che sovrintendono alla vita delle nostre comunità, in questo tempo in cui il flagello del Covid-19 appare come una vera e propria croce piantata nel cuore di ciascuno e che tutti vogliamo risorga presto, spalancando giorni migliori.
L’evento, presentato dalla giornalista e conduttrice televisiva Benedetta Rinaldi, è stato trasmesso in diretta dai canali Social (YouTube e Facebook) del RnS (clicca qui), da TelePace e dalle emittenti tv di tutta Italia collegate al circuito Corallo Sat. Per l’organizzazione, hanno aderito inoltre le reti associative di ispirazione cristiana: Retinopera, Forum delle Associazioni Familiari, Associazione Scienza&Vita, di cui il RnS è parte. Quattro i tempi che hanno ritmato la serata secondo il medesimo schema: l’intenzione, ispirata da un brano biblico, pronunciata al cospetto del Santissimo Sacramento da parte di un rappresentante istituzionale; la testimonianza dai vari contesti civili; l’accensione del cero deposto poi sull’altare; il canto conclusivo.
Ad introdurre il momento di preghiera, con l’invocazione allo Spirito Santo, è stato il Presidente Martinez (clicca qui per rileggere l’intervento), che ha sottolineato come «il nostro Paese non può delegare al Cielo la responsabilità di ciò che accade sulla terra e che passa proprio dal coraggio che la fede deve suscitare, nella mente, nei cuori, nella volontà di ogni credente. Niente più della preghiera è principio unificatore e pacificatore del reale, perché chi prega vede la storia con occhi nuovi, vede il prossimo come amico e non come un estraneo o un nemico. Chi prega ha una diversa intelligenza della realtà e gode dell’eredità di una saggezza antica, quanto antica è la Parola di Dio. Pregando ci ritroviamo miracolosamente più uniti, più ispirati, più disponibili, più solidali, più prodighi, più capaci. In definitiva, pregare è il modo migliore per incarnarsi. Altro che evadere dalla realtà: chi prega è realista, altruista, non fugge, non si impaurisce dinanzi al male. Sì, questo e molto altro di più ha il potere di fare la preghiera, anche quando ci sentiamo indegni o inadeguati alle sfide che la vita ci riserva». Pertanto, rammentando che «prima che morali, dobbiamo tornare ad essere donne, uomini spirituali», occorre essere consapevoli che questo non è il tempo «di essere distratti o attratti da ciò che ci fa rifuggire dall’impegno di costruire “una nuova civiltà dell’amore”, per dirla con San Paolo VI; “una nuova cultura del soprannaturale o della Pentecoste”, per recuperare la consegna di San Giovanni Paolo II al RnS; “un nuovo sviluppo sociale ancorato sullo spirituale“, per dare credito a Benedetto XVI; “una nuova fraternità universale, riconciliata e misericordiosa”, per dare ascolto all’invito reiterato di Papa Francesco». «Le nostre Città, vuote e svuotate di vita, hanno bisogno di ritrovare il passo della fiducia e la gioia di tornare a vivere in pienezza la socialità quotidiana. Tanti sono i mali che continuano ad affliggerci, ma noi crediamo che il bene vince il male, che l’amore per il prossimo non si è esaurito e che la costruzione di una nuova fraternità umana è già il segno della nostra risurrezione» ha affermato Virginia Raggi, Sindaca di Roma, parlando a nome di tutti gli Amministratori locali, mentre Maria Stella Gelmini, Ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, ha posto in evidenza come «siamo stati travolti da mille necessità e abbiamo conosciuto noi, per primi, la fragilità del potere e le contraddizioni di una politica spesso inadeguata alle emergenze che si sono determinate. Riconosciamo i nostri limiti, i nostri errori e sentiamo il bisogno di superare egoismi, divisioni e un uso strumentale del potere, cose che scandalizzano e che non ci fanno avanzare nel servizio al bene comune e nella custodia della moralità pubblica». È stato quindi il prof. Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Policlinico “A.Gemelli”, citando tutti i medici che hanno perso la vita a causa del virus, ad affermare che «mai come ora gli Stati del mondo hanno dato al “diritto alla salute” primazia su ogni altro diritto, pubblico e privato. Mai, come in questo tempo, il potere scientifico e le istituzioni socio-sanitarie hanno regolato la vita delle Nazioni e la capacità decisionale delle Istituzioni politiche. Ci siamo trovati catapultati dentro attese e responsabilità inimmaginabili e talvolta non abbiamo saputo aiutare la gente come avremmo voluto o potuto». In ultimo, la preghiera a Dio da parte del Cardinale Mauro Gambetti, Vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano: «Perdona la Tua Chiesa, quando vanifichiamo la Tua passione e morte aderendo al peccato, che Tu hai inchiodato sulla croce, lasciando che prevalga sulla grazia, incuranti della Tua risurrezione, che ci ha resi più che vincitori dinanzi al male, al maligno, alla morte. Rinnova in noi lo stupore per il Vangelo, la fiducia in tutte le promesse di vita nuova che ci hai lasciato in eredità. Signore, Ti preghiamo: nel tempo della pandemia e in ogni stagione, rendici sempre audaci testimoni della risurrezione. Risorga la gioia! Risorga la preghiera! Risorga la comunione! Risorga la fedeltà alla Parola di Dio! Risorgano i Tuoi santi doni e carismi!». Hanno poi portato la propria, toccante esperienza, “raccontando” la propria fede nel tempo del coronavirus: Stefano Trippetti, manager e imprenditore che ha affrontato la crisi della pandemia; Susanna Fraioli, Beatrice Pescosolido e Chiara Tomassi,
Volontarie della Confraternita della Misericordia di Roccasecca, a nome di tutti coloro che hanno prestato il proprio servizio durante l’emergenza sanitari; Michele Beltramme con la moglie Laura Colonna, fratello del RnS che ha sperimentato il Covid-19, guarendone; Maria Pia Landini, madre di famiglia e sorella del RnS fortemente provata dal lutto e dalla malattia. In chiusura, prima della benedizione finale impartita dal card. Gambetti, sei bambini hanno pregato con l’Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti”, accendendo un lumino come segno di speranza per il futuro. Quel futuro rappresentato dagli stessi piccoli che, in Piazza San Pietro, hanno tenuto le meditazioni della Via Crucis presieduta dal Santo Padre, in un ‘abbraccio’ capace di descrivere tutta la semplicità e il conforto di cui l’umanità intera ha bisogno.
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