Magistero
“Nessun carisma dispensa dal riferimento e dalla sottomissione ai Pastori della Chiesa” (Christifideles laici, 24)
Il Rinnovamento nello Spirito Santo ha sempre avuto la grazia di essere accompagnato dalla sollecitudine pastorale di Papi, cardinali e vescovi che non hanno mai mancato di sostenerne il cammino, di sollecitarne l’azione rinnovatrice nella Chiesa e nella società intera, di accompagnarne la diffusione e la crescita come Corrente di grazia, Associazione e Movimento ecclesiale.
In questa pagina abbiano raccolto tutto il Magistero della Chiesa sul Rinnovamento.
Due le sfide che hanno accompagnato il Rinnovamento nello Spirito in questi anni: la maturità ecclesiale e la nuova evangelizzazione della società contemporanea. Sono entrambe necessità urgenti, che ci hanno interpellato nel farci interpreti di una nuova stagione di responsabilità ecclesiale, nel riaffermare il primato della dimensione spirituale e di incarnare una laicità orientata alla promozione dell’uomo nelle dimensioni interpersonale, familiare e sociale.
Il Magistero della Chiesa sul Rinnovamento rappresenta un approfondimento teologico ed ecclesiologico importante oltre che una testimonianza autorevole sulle caratteristiche del RnS in Italia.
Lettere autografe Pontefici
24 aprile 2000
Città del Vaticano
Estratto
1. Con grande gioia vi invio il mio saluto in occasione del “Raduno Mondiale del Rinnovamento Carismatico Cattolico”, che si svolge in Rimini. Da diversi anni ormai il “Rinnovamento nello Spirito Santo” celebra costì, all’inizio di maggio, la sua “convocazione nazionale”. In occasione dell’Anno Giubilare questo appuntamento ha assunto una dimensione particolare per la presenza di numerosi esponenti di gruppi e comunità carismatiche provenienti da altri Paesi del mondo. Giustamente, perciò, il vostro raduno si svolge con il patrocinio di un organismo, l'”International Catholic Charismatic Renewal Services”, a cui spetta il compito di coordinare e promuovere lo scambio di esperienze e di riflessioni tra le comunità carismatiche cattoliche sparse nel mondo. Grazie a ciò, la ricchezza presente in ogni comunità torna a beneficio di tutti e tutte le comunità possono più facilmente percepire il vincolo di comunione che le lega le une alle altre e a tutta la Chiesa. Saluto cordialmente il Presidente dell'”International Catholic Charismatic Renewal Services”, Sig. Allan Panozza, e il Coordinatore Nazionale del “Rinnovamento nello Spirito Santo”, Sig. Salvatore Martinez, insieme a tutti i membri del Comitato Nazionale di Servizio.
2. Questo raduno internazionale di Rimini costituisce per voi una tappa del pellegrinaggio giubilare. Celebrando la scadenza bimillenaria dell’Incarnazione, tutti noi siamo chiamati a volgere il nostro sguardo a Cristo, “luce delle genti”. Guardando a lui, si rinnovano in noi lo stupore e la gratitudine: il Figlio di Dio è diventato uomo, è morto per la nostra salvezza, è risorto e vive.
Cristo vive! Lui è il Signore! Questa è la certezza della nostra fede. Mentre la proclamiamo con umiltà e fermezza, siamo consapevoli del fatto che questa certezza non viene da noi. Se noi abbiamo potuto conoscere Cristo, è perché lui stesso si è fatto conoscere a noi donandoci il suo Spirito: “Nessuno può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12, 3).
Facendosi conoscere, Cristo non ci ha lasciati soli. Nello Spirito nasce il nuovo Popolo di Dio, perché “è piaciuto a Dio di santificare e salvare gli uomini non singolarmente presi e senza alcun legame tra di loro, ma ha voluto costituirli in un popolo che lo riconoscesse nella verità e lo servisse nella santità” (Cost. Dogm. Lumen gentium, 9). Ogni comunità ecclesiale autentica è una porzione di questo popolo, che da duemila anni percorre le strade del mondo. Pur appartenendo ad una comunità determinata, ogni battezzato è, pertanto, aperto ad accogliere la ricchezza della Chiesa universale, che è la Chiesa di tutti i secoli.
3. La Chiesa guarda con gratitudine al fiorire di comunità vive, nelle quali la fede viene trasmessa e vissuta. In questo fiorire, essa riconosce l’opera dello Spirito Santo, che mai fa mancare alla Chiesa le grazie necessarie per affrontare situazioni nuove e talvolta difficili. Molti di voi ricorderanno il grande incontro che si svolse a Roma il 30 maggio 1998, alla vigilia di Pentecoste. In quella occasione dissi: “Nel nostro mondo, spesso dominato da una cultura secolarizzata che fomenta e reclamizza modelli di vita senza Dio, la fede di tanti viene messa a dura prova e non di rado soffocata e spenta. Si avverte, quindi, con urgenza la necessità di un annuncio forte e di una solida ed approfondita formazione cristiana. Quale bisogno vi è oggi di personalità cristiane mature, consapevoli della propria identità battesimale, della propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo! Quale bisogno di comunità cristiane vive! Ed ecco, allora, i movimenti e le nuove comunità ecclesiali: essi sono la risposta, suscitata dallo Spirito Santo, a questa drammatica sfida di fine millennio” (in: “L’Osservatore Romano”, 1-2 giugno 1998, pp. 6-7).
In quella occasione osservai anche che per i movimenti si prospettava ormai una tappa nuova, “quella della maturità ecclesiale” (ibid.). Anche le comunità carismatiche sono chiamate oggi a fare questo passo e sono certo che, per il maturare della coscienza ecclesiale nelle diverse comunità carismatiche cattoliche sparse nel mondo, un ruolo importante potrà averlo l'”International Catholic Charismatic Renewal Services”. Quello che dissi allora in Piazza San Pietro lo ripeto a voi tutti radunati a Rimini: “La Chiesa si aspetta da voi frutti ‘maturi’ di comunione e di impegno” (ibid.).
4. All’interno delle vostre comunità, in circostanze diverse, per ciascuno di voi è iniziato un cammino che porta a una conoscenza e a un amore di Cristo sempre più grandi. Non interrompete il cammino intrapreso! Abbiate fiducia: Cristo completerà l’opera che lui stesso ha iniziato. “Aspirate ai carismi più grandi!” (1 Cor 12, 31). Cercate sempre Cristo: cercatelo nella meditazione della Parola di Dio, cercatelo nei sacramenti, cercatelo nella preghiera, cercatelo nella testimonianza dei fratelli. Siate grati ai sacerdoti che accompagnano come pastori le vostre comunità: attraverso il loro ministero è la Chiesa che vi guida e vi assiste come madre e maestra. Accogliete con gioia le occasioni che vi sono offerte per approfondire la vostra formazione cristiana. Servite Cristo nelle persone che vi sono vicine, servitelo nei poveri, servitelo nei bisogni e nelle necessità della Chiesa. Lasciatevi guidare veramente dallo Spirito! Amate la Chiesa: una, santa, cattolica e apostolica!
Sono particolarmente lieto di sapere che al vostro raduno partecipano anche rappresentanti di altre Chiese e Comunità ecclesiali e desidero salutarli cordialmente. Unendovi nella lode comune, voi avete accolto l’invito da me formulato nella Bolla di indizione del Grande Giubileo: “Accorriamo tutti, dalle diverse Chiese e Comunità ecclesiali sparse per il mondo, verso la festa che si prepara; portiamo con noi ciò che già ci unisce e lo sguardo puntato solo su Cristo ci consenta di crescere nell’unità che è frutto dello Spirito” (Incarnationis mysterium, 4).
Mentre insieme con voi prego la Vergine Maria, perché ciascuno accolga il dono dello Spirito per essere testimone di Cristo là dove vive, volentieri
Imparto a voi, cari Fratelli e Sorelle, e alle vostre famiglie la mia affettuosa Benedizione.
28 aprile 2001
Città del Vaticano
Estratto
Spirito Santo.
Il tema del raduno di quest’anno: “Fate quello che Gesù vi dirà” (Gv 2,5), all’indomani della chiusura dell’Anno Santo, pone ben in luce il proposito di codesto Movimento ecclesiale di porsi alla scuola di Maria, per intraprendere un nuovo cammino di fervore spirituale e di obbedienza al Vangelo. L’Evangelista, narrando l’esperienza degli Apostoli dopo la risurrezione del loro Maestro, riferisce che “i discepoli gioirono nel vedere il Signore” (Gv 20,20). Sì, è questa medesima gioia, dono del Risorto, che rende i credenti capaci di guardare con coraggio alle sfide del nuovo millennio. Nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho scritto: “Ora…«dobbiamo prendere il largo», fiduciosi nella parola di Cristo: “Duc in altum!”(n. 15). Questo è tempo di nuove iniziative apostoliche! È tempo di nuova evangelizzazione! Di fronte alle grandi sfide dell’epoca moderna dobbiamo essere ben consapevoli che “non una formula ci salverà, ma una Persona”. Per questo anche il Rinnovamento nello Spirito Santo è chiamato a ripartire da Cristo, “da conoscere, amare, imitare per vivere in lui la vita trinitaria e trasformare con lui la storia fino al suo compimento nella Gerusalemme celeste” (ivi, n. 29). Questo proposito di accresciuto impegno per il Vangelo esige innanzitutto una riscoperta della santità come cuore e centro di ogni apostolato: è necessario tendere con tutte le forze alla santità, per “riproporre a tutti con convinzione questa «misura alta» della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della Comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione” (ivi, n. 31). I Movimenti e le nuove Comunità ecclesiali, speciale dono dello Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo, devono saper rispondere fedelmente a questa chiamata del Signore. Essere docili prontamente e generosamente al Paraclito, che ci configura a Cristo: ecco la strada attraverso la quale i credenti possono offrire una testimonianza di
speranza ad un’umanità spesso permeata da una cultura secolarizzata, che fomenta e reclamizza modelli di vita senza Dio e rischia di rendere il mondo
inospitale e nemico dell’uomo.
Non esiste santità senza preghiera, anzi, come vediamo nella vita dei Santi, il cristiano vale quanto prega. L’impegno di aderire alla parola di Gesù con grande disponibilità e generosità per recare la sua salvezza al mondo esige una rinnovata scoperta del «gran mezzo della preghiera». Nel nostro mondo, talora malato di efficientismo e di utilitarismo, c’è bisogno di testimoni delle «cose di lassù», contemplate e vissute nell’esistenza di ogni giorno.
Questo impegna i Gruppi e le Comunità del Rinnovamento nello Spirito ad essere sempre più luoghi di contemplazione e di lode, dove il cuore dell’uomo si riempie dell’amore di Dio, si apre all’amore del fratello e diventa capace di
costruire la storia secondo il disegno divino.
Nella Chiesa, casa e scuola di comunione, che deve contrapporsi alla cultura dell’odio e della vendetta, i Gruppi e le Comunità del Rinnovamento nello Spirito siano luoghi significativi e modelli di fraternità e di amore, di pazienza e di accoglienza reciproca. L’esperienza del perdono e la valorizzazione di ogni dono spirituale aiutino tutti a costruire una convivenza alimentata dal
soffio dello Spirito del Signore Risorto.
”Fate quello Che Gesù vi dirà” (Gv 2,3). Questo tema invita a guardare all’icona delle Nozze di Cana dove il nuovo rapporto dei discepoli con il Signore è propiziato dalla presenza discreta ed efficace di Maria. È Lei la via privilegiata e sicura per l’incontro con il Signore; è Lei che ci dispone ad accogliere la sua Parola e ci rende perseveranti nella preghiera, nell’attesa dello Spirito che infiamma e ci spinge a prendere con coraggio il largo verso le mète che il Signore ci indica.
Alla Tutta Santa affido la Convocazione Nazionale, perchè lo Spirito Santo, rinnovando i prodigi della Pentecoste, riempia i cuori del fuoco del suo amore e trasformi i partecipanti in coraggiosi e gioiosi annunciatori del Vangelo.
Con tali voti, di cuore imparto a Lei, Venerato Fratello, ai Responsabili, ai presenti e a tutti i Gruppi e Comunità del Rinnovamento nello Spirito una speciale Benedizione Apostolica, pegno di abbondanti doni e consolazioni celesti.
23 aprile 2003
Città del Vaticano
Estratto
[…] Auguro a voi, carissimi, di porvi in questi giorni alla scuola di Maria, per
penetrare più facilmente nella ricchezza che il vangelo offre a chi con fiducia lo accoglie. Seguendo Maria, si può meglio assaporare il conforto che il Signore dispensa attraverso la riconciliazione sacramentale nella quale Gesù di Nazareth passa ancora «risanando tutti» (cf At 10, 38). Sulle orme della Madre di Dio è più facile riscoprire che il popolo di Dio è chiamato a una nuova evangelizzazione destinata agli uomini del nostro tempo. Si accoglie allora con gioia il «mistero della vita trinitaria», che si rivela nel volto di Cristo, mirabilmente manifestato dai carismi del suo Spirito che abbelliscono la Chiesa. Si diviene più consapevoli dell’esistenza nuova in Cristo, frutto di una sempre rinnovata Pentecoste che spinge i credenti a una coraggiosa testimonianza del «lieto annunzio», capace di dar senso a tutta l’umana esistenza.
Il fedele che si pone alla scuola di Maria avverte più vivo il desiderio di una confermazione sempre più piena a Cristo, vero “programma” della vita cristiana per pervenire al traguardo della santità. E mai verrà meno, in chi si abbandona alla volontà divina, il coraggio di una risposta pronta, ravvivata dall’effusione potente dello Spirito. Sia così per tutti coloro che fanno parte dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito!
3. Carissimi Fratelli e Sorelle, in questi giorni di riflessione e di preghiera vi esorto a rispondere con totale disponibilità all’azione dello Spirito, perché possiate offrire alla Chiesa il contributo della vostra testimonianza. Il Papa conta anche sul vostro impegno per la nuova evangelizzazione e per il rinnovamento spirituale dell’odierna società, in modo particolare delle famiglie e dei giovani.
Desidero, poi, ringraziarvi per quanto già state facendo nell’ambito dell’ecumenismo spirituale, che unisce fratelli appartenenti a Chiese e Comunità ecclesiali d’Occidente e d’Oriente in una corale invocazione al Padre celeste per la pace sulla terra. In questi tempi «le difficoltà che l’orizzonte mondiale presenta ci inducono a pensare che solo un intervento dall’Alto possa orientare i cuori di quanti vivono situazioni conflittuali» (Rosarium Virginis Mariae, n. 40). Ecco perché è urgente e indispensabile pregare «sempre, senza stancarsi» (Lc 18, 1). Solo l’incessante orazione «ci consente di sperare che, anche oggi, una “battaglia” tanto difficile come quella della pace possa essere vinta» (Rosarium Virginis Mariae, n. 40).
29 aprile 2004
Città del Vaticano
Estratto
Eucharistia nn. 8,19).
Lo Spirito Santo non mancherà di arricchire la testimonianza di ciascuno con i «doni spirituali e i carismi che Egli elargisce alla Chiesa» (Catechesi del 27 febbraio 1991). Tra questi carismi rivestono importanza peculiare “quelli che servono alla pienezza della vita spirituale”, instillando “il gusto della preghiera”, gusto che non esclude “l’esperienza del silenzio” (cf Spiritus et sponsa, nn. 13-14). «La rosa vastissima di carismi con i quali lo Spirito Santo partecipa alla Chiesa la sua carità e santità» (Catechesi del 27 febbraio 1991) sarà per voi, carissimi Fratelli e Sorelle che partecipate all’incontro, stimolo a diffondere l’amore a Cristo e alla sua Chiesa, “unica Madre sulla terra” (cf Pastores gregis, n. 13) e a inserire la lode che elevate a Dio, sotto la guida dei vostri Pastori, negli “spazi di creatività e di adattamento che la rendono vicina alle esigenze espressive delle varie regioni, situazioni e culture” (Spiritus et sponsa, n. 15).
3. Auspico di cuore che il Rinnovamento nello Spirito Santo susciti sempre più nella Chiesa quella conversione interiore senza la quale difficilmente l’uomo può resistere alle lusinghe della carne e alle concupiscenze del mondo. Il nostro tempo ha grandemente bisogno di uomini e donne che, come raggi di luce, sappiano comunicare il fascino del Vangelo e la bellezza della vita nuova nello Spirito. Con la forza travolgente della preghiera di lode e la grazia zampillante della vita sacramentale, lo Spirito elargisce incessantemente i suoi carismi alla Comunità ecclesiale, perché sia costantemente abbellita ed edificata. Al Vangelo di Cristo occorre, però, corrispondere con l’audacia della fede, che è madre di tutti i miracoli d’amore, con quella ferma fiducia che ci fa impetrare da Dio ogni bene per la salvezza delle anime nostre. Ognuno, pertanto, da vero discepolo di Gesù deve applicarsi senza sosta a seguire i suoi insegnamenti rendendo il proprio cammino di rinnovamento spirituale una permanente scuola di conversione e di santità.
4. Essere testimoni delle “ragioni dello Spirito”: questa è la vostra missione, cari membri del Rinnovamento nello Spirito Santo, in una società dove spesso la ragione umana non sembra essere irrorata dalla sapienza che viene dall’Alto. Ponete nell’animo dei credenti che partecipano alle attività dei vostri gruppi e delle vostre comunità un seme di feconda speranza nella quotidiana dedizione di ciascuno ai propri compiti. Come scrivevo nell’Enciclica sull’Eucaristia «se la visione cristiana porta a guardare ai cieli nuovi e alla terra nuova (cf Ap 21, 1), ciò non indebolisce, ma piuttosto stimola il nostro senso di responsabilità verso la terra presente»; ci deve far sentire «più che mai impegnati a non trascurare i doveri della nostra cittadinanza terrena». Così potrete contribuire a «edificare un mondo a misura d’uomo e pienamente rispondente al disegno di Dio» (Ecclesia de Eucharistia, n. 20).
28 aprile 2007
Città del Vaticano
Estratto
In occasione del 40° anniversario della nascita dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito”, desidero con gioia unirmi a Lei, ai responsabili e a quanti, provenendo dall’Italia e da altri Paesi, partecipano alla trentesima Convocazione. Quest’anno, essa intende approfondire, nell’ascolto costante dello Spirito, l’impegno per la nuova evangelizzazione con un tema che apre il cuore alla fiducia: “Nulla è impossibile a Dio”. È vostra intenzione porre in risalto “il carisma della fede”, mostrando come l’incontro con Dio in Cristo Gesù trasformi, grazie alla forza dello Spirito, l’esistenza del credente e lo renda testimone gioioso delle meraviglie che il Signore non cessa di compiere anche in questo nostro tempo. So che il Movimento per il Rinnovamento nello Spirito vuole continuare a vivere questa straordinaria esperienza spirituale con entusiasmo, e riproporla quale annuncio evangelizzatore agli uomini e alle donne della nostra epoca, riservando quest’anno un’attenzione speciale alle famiglie. Più volte ho avuto occasione di sottolineare anch’io l’urgenza che riveste oggi l'”evangelizzazione della famiglia”, cellula fondamentale della società e piccola Chiesa domestica. Seguendo gli orientamenti dei Vescovi Italiani, anche voi vi dedicate attivamente
a sostenere tutto ciò che concretamente difende e promuove quei valori umani e cristiani che devono essere alla base di ogni nucleo familiare. Quando una famiglia fonda ogni suo progetto sulla fiducia in Dio, nulla veramente le è impossibile. Mentre auguro pieno successo ai lavori del Convegno, assicuro la mia preghiera per l’intera famiglia del Rinnovamento nello Spirito, sulla quale invoco la materna intercessione di Maria. La recente approvazione dello Statuto dell’Associazione da parte della CEI sia per voi motivo di più generoso coinvolgimento nelle Chiese particolari per un servizio apostolico e missionario aperto all’azione rinnovatrice dello Spirito Santo. Con questi sentimenti invio a Lei, ai responsabili del Rinnovamento nello Spirito eletti per il prossimo quadriennio, ed a tutti i partecipanti alla XXX Convocazione Nazionale di Rimini un’affettuosa Benedizione Apostolica.
Udienze, Discorsi, Messaggi pontifici
10 ottobre 1973
Grottaferrata (RM)
Estratto
La vita spirituale consiste soprattutto nell’esercizio delle virtù di fede, speranza e carità. Essa trova il suo fondamento nella professione di fede. Il compito di mantenerla intatta, di contribuire a svilupparla in tutte le attività della comunità cristiana è affidato ai pastori della Chiesa. Pertanto la vita spirituale del credente è una responsabilità pastorale attiva di ciascun Vescovo nella propria diocesi. E particolarmente opportuno ricordarlo di fronte a queste correnti di rinnovamento che suscitano tante speranze. Inoltre, anche nelle migliori esperienze del Rinnovamento si può trovare la zizzania tra il buon seme. Pertanto, il discernimento è essenziale; spetta «a coloro che sono i preposti della Chiesa, in virtù della loro specifica competenza, di mantenere vivi i doni dello Spirito, di verifìcare ogni cosa e ritenere ciò che è buono» (Cf 1 Ts 5, 12 ss; Lumen Gentium, n. 12). È così che l’auspicato bene comune della Chiesa, a cui i doni dello Spirito sono destinati, potrà essere assicurato (Cf 1 Cor 12, 7).
19 maggio 1975
Basilica Vaticana, Roma
Estratto
Avete scelto in questo Anno Santo la città di Roma per il vostro terzo Congresso Internazionale; ci avete chiesto d’incontrarvi oggi e di indirizzarvi la parola: con ciò voi avete voluto mostrare il Vostro attaccamento alla Chiesa istituita da Gesù Cristo e a tutto ciò che rappresenta per voi questa Sede di Pietro. Questa preoccupazione di situarvi bene nella Chiesa è un segno autentico dell’azione dello Spirito Santo. Perché Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo di cui la Chiesa è il Corpo Mistico; ed è in essa che lo Spirito Santo fu comunicato nel giorno di Pentecoste, quando scese sugli Apostoli riuniti nella «camera alta», «assidui alla preghiera», «intorno a Maria, Madre di Gesù» (cfr. At. 1, 13-14).
Lo dicevamo lo scorso ottobre dinanzi a qualcuno fra voi: la Chiesa e il mondo hanno bisogno più che mai che «il prodigio della Pentecoste continui nella storia» (L’Osservatore Romano 17 ott. 1974). In effetti, inebriate dalle sue conquiste, l’uomo moderno ha finito con l’immaginare, secondo le espressioni dell’ultimo Concilio, che «è lui stesso il suo proprio fine, il solo artefice e demiurgo della sua storia» (Gadium et Spes, 20, l). Peccato! Anche presso molti di quelli che per tradizione continuano a professare la sua esistenza e a rendergli un culto come per dovere, Dio non è forse divenuto estraneo alla loro vita? Nulla è più necessario, a un tale mondo, sempre più secolarizzato, che la testimonianza di questo «rinnovamento spirituale», che Noi vediamo oggi suscitato dallo Spirito Santo, nelle regioni e negli ambienti più diversi.
Le sue manifestazioni sono varie: comunione profonda fra le anime, contatto intimo con Dio nella fedeltà agli impegni presi col Battesimo, in una preghiera spesso comunitaria nella quale ciascuno, esprimendosi liberamente, aiuta, sostiene, nutre la preghiera degli altri; e, alla base di tutto, una convinzione personale che non ha la sua fonte unicamente nell’insegnamento ricevuto mediante la fede, ma anche in una certa esperienza vissuta. E, cioè, che senza Dio l’uomo non può nulla, che al contrario con Lui tutto diviene possibile: per cui questo bisogno di lodarlo, di ringraziarlo, di celebrare le meraviglie che Egli opera dovunque, attorno a noi e dentro di noi.
L’esistenza umana ritrova la sua relazione con Dio;e questo si chiama « dimensione verticale », senza la quale l’uomo è irrimediabilmente mutilato. Questa ricerca di Dio non appare, certo, come una volontà di conquista o di possesso; essa vuoi essere puro accoglimento di Colui che ci ama e si dona liberamente a noi, con il desiderio, poichè ci ama, di comunicarci una vita che noi dobbiamo ricevere gratuitamente da Lui, però non senza un’umile fedeltà da parte nostra. E questa fedeltà deve saper unire l’azione e la fede, secondo l’insegnamento di S. Giacomo: «Come il corpo senz’anima è morto, così la fede senza le opere è morta » (Gc. 2, 26).
Potrebbe dunque, questo «rinnovamento spirituale», non costituire una «chance» per la Chiesa e per il mondo? E non dovrà prendere, appunto per questo, tutti i mezzi per rimanerlo?
Questi mezzi, cari figli e figlie, lo Spirito Santo vorrà certamente indicarveli attraverso la sapienza di coloro che Lui stesso ha «posti come vescovi a pascere la Chiesa di Dio» (At 20, 28). È infatti lo Spirito Santo che ha ispirato a San Paolo delle direttive molto precise, che noi ci accontenteremo di ricordarvi.
Esservi fedeli sarà, per voi, la migliore garanzia per l’avvenire.
Voi sapete il gran conto che l’Apostolo faceva dei «doni spirituali»: «Non spegnete lo Spirito», scriveva ai Tessalonicesi (l Ts 5, 19); e aggiungeva, subito dopo: «Verificate tutto, ritenete ciò che è buono» (ivi, 5, 21). Qualche anno dopo, con i Corinzi, egli entra in più abbondanti dettagli; egli segnala loro specialmente tre princìpi, alla luce dei quali essi potranno praticare più facilmente questo discernimento indispensabile.
Il primo, da cui inizia la sua esposizione, è la fedeltà alla dottrina autentica della fede (1 Cor. 12, 1-3). Se qualcosa la contraddicesse, non potrebbe provenire dallo Spirito: Colui che distribuisce i suoi doni, è quegli stesso che ha ispirato la Scrittura e che assiste il Magistero vivo della Chiesa, a cui, secondo la fede cattolica. Cristo ha affidato l’interpretazione autentica di questa Scrittura (cfr. Dei Verbum, 10). È per questo che voi sentite il bisogno di una formazione dottrinale sempre più approfondita: biblica, spirituale, teologica. Solo una simile formazione, la cui autenticità deve essere garantita dalla Gerarchia, vi preserverà da deviazioni sempre possibili e vi darà la
certezza e la gioia di aver servito la causa del Vangelo «senza batter l’aria» (1 Cor 9, 26).
Secondo principio. Tutti i doni spirituali devono essere ricevuti con riconoscenza; e voi sapete che l’elenco è lungo (1 Cor 12, 4-10; 28-30), e tuttavia non pretende di essere completo (cfr. Rm. 12, 6-8; Ef 6, 11). Ma, dati «in vista del bene » (1 Cor 12, 7), essi non lo producono tutti nel medesimo grado. Così i Corinzi devono «ambire i doni superiori» (ivi, 12, 31), i più utili alla Comunità (cfr ivi, 14, 1-5).
Il terzo principio, nel pensiero dell’Apostolo è il più importante. Esso gli suggerì una delle pagine senza dubbio più belle di tutte le letterature, pagina a cui un recente traduttore ha dato questo titolo evocatore: «al di sopra di tutto aleggia l’amore» (E. Osty). Per quanto desiderabili siano i doni spirituali – e lo sono – solo l’amore di carità, l’agape, fa il Cristiano perfetto; solo esso rende l’uomo «accetto a Dio», «gratum faciens», diranno i teologi. La ragione è questa: tale amore non suppone soltanto un «dono» dello Spirito: esso implica la presenza attiva della sua persona nel cuore del cristiano. Commentando questi versetti, i Padri della Chiesa vanno a gara nello spiegarli. Al dire di S. Fulgenzio, per non citarne che uno, «lo Spirito Santo può conferire qualsiasi tipo di doni senza essere presente lui stesso; ma, al contrario, egli prova di essere presente con la grazia, quando dona l’amore»: «se ipsum demonstrat per gratiam praesentem, quando tribuit caritatem» (Contra Fabianum, Fragm. 28, PL 65, 791).
Presente nell’anima. Egli le comunica, con la grazia, la vita stessa della SS. Trinità, l’amore stesso con cui il Padre ama il Figlio nello Spirito (cfr. Gv 17, 26), l’amore con cui Cristo ci ha amati e con cui a nostra volta possiamo e dobbiamo amare i nostri fratelli (Gv. 13, 34): «non solo a parole e con la lingua, ma con le opere, in realtà» (1 Gv 3, 18). Sì, l’albero si giudica dai suoi frutti e S. Paolo ci dice che il «frutto dello Spirito è l’amore» (Gal 5, 22), quale egli lo ha descritto nel suo inno alla carità.
È ad esso che sono ordinati tutti i doni che lo Spirito Santo distribuisce a chi vuole, perché è l’amore che edifica (cfr. l Cor 8, l), come è l’amore che, dopo la Pentecoste, ha fatto dei primi cristiani una comunità «assidua alla comunione fraterna» (At 2, 42), poichè tutti erano «un cuor solo ed un’anima sola» (ivi, 4, 32).
Siate fedeli a queste direttive del grande Apostolo. E secondo il suo stesso insegnamento, siate pur fedeli a celebrare frequentemente e degnamente l’Eucaristia (cfr. 1 Cor 11, 26-29): è la via che il Signore ha scelto perché abbiamo la sua vita in noi (cfr. Gv 6, 52). Allo stesso modo, accostatevi fiduciosamente al sacramento della riconciliazione. Questi sacramenti esprimono che la grazia ci viene da Dio, attraverso la mediazione necessaria della Chiesa.
Cari figli e figlie, con l’aiuto del Signore, forti dell’intercessione di Maria Madre della Chiesa, e in comunione di fede, di carità e di apostolato con i vostri Pastori, sarete sicuri da ogni inganno. E così contribuirete per la vostra parte, al rinnovamento della Chiesa.
Gesù è il Signore! Alleluja!
23 novembre 1980
(Prima) Udienza in Aula Paolo VI, Città del Vaticano
Estratto
1. Grazie, innanzitutto, di questa gioiosa visita, e in particolare, delle preghiere che avete rivolto al Signore per me e per le responsabilità del mio servizio pastorale. Vi dirò con san Paolo che avevo “un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati o, meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io” (Rm 1,11-12).
Stamani ho la gioia di incontrarmi con questa vostra assemblea, in cui vedo giovani, adulti, anziani, uomini e donne, solidali nella professione della stessa fede, sorretti dall’anelito di una medesima speranza, stretti insieme dai vincoli di quella carità che “è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Rm 5,5). A questa “effusione dello Spirito” noi sappiamo di essere debitori di una esperienza sempre più profonda della presenza di Cristo, grazie alla quale possiamo ogni giorno crescere nella conoscenza amorosa del Padre. Giustamente, pertanto, il vostro movimento presta particolare attenzione all’azione, misteriosa ma reale, che la terza persona della santissima Trinità svolge nella vita del cristiano.
2. Le parole di Gesù nel Vangelo sono esplicite: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà con voi” (Gv 14,16-17).
Prima di ascendere al cielo, Gesù rinnova agli apostoli la promessa che saranno battezzati “in Spirito Santo” (At 1,5) e, pieni della sua potenza (cf. At 2,2), gli renderanno testimonianza in tutto il mondo, parlando “in altre lingue come lo Spirito darà loro il potere di esprimersi” (cf. At 2,4). Nel libro degli Atti lo Spirito viene presentato attivo e operante in coloro di cui si narrano le gesta, siano essi le guide della comunità (cf. At 2,22-36; 4,5-22; 5,31; 9,17; 15,28 ecc.) o semplici fedeli (cf. At 4,31-37; 10,45-47; 13,50- 52 ecc).
Non desta meraviglia che i cristiani di allora traessero da tali esperienze l’intima convinzione che “se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene” (Rm 8,9); e si sentissero perciò impegnati a “non spegnere lo Spirito” (1Ts 5,19), a “non rattristarlo” (Ef 4,30), ma a “lasciarsi guidare” da lui (Gal 5,18), sorretti dalla speranza che “chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna” (Gal 6,8).
In effetti, Cristo ha affidato allo Spirito la missione di portare a compimento la “nuova creazione”, a cui egli stesso ha dato inizio con la sua risurrezione. Dallo Spirito, dunque, deve attendersi la progressiva rigenerazione del
cosmo e dell’umanità, tra il “già” della pasqua ed il “non ancora” della parusia.
È importante che anche noi, cristiani posti dalla provvidenza a vivere negli anni conclusivi di questo secondo millennio, ravviviamo l’intima consapevolezza delle vie misteriose attraverso le quali essa persegue il suo disegno di salvezza. Dio si è comunicato irrevocabilmente nel Cristo. È tuttavia per mezzo dello Spirito che il Risorto vive ed agisce in permanenza in mezzo a noi e può farsi presente in ogni “qui” ed “ora” dell’esperienza umana nella storia.
Con gaudio profondo e commossa gratitudine noi rinnoviamo, pertanto, il nostro atto di fede in Cristo redentore, ben sapendo che “nessuno può dire “Gesù è il Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1Cor 12,3). È lui che nell’unità della vocazione cristiana e nella molteplicità dei carismi ci riunisce in un solo corpo. È lui che opera la santificazione e l’unità della Chiesa (cf. Pontificale Romanum, “Ritus Confirmationis”, 25.47).
3. Il Concilio Vaticano II ha riservato una particolare attenzione alla multiforme azione dello Spirito nella storia della salvezza: ha sottolineato la “mirabile provvidenza” con cui egli sospinge la società ad evolvere verso mete sempre più avanzate di giustizia, di amore, di libertà (cf. Gaudium et Spes, 26); ne ha illustrato la presenza operante nella Chiesa, che è da lui sollecitata ad attuare il piano divino (cf. Lumen Gentium, 17) mediante una comprensione sempre più profonda della rivelazione (cf. Dei Verbum, 5.8), conservata integra nel fluire del tempo (cf. Lumen Gentium, 25; Dei Verbum, 10) e grazie ad un impegno sempre rinnovato di santificazione (cf. Lumen Gentium, 4.40. ecc…) e di comunione nella carità (cf. Lumen Gentium, 13; Unitatis Redintegratio, 2.4); ha rilevato, infine, la sua azione nei singoli fedeli, che egli stimola ad una coraggiosa testimonianza apostolica (cf. Apostolicam Actuositatem, 3), fortificandoli per mezzo dei sacramenti ed arricchendoli di “grazie speciali, con le quali li rende adatti e pronti ad assumersi varie opere ed uffici, utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa” (Lumen Gentium, 12).
Quali ampie prospettive, figli carissimi, si aprono dinanzi ai nostri occhi! Certo, non mancano i rischi, perché l’azione dello Spirito si svolge “in vasi di creta” (cf. 2Cor 4,7), che ne possono comprimere la libera espansione. Voi conoscete quali essi siano: un eccessivo peso dato, ad esempio,
all’esperienza emozionale del divino; la ricerca smodata dello “spettacolare” e dello “straordinario”; l’indulgenza ad interpretazioni affrettate e distorte della Scrittura; un ripiegamento intimistico che rifugge dall’impegno apostolico; il compiacimento narcisistico che si isola e si chiude… Questi ed altri sono i rischi che si affacciano sul vostro cammino, e non sul vostro soltanto. Vi dirò con san Paolo: “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1Ts 5,21). Restate, cioè, in atteggiamento di costante e grata disponibilità verso ogni dono, che lo Spirito desidera effondere nei vostri cuori, mai dimenticando, tuttavia, che non v’è carisma che non sia dato “per l’utilità comune” (1Cor 12,7).
Aspirate, in ogni caso, ai “carismi più grandi” (1Cor 12,31). E voi sapete, a questo proposito, qual è la “via migliore di tutte” (1Cor 12,31): in una pagina stupenda, san Paolo indica tale via nella carità, che sola dà senso e valore agli altri doni (cf. 1Cor 13).
Animati dalla carità, voi non soltanto vi metterete in spontaneo e docile ascolto di coloro che “lo Spirito Santo ha posto come Vescovi a pascere la Chiesa di Dio” (cf. At 20,28), ma sentirete anche il bisogno di aprirvi ad una
comprensione sempre più attenta degli altri fratelli, nel desiderio di arrivare ad avere con essi veramente “un cuor solo ed un’anima sola” (At 4,32). Scaturirà di qui l’autentico rinnovamento della Chiesa, che il Concilio Vaticano II ha auspicato e che voi vi studiate di favorire con la preghiera, con la testimonianza, con il servizio. Il “rinnovamento nello Spirito” infatti, ho ricordato nell’esortazione apostolica “Catechesi Tradendae”, “avrà una vera fecondità nella Chiesa, non tanto nella misura in cui susciterà carismi straordinari, quanto piuttosto nella misura in cui porterà il più gran numero possibile di fedeli, sulle strade della vita quotidiana, allo sforzo umile, paziente, perseverante per conoscere sempre meglio il mistero di Cristo e per testimoniarlo” (Giovanni Paolo II, Catechesi Tradendae, 72). Nell’invocare su di voi e sul vostro impegno l’amorevole ed assidua protezione di colei che “per opera dello Spirito Santo” concepì nel suo seno e diede alla luce il Figlio di Dio incarnato (cf. Lc 1,35), vi concedo di cuore la mia apostolica benedizione, che volentieri estendo a quanti fanno parte del movimento ed a tutte le persone che vi sono care nel Signore.
7 maggio 1981
Roma
Estratto
Nella gioia e nella pace dello Spirito Santo do il benvenuto a tutti voi che siete convenuti a Roma per partecipare al IV Congresso internazionale dei Dirigenti del Rinnovamento cattolico carismatico, e prego che “La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio, e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi!” (2Cor 13,13).
1. La vostra scelta di Roma quale sede di questo Congresso è segno particolarmente significativo della vostra comprensione dell’importanza di essere radicati in quella unità cattolica di fede e di carità che trova il suo centro visibile nella Sede di Pietro. La vostra reputazione vi precede, proprio come quella degli amati Filippesi che spinse l’apostolo Paolo ad incominciare
la sua lettera indirizzata a loro con un sentimento che sono lieto di riecheggiare: “Ringrazio il mio Dio ogni volta ch’io mi ricordo di voi… E prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri ed irreprensibili per il giorno di Cristo” (Fil 1,3; 9-10).
2. Nel 1975 il mio venerabile predecessore Paolo VI si rivolse al Congresso internazionale carismatico riunito qui a Roma, e sottolineo i tre principi che san Paolo configurava quali guide al discernimento, secondo l’ingiunzione: “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (1Ts 5,21). Il primo di questi principi è la fedeltà alla dottrina autentica della fede; tutto ciò che contraddice questa dottrina non viene dallo Spirito. Il secondo principio è il valutare i più alti doni – i doni che sono dati per il servizio del bene comune. Ed il terzo principio è la pratica della carità, che sola porta il cristiano al raggiungimento della perfezione, come dice l’apostolo: “Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione” (Col 3,14). Non è meno importante per me ora sottolineare questi principi fondamentali a voi che siete chiamati da Dio a servire quali dirigenti nel Rinnovamento.
Papa Paolo VI descriveva il movimento per il Rinnovamento nello Spirito come “una occasione per la Chiesa e per il mondo,” e i sei anni da quel Congresso hanno confermato la speranza che ispirava la sua intuizione. La Chiesa ha visto i frutti della vostra devozione alla preghiera in un approfondito impegno alla santità di vita e all’amore per la parola di Dio. Abbiamo notato con particolare gioia il modo in cui i Dirigenti del Rinnovamento hanno sviluppato sempre più una vasta visione ecclesiale, e hanno compiuto sforzi per rendere questa visione sempre più una realtà per coloro che dipendono dalla loro guida. Ed abbiamo inoltre visto i segni della vostra generosità nella condivisione dei doni di Dio con gli infelici di questo mondo nella giustizia e nella carità, così che tutti possano fare esperienza della inestimabile dignità che è loro in Cristo. Che quest’opera di amore già cominciata in voi sia portata a compimento! (2Cor 8,6.11). A questo proposito, ricordate sempre le parole che Paolo VI indirizzò al vostro Congresso nell’Anno Santo: “Non ci sono limiti alla sfida dell’amore: il povero e il bisognoso, l’afflitto e il sofferente nel mondo come vicino a voi, tutti gridano a voi, come fratelli e sorelle in Cristo, chiedendo la prova del vostro amore, chiedendo la parola di Dio, chiedendo pane, chiedendo vita”.
3. Sì, sono molto lieto di avere questa opportunità di parlare dal cuore a voi che siete convenuti da ogni parte del mondo per partecipare a questa Conferenza che ha il compito di aiutarvi nell’adempimento del vostro ruolo di Dirigenti nel Rinnovamento Carismatico. In modo particolare desidero farvi notare il bisogno di arricchire e di concretizzare quella visione ecclesiale che è così essenziale per il Rinnovamento a questo stadio del suo sviluppo.
Il ruolo del Dirigente, consiste, in primo luogo, nel dare esempio di preghiera nella sua stessa vita. Con fiduciosa speranza, con attenta sollecitudine, tocca al Dirigente fare in modo che il patrimonio multiforme della vita di preghiera della Chiesa sia conosciuto e sperimentato da tutti coloro che cercano un rinnovamento spirituale: la meditazione della parola di Dio, dal momento che “l’ignoranza della Scrittura è ignoranza di Cristo”, come sottolineava san Girolamo; l’apertura ai doni dello Spirito, senza concentrarsi esageratamente sui doni straordinari; l’imitazione dell’esempio
di Gesù stesso nel garantire del tempo per la preghiera solitaria con Dio; il penetrare più in profondità nei ciclo dei periodi liturgici della Chiesa, specialmente attraverso la Liturgia delle Ore: l’appropriata celebrazione dei Sacramenti – con particolare attenzione al Sacramento della Penitenza – che realizza la nuova effusione di grazia secondo la manifesta volontà di Cristo stesso; e soprattutto un amore ed una crescente comprensione dell’Eucaristia quale centro di tutta la preghiera cristiana. Perché come ha inculcato in noi il Concilio Vaticano II, “l’Eucaristia si presenta come fonte e culmine di tutta l’evangelizzazione, cosicché i catecumeni sono introdotti poco a poco alla partecipazione dell’Eucaristia, e i fedeli, già segnati dal sacro Battesimo e dalla Confermazione, sono pienamente inseriti nel Corpo di Cristo – la Chiesa – per mezzo dell’Eucaristia” (Presbyterorum Ordinis, 5).
In secondo luogo, dovete preoccuparvi di procurare solido cibo per il nutrimento spirituale attraverso lo spezzare del pane della vera dottrina. L’amore per la parola rivelata di Dio, scritta sotto la guida dello Spirito Santo, è un pegno del vostro desiderio di “rimanere saldi nel Vangelo” predicato dagli Apostoli. È questo stesso Spirito Santo, ce lo assicura la Costituzione dogmatica su la “Divina Rivelazione”, che “perfeziona continuamente la fede per mezzo dei suoi doni, affinché l’intelligenza della Rivelazione diventi sempre più profonda” (Dei Verbum, 5). Lo Spirito Santo che distribuisce i suoi doni, in minore o maggiore misura, è quello stesso che ispirò le Scritture e che assiste il Magistero vivente della Chiesa, alla quale Cristo affidò l’autentica interpretazione di queste Scritture (cf. Allocuzione di Paolo VI, 19 maggio 1975), secondo la promessa di Cristo agli Apostoli: “Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre: lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscerete, perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi” (Gv 14,16-17).
Dio desidera perciò, che tutti i cristiani crescano nella comprensione del mistero della salvezza, che ci rivela sempre più l’intrinseca dignità propria dell’uomo. Ed Egli desidera che voi che siete Dirigenti del Rinnovamento siate sempre più profondamente formati dall’insegnamento della Chiesa il cui compito bimillenario è stato di meditare sulla parola di Dio, per sondarne le ricchezze e renderle note a tutto il mondo. Abbiate cura, poi, che in quanto Dirigenti voi perseguiate una solida formazione teologica destinata ad assicurare a voi, ed a tutti coloro che dipendono dalla vostra guida, una comprensione matura e completa della parola di Dio: “La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi ed ammonitevi con ogni sapienza” (Col 3,16-17).
In terzo luogo, come Dirigenti del Rinnovamento, dovete prendere l’iniziativa di costruire legami di fiducia e di cooperazione con i Vescovi, che hanno la responsabilità pastorale nella provvidenza di Dio di pascere l’intero Corpo di Cristo, incluso il Rinnovamento carismatico. Anche quando essi non condividono con voi le forme di preghiera che avete trovato così preziose, essi prenderanno a cuore il vostro desiderio di un rinnovamento spirituale per voi stessi e per la Chiesa, e vi offriranno la guida sicura che è il compito loro assegnato. Il Signore Iddio non manca di essere fedele alla promessa della preghiera della loro ordinazione, nella quale lo si implorava di “effondere su questi prescelti quel potere che proviene da te, lo Spirito guida, che tu desti al tuo amato Figlio, Gesù Cristo, lo Spirito dato da lui ai santi Apostoli, che fondarono la Chiesa in ogni luogo perché fosse tempio per l’incessante gloria e lode del tuo nome” (Rito di Ordinazione di un
Vescovo).
Molti Vescovi in tutto il mondo, sia individualmente che in dichiarazioni delle loro Conferenze episcopali, hanno incoraggiato e dato indicazioni al Rinnovamento carismatico – hanno a volte rivolto perfino una parola di prudenza – e hanno aiutato la comunità cristiana in genere a meglio comprendere il suo ruolo nella Chiesa. Attraverso questo esercizio della loro responsabilità pastorale, i Vescovi hanno offerto un grande servizio a noi tutti, al fine di garantire al Rinnovamento un modello di crescita e sviluppo pienamente aperto a tutte le ricchezze dell’amore di Dio nella sua Chiesa.
4. A questo punto vorrei anche richiamare la vostra attenzione ad un altro punto di particolare importanza per questo Congresso di Dirigenti: esso concerne il ruolo del sacerdote nel Rinnovamento carismatico. I sacerdoti nella Chiesa hanno ricevuto il dono dell’ordinazione come cooperatori nel ministero pastorale dei Vescovi, con i quali condividono lo stesso ed unico sacerdozio e ministero di Gesù Cristo, che esige la loro stretta comunione gerarchica con l’Ordine dei Vescovi (Presbyterorum Ordinis, 7). Ne consegue che i sacerdoti hanno un ruolo unico ed indispensabile da giocare entro e per il Rinnovamento carismatico così come per l’intera comunità cristiana. La loro missione non è in opposizione o in parallelo al ruolo legittimo del laicato.
Attraverso il legame sacramentale del sacerdote con il Vescovo, la cui ordinazione gli conferisce una responsabilità pastorale per l’intera Chiesa, egli contribuisce a garantire per i movimenti di rinnovamento spirituale e per l’apostolato laicale la loro integrazione con la vita sacramentale, liturgica della Chiesa, specialmente attraverso la partecipazione all’Eucaristia, dove noi diciamo: “Concedi che noi che siamo nutriti del suo Corpo e del suo Sangue possiamo essere colmi del suo Santo Spirito, e diventare un solo corpo ed un solo spirito in Cristo” (Terza preghiera eucaristica). Il sacerdote partecipa della responsabilità stessa del Vescovo, per la predicazione del Vangelo, per la quale la sua formazione teologica dovrebbe prepararlo in modo particolare. Ne consegue che egli possiede un ruolo unico ed indispensabile nel garantire quell’integrazione con la vita della Chiesa che eviti la tendenza a formare strutture alternative e marginali, e che conduca ad una più piena partecipazione, specialmente all’interno della parrocchia, nella sua vita sacramentale ed apostolica.
Il sacerdote, da parte sua, non può esercitare il suo servizio a favore del Rinnovamento a meno che e finché non adotti un atteggiamento comprensivo verso di esso, basato sul desiderio che egli condivide con ogni cristiano grazie al Battesimo di crescere nei doni dello Spirito Santo.
Voi Dirigenti del Rinnovamento, sacerdoti e laici, dovete allora dare testimonianza del vostro legame comune in Cristo, e dovete porre un modello per quella concreta collaborazione che ha come fondamento l’ingiunzione dell’apostolo: “Cercate di conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola e la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione” (Ef 4,3-5).
5. Infine, grazie alla vostra esperienza dei molti doni dello Spirito Santo, che sono condivisi anche dai nostri fratelli e sorelle separati, avete la gioia speciale di crescere nel desiderio dell’unità alla quale ci guida lo Spirito ed in un impegno nel serio compito dell’ecumenismo.
Come deve essere attuato questo compito? Ce lo dice il Concilio Vaticano II: “Innanzitutto i cattolici devono essi stessi con sincerità e diligenza considerare ciò che deve essere rinnovato e fatto nella stessa Famiglia cattolica, affinché la sua vita renda una testimonianza più fedele e più chiara della dottrina e delle istituzioni tramandate da Cristo per mezzo degli apostoli” (Unitatis Redintegratio, 4). Uno sforzo ecumenico genuino non cerca di evitare i difficili compiti, come la convergenza dottrinale, avventandosi nel creare una sorta di anonima “Chiesa dello Spirito” separata dalla Chiesa visibile di Cristo. Il vero ecumenismo cerca piuttosto di aumentare il nostro desiderio per l’unità ecclesiale di tutti i cristiani in una sola fede, così che “il mondo si converta al Vangelo e così si salvi per la gloria di Dio” (Unitatis Redintegratio, 1). Siamo fiduciosi del fatto che se ci affidiamo all’opera dell’autentico rinnovamento nello Spirito, questo stesso Spirito Santo porterà alla luce la strategia per l’ecumenismo che trasformerà in realtà la nostra speranza di “un solo Signore, una sola fede, un solo Battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per
mezzo di tutti ed è presente in tutti” (Ef 4,6).
6. Cari fratelli e sorelle, la lettera ai Galati ci dice che “quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione di figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida Abbà, Padre” (Gal 4,4-6). Ed è a Maria, Madre di Dio e nostra Madre, sempre obbediente ai suggerimenti dello Spirito Santo, che affido fiduciosamente la vostra importante opera per il rinnovamento della Chiesa. Nell’amore di suo Figlio, nostro Signore Gesù Cristo, volentieri vi imparto la mia benedizione apostolica.
30 aprile 1984
Roma
Estratto
vi do il benvenuto a Roma, nella gioia del Cristo risorto. Il vostro incontro a Roma, al centro della Chiesa, avviene nel momento in cui essa sta rendendo grazie al Padre del nostro Signore Gesù Cristo per il sacrificio del Figlio suo e per l’azione dello Spirito Santo che la riempie di nuova vita.
Come ho detto nel mio messaggio pasquale, la Porta santa dell’Anno Giubilare della Redenzione ora è stata chiusa ma noi dobbiamo continuare a ricordare che a Pasqua la porta della tomba di Cristo è stata aperta una volta per sempre. Egli che è la risurrezione e la vita non conosce porte chiuse perché ha vinto il peccato e la morte. Tuttavia, a causa della libertà umana, molte porte non gli si aprono. E per questa ragione chiedo a voi, e a tutti i membri di “Rinnovamento carismatico”, di continuare a gridare forte
al mondo con me: Aprite le porte al Redentore!
La missione della Chiesa è di proclamare Cristo al mondo. E voi partecipate efficacemente a questa missione nella misura in cui i vostri gruppi e le vostre comunità sono radicati nelle Chiese locali, nelle vostre diocesi e parrocchie.
2. L’Anno Giubilare della Redenzione ci ha riportati alla sorgente, al “cuore della Chiesa”, l’unica sorgente che può nutrire la vita cristiana. Ha dato la possibilità al popolo di Dio in tutto il mondo di riscoprire l’importanza dei sacramenti, soprattutto i sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. Essendo attuazione piena della parola di Dio, essi sono i doni più preziosi che egli ci ha dato nel Figlio suo, il nostro Signore Gesù Cristo.
Sono particolarmente lieto che voi stiate concentrando la vostra riflessione sui sacramenti. Ciò è di grandissimo significato, perché tutti i vostri sforzi spirituali devono essere diretti a un incontro personale di ogni individuo col Signore, nella comunità della Chiesa, che attraverso la potenza dello Spirito
Santo è essa stessa il grande sacramento della salvezza.
3. La reale apertura allo Spirito Santo, che vivifica e guida la Chiesa, vi aiuta a vivere in unione col Signore Gesù. Essa è la vostra forza e il vostro speciale tesoro e voi vi sforzate di esercitarla in diversi modi. Ma questo dono di Dio è anche un tesoro fragile, di cui dovete avere particolare cura. È per questa ragione che il vostro incontro internazionale al centro della Chiesa, in un tempo così fortemente segnato dal Giubileo della Redenzione, può essere di decisiva importanza per tutto il Rinnovamento carismatico cattolico. Vorrei interpretare la vostra presenza qui e la scelta dei temi per le vostre discussioni, come decisione di ritornare alla sorgente: per centrare tutte le vostre vite nell’incontro col Redentore nei suoi sacramenti. È precisamente l’apertura del cuore umano alla grazia sacramentale che Dio vi offre nella Chiesa che vi dà la possibilità di incontrare Cristo in modo reale e duraturo, per rispondere al suo comando d’amore: “Rimanete nel mio amore” (Gv 15, 9).
4. Ho menzionato il fatto che voi siete radicati nelle vostre Chiese locali. E la Chiesa stessa come realtà sacramentale comunica la grazia dei sacramenti attraverso il ministero dei sacerdoti nelle Chiese locali. È al cuore sacramentale della Chiesa, è al cuore sacramentale delle vostre Chiese locali che la vostra vita di cristiani battezzati e confermati può essere incessantemente rinnovata, quella vita che nella potenza dello Spirito vi rende testimoni di Cristo redentore.
Presto celebreremo la Pentecoste. Tra gli apostoli c’è Maria, colei che ha accolto il più grande dono dello Spirito Santo: la vita di Gesù. Possa ella, che è diventata la Madre della Chiesa, essere in modo particolare anche la vostra madre e il modello del rinnovamento nella Chiesa. Affidiamo a lei la nostra vita, il nostro impegno e il nostro desiderio di crescere nell’amore di Gesù Cristo e nella fedeltà alla sua santa Chiesa.
In occasione del 40° anniversario della nascita dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito”, desidero con gioia unirmi a Lei, ai responsabili e a quanti, provenendo dall’Italia e da altri Paesi, partecipano alla trentesima Convocazione. Quest’anno, essa intende approfondire, nell’ascolto costante dello Spirito, l’impegno per la nuova evangelizzazione con un tema che apre il cuore alla fiducia: “Nulla è impossibile a Dio”. È vostra intenzione porre in risalto “il carisma della fede”, mostrando come l’incontro con Dio in Cristo Gesù trasformi, grazie alla forza dello Spirito, l’esistenza del credente e lo renda testimone gioioso delle meraviglie che il Signore non cessa di compiere anche in questo nostro tempo. So che il Movimento per il Rinnovamento nello Spirito vuole continuare a vivere questa straordinaria esperienza spirituale con entusiasmo, e riproporla quale annuncio evangelizzatore agli uomini e alle donne della nostra epoca, riservando quest’anno un’attenzione speciale alle famiglie. Più volte ho avuto occasione di sottolineare anch’io l’urgenza che riveste oggi l'”evangelizzazione della famiglia”, cellula fondamentale della società e piccola Chiesa domestica. Seguendo gli orientamenti dei Vescovi Italiani, anche voi vi dedicate attivamente
a sostenere tutto ciò che concretamente difende e promuove quei valori umani e cristiani che devono essere alla base di ogni nucleo familiare. Quando una famiglia fonda ogni suo progetto sulla fiducia in Dio, nulla veramente le è impossibile. Mentre auguro pieno successo ai lavori del Convegno, assicuro la mia preghiera per l’intera famiglia del Rinnovamento nello Spirito, sulla quale invoco la materna intercessione di Maria. La recente approvazione dello Statuto dell’Associazione da parte della CEI sia per voi motivo di più generoso coinvolgimento nelle Chiese particolari per un servizio apostolico e missionario aperto all’azione rinnovatrice dello Spirito Santo. Con questi sentimenti invio a Lei, ai responsabili del Rinnovamento nello Spirito eletti per il prossimo quadriennio, ed a tutti i partecipanti alla XXX Convocazione Nazionale di Rimini un’affettuosa Benedizione Apostolica.
15 novembre 1986
(Seconda) Udienza in Aula Paolo VI, Città del Vaticano
Estratto
Certamente non vi sarà sfuggita la pagina in cui, parlando della preghiera come bisogno della nostra difficile epoca, ho segnalato il fatto che alla
testimonianza dell’importanza della preghiera, data nel corso della storia da uomini e da donne consacrati alla lode di Dio e alla vita di orazione, soprattutto nei monasteri, oggi si aggiunge quella di un crescente numero di fedeli, che “in movimenti e gruppi sempre più estesi – così scrivevo in quell’enciclica – mettono al primo posto la preghiera e in essa cercano il rinnovamento della vita spirituale”. “È questo – aggiungevo – un sintomo significativo e consolante, giacché da tale esperienza è derivato un reale contributo alla ripresa della preghiera tra i fedeli, che sono stati aiutati a meglio considerare lo Spirito Santo come colui che suscita nei cuori un profondo anelito alla santità” (Dominum et Vivificantem, 65).
In questa linea deve collocarsi ogni progetto di rinnovamento che voglia attuare nel nostro tempo ciò che già raccomandava san Paolo ai cristiani di Efeso, quando richiamandoli alla “verità che è in Gesù”, ricordava loro il dovere di “deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici”; e proseguiva: “dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (Ef 4, 21-24; Rm 13, 14; Col 3, 5-10). La verità di Cristo doveva dunque diventare la verità dell’uomo, la verità della vita!
Nel testo paolino emergono dunque due note fondamentali dell’autentico rinnovamento: “la verità che è in Gesù”, la quale è “santità vera” e la profondità interiore (“rinnovarvi nello spirito della vostra mente”). In altri passi delle sue Lettere l’Apostolo sottolinea alcune ulteriori caratteristiche del rinnovamento cristiano, tra cui in particolare l’integralità, la concretezza e l’ecclesialità. Egli infatti enumera i vizi da evitare, le virtù da praticare, i comportamenti da tenere nei rapporti interpersonali, familiari, sociali ed ecclesiali per essere veramente l’“uomo nuovo”, la “nuova creatura” (cf. 2 Cor 5, 17; Gal 3, 27; Rm 13, 14) nella comunione del corpo di Cristo (cf. Ef 4, 4; 1 Cor 12, 13). E raccogliendo come in un’unica raccomandazione tutte le altre, egli esorta: “Non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione” (Ef 4, 30).
La luce di questo insegnamento dell’Apostolo, che è in perfetta sintonia col Vangelo di Gesù, vi aiuta a capire che cosa può significare il rinnovamento nel quale voi vi siete impegnati, e che la Chiesa, da parte sua, vi incoraggia a perseguire, sostenendovi e guidandovi secondo la missione ricevuta da Gesù stesso.
2. Si tratta anzitutto di una conversione e di una crescita sempre nuova nella “vita secondo lo spirito”, contro le tentazioni del materialismo teorico e pratico che oggi porta fino alle ultime conseguenze la resistenza alle “ragioni dello spirito”, non esclusa l’opposizione a Dio, o almeno la noncuranza e l’indifferenza nei suoi confronti. Ci troviamo infatti in un contesto culturale e sociale nel quale la fioritura della preghiera e della virtù – praticate anche ai giorni nostri da molti fedeli con atti di altissimo valore morale e non di rado fino all’eroismo – non trova alcun aiuto nel cosiddetto “costume vigente”. La stessa mentalità è infetta di materialismo, così che alla coscienza diventa sempre più difficile giudicare rettamente i valori, scevrandoli dagli pseudo- valori. La situazione s’avvicina per certi aspetti a quella con cui dovette misurarsi san Paolo, il quale, scrivendo ai cristiani della Galazia, insisteva: “Vi dico dunque: camminate secondo lo spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne”, né a compiere le “opere della carne” (Gal 5, 16-21), né, insomma, a “vivere secondo la carne” (Rm 8, 5 ss.).
La prima dimensione del rinnovamento consiste dunque in questo “vivere secondo lo spirito”, in questo crescere continuamente nello spirito, resistendo alle lusinghe della “carne” e aprendosi all’attrattiva forte e soave di Dio. Questo rinnovamento interiore, questo risanamento delle radici stesse della vita, questa formazione di una mentalità dominata dalle “ragioni dello spirito” è la vostra vocazione, come cristiani, come uomini e donne, giovani e adulti del nostro tempo che vogliono testimoniare e far fiorire nel mondo d’oggi quel modello non solo di spiritualità, ma anche di civiltà che vediamo trasparire dalle norme di vita di san Paolo.
3. La seconda dimensione del “rinnovamento” si rileva dalla urgente necessità, che voi sentite in modo particolarmente vivo, di riaffermare il valore dei principi e dei criteri del Vangelo come leggi della vita spirituale e fermento di quella sociale. Un tempo essi si esprimevano anche in quelle “massime eterne” insegnate dai santi e tradizionalmente trasmesse di generazione in generazione nel mondo cristiano. Oggi esse sono ignorate e a volte rifiutate e vilipese anche da non pochi cristiani che hanno dimenticato le “rinunce” e le “promesse” del Battesimo. Ad esse bisogna tornare, perché in esse si esprimono quei valori evangelici, che si possono riassumere nella legge dell’amore di Dio e del prossimo (cf. Gv 13, 34). Si tratta di quella “via migliore di tutte” che san Paolo, sempre in piena consonanza con Gesù, mostra ai Corinzi come ben più eccellente e necessaria dei carismi anche più eletti (1 Cor 12, 28-30; 13, 1 ss.); ancora e sempre la carità. Si tratta di un itinerario etico e ascetico sul quale si può realizzare la perfezione della vita cristiana con l’accettazione e la sequela delle “beatitudini” proclamate da Gesù (cf. Mt 5, 3 ss.).
Ecco, carissimi figli, un grande programma di rinnovamento: il messaggio delle Beatitudini, che ci fa compiere le “opere dello spirito” e “vivere secondo lo spirito” anche nei contesti sociali odierni. Ad attuare questo programma sono chiamati i cristiani d’oggi.
4. Su questa via della carità e delle beatitudini ci spinge e conduce lo Spirito Santo, che nella Chiesa e nel mondo è stato mandato per realizzare la pienezza della vittoria riportata da Cristo sul peccato, con la purificazione delle coscienze, la liberazione degli uomini dalle “opere” e dai “desideri della carne”, l’infusione nei cuori dei “desideri secondo lo spirito”, il rafforzamento dell’uomo interiore, il rinnovamento e la crescita continua della vita personale e sociale fino a raggiungere “lo stato di uomo perfetto, nella
misura che conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef 4, 13) in terra e in cielo. Di tutto questo ho parlato nella seconda e terza parte dell’enciclica Dominum et Vivificantem, nella quale potrete trovare illustrata la terza dimensione del rinnovamento, che consiste in quella che san Paolo chiama “la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù”. Tale legge ci ha liberato dalla “legge del peccato e della morte” (Rm 8, 2), instaurando nell’uomo redento un nuovo sistema di vita, quello dello Spirito, ossia dello stesso Spirito Santo presente e operante nello spirito dell’uomo. Si tratta della “legge nuova” che secondo sant’Agostino “è scritta nei cuori dei fedeli” e “si identifica con la presenza dello Spirito Santo (De Spiritu et littera, 24.21).
5. Questo concetto serve a san Tommaso per mettere in risalto la principalità della “grazia dello Spirito Santo” come contenuto essenziale e forza viva del cristianesimo. A servizio della grazia è, infatti, istituito e regolato tutto ciò che è visibile, organizzato, scritto e predicato nella Chiesa (sicut dispositiva ad gratiam Spiritus Sancti et ad usum huius gratiae pertinentia; I-II, q. 106, a. 1). La Chiesa ci appare così in tutta la validità della sua costituzione divina, ma anche nella sua essenziale funzionalità in ordine alla grazia, come sposa e collaboratrice dello Spirito Santo nell’invocare e nel preparare la sempre nuova venuta del Signore Gesù (cf. Ap 22, 20), come ho pure scritto alla fine dell’enciclica di Pentecoste (Dominum et Vivificantem, 65-66).
Aderire alla Chiesa, rimanere a lei uniti, condividere la sua fede, obbedire alle sue leggi, collaborare alla sua missione – anche nell’ambito delle diocesi e delle parrocchie in cui si distribuisce la famiglia dei credenti in Cristo – è la via sicura per giungere al cuore della economia della grazia e attingere alla fonte dello Spirito Santo le energie capaci di operare il rinnovamento delle persone e delle comunità.
6. La vostra presenza, carissimi fratelli e sorelle, accanto al successore di Pietro, capo visibile della Chiesa universale, e le ripetute attestazioni di comunione sincera e operosa con lui e con i vescovi delle vostre Chiese locali, significano che voi avete ben compreso ciò che il Vangelo insegna, ciò che lo Spirito Santo presente nei cuori ispira come principio centrale della “legge nuova”, come regola fondamentale dell’azione e della preghiera ecclesiale, come segreto sicuro di ogni rinnovamento e di ogni progresso: essere al servizio del regno di Cristo secondo le indicazioni dello Spirito in comunione della Chiesa.
Su questa strada vi auguro di perseverare e di progredire mentre sulle vostre persone, sulle vostre aspirazioni al bene, sui vostri propositi e il vostro lavoro invoco la benedizione divina, di cui sia pegno la mia benedizione!
4 aprile 1998
(Terza) Udienza in Sala Clementina, Città del Vaticano
Estratto
maggio prossimi.
Ci incontriamo nell’anno che, nel quadro della preparazione al Grande Giubileo, è stato dedicato allo Spirito Santo, per invitare i cristiani a riscoprire la presenza e le opere meravigliose dello Spirito nella storia della salvezza, nella vita della Chiesa, nel mondo e nella vita di ogni discepolo di Cristo. È un anno che voi, membri del Rinnovamento, siete chiamati a vivere con speciale intensità e impegno.
Il movimento carismatico cattolico è uno dei tanti frutti del Concilio Vaticano II che, quasi nuova Pentecoste, ha suscitato nella vita della Chiesa una straordinaria fioritura di aggregazioni e movimenti, particolarmente sensibili all’azione dello Spirito. Come non rendere grazie per i preziosi frutti spirituali che il Rinnovamento ha generato nella vita della Chiesa e nella vita di tante persone? Quanti fedeli laici – uomini e donne, giovani, adulti e anziani – hanno potuto sperimentare nella propria vita la stupefacente potenza dello Spirito e dei suoi doni! Quante persone hanno riscoperto la
fede, il gusto della preghiera, la forza e la bellezza della Parola di Dio, traducendo tutto ciò in un generoso servizio alla missione della Chiesa! Quante vite cambiate in profondità! Per tutto questo oggi, insieme a voi, voglio lodare e ringraziare lo Spirito Santo.
2. Siete un movimento ecclesiale. Nella vostra vita devono, quindi, trovare espressione tutti quei criteri di ecclesialità di cui ho scritto nella Christifideles laici (cfr. n. 30), specialmente la fedele adesione al Magistero ecclesiale, la filiale obbedienza ai Pastori e lo spirito di servizio nei confronti delle Chiese locali e delle parrocchie.
Al riguardo, ho appreso che, recentemente, il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana ha approvato lo Statuto del vostro movimento e ha voluto presentare il Rinnovamento quale “esperienza confortante di vita cristiana, meritevole di essere segnalata per la fervida animazione di numerose comunità ecclesiali”. Parole assai eloquenti, che confermano come la via da voi scelta sia quella della comunione e della stretta collaborazione con i Pastori. E, nel mondo di oggi, confuso da un relativismo e un soggettivismo estremi, questa è una garanzia più solida di rimanere fedeli alla Verità.
Uno dei compiti più urgenti della Chiesa di oggi è quello della formazione dei fedeli laici. “La formazione dei fedeli laici ha come obiettivo fondamentale la scoperta sempre più chiara della propria vocazione e la disponibilità sempre più grande a viverla nel compimento della propria missione” (Christifideles laici, 58).
Questa deve, pertanto, essere una delle vostre priorità. Nel mondo secolarizzato di oggi, che propone modelli di vita vuoti di valori spirituali, è un compito più urgente che mai. La fede muore quando è ridotta a costume, a consuetudine, a esperienza puramente emotiva. Essa ha bisogno di essere coltivata, aiutata a crescere, sia a livello personale che a livello comunitario. So che il Rinnovamento nello Spirito si prodiga per rispondere a questa necessità, cercando forme e modalità sempre nuove e più adatte alle esigenze dell’uomo di oggi. Vi ringrazio per quello che fate e vi chiedo di perseverare nel vostro impegno.
3. Cari Fratelli e Sorelle, accogliete nei vostri cuori lo Spirito Santo con la docilità con cui l’accolse la Vergine Maria. Lasciatevi sempre stupire da Dio e rifuggite dall’abitudine ai suoi doni. Possa lo Spirito, Maestro interiore,
confortarvi nella fede e rendervi sempre più conformi a Cristo. In questo mondo, spesso permeato di tristezza e d’incertezza, abbiate l’audacia di collaborare con lo Spirito a una nuova, grande effusione di amore e di speranza su tutta l’umanità.
Auguro che il vostro Convegno di Rimini, in quest’anno dedicato allo Spirito Santo, diventi pietra miliare del vostro cammino verso il Grande Giubileo del 2000. Che il fuoco dello Spirito si accenda nel cuore di quanti vi prenderanno parte!
Concludo con le parole di San Paolo: “E perciò prego che la vostra carità si arricchisca sempre più in conoscenza e in ogni genere di discernimento, perché possiate distinguere sempre il meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ricolmi di quei frutti di giustizia che si ottengono per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio” (Fil 1, 9-11).
Vi aspetto tutti a Piazza San Pietro il 30 maggio prossimo per il mio incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità. Sono certo che non mancherete a un appuntamento tanto significativo!
A tutto il Rinnovamento nello Spirito in Italia la mia paterna affettuosa Benedizione.
30 maggio 1998
(Vigilia di Pentecoste)
Roma
Estratto
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Con queste parole gli Atti degli Apostoli ci introducono nel cuore dell’evento della Pentecoste; ci presentano i discepoli che, riuniti con Maria nel Cenacolo, ricevono il dono dello Spirito. Si realizza così la promessa di Gesù ed inizia il tempo della Chiesa. Da quel momento il vento dello Spirito porterà i discepoli di Cristo sino agli estremi confini della terra. Li porterà fino al martirio per l’intrepida testimonianza del Vangelo.
Quel che accadde a Gerusalemme duemila anni or sono, è come se questa sera si rinnovasse in questa Piazza, centro del mondo cristiano. Come allora gli Apostoli, anche noi ci troviamo raccolti in un grande cenacolo di Pentecoste, anelando all’effusione dello Spirito. Qui noi vogliamo professare con tutta la Chiesa che «uno solo è lo Spirito…, uno solo il Signore, uno solo è Dio che opera tutto in tutti» (1 Cor 12, 4-6). Questo è il clima che intendiamo rivivere, implorando i doni dello Spirito Santo per ciascuno di noi e per l’intero popolo dei battezzati.
2. Saluto e ringrazio il Cardinale James Francis Stafford, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, per le parole che ha voluto rivolgermi, anche a nome vostro, all’inizio di questo Incontro. Con lui saluto i Signori Cardinali e i Vescovi presenti. Rivolgo un pensiero di particolare gratitudine a Chiara
Lubich, Kiko Arguello, Jean Vanier, Mons. Luigi Giussani per le loro commoventi testimonianze. Insieme a loro, saluto i fondatori e i responsabili delle nuove comunità e dei movimenti qui rappresentati. Mi è caro, infine, rivolgermi a ciascuno di voi, Fratelli e Sorelle appartenenti ai singoli movimenti ecclesiali. Voi avete accolto con prontezza ed entusiasmo l’invito che vi ho rivolto nella Pentecoste del 1996 e vi siete preparati accuratamente, sotto la guida del Pontificio Consiglio per i Laici, per questo straordinario incontro, che ci proietta verso il Grande Giubileo del Duemila.
Quello di oggi è davvero un evento inedito: per la prima volta i movimenti e le nuove comunità ecclesiali si ritrovano, tutti insieme, con il Papa. E’ la grande “testimonianza comune” da me auspicata per l’anno che, nel cammino della Chiesa verso il Grande Giubileo, è dedicato allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo è qui con noi! E’ Lui l’anima di questo mirabile avvenimento di comunione ecclesiale. Davvero. «Questo è il giorno fatto dal Signore:
rallegriamoci ed esultiamo in esso» (Sal 117, 24).
3. A Gerusalemme, quasi duemila anni fa, il giorno di Pentecoste, davanti ad una folla, stupita ed irridente, a motivo del cambiamento inspiegabile notato negli Apostoli, Pietro proclama con coraggio: «Gesù di Nazaret, uomo accreditato da Dio presso di voi…, voi l’avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l’avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato» (At 2, 22-24). Nelle parole di Pietro si manifesta l’autocoscienza della Chiesa, fondata sulla certezza che Gesù Cristo è vivo, opera nel presente e cambia la vita.
Lo Spirito Santo, già operante nella creazione del mondo e nell’Antica Alleanza, si rivela nell’Incarnazione e nella Pasqua del Figlio di Dio, e quasi “esplode” nella Pentecoste per prolungare nel tempo e nello spazio la missione di Cristo Signore. Lo Spirito costituisce così la Chiesa come flusso di vita nuova, che scorre entro la storia degli uomini.
4. Alla Chiesa che, secondo i Padri, è il luogo «dove fiorisce lo Spirito» (CCC 749), il Consolatore ha donato di recente con il Concilio Ecumenico Vaticano II una rinnovata Pentecoste, suscitando un dinamismo nuovo ed imprevisto.
Sempre, quando interviene, lo Spirito lascia stupefatti. Suscita eventi la cui novità sbalordisce; cambia radicalmente le persone e la storia. Questa è stata l’esperienza indimenticabile del Concilio Ecumenico Vaticano II, durante il quale, sotto la guida del medesimo Spirito, la Chiesa ha riscoperto come costitutiva di se stessa la dimensione carismatica: «Lo Spirito Santo non si limita a santificare e a guidare il popolo di Dio per mezzo dei sacramenti e dei ministeri, e ad adornarlo di virtù, ma “distribuendo a ciascuno i propri doni come piace a lui” (1 Cor 12, 11), dispensa pure tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali… utili al rinnovamento e alla maggiore espansione della Chiesa» (Lumen gentium, 12).
L’aspetto istituzionale e quello carismatico sono quasi co-essenziali alla costituzione della Chiesa e concorrono, anche se in modo diverso, alla sua vita, al suo rinnovamento ed alla santificazione del Popolo di Dio. E’ da questa provvidenziale riscoperta della dimensione carismatica della Chiesa che, prima e dopo il Concilio, si è affermata una singolare linea di sviluppo dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità.
5. Oggi la Chiesa gioisce nel constatare il rinnovato avverarsi delle parole del profeta Gioele, che poc’anzi abbiamo ascoltato: «Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona… » (At 2, 17). Voi qui presenti siete la prova
tangibile di questa “effusione” dello Spirito. Ogni movimento differisce dall’altro, ma tutti sono uniti nella stessa comunione e per la stessa missione. Alcuni carismi suscitati dallo Spirito irrompono come vento impetuoso, che afferra e trascina le persone verso nuovi cammini di impegno missionario al servizio radicale del Vangelo, proclamando senza pausa le verità della fede, accogliendo come dono il flusso vivo della tradizione e suscitando in ciascuno l’ardente desiderio della santità.
Oggi, a tutti voi riuniti qui in Piazza San Pietro e a tutti i cristiani, voglio gridare: Apritevi con docilità ai doni dello Spirito! Accogliete con gratitudine e obbedienza i carismi che lo Spirito non cessa di elargire! Non dimenticate che ogni carisma è dato per il bene comune, cioè a beneficio di tutta la Chiesa!
6. Per loro natura, i carismi sono comunicativi e fanno nascere quell’«affinità spirituale tra le persone» (cfr Christifideles laici, 24) e quell’amicizia in Cristo che dà origine ai “movimenti”. Il passaggio dal carisma originario al movimento avviene per la misteriosa attrattiva esercitata dal Fondatore su quanti si lasciano coinvolgere nella sua esperienza spirituale. In tal modo i movimenti riconosciuti ufficialmente dall’autorità ecclesiastica si propongono come forme di auto-realizzazione e riflessi dell’unica Chiesa.
La loro nascita e diffusione ha recato nella vita della Chiesa una novità inattesa, e talora persino dirompente. Ciò non ha mancato di suscitare interrogativi, disagi e tensioni; talora ha comportato presunzioni ed intemperanze da un lato, e non pochi pregiudizi e riserve dall’altro. E’ stato un periodo di prova per la loro fedeltà, un’occasione importante per verificare la genuinità dei loro carismi.
Oggi dinanzi a voi si apre una tappa nuova: quella della maturità ecclesiale. Ciò non vuol dire che tutti i problemi siano stati risolti. E’, piuttosto, una sfida. Una via da percorrere. La Chiesa si aspetta da voi frutti “maturi” di comunione e di impegno.
7. Nel nostro mondo, spesso dominato da una cultura secolarizzata che fomenta e reclamizza modelli di vita senza Dio, la fede di tanti viene messa a dura prova e non di rado soffocata e spenta. Si avverte, quindi, con urgenza la necessità di un annuncio forte e di una solida ed approfondita formazione cristiana. Quale bisogno vi è oggi di personalità cristiane mature, consapevoli della propria identità battesimale, della propria vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo! Quale bisogno di comunità cristiane vive! Ed ecco, allora, i movimenti e le nuove comunità ecclesiali: essi sono la risposta, suscitata dallo Spirito Santo, a questa drammatica sfida di fine millennio.Voi siete questa risposta provvidenziale.
I veri carismi non possono che tendere all’incontro con Cristo nei Sacramenti. Le realtà ecclesiali cui aderite vi hanno aiutato a riscoprire la vocazione battesimale, a valorizzare i doni dello Spirito ricevuti nella Cresima, ad affidarvi alla misericordia di Dio nel Sacramento della Riconciliazione ed a riconoscere nell’Eucaristia la fonte e il culmine di tutta la vita cristiana. Come pure, grazie a tale forte esperienza ecclesiale, sono nate splendide famiglie cristiane aperte alla vita, vere “chiese domestiche”, sono sbocciate molte vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita religiosa, nonché nuove forme di vita laicale ispirate ai consigli evangelici. Nei movimenti e nelle nuove comunità avete appreso che la fede non è discorso astratto, né vago sentimento religioso, ma vita nuova in Cristo
suscitata dallo Spirito Santo.
8. Come custodire e garantire l’autenticità del carisma? E’ fondamentale, al riguardo, che ogni movimento si sottoponga al discernimento dell’Autorità ecclesiastica competente. Per questo nessun carisma dispensa dal riferimento e dalla sottomissione ai Pastori della Chiesa. Con chiare parole il Concilio scrive: “Il giudizio sulla loro (dei carismi) genuinità e sul loro esercizio ordinato appartiene a quelli che presiedono nella Chiesa, ai quali spetta specialmente, non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è buono (cfr 1 Ts 5,12; 19-21)” (Lumen gentium, 12). Questa è la necessaria garanzia che la strada che percorrete è quella giusta!
Nella confusione che regna nel mondo d’oggi è così facile sbagliare, cedere alle illusioni. Nella formazione cristiana curata dai movimenti non manchi mai l’elemento di questa fiduciosa obbedienza ai Vescovi, successori degli Apostoli, in comunione con il Successore di Pietro! Conoscete i criteri di ecclesialità delle aggregazioni laicali, presenti nell’Esortazione apostolica
Christifideles laici (cfr n. 30). Vi chiedo di aderirvi sempre con generosità e umiltà inserendo le vostre esperienze nelle Chiese locali e nelle parrocchie, e sempre rimanendo in comunione con i Pastori ed attenti alle loro indicazioni.
9. Gesù ha detto: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12, 49), mentre la Chiesa si prepara a varcare la soglia del terzo millennio, accogliamo l’invito del Signore, perché il suo fuoco divampi nel nostro cuore ed in quello dei fratelli.
Oggi, da questo cenacolo di Piazza San Pietro, s’innalza una grande preghiera: Vieni Spirito Santo, vieni e rinnova la faccia della terra! Vieni con i tuoi sette doni! Vieni Spirito di vita, Spirito di verità, Spirito di comunione e di amore! La Chiesa e il mondo hanno bisogno di Te. Vieni Spirito Santo e rendi sempre più fecondi i carismi che hai elargito. Dona nuova forza e slancio missionario a questi tuoi figli e figlie qui radunati. Dilata il loro cuore, ravviva il loro impegno cristiano nel mondo. Rendili coraggiosi messaggeri del Vangelo, testimoni di Gesù Cristo risorto, Redentore e Salvatore dell’uomo. Rafforza il loro amore e la loro fedeltà alla Chiesa.
A Maria, prima discepola di Cristo, Sposa dello Spirito Santo e Madre della Chiesa, che ha accompagnato gli Apostoli nella prima Pentecoste, rivolgiamo il nostro sguardo perché ci aiuti ad imparare dal suo Fiat la docilità alla voce dello Spirito.
Oggi, da questa Piazza, Cristo ripete a ciascuno di voi: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura» (Mc 16, 15). Egli conta su ciascuno di voi, la Chiesa conta su di voi. “Ecco – assicura il Signore – io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20).
Sono con voi. Amen!
3 giugno 1999
Speyer
Estratto
1. L’amore di Dio Padre, la grazia del Signore nostro Gesù Cristo e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi!
Con queste parole saluto tutti voi, che partecipate al Convegno internazionale dei movimenti e delle nuove comunità ecclesiali, che si sta svolgendo a Speyer. Un saluto particolare rivolgo a S.E. Mons. Anton Schlembach, che vi ha generosamente accolti nella sua diocesi, a Sua Eminenza il Cardinale Miloslav Vlk, ed agli altri Vescovi e sacerdoti, amici dei movimenti, che vi accompagnano in questi giorni. Un caro pensiero va ai promotori del Convegno: Chiara Lubich, Andrea Riccardi e Salvatore Martinez.
Avete voluto ritrovarvi insieme, rappresentanti di vari movimenti e nuove comunità, un anno dopo l’incontro organizzato dal Pontificio Consiglio per i Laici in Piazza San Pietro, alla vigilia di Pentecoste del 1998. Quell’evento è
stato un dono grande per tutta la Chiesa. In un clima di fervente preghiera, abbiamo potuto sperimentare la presenza dello Spirito Santo. Una presenza resa tangibile dalla “testimonianza comune”, che i movimenti hanno saputo dare di intesa profonda e di unità nel rispetto della diversità di ciascuno. E’ stata una significativa epifania della Chiesa, ricca dei carismi e dei doni che lo Spirito non cessa di elargirle.
2. Ogni dono del Signore, voi lo sapete bene, interpella la nostra responsabilità e non può non tramutarsi in impegno per un compito da osservare fedelmente. E’ proprio questa, del resto, la motivazione fondamentale del Convegno di Speyer. Ascoltando ciò che lo Spirito dice alle Chiese (cfr Ap 2, 7) alla vigilia del Grande Giubileo della Redenzione, voi volete assumervi direttamente ed insieme con gli altri movimenti la responsabilità del dono ricevuto quel 30 maggio 1998. Il seme, sparso in abbondanza, non può andare perduto, ma deve produrre frutto all’interno delle vostre comunità, nelle parrocchie e nelle diocesi. E’ bello e dà gioia vedere come i movimenti e le nuove comunità sentano l’esigenza di convergere nella comunione ecclesiale, e si sforzino con gesti concreti di comunicarsi i doni ricevuti, di sostenersi nelle difficoltà e di cooperare per affrontare insieme le sfide della nuova evangelizzazione. Sono, questi, segni eloquenti di quella maturità ecclesiale che auspico caratterizzi sempre più ogni componente ed articolazione della comunità ecclesiale.
3. Lungo questi anni ho avuto modo di constatare quanto importanti siano i frutti di conversione, di rinascita spirituale e di santità che i movimenti recano alla vita delle Chiese locali. Grazie al dinamismo di queste nuove aggregazioni ecclesiali, tanti cristiani hanno riscoperto la vocazione radicata nel Battesimo e si sono dedicati con straordinaria generosità alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Per non pochi è stata l’occasione di riscoprire il valore della preghiera, mentre la Parola di Dio è diventata il loro pane quotidiano e l’Eucaristia il centro della loro esistenza.
Nell’Enciclica Redemptoris missio ricordavo, come novità emersa in non poche Chiese nei tempi recenti, il grande sviluppo dei “movimenti ecclesiali”, dotati di dinamismo missionario: «Quando si inseriscono con umiltà nella vita delle Chiese locali e sono accolti cordialmente da Vescovi e sacerdoti nelle strutture diocesane e parrocchiali – scrivevo – i movimenti rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per
l’attività missionaria propriamente detta. Raccomando, quindi, di diffonderli e di avvalersene per ridare vigore, soprattutto tra i giovani, alla vita cristiana e all’evangelizzazione, in una visione pluralistica dei modi di associarsi e di esprimersi» (n. 72).
Auguro di cuore che il Convegno di Speyer sia per ciascuno di voi e per tutti i vostri movimenti un’occasione di crescita nell’amore di Cristo e della sua Chiesa, secondo l’insegnamento dell’apostolo Paolo, che esorta ad aspirare «ai carismi più grandi» (1 Cor 12, 31).
Affido i lavori del vostro incontro a Maria, Madre della Chiesa, e vi accompagno con le mie preghiere, mentre a ciascuno di voi ed alle vostre famiglie imparto una speciale Benedizione.
14 marzo 2002
(Quarta) Udienza negli Appartamenti privati, Città del Vaticano
Estratto
1. Con grande gioia accolgo voi, rappresentanti del Gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo, in occasione del trentesimo anniversario della vostra presenza in Italia. Saluto il coordinatore del Comitato Nazionale di Servizio e quanti lo coadiuvano.
Ripenso con piacere agli incontri avuti con voi negli anni passati. Dal primo, nella solennità di Cristo Re del 1980, a quello del 1998, alla vigilia dell’Incontro con i Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità, in occasione della Pentecoste. Non posso, inoltre, dimenticare il contributo che il Rinnovamento nello Spirito ha offerto in occasione del Grande Giubileo del 2000, in modo speciale aiutando i giovani e le famiglie, che fin dagli inizi del mio Pontificato non mi stanco di segnalare come ambiti privilegiati di impegno pastorale.
Desidero anche ringraziare i vostri dirigenti per aver voluto imprimere al Rinnovamento una spiccata impronta di collaborazione con la Gerarchia e con i responsabili degli altri movimenti, associazioni e comunità. Di tutto, insieme con voi, dò lode al Signore, che arricchisce la sua Chiesa di innumerevoli doni spirituali.
2. Sì! Il Rinnovamento nello Spirito può considerarsi un dono speciale dello Spirito Santo alla Chiesa in questo nostro tempo. Nato nella Chiesa e per la Chiesa, il vostro è un movimento nel quale, alla luce del Vangelo, si fa esperienza dell’incontro vivo con Gesù, di fedeltà a Dio nella preghiera personale e comunitaria, di ascolto fiducioso della sua Parola, di riscoperta vitale dei Sacramenti, ma anche di coraggio nelle prove e di speranza nelle tribolazioni.
L’amore per la Chiesa e l’adesione al suo Magistero, in un cammino di maturazione ecclesiale sostenuto da una solida formazione permanente, sono segni eloquenti del vostro impegno per evitare il rischio di assecondare, senza volerlo, un’esperienza solo emozionale del divino, una ricerca smodata dello “straordinario” e un ripiegamento intimistico che rifugge dall’impegno apostolico.
3. In questa speciale circostanza desidero idealmente benedire tre progetti, per i quali vi state prodigando, e che proiettano “fuori dal Cenacolo” i Gruppi e le Comunità del Rinnovamento nello Spirito con generoso slancio missionario.
Mi riferisco, anzitutto, al sostegno che state fornendo all’implantatio Ecclesiae in Moldavia, in stretta collaborazione con la Fondazione “Regina Pacis” dell’Arcidiocesi di Lecce, costituendo una comunità missionaria legata alla Diocesi di Chisinau. Saluto con affetto i Pastori di quelle Comunità ecclesiali, Mons. Cosmo Francesco Ruppi e Mons. Anton Coşa, unitamente ai Vescovi che partecipano a questo incontro.
Altro interessante progetto è l’animazione spirituale nei Santuari mariani, luoghi privilegiati dello Spirito, che vi dà l’occasione di offrire ai pellegrini percorsi di approfondimento della fede e di riflessione spirituale.
C’è poi il progetto “Roveto ardente”, che è un invito all’adorazione incessante, giorno e notte. Avete voluto promuovere questa opportuna iniziativa per aiutare i fedeli a “ritornare nel Cenacolo” perché, uniti nella contemplazione del Mistero eucaristico, intercedano mediante lo Spirito per la piena unità dei cristiani e per la conversione dei peccatori.
Si tratta di tre diversi campi apostolici nei quali la vostra esperienza può fornire una quanto mai provvidenziale testimonianza. Il Signore guidi i vostri passi e renda i vostri propositi ricchi di frutti per voi stessi e per la Chiesa.
4. A ben vedere, tutte le vostre attività di evangelizzazione, in ultima analisi, tendono a promuovere nel Popolo di Dio una crescita costante nella santità. E’ in effetti la santità la priorità di ogni tempo, e pertanto anche di questa nostra epoca. Di santi ha bisogno la Chiesa e il mondo e noi siamo tanto più santi quanto più lasciamo che lo Spirito Santo ci configuri a Cristo. Ecco il segreto dell’esperienza rigenerante dell’«effusione dello Spirito», esperienza tipica che contraddistingue il cammino di crescita proposto per i membri dei vostri Gruppi e delle vostre Comunità. Auspico di cuore che il Rinnovamento nello Spirito sia nella Chiesa una vera «palestra» di preghiera e di ascesi, di virtù e di santità.
In modo speciale, continuate ad amare e a far amare la preghiera di lode, forma di orazione che più immediatamente riconosce che Dio è Dio; lo canta per se stesso, gli rende gloria perché Egli è, prima ancora che per ciò che fa (cfr CCC, 2639).
Nel nostro tempo, avido di speranza, fate conoscere ed amare lo Spirito Santo. Aiuterete allora a far sì che prenda forma quella “cultura della Pentecoste”, che sola può fecondare la civiltà dell’amore e della convivenza tra i popoli. Con fervente insistenza, non stancatevi di invocare: “Vieni, o Santo Spirito! Vieni! Vieni!”.
La Madre Santissima di Cristo e della Chiesa, la Vergine orante nel Cenacolo, sia sempre accanto a voi. Vi accompagni pure la mia Benedizione, che
Imparto con affetto a voi ed a tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito Santo.
18 novembre 2006
Estratto
Cari Confratelli nell’Episcopato!
Con particolare gioia vi porgo il benvenuto, cari Confratelli della nostra comune patria tedesca e bavarese, qui nella casa del Papa. La vostra visita “ad limina Apostolorum” vi conduce presso le tombe degli Apostoli, che però non parlano soltanto del passato, ma ci rimandano soprattutto al Signore Risorto, che è sempre presente nella sua Chiesa e sempre la “precede” (Mc 16, 7). Le tombe ci parlano del fatto che la Chiesa rimane sempre legata alla testimonianza dei primordi, ma che al contempo continua ad essere viva nel sacramento della successione degli Apostoli; che il Signore, attraverso il ministero apostolico, ci parla sempre al presente. Con ciò è toccato il nostro compito come successori degli Apostoli: viviamo nel vincolo che ci lega a Colui, che è l’Alfa e l’Omega (cfr. Ap 1, 8; 21, 6; 22, 13), a Colui che è, che era e che viene (Ap 1, 4). Annunciamo il Signore nella comunità vivente del suo corpo animata dal suo Spirito – nella comunione viva con il Successore di Pietro e il Collegio dei Vescovi. La visita ad limina deve rafforzarci in questa comunione; deve aiutarci affinché, in misura crescente, possiamo essere giudicati come amministratori fedeli e saggi dei beni affidatici dal Signore (cfr. Lc 12, 42).
Per rimanere fedele al Signore e quindi a se stessa, la Chiesa deve essere continuamente rinnovata. Ma come lo si realizza? Per rispondere a questa domanda dobbiamo innanzitutto sondare la volontà del Signore, Capo della Chiesa, e riconoscere chiaramente che ogni riforma ecclesiale nasce dall’impegno serio per giungere ad una conoscenza più profonda delle verità della fede cattolica e dall’aspirazione persistente alla purificazione morale ed alla virtù. È questo un appello che si rivolge innanzitutto ad ogni singolo e poi all’intero popolo di Dio.
La ricerca della riforma può facilmente scivolare verso un attivismo esteriore se chi agisce non conduce un’autentica vita spirituale e se non verifica costantemente le motivazioni del suo agire alla luce della fede. Questo vale per tutti i membri della Chiesa: per i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e tutti i fedeli. Il santo Papa Gregorio Magno, nella sua Regula pastoralis, pone come uno specchio davanti al Vescovo: “Per l’impegno esteriore il Vescovo non trascuri la vita interiore (…) Spesso ritiene di essere superiore a tutti grazie alla sua alta posizione (…) Dall’esterno riceve lodi inopportune, ma interiormente perde la verità” (2,1). Si tratta – e questo è certamente anche il compito quotidiano di ogni cristiano – di prescindere dal proprio io e di esporsi allo sguardo amorevole ed interpellante di Gesù. Al centro del nostro servizio vi è sempre l’incontro con il Cristo vivo, un incontro che dà
alla nostra vita l’orientamento decisivo. In Lui ci guarda l’amore di Dio che, attraverso il nostro ministero sacerdotale ed episcopale, si trasmette agli uomini nelle situazioni più diverse, al sano come al malato, al sofferente come a chi si è reso colpevole. Dio ci dona il suo amore che perdona, che risana e che santifica. Sempre di nuovo ci viene incontro “attraverso uomini nei quali Egli traspare; attraverso la sua Parola, nei Sacramenti, specialmente nell’Eucaristia. Nella liturgia della Chiesa, nella sua preghiera, nella comunità viva dei credenti, noi sperimentiamo l’amore di Dio, percepiamo la sua presenza e impariamo in questo modo anche a riconoscerla nel nostro quotidiano” (Enciclica Deus caritas est, n. 17).
Naturalmente nella Chiesa occorre anche una pianificazione istituzionale e strutturale. Istituzioni ecclesiali, programmazioni pastorali e altre strutture giuridiche sono, fino a un certo grado, semplicemente necessarie. Ma a volte vengono presentate come la cosa essenziale, impedendo così di vedere ciò che è veramente essenziale. Esse corrispondono al loro autentico significato solo se vengono misurate ed orientate secondo il criterio della verità della fede. In definitiva, deve essere e sarà la fede stessa a scandire, in tutta la sua grandezza, chiarezza e bellezza, il ritmo della riforma che è fondamentale e di cui abbiamo bisogno. Certo, in tutto questo non si deve mai dimenticare che coloro dalle cui capacità e dalla cui buona volontà dipende la realizzazione delle misure di riforma sono sempre esseri umani. Per quanto possa apparire difficile nel singolo caso, a tale riguardo devono essere prese sempre di nuovo decisioni personali chiare.
Cari Fratelli nel ministero episcopale! So che molti di voi, con buona ragione, sono preoccupati per uno sviluppo delle strutture pastorali che sia adeguato alla situazione presente. Dinanzi al numero attualmente in diminuzione sia di sacerdoti, sia purtroppo anche di fedeli che frequentano la Messa (domenicale), in diverse Diocesi di lingua tedesca vengono applicati modelli per la modifica e la ristrutturazione della cura pastorale in cui l’immagine del parroco, vale a dire del sacerdote che come uomo di Dio e della Chiesa guida una comunità parrocchiale, minaccia di offuscarsi. Sono certo che voi, cari Confratelli, non lasciate l’elaborazione di questi progetti a freddi pianificatori, ma li affidate solo a sacerdoti e collaboratori che dispongano non soltanto del necessario giudizio illuminato dalla fede e di un’adeguata formazione teologica, canonistica, storica e pratica, come anche di un’esperienza pastorale sufficiente, ma che abbiano veramente a cuore la salvezza degli uomini e che quindi, come avremmo detto in passato, si distinguano per lo “zelo per le anime” ed abbiano la salvezza integrale e quindi eterna dell’uomo come suprema lex del loro pensiero e della loro azione. Soprattutto darete la vostra approvazione soltanto a quelle riforme strutturali che siano in piena sintonia con l’insegnamento della Chiesa sul sacerdozio e con le sue norme giuridiche, avendo cura che l’applicazione delle riforme non sminuisca la forza di attrazione del ministero sacerdotale.
Se talvolta si sostiene che i laici non potrebbero inserirsi sufficientemente nelle strutture della Chiesa, è perché vi è alla base una fissazione restrittiva sulla collaborazione negli organi direttivi, sulle posizioni di rilievo all’interno delle strutture finanziate dalla Chiesa o sull’esercizio di determinate funzioni liturgiche. Anche questi ambiti hanno naturalmente la loro importanza. Tuttavia, non devono portare a dimenticare il campo ampio ed aperto dell’apostolato laicale urgentemente necessario e i suoi molteplici compiti: l’annuncio della Buona Novella a milioni di concittadini che ancora non conoscono Cristo e la sua Chiesa; la catechesi dei bambini e degli adulti
nelle nostre comunità parrocchiali; i servizi caritativi; il lavoro nei mezzi di comunicazione sociale, come pure l’impegno sociale per una tutela integrale della vita umana, per la giustizia sociale e nell’ambito delle iniziative culturali cristiane. Davvero, non mancano i compiti per i laici cattolici impegnati, ma forse c’è oggi talvolta una mancanza di spirito missionario, di creatività e di coraggio per percorrere cammini anche nuovi.
Nel discorso al primo gruppo di Vescovi tedeschi ho già accennato brevemente ai molteplici servizi liturgici da parte dei laici che oggi sono possibili nella Chiesa: quello di ministro straordinario dell’Eucaristia, al quale si aggiungono quello di lettore e quello di guida della liturgia della Parola. Non vorrei ritornare di nuovo su questo tema. È importante che tali compiti non vengano eseguiti, rivendicandoli quasi come un diritto bensì con uno spirito di servizio. La Liturgia ci chiama tutti al servizio di Dio, per Dio e per gli uomini, nel quale non vogliamo mettere in mostra noi stessi, ma porci con umiltà dinanzi a Dio e renderci permeabili per la sua luce. In questo discorso vorrei trattare brevemente altri quattro punti che mi stanno a cuore.
Il primo è l’annuncio della fede ai giovani del nostro tempo. I giovani d’oggi vivono in una cultura secolarizzata, orientata totalmente alle cose materiali. Nella quotidianità – nei mezzi di comunicazione, nel lavoro, nel tempo libero – sperimentano per lo più una cultura nella quale Dio non è presente. E tuttavia essi attendono Dio. Le Giornate Mondiali della Gioventù ci dimostrano quale attesa e disponibilità per Dio e per il Vangelo vi sia nei giovani del nostro tempo. La nostra risposta a quest’attesa deve essere multiforme. Le Giornate Mondiali della Gioventù presuppongono che i giovani possano ottenere nei loro ambiti di vita, in particolare nella parrocchia, l’incontro con la fede. Qui, per esempio, è importante il servizio dei ministranti, che porta i bambini e i giovani a contatto con l’altare, con la parola di Dio, con la vita intima della Chiesa. E’ stato bello, durante il pellegrinaggio dei ministranti, vedere gioiosamente riuniti nella fede tanti giovani provenienti dalla Germania. Proseguite questo impegno e fate in modo che i ministranti possano nella Chiesa davvero incontrare Dio, la sua Parola, il sacramento della sua presenza, e che possano imparare a modellare, a partire da questo, la loro vita. Una via importante è anche il lavoro con i cori, dove i giovani possono ottenere l’educazione al bello, l’educazione alla comunione, sperimentare la gioia di partecipare alla Messa, e in questo modo ricevere una formazione alla fede. Dopo il Concilio lo Spirito Santo ci ha donato i “movimenti”. Talvolta essi possono apparire al parroco o al Vescovo un po’ strani, ma sono luoghi di fede in cui i giovani e gli adulti sperimentano un modello di vita nella fede come opportunità per la vita di oggi. Per questo vi chiedo di andare incontro ai movimenti con molto amore. Qua e là devono essere corretti, inseriti nell’insieme della parrocchia o della Diocesi. Dobbiamo però rispettare lo specifico carattere dei loro carismi ed essere lieti che nascano forme comunitarie di fede in cui la parola di Dio diventi vita.
Il secondo tema che desidero toccare almeno brevemente sono le opere caritative ecclesiali. Nella mia Enciclica “Deus caritas est” ho parlato del servizio della carità come espressione fondamentale e irrinunciabile della fede nella vita della Chiesa, accennando anche al principio interiore delle opere caritative. “L’amore del Cristo ci spinge” ha detto San Paolo (2 Cor 5,14). Lo stesso “dovere” della carità (1 Cor 9,16), che spinse San Paolo ad andare in tutto il mondo per annunciare il Vangelo, questo stesso “dovere”
dell’amore di Cristo, ha portato i cattolici tedeschi a fondare le opere caritative per aiutare le persone che vivono nella povertà a rivendicare il loro diritto alla partecipazione ai beni della terra. Ora è importante fare attenzione, perché queste opere caritative, nei loro programmi e nelle loro azioni, corrispondano veramente a questo impulso interiore dell’amore sorretto dalla fede. È importante fare attenzione che non cadano in dipendenze politiche, ma che servano unicamente al loro compito di giustizia e di amore. Per questo, a sua volta, occorre una stretta collaborazione con i Vescovi e con le Conferenze Episcopali, che conoscono veramente la situazione in loco e sono in grado di far sì che il dono dei fedeli venga tenuto fuori dalla confusione degli interessi politici e di altro genere e venga utilizzato per il bene delle persone. Il Pontificio Consiglio “Cor Unum” dispone di una grande esperienza in questo ambito e offrirà di buon grado il suo aiuto con i suoi consigli in tutte queste questioni.
Infine mi sta particolarmente a cuore il tema matrimonio e famiglia. L’ordine del matrimonio come è stabilito nella creazione, e di cui la Bibbia ci parla espressamente al termine del racconto della creazione (Gn 2, 24), viene oggi progressivamente offuscato. Nella stessa misura, in cui l’uomo cerca di costruirsi in modo nuovo il mondo nel suo insieme, mettendo così in pericolo in maniera sempre più percettibile le sue basi, egli perde anche la visione dell’ordine della creazione riguardo alla propria esistenza. Ritiene di poter definire se stesso a piacere in virtù di una libertà vacua. Così, le fondamenta sulle quali poggiano l’esistenza sua e quella della società cominciano a vacillare. Per i giovani diventa difficile legarsi definitivamente. Hanno paura della definitività, che appare loro irrealizzabile ed opposta alla libertà. Così diventa sempre più difficile accettare figli e dare loro quello spazio duraturo di crescita e di maturazione che può essere solo la famiglia fondata sul matrimonio. In questa situazione appena accennata è molto importante aiutare i giovani a dirsi il “sì” definitivo, che non è in contrasto con la libertà, ma rappresenta la sua più grande opportunità. Nella pazienza dello stare insieme per tutta la vita l’amore raggiunge la sua vera maturità. In questo ambiente di amore per tutta la vita anche i figli imparano a vivere e ad amare. Desidero pertanto chiedervi di fare tutto il possibile affinché il matrimonio e la famiglia vengano formati, promossi ed incoraggiati.
E infine qualche breve parola sull’ecumenismo. Tutte le lodevoli iniziative sul cammino verso la piena unità di tutti i cristiani trovano nella preghiera comune e nella riflessione sulle Sacre Scritture un terreno fertile sul quale può crescere e maturare la comunione. In Germania i nostri sforzi devono essere diretti soprattutto verso i cristiani di fede luterana e riformata. Al contempo, non perdiamo di vista i fratelli e le sorelle delle Chiese ortodosse, sebbene questi in proporzione siano meno numerosi. Il mondo ha il diritto di attendersi da tutti i cristiani una professione univoca di fede in Gesù Cristo, il Redentore dell’umanità. L’impegno ecumenico, pertanto, non può esaurirsi con documenti congiunti. Diventa visibile ed efficace laddove i cristiani di diverse Chiese e comunità ecclesiali, in un contesto sociale sempre più estraneo alla religione, professano insieme e in modo convincente i valori trasmessi dalla fede cristiana e li evidenziano con forza nel loro agire politico e sociale.
Cari Fratelli nell’Episcopato! Poiché io stesso provengo dal vostro Paese a me tanto caro, mi sento particolarmente toccato dalle realizzazioni della Chiesa in Germania come pure dalle sfide che essa deve affrontare. Tutto
quanto è buono nella Chiesa nel nostro Paese lo conosco non soltanto per osservazione ed esperienza personale, ma anche perché ripetutamente Vescovi, sacerdoti e altri visitatori provenienti dall’Europa e da molte parti del mondo mi parlano del bene effettivo che ricevono attraverso strutture e persone ecclesiali. La Chiesa in Germania dispone davvero di grandi risorse spirituali e religiose. Soprattutto il fedele servizio, spesso troppo poco apprezzato, di tanti sacerdoti, diaconi, religiosi e collaboratori ecclesiali professionali in situazioni pastorali non sempre facili, merita rispetto e riconoscimento. Sono inoltre sinceramente grato perché vi sono sempre numerosi cristiani disposti ad impegnarsi nelle comunità parrocchiali e nelle diocesi, nelle associazioni e nei movimenti, e ad assumersi, come cattolici credenti, la responsabilità anche in seno alla società. In questo contesto condivido con voi la salda speranza che la Chiesa in Germania diventi ancor più missionaria e trovi dei modi per trasmettere la fede alle generazioni future.
Conosco bene, cari Confratelli nell’Episcopato, il vostro impegno generoso e anche quello di tanti sacerdoti, diaconi, religiosi e laici nelle vostre Diocesi. Pertanto desidero testimoniarvi oggi nuovamente il mio affetto ed incoraggiarvi a svolgere uniti e fiduciosi il vostro servizio di Pastori. Sono certo che il Signore accompagnerà e ricompenserà la vostra fedeltà e il vostro zelo con la sua Benedizione. La Santissima Vergine e Madre di Dio Maria, Madre della Chiesa e Ausilio dei cristiani, possa impetrare per voi, per il clero e per i fedeli della nostra patria la forza, la gioia e la perseveranza per affrontare l’impegno necessario per un autentico rinnovamento della vita di fede con coraggio e con la salda fiducia nell’aiuto dello Spirito Santo. Per la sua intercessione materna e per quella di tutti i santi e le sante venerate nel nostro Paese, imparto di cuore a voi e a tutti i fedeli in Germania la Benedizione Apostolica.
26 maggio 2012
(Speciale) Udienza in Piazza San Pietro
Estratto
Con grande gioia vi accolgo in occasione del quarantesimo anniversario della nascita del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia, espressione del più vasto movimento di rinnovamento carismatico che ha attraversato la Chiesa Cattolica all’indomani del Concilio Ecumenico Vaticano II. Vi saluto tutti con affetto, ad iniziare dal Presidente Nazionale, che ringrazio per le belle parole, piene di Spirito, rivoltemi a nome di tutti voi. Saluto il Consigliere Spirituale, i membri del Comitato e del Consiglio, i responsabili e gli animatori dei Gruppi e delle Comunità sparsi in Italia. In questo vostro pellegrinaggio, che vi offre l’opportunità di sostare in preghiera presso la tomba di san Pietro, possiate rinvigorire la vostra fede, crescere nella testimonianza cristiana e affrontare senza paura, guidati dallo Spirito Santo, gli impegnativi compiti della nuova evangelizzazione.
Sono lieto di incontrarvi nella vigilia di Pentecoste, festa fondamentale per la Chiesa e così significativa per il vostro Movimento, e vi esorto ad accogliere
l’amore di Dio che si comunica a noi mediante il dono dello Spirito Santo, principio unificatore della Chiesa. In questi decenni – quarant’anni – vi siete sforzati di offrire il vostro specifico apporto alla diffusione del Regno di Dio e all’edificazione della comunità cristiana, alimentando la comunione con il Successore di Pietro, con i Pastori e con tutta la Chiesa. In diversi modi avete affermato il primato di Dio, al quale va sempre e sommamente la nostra adorazione. E avete cercato di proporre questa esperienza alle nuove generazioni, mostrando la gioia della vita nuova nello Spirito, attraverso un’ampia opera di formazione e molteplici attività legate alla nuova evangelizzazione e alla missio ad gentes. La vostra opera apostolica ha così contribuito alla crescita della vita spirituale nel tessuto ecclesiale e sociale italiano, mediante cammini di conversione che hanno condotto molte persone ad essere risanate in profondità dall’amore di Dio, e molte famiglie a superare momenti di crisi. Non sono mancati nei vostri gruppi giovani che hanno generosamente risposto alla vocazione di speciale consacrazione a Dio nel sacerdozio o nella vita consacrata. Di tutto questo rendo grazie a voi e al Signore!
Cari amici, continuate a testimoniare la gioia della fede in Cristo, la bellezza di essere discepoli di Cristo, la potenza d’amore che il suo Vangelo sprigiona nella storia, come pure l’incomparabile grazia che ogni credente può sperimentare nella Chiesa con la pratica santificante dei Sacramenti e l’esercizio umile e disinteressato dei carismi, che, come dice san Paolo, vanno sempre utilizzati per il bene comune. Non cedete alla tentazione della mediocrità e dell’abitudine! Coltivate nell’animo desideri alti e generosi! Fate vostri i pensieri, i sentimenti, le azioni di Gesù! Sì, il Signore chiama ciascuno di voi ad essere collaboratore infaticabile del suo disegno di salvezza, che cambia i cuori; ha bisogno anche di voi per fare delle vostre famiglie, delle vostre comunità e delle vostre città, luoghi di amore e di speranza.
Nella società attuale viviamo una situazione per certi versi precaria, caratterizzata dalla insicurezza e dalla frammentarietà delle scelte. Mancano spesso validi punti di riferimento a cui ispirare la propria esistenza. Diventa, pertanto, sempre più importante costruire l’edificio della vita e il complesso delle relazioni sociali sulla roccia stabile della Parola di Dio, lasciandosi guidare dal Magistero della Chiesa. Si comprende sempre più il valore determinante dell’affermazione di Gesù, che dice: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia» (Mt 7, 24-25).
Il Signore è con noi, agisce con la forza del suo Spirito. Ci invita a crescere nella fiducia e nell’abbandono alla sua volontà, nella fedeltà alla nostra vocazione e nell’impegno a diventare adulti nella fede, nella speranza e nella carità. Adulto, secondo il Vangelo, non è colui che non è sottoposto a nessuno e non ha bisogno di nessuno. Adulto, cioè maturo e responsabile, può essere solo colui che si fa piccolo, umile e servo davanti a Dio, e che non segue semplicemente i venti del tempo. È necessario, perciò, formare le coscienze alla luce della Parola di Dio e così dare fermezza e vera maturità; Parola di Dio da cui trae senso e spinta ogni progetto ecclesiale e umano, anche per quanto concerne l’edificazione della città terrena (cfr Sal 127,1). Occorre rinnovare l’anima delle istituzioni e fecondare la storia con semi di vita nuova.
Oggi i credenti sono chiamati ad una convinta, sincera e credibile testimonianza di fede, strettamente unita all’impegno della carità. Per mezzo della carità, infatti, anche persone lontane o indifferenti al Messaggio del Vangelo riescono ad avvicinarsi alla verità e convertirsi all’amore misericordioso del Padre celeste. A questo proposito, esprimo compiacimento per quanto fate per diffondere una «cultura della Pentecoste» negli ambienti sociali, proponendo un’animazione spirituale con iniziative in favore di quanti soffrono situazioni di disagio e di emarginazione. Penso in particolare alla vostra opera in favore della rinascita spirituale e materiale dei detenuti e degli ex-detenuti; penso al «Polo di Eccellenza della promozione umana e della solidarietà Mario e Luigi Sturzo», in Caltagirone; come pure al «Centro Internazionale per la Famiglia» di Nazaret, di cui ho avuto la gioia di benedire la prima pietra. Proseguite nel vostro impegno per la famiglia, imprescindibile luogo di educazione all’amore e al sacrificio di sé.
Cari amici del Rinnovamento nello Spirito Santo! Non stancatevi di rivolgervi verso il Cielo: il mondo ha bisogno della preghiera. Servono uomini e donne che sentano l’attrazione del Cielo nella loro vita, che facciano della lode al Signore uno stile di vita nuova. E siate cristiani gioiosi! Vi affido tutti a Maria Santissima, presente nel Cenacolo all’evento della Pentecoste. Perseverate con Lei nell’orazione, camminate guidati dalla luce dello Spirito Santo vivendo e proclamando l’annuncio di Cristo. Vi accompagni la Benedizione Apostolica, che con affetto vi imparto, estendendola a tutti gli aderenti e ai vostri familiari. Grazie!
6 luglio 2013
Rinnovamento senza timori
(da: L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, anno CLIII, n. 154, dom. 07/07/2013)
Estratto
Commentando il vangelo del giorno (Matteo 9, 14-17) il Pontefice ha messo l’accento sullo spirito innovativo che animava Gesù. «Per esempio — ha notato — Gesù diceva: “la legge permette di odiare il nemico, odiate il nemico; ma io ti dico pregate per il nemico, non odiate”». Un precetto che applicava anche di fronte a cose che gli sembravano non troppo giuste. Per esempio, come raccontato nel brano evangelico, la questione del digiuno. «Gesù — ha spiegato il Papa — consigliava il digiuno, ma con una certa libertà. Infatti alcuni discepoli di Giovanni facevano la domanda: perché noi digiunavamo e i tuoi discepoli non lo fanno?». Il fatto è che «la dottrina della legge viene con Gesù arricchita, rinnovata. Gesù fa nuove tutte le
cose, rinnova le cose». Del resto è «lo stesso Gesù che dice: “io faccio nuove tutte le cose”. Come se fosse la sua vocazione quella di rinnovare tutto. E questo è il Regno di Dio che Gesù predica. È un rinnovamento, un vero rinnovamento. E questo rinnovamento è prima di tutto nel nostro cuore».
A chi pensa che la vita del cristiano consista solamente in una serie di adempimenti, Papa Francesco ha ricordato che «essere cristiano significa lasciarsi rinnovare da Gesù in una nuova vita». Per essere un buon cristiano, ha specificato, «non basta dire: “tutte le domeniche dalle 11 a mezzogiorno vado a messa, e faccio questo e questo” come se fosse una collezione. La vita cristiana non è un collage di cose. È una totalità armoniosa, opera dello Spirito Santo. Rinnova tutto. Rinnova il nostro cuore, la nostra vita e ci fa vivere in uno stile diverso», totalizzante. «Non si può essere cristiani a pezzi, part time — ha detto il Pontefice —. Essere cristiani part time non va bene», bisogna esserlo «nella totalità e a tempo pieno».
Essere cristiano «non significa fare cose — ha ripetuto il vescovo di Roma — . Significa lasciarsi rinnovare dallo Spirito Santo. Ecco, o per usare le parole di Gesù significa diventare vino nuovo. La novità del Vangelo, è una novità nella stessa legge insita nella storia della salvezza». E si tratta di una novità che va oltre le nostre persone «e rinnova le strutture. Per questo Gesù dice: “per il vino nuovo sono necessarie otri nuovi”. Nella vita cristiana, e anche nella vita della Chiesa, ci sono strutture caduche. È necessario rinnovarle. La Chiesa è sempre stata attenta al dialogo con le culture» e cerca di rinnovarsi per rispondere alle diverse esigenze dettate dai luoghi, dai tempi e dalle persone. È un lavoro «che la Chiesa ha sempre fatto, dal primo momento. Ricordiamo la prima lotta teologica: per diventare cristiano è necessario fare tutte le pratiche giudaiche o no? No, hanno detto di no».
Anche i gentili, ha spiegato il Pontefice, possono entrare in Chiesa e ricevere il battesimo. La Chiesa, ha aggiunto, è sempre andata avanti così, lasciando che fosse lo Spirito Santo a rinnovare le strutture. E ha insegnato a «non aver paura della novità del Vangelo, non avere paura della novità che lo Spirito Santo fa in noi, non aver paura del rinnovamento delle strutture. La Chiesa è libera. La porta avanti lo Spirito Santo. È questo ciò che Gesù oggi ci insegna nel vangelo: la libertà necessaria per trovare sempre la novità del vangelo nella nostra vita e anche nelle strutture. La libertà di scegliere otri nuovi per questa novità. Il cristiano è un uomo o una donna libero, con quella libertà di Gesù Cristo. Non è schiavo di abitudini, di strutture».
Chi porta avanti queste novità, ha proseguito il Papa, è da sempre lo Spirito Santo. Il Pontefice ha quindi ricordato il giorno di Pentecoste, sottolineando la presenza di Maria accanto agli apostoli. «Dove è la madre i bambini sono sicuri» e concludendo l’omelia il Vescovo di Roma ha invitato a chiedere «la grazia di non aver paura della novità del Vangelo, di non aver paura del rinnovamento che fa lo Spirito Santo, di non aver paura a lasciar cadere le strutture caduche che ci imprigionano. E se abbiamo paura sappiamo che con noi c’è la madre». Come fanno i bambini che si rifugiano tra le braccia della mamma, così quando «abbiamo un po’ paura andiamo da lei. E lei, come dice la più antica antifona, “custodisce con il suo manto, con la sua protezione di Madre”».
28 luglio 2013
Estratto
una bella strada. E adesso credo che questo movimento faccia tanto bene alla Chiesa, in generale. A Buenos Aires, io li riunivo spesso e una volta l’anno facevo una Messa con tutti loro in cattedrale. Li ho favoriti sempre, quando io mi sono convertito, quando io ho visto il bene che facevano. Perché in questo momento della Chiesa – e qui allargo un po’ la risposta – credo che i movimenti siano necessari. I movimenti sono una grazia dello Spirito. “Ma, come si può reggere un movimento che è tanto libero?”. Anche la Chiesa è libera! Lo Spirito Santo fa quello che vuole. Poi, Lui fa il lavoro dell’armonia, ma credo che i movimenti siano una grazia, quei movimenti che hanno lo spirito della Chiesa. Per questo credo che il movimento del Rinnovamento carismatico non solo serva ad evitare che alcuni passino alle confessioni pentecostali. Ma no! serve alla Chiesa stessa! Ci rinnova. E ognuno cerca il proprio movimento secondo il proprio carisma, dove lo porta lo Spirito.
28 gennaio 2014
La preghiera di lode
(da: L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, anno CLIV, n.022, merc. 29/01/2014)
Estratto
Papa Francesco si è soffermato sulla descrizione della festa improvvisata da Davide per il rientro dell’arca dell’alleanza così come è raccontata nella prima lettura della liturgia del giorno (2 Samuele, 6, 12-15 .17-19).
«Il re Davide — ha ricordato il Pontefice — immolò sacrifici in onore di Dio; pregò. Poi la sua preghiera è diventata esultante… era una preghiera di lode, di gioia. E incominciò a danzare. Dice la Bibbia: “Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore”». E Davide era tanto gioioso nel rivolgere questa preghiera di lode che uscì «da ogni compostezza» e cominciò «a danzare davanti al Signore, ma con tutte le forze». Ecco, ha insistito il Papa,
quella era «proprio la preghiera di lode».
Di fronte a questo episodio «ho pensato subito — ha confidato il Vescovo di Roma — a quella parola di Sara dopo aver partorito Isacco: “Il Signore mi ha fatto ballare di gioia”. Questa anziana di 90 anni ha ballato di gioia». Davide era giovane, ha ripetuto, ma anche lui «ballava, danzava davanti al Signore. Questo è un esempio di preghiera di lode».
Che è qualcosa di diverso dalla preghiera che, ha spiegato il Pontefice, solitamente eleviamo «per chiedere una cosa al Signore» o anche soltanto «per ringraziare il Signore», così come non è tanto difficile capire il senso della preghiera di adorazione.
Ma «la preghiera di lode — ha notato il Santo Padre — la lasciamo da parte». Per noi non è così spontanea. Alcuni, ha aggiunto, potrebbero pensare che si tratta di una preghiera «per quelli del rinnovamento dello spirito, non per tutti i cristiani. La preghiera di lode è una preghiera cristiana per tutti noi. Nella messa, tutti i giorni, quando cantiamo ripetendo “Santo, Santo…”, questa è una preghiera di lode, lodiamo Dio per la sua grandezza perché è grande. E gli diciamo cose belle, perché a noi piace che sia così». E non importa essere buoni cantanti. Infatti, ha spiegato Papa Francesco, non è possibile pensare che «sei capace di gridare quando la tua squadra segna un gol e non sei capace di cantare le lodi al Signore, di uscire un po’ dal tuo contegno per cantare questo».
Lodare Dio «è totalmente gratuito» ha quindi proseguito. «Non chiediamo, non ringraziamo. Lodiamo: tu sei grande. “Gloria al Padre, al Figlio allo Spirito santo…”. Con tutto il cuore diciamo questo. È un atto anche di giustizia, perché lui è grande, è il nostro Dio. Pensiamo a una bella domanda che noi possiamo farci oggi: “Come va la mia preghiera di lode? Io so lodare il Signore? O quando prego il Gloria o il Sanctus lo faccio soltanto con la bocca e non con tutto il cuore? Cosa mi dice Davide danzando? e Sara che balla di gioia? Quando Davide entra in città, incomincia un’altra cosa: una festa. La gioia della lode ci porta alla gioia della festa». Festa che poi si allarga alla famiglia, «ognuno — è l’immagine proposta dal Pontefice — in casa sua a mangiare il pane, a festeggiare». Ma quando Davide rientra nel Palazzo, deve affrontare il rimprovero e il disprezzo di Michal, la figlia del re Saul: «“Ma tu non hai vergogna di fare quello che hai fatto? Come fare questa cosa, ballare davanti a tutti, tu il re? Non hai vergogna?”. Io mi domando quante volte noi disprezziamo nei nostri cuori persone buone, gente buona che loda il Signore» così in modo spontaneo, così come le viene, senza seguire atteggiamenti formali. Ma nella Bibbia, ha ricordato il Papa, si legge che «Michal è rimasta sterile per tutta la vita per questo. Cosa vuol dire la Parola di Dio qui? Che la gioia, che la preghiera di lode ci fa fecondi. Sara ballava nel momento grande della sua fecondità a novant’anni! La fecondità dà la lode al Signore». L’uomo o la donna che lodano il Signore, che pregano lodando il Signore — e quando lo fanno sono felici di dirlo — e si rallegrano «quando cantano il Sanctus nella messa» sono un uomo o una donna fecondi. Invece, ha aggiunto il Pontefice, quelli che «si chiudono nella formalità di una preghiera fredda, misurata, così, forse finiscono come Michal, nella sterilità della sua formalità. Pensiamo e immaginiamo Davide che danza con tutte le forze davanti al Signore. Pensiamo che bello è fare le preghiere di lode. Forse ci farà bene ripetere oggi le parole del salmo che abbiamo pregato, il 23: Alzate o porte la vostra fronte, alzatevi soglie antiche ed entri il re della gloria, il Signore forte e valoroso è il re della gloria. Alzate o porte la vostra fronte. Chi è mai questo re della gloria? È il
Signore degli eserciti, il Signore della vittoria». Questa deve essere la nostra preghiera di lode e, ha concluso, quando la eleviamo al Signore dobbiamo «dire al nostro cuore: “Alzati cuore, perché stai davanti al re della gloria”».
1 giugno 2014
Estratto
Parole del Papa ai sacerdoti
A voi sacerdoti, mi viene di dire una sola parola: vicinanza. Vicinanza a Gesù Cristo, nella preghiera e nell’adorazione. Vicini al Signore, e vicinanza alla gente, al popolo di Dio che è stato affidato a voi. Amate la vostra gente, siate vicini alla gente. Questo è quello che chiedo a voi, questa doppia
vicinanza: vicinanza a Gesù e vicinanza alla gente.
Parole del Papa ai giovani
Sarebbe triste che un giovane custodisse la sua gioventù in una cassaforte: così questa gioventù diventa vecchia, nel peggiore senso della parola; diventa uno straccio; non serve a niente. La gioventù è per rischiarla: rischiarla bene, rischiarla con speranza. E’ per scommetterla su cose grandi. La gioventù è per darla, perché altri conoscano il Signore. Non risparmiate per voi la vostra gioventù: andate avanti!
Parole del Papa alle famiglie
Le famiglie sono la Chiesa domestica, dove Gesù cresce, cresce nell’amore dei coniugi, cresce nella vita dei figli. E per questo il nemico attacca tanto la famiglia: il demonio non la vuole! E cerca di distruggerla, cerca di far sì che l’amore non sia lì. Le famiglie sono questa Chiesa domestica. Gli sposi sono peccatori, come tutti, ma vogliono andare avanti nella fede, nella loro fecondità, nei figli e nella fede dei figli. Il Signore benedica la famiglia, la faccia forte in questa crisi nella quale il diavolo vuole distruggerla.
Parole del Papa ai disabili
I fratelli e le sorelle che soffrono, che hanno una malattia, che sono disabili, sono fratelli e sorelle unti dalla sofferenza di Gesù Cristo, imitano Gesù nel momento difficile della sua croce, della sua vita. Questa unzione della sofferenza loro la portano avanti per tutta la Chiesa. Grazie tante, fratelli e sorelle; grazie tante per il vostro accettare ed essere unti dalla sofferenza. Grazie tante per la speranza che voi testimoniate, quella speranza che ci porta avanti cercando la carezza di Gesù.
Parole sugli anziani
Io dicevo a Salvatore che forse manca qualcuno, forse i più importanti: mancano i nonni! Mancano gli anziani, e questi sono l’assicurazione della nostra fede, i “vecchi”. Guardate, quando Maria e Giuseppe portarono Gesù al Tempio, ce n’erano due; e quattro volte, se non cinque – non ricordo bene
– il Vangelo dice che “sono stati condotti dallo Spirito Santo”. Di Maria e Giuseppe dicono invece che sono stati condotti dalla Legge. I giovani devono compiere la Legge, gli anziani – come il buon vino – hanno la libertà dello Spirito Santo. E così questo Simeone, che era coraggioso, ha inventato una “liturgia”, e lodava Dio, lodava… ed era lo Spirito che lo spingeva a fare questo. Gli anziani! Sono la nostra saggezza, sono la saggezza della Chiesa; gli anziani che tante volte noi scartiamo, i nonni, gli anziani… E quella nonnina, Anna, ha fatto una cosa straordinaria nella Chiesa: ha canonizzato le chiacchiere! E come lo ha fatto? Così: perché invece di chiacchierare contro qualcuno, andava da una parte all’altra dicendo [di Gesù]: “E’ questo, è questo che ci salverà!”. E questa è una cosa buona. Le nonne e i nonni sono la nostra forza e la nostra saggezza. Che il Signore ci dia sempre anziani saggi! Anziani che diano a noi la memoria del nostro popolo, la memoria della Chiesa. E ci diano anche quello che di loro dice la Lettera agli Ebrei: il senso della gioia. Dice che gli anziani, questi, salutavano le promesse da lontano: che ci insegnino questo.
Preghiera del Papa
Signore, guarda il tuo popolo in attesa dello Spirito Santo. Guarda i giovani, guarda le famiglie, guarda i bambini, guarda gli ammalati, guarda i sacerdoti, i consacrati, le consacrate, guarda a noi vescovi, guarda tutti. E concedi a noi quella santa ubriachezza, quella dello Spirito, quella che ci fa parlare tutte le lingue, le lingue della carità, sempre vicini ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di noi. Insegnaci a non lottare fra di noi per avere un pezzo in più di potere; insegnaci ad essere umili, insegnaci ad amare più la Chiesa che il nostro partito, che le nostre “beghe” interne; insegnaci ad avere il cuore aperto per ricevere lo Spirito. Invia, o Signore, il tuo Spirito su di noi! Amen.
Discorso del Santo Padre
Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio tantissimo per la vostra accoglienza. Sicuramente qualcuno ha fatto sapere agli organizzatori che a me piace tanto questo canto, “Vive Gesù, il Signore”… Quando celebravo nella cattedrale a Buenos Aires la Santa Messa con il Rinnovamento Carismatico, dopo la consacrazione e dopo alcuni secondi di adorazione in lingue, cantavamo questo canto con tanta gioia e con tanta forza, come voi l’avete suonato oggi. Grazie! Mi sono sentito a casa!
Ringrazio il Rinnovamento nello Spirito, l’ICCRS e la Catholic Fraternity per questo incontro con voi, che mi dà tanta gioia. Ringrazio anche per la presenza dei primi che hanno avuto una forte esperienza della potenza dello Spirito Santo; credo che ci sia Patty, qui… Voi, Rinnovamento Carismatico, avete ricevuto un grande dono dal Signore. Voi siete nati da una volontà dello Spirito Santo come “una corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa”. Questa è la vostra definizione: una corrente di grazia.
Il primo dono dello Spirito Santo, qual è? Il dono di Sé stesso, che è amore e ti fa innamorare di Gesù. E questo amore cambia la vita. Per questo si dice “nascere di nuovo alla vita nello Spirito”. Lo aveva detto Gesù a Nicodemo. Avete ricevuto il grande dono della diversità dei carismi, la diversità che porta all’armonia dello Spirito Santo, al servizio della Chiesa.
Quando penso a voi carismatici, viene a me la stessa immagine della
Chiesa, ma in un modo particolare: penso ad una grande orchestra, dove ogni strumento è diverso dall’altro e anche le voci sono diverse, ma tutti sono necessari per l’armonia della musica. San Paolo ce lo dice, nel capitolo XII della Prima Lettera ai Corinzi. Quindi, come in un’orchestra, nessuno nel Rinnovamento può pensare di essere più importante o più grande dell’altro, per favore! Perché quando qualcuno di voi si crede più importante dell’altro o più grande dell’altro, incomincia la peste! Nessuno può dire: “Io sono il capo”. Voi, come tutta la Chiesa, avete un solo capo, un solo Signore: il Signore Gesù. Ripetete con me: chi è il capo del Rinnovamento? Il Signore Gesù! Chi è il capo del Rinnovamento? [la folla:] il Signore Gesù! E possiamo dire questo con la potenza che ci dà lo Spirito Santo, perché nessuno può dire “Gesù è il Signore” senza lo Spirito Santo.
Come voi forse sapete – perché le notizie corrono – nei primi anni del Rinnovamento Carismatico a Buenos Aires, io non amavo molto questi Carismatici. E io dicevo di loro: “Sembrano una scuola di samba!”. Non condividevo il loro modo di pregare e le tante cose nuove che avvenivano nella Chiesa. Dopo, ho incominciato a conoscerli e alla fine ho capito il bene che il Rinnovamento Carismatico fa alla Chiesa. E questa storia, che va dalla “scuola di samba” in avanti, finisce in un modo particolare: pochi mesi prima di partecipare al Conclave, sono stato nominato dalla Conferenza episcopale assistente spirituale del Rinnovamento Carismatico in Argentina.
Il Rinnovamento Carismatico è una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo. Voi avete ricevuto lo Spirito Santo che vi ha fatto scoprire l’amore di Dio per tutti i suoi figli e l’amore per la Parola. Nei primi tempi si diceva che voi carismatici portavate sempre con voi una Bibbia, il Nuovo Testamento… Lo fate ancora oggi? [la folla:] Sì! Non ne sono tanto sicuro! Se no, tornate a questo primo amore, portare sempre in tasca, nella borsa, la Parola di Dio! E leggere un pezzetto. Sempre con la Parola di Dio.
Voi, popolo di Dio, popolo del Rinnovamento Carismatico, state attenti a non perdere la libertà che lo Spirito Santo ci ha donato! Il pericolo per il Rinnovamento, come spesso dice il nostro caro Padre Raniero Cantalamessa, è quello dell’eccessiva organizzazione: il pericolo dell’eccessiva organizzazione.
Sì, avete bisogno di organizzazione, ma non perdete la grazia di lasciare a Dio di essere Dio! «Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, rinunciando a calcolare e a controllare tutto, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, ci orienti, ci spinga dove Lui desidera. Egli sa bene ciò di cui c’è bisogno in ogni epoca e in ogni momento. Questo si chiama essere misteriosamente fecondi!» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 280).
Un altro pericolo è quello di diventare “controllori” della grazia di Dio. Tante volte, i responsabili (a me piace di più il nome “servitori”) di qualche gruppo o qualche comunità diventano, forse senza volerlo, amministratori della grazia, decidendo chi può ricevere la preghiera di effusione o il battesimo nello Spirito e chi invece non può. Se alcuni fanno così, vi prego di non farlo più, non farlo più! Voi siete dispensatori della grazia di Dio, non controllori! Non fate da dogana allo Spirito Santo!
Nei Documenti di Malines, voi avete una guida, un percorso sicuro per non sbagliare strada. Il primo documento è: Orientamento teologico e pastorale. Il secondo è: Rinnovamento Carismatico ed ecumenismo, scritto dallo
stesso Cardinale Suenens, grande protagonista del Concilio Vaticano II. Il terzo è: Rinnovamento Carismatico e servizio all’uomo, scritto dal Card. Suenens e dal Vescovo Helder Camara.
Questo è il vostro percorso: evangelizzazione, ecumenismo spirituale, cura dei poveri e dei bisognosi e accoglienza degli emarginati. E tutto questo sulla base della adorazione! Il fondamento del rinnovamento è adorare Dio!
Mi hanno chiesto di dire al Rinnovamento cosa si aspetta il Papa da voi.
La prima cosa è la conversione all’amore di Gesù che cambia la vita e fa del cristiano un testimone dell’Amore di Dio. La Chiesa si aspetta questa testimonianza di vita cristiana e lo Spirito Santo ci aiuta a vivere la coerenza del Vangelo per la nostra santità.
Aspetto da voi che condividiate con tutti, nella Chiesa, la grazia del Battesimo nello Spirito Santo (espressione che si legge negli Atti degli Apostoli).
Aspetto da voi un’evangelizzazione con la Parola di Dio che annuncia che Gesù è vivo e ama tutti gli uomini.
Che diate una testimonianza di ecumenismo spirituale con tutti quei fratelli e sorelle di altre Chiese e comunità cristiane che credono in Gesù come Signore e Salvatore.
Che rimaniate uniti nell’amore che il Signore Gesù chiede a noi per tutti gli uomini, e nella preghiera allo Spirito Santo per arrivare a questa unità, necessaria per l’evangelizzazione nel nome di Gesù. Ricordate che “il Rinnovamento Carismatico è per sua stessa natura ecumenico… Il Rinnovamento Cattolico si rallegra di quello che lo Spirito Santo realizza nelle altre Chiese” (1 Malines 5,3).
Avvicinatevi ai poveri, ai bisognosi, per toccare nella loro carne la carne ferita di Gesù. Avvicinatevi, per favore!
Cercate l’unità nel Rinnovamento, perché l’unità viene dallo Spirito Santo e nasce dall’unità della Trinità. La divisione, da chi viene? Dal demonio! La divisione viene dal demonio. Fuggite dalle lotte interne, per favore! Fra voi non ce ne siano!
Voglio ringraziare l’ICCRS e la Catholic Fraternity, i due organismi di Diritto Pontificio del Pontificio Consiglio per i Laici al servizio del Rinnovamento mondiale, impegnati a preparare l’incontro mondiale per sacerdoti e vescovi che si terrà a giugno del prossimo anno. So che hanno deciso di condividere anche l’ufficio e lavorare insieme come segno di unità e per gestire al meglio le loro risorse. Mi rallegro molto. Voglio anche ringraziarli perché stanno già organizzando il grande giubileo del 2017.
Fratelli e sorelle, ricordate: adorate Dio il Signore: questo è il fondamento! Adorare Dio. Cercate la santità nella nuova vita dello Spirito Santo. Siate dispensatori della grazia di Dio. Evitate il pericolo dell’eccessiva organizzazione.
Uscite nelle strade a evangelizzare, annunciando il Vangelo. Ricordate che la Chiesa è nata “in uscita”, quella mattina di Pentecoste. Avvicinatevi ai poveri e toccate nella loro carne la carne ferita di Gesù. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, con quella libertà; e per favore, non ingabbiate lo Spirito
Santo! Con libertà!
Cercate l’unità del Rinnovamento, unità che viene dalla Trinità!
E aspetto tutti voi, carismatici del mondo, per celebrare, insieme al Papa, il vostro grande Giubileo nella Pentecoste del 2017 nella Piazza di San Pietro! Grazie!
3 luglio 2015
al Movimento del Rinnovamento nello Spirito Piazza San Pietro, Roma
Estratto
buon pomeriggio e benvenuti. Anche l’acqua sia benvenuta perché l’ha fatta il Signore. Apprezzo tanto la risposta che avete dato al mio invito che vi ho fatto nel mese di gennaio per incontrarci qui in piazza San Pietro. Grazie per questa entusiasta e calda risposta. L’anno scorso allo stadio ho condiviso
con tutti i presenti alcune riflessioni che mi piacerebbe ricordare oggi – perché sempre è buono ricordare, la memoria -: l’identità del Rinnovamento carismatico cattolico, da cui è nata l’associazione Rinnovamento nello Spirito. Lo farò con le parole del Cardinale Léon-Joseph Suenens, grande protettore del Rinnovamento carismatico, così come lo descrive nel secondo libro delle sue memorie. In primo luogo in questo luogo egli ricorda la straordinaria figura di una donna che tanto fece all’inizio del Rinnovamento carismatico, era la sua collaboratrice che godeva anche della fiducia e all’affetto del Papa Paolo VI. Mi riferisco a Veronica O’Brien: fu lei che chiese al Cardinale di andare negli Stati Uniti a vedere cosa stava succedendo, per vedere con i suoi occhi ciò che lei considerava opera dello Spirito Santo. Fu allora che il Cardinale Suenens conobbe il Rinnovamento carismatico, che definì un “flusso di grazia”, e fu la persona chiave per mantenerlo nella Chiesa. Papa Paolo VI nella Messa del lunedì di Pentecoste nel 1975 lo ringraziò con queste parole: “Nel nome del Signore La ringrazio per aver portato il Rinnovamento carismatico nel cuore della Chiesa”. Non è una novità di alcuni anni fa, il Rinnovamento carismatico ha questa lunga storia e nell’omelia di quella stessa Messa il cardinale disse: “Possa il Rinnovamento carismatico sparire come tale e trasformarsi in una grazia pentecostale per tutta la Chiesa: per essere fedele alla sua origine, il fiume deve perdersi nell’oceano”. Il fiume deve perdersi nell’oceano. Sì, se il fiume si ferma l’acqua marcisce; se il Rinnovamento, questa corrente di grazia non finisce nell’oceano di Dio, nell’amore di Dio, lavora per sé stesso e questo non è di Gesù Cristo, questo è dal maligno, dal padre della menzogna. Il Rinnovamento va, viene da Dio e va a Dio.
Papa Paolo VI ha benedetto questo. Il Cardinale continuò dicendo: “Il primo errore che si deve evitare è includere il Rinnovamento carismatico nella categoria di movimento. Non è un movimento specifico, il Rinnovamento non è un movimento nel senso sociologico comune, non ha fondatori, non è omogeneo e include una gran varietà di realtà, è una corrente di grazia, un soffio rinnovatore dello Spirito per tutti i membri della Chiesa, laici, religiosi sacerdoti e vescovi. E’ una sfida per noi tutti. Uno non fa parte del Rinnovamento, piuttosto il Rinnovamento diventa una parte di noi, a patto che accettiamo la grazia che ci offre”. Qui il cardinale Suenens parla
dell’opera sovrana dello Spirito, che senza fondatori umani suscitò la corrente di grazia nel 1967. Uomini e donne rinnovati che, dopo aver ricevuto la grazia del Battesimo nello Spirito, come frutto di questa grazia hanno dato vita ad associazioni, comunità di alleanza, scuole di formazione, scuole di evangelizzazione, congregazioni religiose, comunità ecumeniche, comunità di aiuto ai poveri e bisognosi.
Io stesso sono andato nella comunità di Kkottongnae, nel mio viaggio in Corea, e li ho visitati anche nelle Filippine. Questa corrente di grazia ha due organismi internazionali riconosciuti dalla Santa Sede che stanno al suo servizio e al servizio di tutte le sue espressioni in tutto il mondo: “ICCRS” e “Fraternità cattolica”. Questa è un po’ la storia, la radice.
Allo stadio l’anno scorso ho parlato anche dell’unità nella diversità. Ho fatto l’esempio dell’orchestra. Nella Evangelii gaudium ho parlato della sfera e del poliedro. Non basta parlare di unità, non è un’unità qualsiasi. Non è un’uniformità. Detto così si può intendere come l’unità di una sfera dove ogni punto è equidistante dal centro e non vi sono differenze tra un punto e l’altro. Il modello è il poliedro, che riflette la confluenza di tutte le parti che in esso mantengono la loro originalità e questi sono i carismi, nell’unità ma nella propria diversità. Unità nella diversità. La distinzione è importante perché stiamo parlando dell’opera dello Spirito Santo, non della nostra. Unità nella diversità di espressione di realtà, tante quante lo Spirito Santo ha voluto suscitare. E’ necessario anche ricordare che il tutto, cioè questa unità, è più della parte, e la parte non può attribuirsi di essere il tutto. Non si può dire per esempio: “Noi siamo la corrente denominata Rinnovamento carismatico cattolico e voi no”. Questo non si può dire. Per favore, fratelli, questo è così, non viene dallo Spirito, lo Spirito Santo soffia dove vuole, quando vuole e come vuole. Unità nella diversità e nella verità che è Gesù stesso. Qual è il segno comune di coloro che sono rinati da questa corrente di grazia? Convertirsi in uomini e donne nuovi, questo è il Battesimo nello Spirito. Vi chiedo di leggere Giovanni 3, versetti 7-8: Gesù a Nicodemo, la rinascita nello Spirito.
C’è un altro punto che è molto importante chiarire, in questa corrente di grazia: quelli che guidano. Esiste cari fratelli e sorelle una grande tentazione per i leader – lo ripeto, preferisco il termine servitori, che servono –; e questa tentazione per i servitori viene dal demonio, la tentazione di credersi indispensabili, qualunque sia l’incarico. Il demonio li porta a volere essere quelli che comandano, quelli che sono al centro e così, passo dopo passo, scivolano nell’autoritarismo, nel personalismo e non lasciano vivere le comunità rinnovate nello Spirito. Questa tentazione fa sì che sia “eterna” la posizione di coloro che si considerano insostituibili, posizione che sempre ha una qualche forma di potere o di sovrastare sugli altri. Abbiamo chiaro questo: l’unico insostituibile nella Chiesa è lo Spirito Santo, e Gesù è l’unico Signore. Vi domando: chi è l’unico insostituibile nella Chiesa? [piazza: Lo Spirito Santo!] E chi è l’unico Signore? [piazza: Gesù!] Diciamo che il Signore Gesù è il Signore, lodiamo Gesù, forte! Gesù è il Signore! Non ce ne sono altri. In questo senso ci sono stati casi tristi. Si deve mettere un tempo limitato agli incarichi, che in realtà sono servizi. Un servizio importante dei leader, dei leader laici, è far crescere, maturare spiritualmente e pastoralmente coloro che prenderanno il loro posto al termine del loro servizio. Tutti i servizi nella Chiesa è conveniente che abbiano una scadenza, non ci sono leader a vita nella Chiesa. Questo avviene in alcuni Paesi dove esiste la dittatura. “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”, dice
Gesù. Questa tentazione, che è del diavolo, ti fa passare da servitore a padrone, tu ti impadronisci di quella comunità, di quel gruppo. Questa tentazione ti fa anche scivolare nella vanità. E c’è tanta gente – abbiamo sentito queste due testimonianze, della coppia e quella di Ugo – quante tentazioni portano a fare soffrire una comunità e impediscono di fare il bene, e diventano un’organizzazione come se fosse una ONG; e il potere ci porta – scusatemi ma lo dico: quanti leader diventano pavoni? – il potere porta alla vanità! E poi ti senti capace di fare qualsiasi cosa, puoi scivolare negli affari, perché il diavolo sempre entra per il portafogli, il diavolo: questa è la porta d’entrata.
Altra cosa sono i fondatori che hanno ricevuto dallo Spirito santo il carisma di fondazione. Essi per averlo ricevuto hanno l’obbligo di curarlo facendolo maturare nelle loro comunità e associazioni. I fondatori rimangono tali a vita, cioè sono quelli che ispirano, danno l’ispirazione, ma lasciano che la cosa vada avanti. Io ho conosciuto a Buenos Aires un bravo fondatore, che a un certo punto è diventato spontaneamente l’assessore, e lasciava che i leader fossero gli altri.
Questa corrente di grazia ci porta avanti in un cammino di Chiesa che in Italia ha dato molto frutto, vi ringrazio. Vi incoraggio ad andare avanti. Chiedo il vostro importante contributo in particolare per impegnarvi a condividere con tutti nella Chiesa il Battesimo che avete ricevuto. Avete vissuto questa esperienza, condividetela nella Chiesa. E questo è il servizio molto importante, più importante che si possa dare a tutti nella Chiesa. Aiutare il popolo di Dio nell’incontro personale con Gesù Cristo, che ci cambia in uomini e donne nuove, in piccoli gruppi, umili ma efficaci perché è lo Spirito che opera. Non guardare tanto a fare grandi raduni che spesso finiscono lì, ma alle relazioni “artigianali” derivanti dalla testimonianza, in famiglia, nel lavoro, nella vita sociale, nelle parrocchie, nei gruppi di preghiera, con tutti! E qui vi chiedo di prendere l’iniziativa per creare legami di fiducia e di cooperazione con i vescovi, che hanno la responsabilità pastorale di guidare il corpo di Cristo, incluso il Rinnovamento carismatico. Incominciate a prendere delle iniziative necessarie perché tutte le realtà carismatiche italiane nate dalla corrente di grazia, possano vincolarsi con questi legami di fiducia e di cooperazione direttamente con i loro vescovi lì dove si trovano.
C’è un altro segno forte dello Spirito nel Rinnovamento carismatico: la ricerca dell’unità del Corpo di cristo. Voi carismatici avete una grazia speciale per pregare e lavorare per l’unità dei cristiani, perché la corrente di grazia attraversa tutte le Chiese cristiane. L’unità dei cristiani è opera dello Spirito Santo e dobbiamo pregare insieme. L’ecumenismo spirituale, l’ecumenismo della preghiera. “Ma, padre, io posso pregare con un evangelico, con un ortodosso, con un luterano?” – “Devi, devi! Avete ricevuto lo stesso Battesimo”. Tutti noi abbiamo ricevuto lo stesso battesimo, tutti noi andiamo sulla strada di Gesù, vogliamo Gesù. Tutti noi abbiamo fatto queste divisioni nella storia, per tanti motivi, ma non buoni. Ma adesso è proprio il tempo in cui lo Spirito ci fa pensare che queste divisioni non vanno, che queste divisioni sono una contro-testimonianza, e dobbiamo fare del tutto per andare insieme: l’ecumenismo spirituale, l’ecumenismo della preghiera, l’ecumenismo del lavoro, ma della carità insieme, l’ecumenismo della lettura della Bibbia insieme… Andare insieme verso l’unità. “Ma, padre, per questo dobbiamo firmare un documento?“ –
“Ma lasciati portare avanti dallo Spirito Santo, prega, lavora, ama e poi lo Spirito farà il resto!”.
Questa corrente di grazia attraversa tutte le confessioni cristiane, tutti noi che crediamo in Cristo. L’unità prima di tutto nella preghiera. Il lavoro per l’unità dei cristiani incomincia con la preghiera. Pregare insieme.
Unità perché il sangue dei martiri di oggi ci fa uno. C’è l’ecumenismo del sangue. Noi sappiamo che quando quelli che odiano Gesù Cristo uccidono un cristiano, prima di ucciderlo, non gli domandano: “Ma tu sei luterano, tu sei ortodosso, tu sei evangelico, tu sei battista, tu sei metodista?”. Tu sei cristiano! E tagliano la testa. Questi non confondono, sanno che c’è una radice lì, che dà vita a tutti noi e che si chiama Gesù Cristo, e che c’è lo Spirito santo che ci porta verso l’unità! Quelli che odiano Gesù Cristo guidati dal maligno non sbagliano, sanno e per questo uccidono senza fare domande.
E questa è una cosa che io vi affido, forse vi ho raccontato questo, ma è una storia vera. E’ una storia vera. In una città della Germania, Amburgo, c’era un parroco che studiava gli scritti per portare avanti la causa di beatificazione di un sacerdote ucciso dal nazismo, ghigliottinato. Il motivo? Insegnava il catechismo ai bambini. E, mentre studiava, ha scoperto che dopo di lui era stato ghigliottinato, 5 minuti dopo, un pastore luterano per lo stesso motivo. E il sangue di tutti e due si è mischiato: tutti e due martiri, tutti e due martiri. E’ l’ecumenismo del sangue. Se il nemico ci unisce nella morte, chi siamo noi per dividerci nella vita? Lasciamo entrare lo Spirito, preghiamo per andare avanti tutti insieme. “Ma ci sono differenze!”. Lasciamole da parte, camminiamo con quello che abbiamo in comune, che è abbastanza: c’è la Santa Trinità, c’è il Battesimo. Andiamo avanti, con la forza dello Spirito Santo.
Pochi mesi fa, anche quei ventitré egiziani copti che sono stati sgozzati sulla spiaggia della Libia; e in quel momento dicevano il nome di Gesù. “Ma non sono cattolici…”. Ma sono cristiani, sono fratelli, sono i nostri martiri! L’ecumenismo del sangue. 50 anni fa, il beato Paolo VI, nella canonizzazione dei giovani martiri dell’Uganda, ha fatto riferimento al fatto che per lo stesso motivo hanno versato il sangue anche i loro compagni catechisti anglicani. Erano cristiani, erano martiri. Scusatemi, non scandalizzatevi, sono i nostri martiri! Perché hanno dato la via per Cristo, e questo è l’ecumenismo del sangue. Pregare facendo memoria dei nostri martiri comuni.
Unità nel lavoro insieme per i poveri e i bisognosi, che pure hanno bisogno del Battesimo nello Spirito Santo. Sarebbe molto bello organizzare seminari di vita nello Spirito, insieme ad altre realtà carismatiche cristiane, per i fratelli e le sorelle che vivono in strada: anche loro hanno lo Spirito dentro che spinge, perché qualcuno spalanchi la porta da fuori.
E’ finita la pioggia, sembra. E’ finito il caldo. Il Signore è buono, prima ci dà il caldo, poi una bella doccia! E’ con noi. Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo, da questa corrente di grazia, che va avanti e cerca sempre l’unità. Nessuno è il padrone. Un solo Signore. Chi è? [piazza: “Gesù!”] Gesù è il Signore! Vi ricordo: il Rinnovamento carismatico è una grazia pentecostale per tutta la Chiesa. D’accordo? [piazza: “Sì!”] Se qualcuno non è d’accordo alzi la mano!
L’unità nella diversità dello Spirito, non qualsiasi unità, la sfera e il poliedro, ricordatevi bene questo. L’esperienza comune del battesimo dello Spirito
Santo e il vincolo fraterno e diretto con il vescovo diocesano, perché il tutto è più della parte. Poi, unità del Corpo di Cristo: pregare insieme con gli altri cristiani, lavorare insieme con gli altri cristiani per i poveri e i bisognosi. Tutti noi abbiamo lo stesso Battesimo. Organizzare seminari di vita nello Spirito per i fratelli che vivono nella strada, anche per i fratelli emarginati da tante sofferenza della vita. Mi permetto di ricordare la testimonianza di Ugo. Il Signore lo ha chiamato proprio perché lo Spirito Santo gli ha fatto vedere la gioia di seguire Gesù. Organizzare seminari di vita nello Spirito Santo per le persone che vivono nella strada.
E poi, se il Signore ci dà vita, vi aspetto tutti insieme all’incontro dell’ICCRS e della Fraternità cattolica, che già lo stanno organizzando, tutti voi e tutti quelli che vogliono venire a Pentecoste nel 2017 – non è tanto lontano! – qui in piazza San Pietro per celebrare il Giubileo d’oro di questa corrente di grazia. Una opportunità per la Chiesa, come disse il beato Paolo VI nella Basilica di San Pietro, nel 1975. Ci riuniremo a rendere grazie allo Spirito Santo per il dono di questa corrente di grazia che è per la Chiesa e per il mondo, e per celebrare le meraviglie che lo Spirito Santo ha fatto nel corso
di questi 50 anni, cambiando la vita di milioni di cristiani.
Ancora grazie per aver risposto con gioia al mio invito. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi protegga. E per favore non dimenticatevi di pregare per me, perché ne ho bisogno, grazie!
E con le Bibbie, con la Parola di Dio, andate, predicate la novità che ci ha dato Gesù. Predicate ai poveri, agli emarginati, ai ciechi, ai malati, ai carcerati, a tutti gli uomini e le donne. In ognuno c’è lo Spirito, dentro, che vuole essere aiutato a spalancare la porta per farlo rivivere. Il Signore vi accompagni in questa missione, sempre con la Bibbia in mano, sempre con il Vangelo in tasca, con la Parola di Cristo.
[Benedizione]
Preghiera del Papa:
Ti adoriamo, Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Padre, inviaci lo Spirito Santo che Gesù ci ha promesso. Egli ci guiderà verso l’unità. Egli è Colui che dà i carismi, che opera la varietà nella Chiesa, ed è Lui che fa l’unità. Inviaci lo Spirito Santo, che ci insegni tutto quello che Gesù ci ha insegnato e ci dia la memoria di quello che Gesù ha detto. Gesù, Signore, Tu hai chiesto per tutti noi la grazia dell’unità in questa Chiesa che è Tua, non è nostra. La storia ci ha divisi. Gesù, aiutaci ad andare sulla strada dell’unità o di questa diversità riconciliata. Signore, Tu sempre fai quello che hai promesso, donaci l’unità di tutti i cristiani. Amen.
1 novembre 2016
Estratto
L’altra iniziativa è stata quella del dialogo, e questo già a partire da Buenos Aires. A Buenos Aires, per esempio, abbiamo fatto tre incontri al Luna Park che ha una capienza di 7.000 persone. Tre incontri di fedeli evangelici e cattolici nella linea del Rinnovamento Carismatico, ma anche aperta. E incontri che duravano tutto il giorno: predicava un pastore, un vescovo evangelico e predicava un sacerdote cattolico o un vescovo cattolico; oppure due e due, si alternavano. In due di quegli incontri, se non in tutti e tre, ma in due di sicuro, ha predicato padre Cantalamessa, che è il predicatore della Casa Pontificia.
Credo che la cosa derivi già dai pontificati precedenti, e da quando io ero a Buenos Aires, e questo ci ha fatto bene. E abbiamo fatto anche dei ritiri spirituali di tre giorni con pastori e sacerdoti insieme, predicati anch’essi da pastori e da un sacerdote oppure un vescovo. E questo ha aiutato molto il dialogo, la comprensione, l’avvicinamento, il lavoro… soprattutto il lavoro con i più bisognosi. Insieme. E il rispetto, il grande rispetto. Questo in riferimento alle iniziative, già da Buenos Aires… Qui a Roma ho avuto diverse riunioni con pastori, già due o tre. Alcuni sono venuti dagli USA e da qua, dall’Europa.
Poi quello che Lei ha menzionato è la celebrazione che organizza l’ICCRS [International Catholic Charismatic Renewal Services], la celebrazione per i 50 anni del Rinnovamento Carismatico, che è nato ecumenico, e perciò sarà una celebrazione ecumenica in questo senso, e si terrà al Circo Massimo. Io prevedo – se Dio mi dà vita – di andare a parlare lì. Mi pare che duri due giorni, però ancora non è organizzata. So che si terrà alla vigilia di Pentecoste, e io parlerò in qualche momento. A proposito del Rinnovamento Carismatico e a proposito di Pentecostali: la parola “pentecostale”, la denominazione “pentecostale” oggi è ambigua, perché si riferisce a molte cose, molte associazioni, molte comunità ecclesiali che non sono uguali, anzi, sono opposte. Allora, bisogna essere più precisi. Cioè, si è talmente diffusa che è diventata un termine ambiguo. In Brasile questo è tipico, dove si è propagata parecchio.
Il Rinnovamento Carismatico nasce… – e uno dei primi oppositori che c’è stato in Argentina è colui che vi sta parlando – perché io ero Provinciale dei Gesuiti a quell’epoca, quando è iniziato in Argentina, e io ho proibito ai Gesuiti di avere a che fare con loro. E ho detto pubblicamente che quando si faceva una celebrazione liturgica bisognava fare una cosa liturgica e non una “scuola di samba”. Quello ho detto. Ed oggi penso il contrario, quando le cose sono ben fatte.
Anzi, a Buenos Aires, tutti gli anni una volta all’anno avevamo nella cattedrale la Messa del Movimento di Rinnovamento Carismatico, alla quale venivano tutti. Quindi, anch’io ho sperimentato un processo di riconoscimento del buono che il Rinnovamento ha dato alla Chiesa. E non bisogna dimenticare la grande figura del Cardinale Suenens, che ha avuto quella visione profetica ed ecumenica […].
8 giugno 2019
ai partecipanti alla Conferenza Internazionale dei Leader del Rinnovamento Carismatico Cattolico
(Catholic Charismatic Renewal International Service – Charis) Aula Paolo VI, Città del Vaticano
Estratto
A me piace come alcuni popoli si salutano in questo tempo di Pasqua. Non dicono: “Buongiorno” o “Buonasera”, dicono: “Gesù è risorto”. Ci salutiamo così, insieme: “Gesù…” [tutti rispondono: “è risorto”].
Sì, Gesù è vivo! Grazie perché vi ricordate che mi piace questo canto iniziale che avete cantato.
In questa solennità di Pentecoste comincia una nuova tappa nel cammino iniziato dal Rinnovamento Carismatico 52 anni fa. Rinnovamento Carismatico che si è sviluppato nella Chiesa per volontà di Dio e che, parafrasando San Paolo VI, “è un’opportunità per la Chiesa” (cfr Discorso ai partecipanti al III Congresso internazionale del Rinnovamento Carismatico Cattolico, 19 maggio 1975, Pentecoste).
Ringrazio oggi, a nome della Chiesa, l’ICCRS e la Fraternità Cattolica per la missione realizzata in questi trent’anni. Voi avete tracciato la strada e avete reso possibile, con la vostra fedeltà, che CHARIS sia oggi una realtà. Grazie!
Grazie anche all’équipe di quattro persone che ho incaricato della concretizzazione di questo nuovo servizio unico; e al Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, nella persona del Cardinale Farrell, che vi ha accompagnato.
Oggi finisce qualcosa e ne incomincia un’altra: incomincia una nuova tappa di questo cammino. Una tappa segnata dalla comunione tra tutti i membri della famiglia carismatica, in cui si manifesta la presenza potente dello Spirito Santo per il bene di tutta la Chiesa; in cui questa Presenza rende uguale ciascuno, perché tutti e ciascuno sono nati dal medesimo Spirito; grandi e piccoli, ricchi di anni e appena nati, impegnati a livello universale o piuttosto locale, formano il tutto, che è superiore sempre alla parte.
Nuovo e unico servizio di comunione
Andiamo verso l’unità: questa è la strada dello Spirito.
Nuovo. Come vi dicevo al Circo Massimo, il nuovo può destabilizzare. C’è all’inizio una sensazione di insicurezza circa i cambiamenti che il nuovo può portare: a volte uno preferisce rimanere nel proprio, e si stacca dall’unità. E questa è una tentazione del diavolo: ogni volta che qualcuno sente: “No, il mio è più di quello”, e “io preferisco il vecchio al nuovo”, lì c’è il diavolo, perché mi stacca dall’unità. È umano un certo timore per il nuovo – questo sì, è vero – ma non è il caso delle persone spirituali: «Io faccio nuove tutte le cose», dice il Signore nel libro dell’Apocalisse (21,5). Il nostro Dio è il Dio delle novità. Le novità di Dio sono sempre di benedizione, perché procedono dal suo cuore amoroso. È sempre presente la tentazione di dire: “Stiamo bene come stiamo, le cose vanno bene, perché cambiare? Lasciamole così come stanno, che noi sappiamo come si fa”. Questo pensiero non viene dallo Spirito, almeno non dallo Spirito Santo, forse dallo spirito del mondo… Non
cadete in questo errore. «Io faccio nuove tutte le cose», dice il Signore.
Nuovo e Unico. Un servizio per tutte le realtà carismatiche che lo Spirito ha suscitato nel mondo. Non un organismo che serve alcune realtà e un altro organismo che serve altre realtà e un terzo…, e così via. No: unico.
Servizio. Non governo. A volte succede che nelle associazioni umane, sia laiche sia religiose, c’è la tentazione di andare sempre cercando i profitti personali. E l’ambizione di farsi vedere, di dirigere, dei soldi… Sempre così. La corruzione entra così. No: servizio, sempre servizio. Servizio non vuol dire “intascare” – il diavolo entra dalle tasche –; servizio vuol dire dare: dare, darsi.
Comunione. Tutti con un solo cuore rivolto al Padre per dare testimonianza dell’unità nella diversità. Diversità di carismi che lo Spirito ha suscitato in questi 52 anni. “Allungare le corde della tenda”, come dice Isaia 54 (cfr v. 2), perché possano starci tutti i membri di una stessa famiglia. Una famiglia dove c’è un solo Dio Padre, un solo Signore Gesù Cristo e un solo Spirito vivificante. Una famiglia in cui un membro non è più importante dell’altro, né per età, né per intelligenza, né per le sue capacità, perché sono tutti figli amati dello stesso Padre. L’esempio del corpo che ci dà San Paolo è molto eloquente in questo senso (cfr 1 Cor 12,12-26). Il corpo ha bisogno, un membro ha bisogno dell’altro. Tutti insieme.
Ho visto che nel Servizio Internazionale di Comunione c’è una rappresentante dei giovani. È presente qui? Complimenti! Me ne rallegro! I giovani sono il futuro della Chiesa, è vero, ma sono il presente: sono presente e futuro nella Chiesa. Sono contento che abbiate dato loro la visibilità e l’esercizio della responsabilità che a loro spetta, di vedere il presente con altri occhi e guardare il futuro con voi.
Ho saputo anche che CHARIS oggi possiede i diritti di pubblicazione dei Documenti di Malines. Il presidente mi ha regalato la versione spagnola, grazie! Buona cosa. Fateli conoscere! Vi ho detto in diverse occasioni che sono il “documento di accompagnamento”, la bussola della corrente di grazia.
Mi avete chiesto di dirvi che cosa il Papa e la Chiesa si attendono da questo nuovo servizio, da Charis e da tutto il Rinnovamento Carismatico. Scherzando io dico: che cosa si aspetta il Papa dagli “spiritisti”. [ridono] Cosa si aspetta il Papa da voi:
– Che questo movimento condivida il Battesimo nello Spirito Santo con tutti nella Chiesa. È la grazia che voi avete ricevuto. Condividetela! Non tenerla per sé!
– Che serva all’unità del corpo di Cristo che è la Chiesa, comunità dei credenti in Gesù Cristo. Questo è molto importante perché lo Spirito Santo è Colui che fa l’unità nella Chiesa, ma anche è quello che fa la diversità. È interessante la personalità dello Spirito Santo: Lui fa la diversità più grande con i carismi, ma poi fa sì che questi carismi, in armonia, si ritrovino in unità. Perché, come dice san Basilio, “lo Spirito Santo è l’armonia”, che dà l’armonia, nella Trinità, e anche tra noi.
– E che serva i poveri, i più bisognosi di ogni bisogno, fisico e spirituale. Questo non vuol dire che, come qualcuno può pensare, adesso il Rinnovamento si è fatto comunista. No, si è fatto evangelico, questo è nel
Vangelo.
Queste tre cose: Battesimo nello Spirito Santo, unità del Corpo di Cristo e servizio ai poveri, sono la testimonianza necessaria per l’evangelizzazione del mondo, alla quale tutti siamo chiamati per il nostro Battesimo. Evangelizzazione che non è proselitismo ma principalmente testimonianza. Testimonianza di amore: “guardate come si amano”, è ciò che richiamava l’attenzione di quanti incontravano i primi cristiani. “Guardate come si amano”. A volte, in tante comunità, si può dire: “Guardate come si sparlano!”, e questo non viene dallo Spirito Santo. “Guardate come si amano”. Evangelizzare è amare. Condividere l’amore di Dio per ogni essere umano. Si possono fare organismi per evangelizzare, si possono fare programmi pensati e studiati con cura, ma se non c’è amore, se non c’è la comunità, non serve a nulla! “Guardate come si amano”. Questa è la comunità: nella Seconda Lettera di Giovanni c’è un monito, un avvertimento, al versetto 9. Dice: “State attenti perché coloro che vanno al di là della comunità, non sono dello spirito buono”. Forse qualcuno avrà questa tentazione: “No, facciamo un’organizzazione così, così…; facciamo un palazzo così, o quell’altra cosa…”. Prima l’amore. Con l’ideologia, con la metodologia soltanto, questo è eccedere, andare oltre le comunità, e Giovanni ha detto: “Questo è lo spirito del mondo, non è lo Spirito di Dio”. “Guardate come si amano”.
Rinnovamento carismatico, corrente di grazia dello Spirito Santo, siate testimoni di questo amore! E, per favore, pregate per me.
Adesso, io vorrei anticipare di 25 minuti – poi, se voi volete, fatelo voi – ma io con voi vorrei farlo: di 25 minuti anticipare l’atto che oggi in tutta la Chiesa si fa, un minuto di silenzio per la pace. Perché? Perché oggi è la ricorrenza, il quinto anniversario, dell’incontro qui in Vaticano dei Presidenti dello Stato di Palestina e dello Stato di Israele. Abbiamo pregato insieme per la pace, e in tutto il mondo oggi si farà alle 13 un minuto di silenzio. Lo facciamo adesso, prima della Benedizione, tutti insieme, in piedi.
Grazie, e che una comunità del Rinnovamento faccia silenzio, è quasi eroico! [ridono] Grazie!
Adesso vi dò la Benedizione. [Benedizione]
Cristo è risorto!
Veglie e Omelie pontificie
29 maggio 2004
Giovanni Paolo II
Piazza San Pietro, Roma
Celebrazione dei Primi Vespri della Domenica di Pentecoste Omelia di Giovanni Paolo II
Estratto
1. Veni, creator Spiritus!
Da ogni parte della Chiesa, nella solennità di Pentecoste, si leva unanime questo canto: Veni, creator Spiritus! Il Corpo mistico di Cristo, sparso in tutta la terra, invoca lo Spirito da cui trae vita, il Soffio vitale che anima il suo essere e il suo agire.
Le antifone dei Salmi ci hanno ricordato poc’anzi quale fu l’esperienza dei discepoli nel Cenacolo: “Al compiersi della Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua, erano tutti riuniti” (1 ant.); “Lingue di fuoco su ognuno degli Apostoli: lo Spirito di Dio appariva nel mondo” (2 ant.).
Riviviamo quella stessa esperienza spirituale anche noi, riuniti in questa Piazza, diventata un grande Cenacolo. E come noi, innumerevoli comunità diocesane e parrocchiali, associazioni, movimenti e gruppi in ogni parte del mondo levano al Cielo la comune invocazione: Vieni, Santo Spirito!
2. Saluto i Signori Cardinali e gli altri Presuli e sacerdoti presenti. Saluto tutti voi, carissimi Fratelli e Sorelle, che avete voluto prender parte a questa suggestiva Celebrazione.
Invio ora il mio pensiero ai numerosi giovani che da Lednica, in Polonia, sono uniti a noi attraverso la radio e la televisione.
Z Placu św. Piotra kieruję moje serdeczne pozdrowienie do młodych zgromadzonych na modlitewnym czuwaniu w Lednicy. Modlę się z wami, drodzy moi Przyjaciele, o dar Ducha Świętego. Niech Pocieszyciel, Duch Prawdy napełni Was miłością Chrystusa, któremu zawierzacie Waszą przyszłość. Z serca Wam błogosławię.
[Da Piazza San Pietro indirizzo il mio cordiale saluto ai giovani radunati nella veglia di preghiera a Lednica. Prego con voi, cari miei amici, per il dono dello Spirito Santo. Il Consolatore, lo Spirito di verità, vi colmi dell’amore di Cristo, a cui affidate il vostro futuro. Vi benedico di cuore.]
3. Saluto in modo speciale i membri del Rinnovamento nello Spirito, una delle varie espressioni della grande famiglia del movimento carismatico cattolico. Grazie al movimento carismatico tanti cristiani, uomini e donne, giovani e adulti, hanno riscoperto la Pentecoste come realtà viva e presente nella loro esistenza quotidiana. Auspico che la spiritualità della Pentecoste si diffonda nella Chiesa, quale rinnovato slancio di preghiera, di santità, di comunione e di annuncio.
Incoraggio a questo proposito l’iniziativa denominata “Roveto Ardente”, promossa dal Rinnovamento dello Spirito. Si tratta di un’adorazione incessante, giorno e notte, davanti al Santissimo Sacramento; un invito ai fedeli a “ritornare al Cenacolo” perché, uniti nella contemplazione del Mistero eucaristico, intercedano per la piena unità dei cristiani e per la conversione dei peccatori. Auguro di cuore che questa iniziativa conduca molti a riscoprire i doni dello Spirito, che hanno nella Pentecoste la loro fonte sorgiva.
4. Carissimi Fratelli e Sorelle! La celebrazione di questa sera mi richiama alla mente il memorabile incontro con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità della vigilia di Pentecoste di sei anni fa. Fu una straordinaria epifania dell’unità della Chiesa, nella ricchezza e varietà dei carismi, che lo Spirito Santo elargisce in abbondanza. Quanto ebbi a osservare in quella occasione lo ripeto ora con forza: i movimenti ecclesiali e le nuove comunità sono una “risposta provvidenziale”, “suscitata dallo Spirito Santo”, all’odierna domanda di nuova evangelizzazione, per la quale sono necessarie “personalità cristiane mature” e “comunità cristiane vive” (cfr Insegnamenti XXI, 1 [1998], p. 1123).
19 maggio 2013
Francesco
Solennità di Pentecoste
Santa Messa con i Movimenti ecclesiali
Omelia del Santo Padre Francesco
Piazza San Pietro, Roma
Estratto
Cari fratelli e sorelle,
in questo giorno noi contempliamo e riviviamo nella liturgia l’effusione dello Spirito Santo operata da Cristo risorto sulla sua Chiesa; un evento di grazia che ha riempito il cenacolo di Gerusalemme per espandersi nel mondo intero.
Ma che cosa avvenne in quel giorno così lontano da noi, eppure così vicino da raggiungere l’intimo del nostro cuore? San Luca ci offre la risposta nel brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato (2,1-11). L’evangelista ci riporta a Gerusalemme, al piano superiore della casa nella quale sono riuniti gli Apostoli. Il primo elemento che attira la nostra attenzione è il fragore che improvviso viene dal cielo, «quasi un vento che si abbatte impetuoso» e riempie la casa; poi le «lingue come di fuoco» che si dividevano e si posavano su ciascuno degli Apostoli. Fragore e lingue infuocate sono segni precisi e concreti che toccano gli Apostoli, non solo esteriormente, ma anche nel loro intimo: nella mente e nel cuore. La conseguenza è che «tutti furono colmati di Spirito Santo», il quale sprigiona il suo dinamismo irresistibile, con esiti sorprendenti: «Cominciarono a parlare in altre lingue nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi». Si apre allora davanti a noi un quadro del tutto inatteso: una grande folla si raduna ed è piena di meraviglia perché ciascuno sente parlare gli Apostoli nella propria lingua. Tutti fanno un’esperienza nuova, mai accaduta prima: «Li udiamo parlare nelle nostre lingue». E di che cosa parlano? «Delle grandi opere di Dio».
Alla luce di questo brano degli Atti, vorrei riflettere su tre parole legate all’azione dello Spirito: novità, armonia, missione.
La novità ci fa sempre un po’ di paura, perché ci sentiamo più sicuri se abbiamo tutto sotto controllo, se siamo noi a costruire, a programmare, a progettare la nostra vita secondo i nostri schemi, le nostre sicurezze, i nostri gusti. E questo avviene anche con Dio. Spesso lo seguiamo, lo accogliamo, ma fino ad un certo punto; ci è difficile abbandonarci a Lui con piena fiducia, lasciando che sia lo Spirito Santo l’anima, la guida della nostra vita, in tutte le scelte; abbiamo paura che Dio ci faccia percorrere strade nuove, ci faccia uscire dal nostro orizzonte spesso limitato, chiuso, egoista, per aprirci ai suoi orizzonti. Ma, in tutta la storia della salvezza, quando Dio si rivela porta novità – Dio porta sempre novità -, trasforma e chiede di fidarsi totalmente di Lui: Noè costruisce un’arca deriso da tutti e si salva; Abramo lascia la sua terra con in mano solo una promessa; Mosè affronta la potenza del faraone e guida il popolo verso la libertà; gli Apostoli, timorosi e chiusi nel cenacolo, escono con coraggio per annunciare il Vangelo. Non è la novità per la novità, la ricerca del nuovo per superare la noia, come avviene spesso nel nostro tempo. La novità che Dio porta nella nostra vita è ciò che veramente ci realizza, ciò che ci dona la vera gioia, la vera serenità, perché Dio ci ama e vuole solo il nostro bene. Domandiamoci oggi: siamo aperti alle “sorprese di
Dio”? O ci chiudiamo, con paura, alla novità dello Spirito Santo? Siamo coraggiosi per andare per le nuove strade che la novità di Dio ci offre o ci difendiamo, chiusi in strutture caduche che hanno perso la capacità di accoglienza? Ci farà bene farci queste domande durante tutta la giornata.
2. Un secondo pensiero: lo Spirito Santo, apparentemente, sembra creare disordine nella Chiesa, perché porta la diversità dei carismi, dei doni; ma tutto questo invece, sotto la sua azione, è una grande ricchezza, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di unità, che non significa uniformità, ma ricondurre il tutto all’armonia. Nella Chiesa l’armonia la fa lo Spirito Santo. Uno dei Padri della Chiesa ha un’espressione che mi piace tanto: lo Spirito Santo “ipse harmonia est”. Lui è proprio l’armonia. Solo Lui può suscitare la diversità, la pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare l’unità. Anche qui, quando siamo noi a voler fare la diversità e ci chiudiamo nei nostri particolarismi, nei nostri esclusivismi, portiamo la divisione; e quando siamo noi a voler fare l’unità secondo i nostri disegni umani, finiamo per portare l’uniformità, l’omologazione. Se invece ci lasciamo guidare dallo Spirito, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai conflitto, perché Egli ci spinge a vivere la varietà nella comunione della Chiesa. Il camminare insieme nella Chiesa, guidati dai Pastori, che hanno uno speciale carisma e ministero, è segno dell’azione dello Spirito Santo; l’ecclesialità è una caratteristica fondamentale per ogni cristiano, per ogni comunità, per ogni movimento. E’ la Chiesa che mi porta Cristo e mi porta a Cristo; i cammini paralleli sono tanto pericolosi! Quando ci si avventura andando oltre (proagon) la dottrina e la Comunità ecclesiale – dice l’Apostolo Giovanni nella sua Seconda Lettera – e non si rimane in esse, non si è uniti al Dio di Gesù Cristo (cfr 2Gv v. 9). Chiediamoci allora: sono aperto all’armonia dello Spirito Santo, superando ogni esclusivismo? Mi faccio guidare da Lui vivendo nella Chiesa e con la Chiesa?
3. L’ultimo punto. I teologi antichi dicevano: l’anima è una specie di barca a vela, lo Spirito Santo è il vento che soffia nella vela per farla andare avanti, gli impulsi e le spinte del vento sono i doni dello Spirito. Senza la sua spinta, senza la sua grazia, noi non andiamo avanti. Lo Spirito Santo ci fa entrare nel mistero del Dio vivente e ci salva dal pericolo di una Chiesa gnostica e di una Chiesa autoreferenziale, chiusa nel suo recinto; ci spinge ad aprire le porte per uscire, per annunciare e testimoniare la vita buona del Vangelo, per comunicare la gioia della fede, dell’incontro con Cristo. Lo Spirito Santo è l’anima della missione. Quanto avvenuto a Gerusalemme quasi duemila anni fa non è un fatto lontano da noi, è un fatto che ci raggiunge, che si fa esperienza viva in ciascuno di noi. La Pentecoste del cenacolo di Gerusalemme è l’inizio, un inizio che si prolunga. Lo Spirito Santo è il dono per eccellenza di Cristo risorto ai suoi Apostoli, ma Egli vuole che giunga a tutti. Gesù, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, dice: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre» (Gv 14,16). E’ lo Spirito Paràclito, il «Consolatore», che dà il coraggio di percorrere le strade del mondo portando il Vangelo! Lo Spirito Santo ci fa vedere l’orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per annunciare la vita di Gesù Cristo. Chiediamoci se abbiamo la tendenza di chiuderci in noi stessi, nel nostro gruppo, o se lasciamo che lo Spirito Santo ci apra alla missione. Ricordiamo oggi queste tre parole: novità, armonia, missione.
La liturgia di oggi è una grande preghiera che la Chiesa con Gesù eleva al Padre, perché rinnovi l’effusione dello Spirito Santo. Ciascuno di noi, ogni gruppo, ogni movimento, nell’armonia della Chiesa, si rivolga al Padre per chiedere questo dono. Anche oggi, come al suo nascere, insieme con Maria la Chiesa invoca: «Veni Sancte Spiritus! – Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore!». Amen.
3 giugno 2017
Circo Massimo, Roma
Estratto
Nel primo capitolo del libro degli Atti degli Apostoli leggiamo: «Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo» (1,4-5).
«E mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2,1-4).
Oggi siamo qui come in un Cenacolo a cielo aperto, perché non abbiamo paura: a cielo aperto, e anche con il cuore aperto alla promessa del Padre. Siamo riuniti “tutti noi credenti”, tutti quelli che professiamo che “Gesù è il Signore”, “Jesus is the Lord”. Molti sono venuti da diverse parti del mondo e lo Spirito Santo ci ha riuniti per stabilire legami di amicizia fraterna che ci incoraggino nel cammino verso l’unità, l’unità per la missione: non per stare fermi, no, per la missione, per proclamare che Gesù è il Signore – “Jesús es el Señor” -, per annunciare insieme l’amore del Padre per tutti i suoi figli. Per annunciare la Buona Novella a tutti i popoli. Per dimostrare che la pace è possibile. Non è tanto facile dimostrare a questo mondo di oggi che la pace è possibile, ma nel nome di Gesù possiamo dimostrare con la nostra testimonianza che la pace è possibile! Ma è possibile se noi siamo in pace tra noi. Se noi accentuiamo le differenze, siamo in guerra tra noi e non possiamo annunciare la pace. La pace è possibile a partire dalla nostra confessione che Gesù è il Signore e dalla nostra evangelizzazione in questo cammino [di unità]. E’ possibile. Mostrando che abbiamo differenze – questo è ovvio, abbiamo differenze -, ma che desideriamo essere una diversità riconciliata. Ecco, questa parola non dobbiamo dimenticarla ma dirla tutti: diversità riconciliata. E questa parola non è mia, è di un fratello luterano. Diversità riconciliata.
Ed ora siamo qui, e siamo molti! Ci siamo riuniti a pregare insieme, a chiedere la venuta dello Spirito Santo sopra ciascuno di noi, per uscire nelle vie della città e del mondo a proclamare la signoria di Gesù Cristo.
Il Libro degli Atti afferma: «Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e proseliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» (2,9-11). Parlare nella stessa lingua, ascoltare, capire… Ci sono le differenze, ma lo Spirito ci fa capire il messaggio della risurrezione di Gesù nella nostra propria lingua.
Siamo riuniti qui credenti provenienti da 120 Paesi del mondo, a celebrare la sovrana opera dello Spirito Santo nella Chiesa, che prese l’avvio 50 anni fa e diede inizio…a una istituzione? No. A una organizzazione? No. A una corrente di grazia, alla corrente di grazia del Rinnovamento Carismatico Cattolico. Opera che nacque… cattolica? No. Nacque ecumenica! Nacque ecumenica perché è lo Spirito Santo che crea l’unità ed è il medesimo Spirito Santo che diede l’ispirazione perché fosse così. E’ importante leggere le opere del cardinale Suenens su questo, è molto importante.
La venuta dello Spirito Santo trasforma uomini chiusi a causa della paura in coraggiosi testimoni di Gesù. Pietro, che aveva rinnegato Gesù tre volte, ricolmo della forza dello Spirito Santo proclama: «Sappia dunque con certezza tutta la casa d’Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36). E questa è la professione di fede di ogni cristiano! “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che è stato crocifisso”. Siete d’accordo su questa professione di fede? [rispondono: Sì!] E’ la nostra, di tutti, tutti, la stessa!
La Parola prosegue dicendo: «Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno» (At 2,44-45). Vendevano e aiutavano i poveri. C’erano alcuni “furbi” – pensiamo ad Anania e Saffira – sempre ce ne sono, ma tutti i credenti, la maggioranza, si aiutavano. «Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati» (At 2,46-47). La comunità cresceva, e c’era lo Spirito che ispirava. A me piace tanto pensare a Filippo, quando l’angelo gli disse: “Va’ sulla strada di Gaza e trova quel proselito, ministro dell’economia della regina di Etiopia, Candace”. Era un proselito e leggeva Isaia. E Filippo gli spiegò la Parola, proclamò Gesù, e quello si convertì. E a un certo punto, disse: “Qui c’è dell’acqua: voglio essere battezzato”. Era lo Spirito che spinse Filippo ad andare là, ed è stato dall’inizio lo Spirito a spingere tutti i credenti a proclamare il Signore.
Oggi abbiamo scelto di riunirci qui, in questo luogo – lo ha detto il pastore Traettino – perché qui, durante le [antiche] persecuzioni vennero martirizzati dei cristiani, per il divertimento di quelli che stavano a guardare. Oggi ci sono più martiri di ieri! Oggi ci sono più martiri, cristiani. Quelli che uccidono i cristiani, prima di ucciderli non domandano loro: “Tu sei ortodosso? Tu sei cattolico? Tu sei evangelico? Tu sei luterano? Tu sei calvinista?”. No. “Tu sei cristiano?” – “Sì”: sgozzato, subito. Oggi ci sono più martiri che nei primi tempi. E questo è l’ecumenismo del sangue: ci unisce la testimonianza dei nostri martiri di oggi. In diversi posti del mondo il sangue cristiano viene sparso. Oggi è più urgente che mai l’unità dei cristiani, uniti per opera dello Spirito Santo, nella preghiera e nell’azione per i più deboli. Camminare insieme, lavorare insieme. Amarci. Amarci. E insieme cercare di spiegare le differenze, metterci d’accordo, ma in cammino! Se noi rimaniamo fermi, senza camminare, mai, mai ci metteremo d’accordo. E’ così, perché lo Spirito ci vuole in cammino.
50 anni di Rinnovamento Carismatico Cattolico. Una corrente di grazia dello Spirito! E perché corrente di grazia? Perché non ha né fondatore, né statuti, né organi di governo. Chiaramente in questa corrente sono nate molteplici
espressioni che, certo, sono opere umane ispirate dallo Spirito, con vari carismi, e tutte al servizio della Chiesa. Ma alla corrente non si possono porre dighe, né si può rinchiudere lo Spirito Santo in una gabbia!
Sono passati 50 anni. Quando si giunge a questa età le forze cominciano a declinare. E’ la metà della vita – nella mia terra diciamo “el cincuentazo” -, le rughe diventano più profonde – a meno che tu non ti trucchi, ma le rughe ci sono –, i capelli grigi aumentano, e incominciamo anche a dimenticarci alcune cose…
50 anni è un momento della vita adatto per fermarci e fare una riflessione. E’ il momento della riflessione: la metà della vita. E io vi direi: è il momento per andare avanti con più forza, lasciandoci alle spalle la polvere del tempo che abbiamo lasciato accumulare, ringraziando per quello che abbiamo ricevuto e affrontando il nuovo con fiducia nell’azione dello Spirito Santo!
La Pentecoste fa nascere la Chiesa. Lo Spirito Santo, la promessa del Padre annunciata da Gesù Cristo, è Colui che fa la Chiesa, la sposa dell’Apocalisse, un’unica sposa! Lo ha detto il pastore Traettino: una sposa ha il Signore!
Il dono più prezioso che tutti noi abbiamo ricevuto è il Battesimo. Ed ora lo Spirito ci conduce nel cammino di conversione che attraversa tutto il mondo cristiano e che è una spinta in più perché il Rinnovamento Carismatico Cattolico sia un luogo privilegiato per percorrere la via verso l’unità!
Questa corrente di grazia è per tutta la Chiesa, non solo per alcuni; nessuno di noi è il “padrone” e tutti gli altri servi. No. Tutti siamo servi di questa corrente di grazia.
Insieme a questa esperienza, voi ricordate continuamente alla Chiesa la forza della preghiera di lode. Lode che è la preghiera di riconoscenza e azione di grazie per l’amore gratuito di Dio. Può darsi che questo modo di pregare non piaccia a qualcuno, ma è certo che si inserisce pienamente nella tradizione biblica. I Salmi, per esempio: Davide che danzava davanti all’Arca dell’Alleanza, pieno di giubilo… E per favore, non cadiamo nell’atteggiamento di cristiani con il “complesso di Micol”, che si vergognava di come Davide lodava Dio [danzando davanti all’Arca].
Giubilo, allegria, gioia frutto della medesima azione dello Spirito Santo! Il cristiano o sperimenta la gioia nel suo cuore o c’è qualcosa che non funziona. La gioia dell’annuncio della Buona Novella del Vangelo. Gesù nella sinagoga di Nazareth legge il brano di Isaia: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore» (Lc 4,18-19; cfr Is 61,1-2). Il lieto annuncio: non dimenticare questo. Il lieto annuncio: l’annuncio cristiano è sempre lieto. Il terzo documento di Malines, “Rinnovamento Carismatico e Servizio all’Uomo”, scritto dal Cardinale Suenens e da Dom Helder Camara, è chiaro: rinnovamento carismatico e anche servizio all’uomo.
Battesimo nello Spirito Santo, lode, servizio all’uomo. Le tre cose sono indissolubilmente unite. Posso dar lode in modo profondo, ma se non aiuto i più bisognosi, non basta. «Nessuno tra loro era bisognoso» (At 4,34), diceva il Libro degli Atti. Non verremo giudicati per la nostra lode ma per quanto abbiamo fatto per Gesù. “Ma Signore, quando lo abbiamo fatto per te? Quando lo avete fatto per uno di questi piccoli, lo avete fatto a me” (cfr Mt 25,39-40).
Care sorelle e cari fratelli, vi auguro un tempo di riflessione, di memoria delle origini; un tempo per lasciarvi alle spalle tutte le cose aggiunte dal proprio io
e trasformarle in ascolto e accoglienza gioiosa dell’azione dello Spirito Santo, che soffia dove e come vuole!
Ringrazio la Fraternità Cattolica e la ICCRS per l’organizzazione di questo Giubileo d’Oro, per questa Veglia. E ringrazio ognuno dei volontari che l’hanno reso possibile, molti dei quali si trovano qui. Ho voluto salutare i membri dello staff dell’ufficio quando sono arrivato, perché so che hanno lavorato molto. E non a pagamento! Hanno lavorato molto. La maggioranza sono giovani di diversi continenti. Che il Signore li benedica tanto!
Ringrazio in particolare per il fatto che la richiesta che vi ho fatto due anni fa, di dare al Rinnovamento Carismatico mondiale un unico servizio internazionale basato qui, abbia incominciato a concretizzarsi negli Atti Costitutivi di questo nuovo unico servizio. È il primo passo, ne seguiranno altri, però presto l’unità, opera dello Spirito Santo, sarà una realtà. «Io faccio nuove tutte le cose», dice il Signore (Ap 21,5).
Grazie, Rinnovamento Carismatico Cattolico, per quello che avete dato alla Chiesa in questi 50 anni! La Chiesa conta su di voi, sulla vostra fedeltà alla Parola, sulla vostra disponibilità al servizio e sulla testimonianza di vite trasformate dallo Spirito Santo!
Condividere con tutti nella Chiesa il Battesimo nello Spirito Santo, lodare il Signore senza sosta, camminare insieme con i cristiani di diverse Chiese e comunità cristiane nella preghiera e nell’azione per i più bisognosi, servire i più poveri e gli infermi: questo si attendono la Chiesa e il Papa da voi, Rinnovamento Carismatico Cattolico, ma da voi tutti: tutti, tutti voi che siete entrati in questa corrente di grazia! Grazie.
Lettere CEI accompagnatorie ai Decreti di approvazione dello Statuto dell’Associazione Rinnovamento nello
Spirito Santo
2 febbraio 1996
S.E. Mons. Ennio Antonelli, Segretario Generale della CEI Lettera
Estratto
Le comunichiamo con gioia che il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, nella sua riunione del 22-25 gennaio, ha approvato lo Statuto della Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”. Di tale approvazione alleghiamo copia ufficiale.
Il Consiglio Episcopale Permanente aggiunge volentieri anche una nota di plauso, riconoscendo che il “Rinnovamento nello Spirito” è ormai in Italia una confortante esperienza di vita cristiana, meritevole di essere segnalata per la fervida animazione di numerose comunità ecclesiali.
Nello stesso tempo il Consiglio Episcopale Permanente raccomanda all’Associazione di tenere deste alcune attenzioni:
a) in ogni Diocesi fare costante riferimento al Vescovo, secondo le esigenze della comunione ecclesiale;
b) negli itinerari formativi sintonizzarsi con le indicazioni pastorali della Conferenza Episcopale Italiana;
osservare fedelmente le norme liturgiche ed evitare comportamenti inclini al sensazionalismo e al miracolismo;
d) promuovere una spiritualità ed una testimonianza cristiana feconde anche nella vita sociale.
Formuliamo l’augurio che da questa approvazione il “Rinnovamento” riceva nuovo slancio ed esprima con più evidenza la forza proveniente dallo Spirito, per il bene della Chiesa e della società civile in Italia.
Invochiamo la benedizione del Signore su di Lei, sui responsabili e su tutto il Movimento.
Con viva cordialità.
22 aprile 1999
Estratto
mi è gradito trasmetterLe il testo dello statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”, approvato ad experimentum per tre anni dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione del 15-18 marzo 1999.
Il Consiglio Permanente ha ritenuto opportuno prolungarne l’approvazione ad experimentum per consentire all’Associazione di consolidare il cammino fin qui fatto e nello stesso tempo di verificare l’effettiva utilità delle modifiche, introdotte a seguito dell’entrata in vigore del d. lgs. 460/97, nel testo statutario già approvato dal medesimo Consiglio nella sessione del 22-25 gennaio 1996.
Nell’occasione i Vescovi hanno espresso il loro compiacimento per l’orientamento assunto dagli organi associativi del “Rinnovamento” in ordine a una più precisa connotazione ecclesiale dello stesso, espressa attraverso un esplicito e impegnato radicamento dei soci nelle Chiese particolari. Hanno auspicato che tale obiettivo venga perseguito con perseveranza in modo da coinvolgere pienamente le realtà di base.
Mentre invoco sull’Associazione la presenza vivificante del Signore Risorto e i doni del suo Spirito, porgo a Lei e a tutti i soci tutti il mio più cordiale saluto.
23 aprile 2002
Estratto
mi è gradito trasmetterLe il testo dello Statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”, approvato in forma definitiva dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione dell’11-14 marzo 2002. Mi compiaccio vivamente per la felice coincidenza di questa decisione con la celebrazione del trentennio di fondazione del Movimento Carismatico Cattolico, che nel nostro Paese assunse fin dall’inizio il nome di Rinnovamento nello Spirito. Il vostro gaudio per questi eventi, segno di una particolare benevolenza del Padre celeste, ravvivi la gratitudine e accresca l’impegno apostolico di aderenti e simpatizzanti. Il riconoscimento della Conferenza Episcopale Italiana rappresenta peraltro la tappa conclusiva di un complesso itinerario di discernimento portato avanti con disponibilità e collaborazione; nello stesso tempo tale riconoscimento conferisce all’Associazione una peculiare collocazione e funzione all’interno del Movimento medesimo e nello stesso tempo conferisce un rinnovato impegno di testimonianza e di servizio nelle Chiese particolari in comunione
con i Vescovi.
Profittando di questa circostanza e dell’annuale convocazione del Movimento, per Suo tramite desidero far pervenire al Movimento medesimo, anche a nome del Cardinale Presidente della CEI, alcune considerazioni, che raccolgono in qualche modo il pensiero e gli auspici dei Vescovi italiani e che – sono sicuro – accoglierete con attenzione e disponibilità. 1. Negli anni successivi al Concilio Ecumenico Vaticano II, tra i numerosi Movimenti, sorti in tutto il mondo e anche in Italia, quello Carismatico ha avuto una spontanea diffusione in molti luoghi e, a differenza di quanto avvenuto per altre realtà ecclesiali, non è stato espressione dell’azione di un unico fondatore. La preghiera per una rinnovata effusione dello Spirito Santo ha toccato tante persone, facendo scoprire loro la centralità della Parola di Dio e l’amore per essa, il valore della preghiera personale e comunitaria, la ricchezza profonda di una vita segnata dai Sacramenti, l’entusiasmo gioioso del generoso servizio ai fratelli.
In Italia il Movimento Carismatico Cattolico, come sopra ricordato, è stato denominato dai suoi promotori Rinnovamento nello Spirito, volendo in tal modo sottolineare la centralità dal “Datore” di ogni carisma, piuttosto che la rilevanza dei singoli doni. Infatti i doni dello Spirito non costituiscono un privilegio singolare del Rinnovamento, ma sono doni effusi su tutta la Chiesa, nella quale il Movimento si ripromette di favorire una seria e approfondita riflessione sul risveglio e sulla pratica dei carismi, significativamente presenti nell’esperienza dei cristiani pentecostali, verso i quali inizialmente il Rinnovamento sembrava guardare.
Da ciò si comprende che non ha fondamento una presunta contrapposizione tra Rinnovamento Carismatico Cattolico e Rinnovamento nello Spirito Santo; quest’ultimo in realtà attua il Rinnovamento Carismatico conferendogli un’identità originale di cammino unitario su base nazionale, guidato da un Comitato nazionale di servizio, aperto alla comunione e al dialogo con i Pastori delle Chiese che sono in Italia. Il servizio ecclesiale di un Movimento come il vostro non si può cogliere infatti in contrapposizione con la vita della comunità cristiana, originata dallo Spirito Santo.
Il Movimento, pertanto, si è ispirato all’ecclesiologia conciliare, assumendo come scelta prioritaria la chiamata alla santità, da realizzare attraverso un cammino di formazione ben scandito e caratterizzato sotto il profilo personale e comunitario. Inoltre ha modellato la sua identità, assumendo i criteri di ecclesialità proposti nell’esortazione apostolica “Christifideles laici”.
I Vescovi italiani a loro volta hanno seguito con attenzione il cammino del Rinnovamento nello Spirito e lo hanno accompagnato con la loro sollecitudine pastorale, favorendo un rapporto caratterizzato da un’autentica ricerca di ciò che il Signore chiede alla Sua Chiesa.
2. All’entusiasmo e al fervore, che hanno caratterizzato il cammino del Movimento nei primi anni, successivamente sono subentrati momenti di difficoltà. Difatti se da un lato si è registrato il moltiplicarsi, talora poco controllato, di gruppi e comunità, dall’altro alcuni di questi hanno scelto vie diverse, distaccandosi dalla radice comune e dando luogo a divisioni dolorose, che in qualche caso hanno determinato anche spiacevoli lacerazioni nella vita ecclesiale. Di conseguenza alcune realtà, peraltro poco numerose e di scarsa consistenza, si presentano ancora oggi come espressione di un altro Rinnovamento, distinto dal Rinnovamento nello Spirito e a volte ad esso contrapposto, ricollegandosi idealmente al Rinnovamento Carismatico Cattolico e ingenerando talora confusione nei fedeli per l’enfasi attribuita ad alcuni carismi straordinari.
I Vescovi hanno guardato con prudente cautela questi fatti, richiamando tutti alla carità reciproca e al mantenimento della comunione ecclesiale, nella quale deve ricomporsi ogni legittima varietà e ogni forma di autentico pluralismo.
3. Con la recente approvazione definitiva dello Statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito” la Conferenza Episcopale Italiana ha inteso
ratificare un passaggio fondamentale nel cammino spirituale compiuto dal Movimento, e cioè il passaggio da ‘corrente di grazia’ a ‘movimento ecclesiale’. La costituzione dell’Associazione privata di fedeli laici all’interno del Movimento costituisce invero il naturale compimento di un processo di maturazione spirituale che assicura continuità nel servizio di guida e di animazione dei gruppi e delle comunità, propone criteri di discernimento nella vıta interna e offre indicazioni per instaurare rapporti costruttivi con i Pastori. A proposito di quest’ultimo punto, facendomi interprete del pensiero di diversi Confratelli Vescovi, rivolgo aı gruppi e alle comunità che fanno riferimento all’Associazione “Rinnovamento nello Spirito” la calorosa raccomandazione a vivere intensamente la loro appartenenza a una Chiesa particolare e a coltivare il vincolo di comunione e il legame pastorale con il proprio Vescovo attraverso le modalità proposte dalla normativa e dalla prassi ecclesiale.
In questo contesto, senza voler mortificare la ricchezza dell’azione dello Spirito che adorna incessantemente la Chiesa di nuovi doni, fatta salva la responsabilità di ogni Vescovo in ordine al cammino della sua Chiesa, il Consiglio Episcopale Permanente incoraggia i gruppi carismatici presenti nel nostro Paese a ricercare il dialogo, la comunione e la collaborazione con l’Associazione “Rinnovamento nello Spirito”, alla quale è affidato il compito di coordinare il servizio in campo nazionale.
All’Associazione inoltre si chiede di sviluppare ulteriormente l’itinerario di ‘riconciliazione’ con quelle realtà che in passato hanno fatto scelte di autonomia. I primi passi di questo cammino hanno già dato frutti significativi e questo impegna ancora di più i responsabili dell’Associazione a ricercare forme idonee per favorire il ristabilimento della comunione; infatti iniziative promosse in tale direzione da singoli o da gruppi al di fuori dell’esperienza del Rinnovamento nello Spirito, pur lodevoli nelle intenzioni, potrebbero ingenerare solo confusione o inopportune forme di irenismo.
4. Guardando alla realtà variegata dei gruppi e delle comunità presenti nelle diocesi italiane è auspicabile che lo Statuto definitivo dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito” venga assunto quale modello di riferımento per il discernimento e il riconoscimento da parte degli Ordinari diocesani. In tal modo sara più agevole assicurare unità e varietà all’interno del Movımento, salvaguardando il vincolo di comunione e collaborazione tra le realtà di base e l’unica espressione nazionale Rinnovamento nello Spirito, alla quale il Consiglio Episcopale Permanente della CEI con l’approvazione definitiva dello Statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito” ha inteso confermare la propria fiducia.
Affidando alla vostra attenzione queste considerazioni, invoco sull’Associazione e sul Movimento la luce e la forza dello Spirito Santo affinché vi sostenga nella vostra testimonianza e faccia crescere frutti di autentico rinnovamento spirituale nelle realtà locali, in particolare il rispetto sincero, la stima cordiale e la comunione intensa delle diverse espressioni del laicato cattolico, condizione essenziale per attuare una partecipazione convinta alla vita delle Chiese particolari.
Un saluto fraterno nel Signore.
31 gennaio 2007
Estratto
sono lieto di comunicarLe che, accogliendo l’istanza da Lei presentata il 23 novembre 2006, il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 22-25 gennaio 2007, ha approvato le modifiche allo statuto dell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo, nel testo allegato alla presente. Nel valutare il nuovo articolato statutario, il Consiglio Episcopale Permanente ha particolarmente apprezzato la chiara riaffermazione del fatto che l’adesione all’Associazione si fonda sulla scelta di intraprendere un cammino di fede e non una generica “esperienza spirituale”, secondo un itinerario di preghiera, vita comunitaria sacramentale e carismatica, formazione permamente e fraternità nel sostegno reciproco. Merita particolare attenzione anche l’esplicitazione del livello diocesano, nella consapevolezza che nelle Chiese particolari si realizza la vita dei Gruppi e delle Comunità in cui si articola l’Associazione e che è indispensabile inserire nella pastorale diocesana e coordinare con essa le proposte di spiritualità e di fraternità che caratterizzano il percorso dell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo.
Infine, è degno di apprezzamento l’impegno di ridefinire la composizione e le funzioni degli organismi nazionali di servizio, così da dotare l’Associazione di strutture centrali adeguate al suo profilo articolato e complesso, assicurando nel contempo l’esercizio di una corresponsabilità efficace e condivisa. Sono certo che, così operando, l’Associazione continuerà ad adempiere quel ruolo esemplare all’interno delle molteplici esperienze del Movimento Carismatico Cattolico, che ne ha motivato il peculiare riconoscimento da pate dell’Episcopato italiano. Profitto della circostanza per salutarLa fraternamente, invocando la benedizione del Signore sugli aderenti e sulle attività dell’Associazione.
26 marzo 2019
Estratto
mi è gradito riconsegnare il testo dello statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo” approvato dal Consiglio Episcopale Permanente nella sessione del 14-16 gennaio 2019, accogliendo l’istanza da Lei presentata il 10 ottobre 2018.
Profitto della circostanza per salutarLa distintamente, invocando la benedizione del Signore sugli aderenti e sulle attività dell’Associazione.
I Cardinali e i Vescovi al Rinnovamento
1974
S. Em. Card. Leo Jozef Suenens
Estratto da Ecumenismo e Rinnovamento Carismatico Orientamenti Teologici e Pastorali: II Documento di Malines
Estratto
«[…] Il Rinnovamento è una grazia per la Chiesa di Dio a più di un titolo, ma lo è assai particolarmente a titolo ecumenico. Infatti, il Rinnovamento, per la sua origine stessa, già invita al ravvicinamento dei cristiani assai lontani gli uni dagli altri, dando loro come terreno di incontro privilegiato una fede comune nell’attualità e nella potenza dello Spirito Santo. Il Rinnovamento nello Spirito è una nuova accentuazione, un’insistenza sul ruolo e sulla presenza attiva e manifesta dello Spirito Santo in mezzo a noi. Nella Chiesa non si tratta di una novità, ma di una presa di coscienza accresciuta di una Presenza tanto spesso sfumata ed implicita. Tale “risveglio” ci viene, storicamente, dal Pentecostalismo classico, come pure da quello che si è convenuto di chiamare Neo-pentecostalismo. Tale riconoscimento di debiti che poniamo all’inizio di queste pagine non misconosce di quanto siamo debitori alla tradizione orientale, sempre così sensibile al ruolo dello Spirito Santo: durante il Vaticano II, i Padri conciliari non hanno cessato di sottolinearlo […].
Il Rinnovamento nello Spirito, di cui oggi siamo testimoni, si presenta come un avvenimento spirituale sostanzialmente simile nella maggior parte delle Chiese e denominazioni cristiane. Si tratta di un avvenimento spirituale idoneo a ravvicinare i cristiani […]. A numerosi cristiani che ne fanno l’esperienza, oggi il Rinnovamento Carismatico appare come un esaudimento, tra tanti altri, di questa audace speranza ecumenica del Concilio. È permesso pensare che il Rinnovamento si pone tra gli impulsi futuri dello Spirito che il Concilio confusamente prevedeva. La storia della Chiesa è fatta di queste mozioni e imprese dello Spirito che, periodicamente, vengono a rivitalizzare la Chiesa. Il Rinnovamento si inserisce nel prolungamento della corrente di grazia che fu e rimane il Vaticano II […].
Il Rinnovamento Carismatico è una grazia di predilezione per la Chiesa del nostro tempo. Esso ci interpella tutti, pastori e fedeli, e ci invita ad intensificare il vigore della nostra fede e a suscitare nuovi modelli di vita cristiana, in condivisione fraterna, a immagine del Cristianesimo della Chiesa primitiva. Nella crisi che stiamo attraversando, questa grazia, per molti cristiani, assume un ruolo di supplenza per nutrire la loro vita religiosa, laddove la nostra liturgia manca troppo spesso di anima e di vita, la nostra predicazione di potenza nello Spirito, la nostra passività ha bisogno di coraggio apostolico […]».
Ottobre 1979
Vescovi del Belgio
Estratto da Documento episcopale sul Rinnovamento
Estratto
«[…] Questo risveglio spirituale si esprime, fra gli altri segni, nel rinnovamento della preghiera, personale e comunitaria, nella nuova sete della parola di Dio, nell’attrattiva per i ritiri, nell’interscambio per il Vangelo, nelle nuove forme di vita secondo il Vangelo. Tra questi segni di risveglio religioso, il Rinnovamento “carismatico” occupa un posto particolare, dovuto sia alla sua diffusione mondiale che alle sue esigenze di vita. […] In occasione dell’udienza concessa dal papa Paolo VI all’indomani della Pentecoste 1975 ai 10.000 partecipanti al Congresso Internazionale del Rinnovamento, il Santo Padre ricordava, in questi termini, le principali manifestazioni dello Spirito: “Comunione profonda delle anime, contatto intimo con Dio nella fedeltà agli impegni presi al momento del battesimo, nella preghiera spesso comunitaria, in cui ognuno si esprime liberamente, aiuta, sostiene, alimenta la preghiera degli altri. Alla base di tutto una convinzione personale che non ha origine solo in un insegnamento ricevuto con la fede, ma anche in una certa esperienza vissuta, e cioè che, senza Dio, l’uomo non può nulla; mentre, con lui, tutto diventa possibile. Di qui il bisogno di lodarlo, di ringraziarlo, di celebrare le meraviglie che opera ovunque intorno a noi e in noi. L’esistenza umana ritrova il suo rapporto con Dio, quella che si chiama la ‘dimensione verticale’, senza la quale l’uomo è irrimediabilmente mutilato”. Da questo si comprende come Paolo VI abbia potuto dire: “Perché allora questo ‘rinnovamento spirituale’ non potrebbe essere ‘una chance’ per la Chiesa e per il mondo e perché in questo caso, non prendere tutte le misure perché continui ad esserlo?” […]. Lo Spirito soffia dove vuole. Egli non è limitato da alcuna barriera umana, ma ci sono delle ore nella storia della Chiesa in cui agisce con una potenza particolare. Il Rinnovamento, che non rivendica nessun monopolio dello Spirito, è una grazia che passa. Come ogni grazia, essa rispetta le nostre libertà, chiede la nostra collaborazione per poter portare dei frutti di rinnovamento per la vita personale, comunitaria […]».
1 - 4 Settembre 1987
Vescovi Latino-Americani
Estratto dal Documento firmato da 109 Vescovi radunatisi per studiare e riflettere sui fondamenti teologici, sui frutti e problemi del Rinnovamento Carismatico Cattolico, Columbia
Estratto
«Paolo VI ha espresso il suo compiacimento per il Rinnovamento nello Spirito che nasce nei luoghi e negli ambienti più diversi e che conduce alla preghiera gioiosa, all’intima unione con Dio, alla fedeltà al Signore e ad una profonda comunione delle anime, […] riteniamo conveniente studiarlo in maniera più approfondita e dargli impulso affinché possa produrre i frutti di cui tanto abbiamo bisogno, evitando che possa snaturarsi a causa di esagerazioni o deviazioni […]. La discreta ma meravigliosa azione dello Spirito divino in questi venti anni di Rinnovamento Carismatico Cattolico e gli abbondanti frutti che ha prodotto, ci mostrano l’importanza di questa corrente spirituale e ci animano ad apprezzarla e promuoverla diligentemente, poiché è uno dei mezzi per conseguire quel rinnovamento spirituale di cui la Chiesa ha bisogno e che il Santo Padre ci chiede […]
[…] uno dei frutti del Rinnovamento è la proclamazione gioiosa che molti stanno facendo di un Gesù vivo, “costituito Signore e Cristo” da Dio (cf At 2, 36) […]. E la crescita di questo Rinnovamento si deve in gran parte all’azione materna di Maria, la sposa amata dello Spirito, la cui costante intercessione continua a ottenere per la Chiesa l’effusione del divino Spirito […]. Quando i gruppi sono ben orientati da animatori dovutamente formati, si notano subito i frutti di questa preghiera comunitaria che offre a tutti l’opportunità di agire personalmente e di condividere con semplicità e gratitudine l’azione santificatrice dello Spirito del Signore […]. Senza dubbio, il frutto più visibile del Rinnovamento è quello di “aver restituito all’uomo di oggi il gusto per ciò che è spirituale e di aver risvegliato un grande amore per la preghiera in tutte le sue forme” (Paolo VI) […]. Invitiamo vivamente i sacerdoti a conoscere e apprezzare il vero Rinnovamento spirituale affinché possano animarlo nelle loro comunità e orientarlo con sollecitudine pastorale per evitare che cada in esagerazioni o deviazioni».
22 aprile 1988
S. Em. Card. Carlo Maria Martini
Estratto dell’Omelia della Celebrazione eucaristica di apertura della XI Convocazione Nazionale del RnS, Rimini
Estratto
«[…] Che cosa è richiesto dal cammino ormai quindicennale del Rinnovamento nello Spirito? Questo è il segreto di Dio e ve lo dirà il Signore […] la maturità spirituale è crescere nella carità con tutti i suoi frutti […]. 1. Crescere anzitutto nella conoscenza e nell’amore della vigna che è lo stesso Gesù morto e risorto, nostra vita e Signore delle nostre vite. 2. Crescere nella conoscenza, amore e stima di quella vigna che Dio stesso ha piantato e per la quale Gesù è morto, cioè la santa Chiesa visibile, unita attorno al Papa, sotto la guida dei vescovi, amando ognuno e ciascuno dei più piccoli fratelli di essa. 3. Crescere nella conoscenza della Parola di Dio, studiata e approfondita secondo i criteri della Dei Verbum (capitoli III e VI) […]. 4. Crescere nell’interiorità della fede e della preghiera […]. 5. Crescere nella forza evangelizzatrice che non viene dal gridare “Signore, Signore” ma, anzitutto, dal fare la volontà del Padre che è nei cieli […]. 6. Crescere nell’attenzione al contesto sociale […].
7. Crescere nella delicatezza delle espressioni delle preghiere private e pubbliche, non in commotione Domini […]. 8. Crescere nel dolore dei propri peccati; piangere per i peccati del mondo […]. Se frutto del Rinnovamento nello Spirito sarà, anzitutto, il suscitare nella Chiesa intera, fino agli strati più semplici del popolo di Dio, presso tutti i laici, la gioia della lode, la lode spontanea, gratuita, […] tale lode potrà invadere tutte le Chiese […]».
Aprile 1996
S. Em. Card. Camillo Ruini
Intervento alla XIX Convocazione Nazionale del RnS, in occasione del riconoscimento dello Statuto dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo” da parte della Conferenza Episcopale Italiana, Rimini
Estratto
«Questo riconoscimento ufficiale da parte dei vescovi rappresenta infatti un atto di stima e di fiducia, attestato dal plauso che mons. Antonelli, nella sua lettera di accompagnamento, rivolge alle realtà del Rinnovamento che offre alla Chiesa il proprio impegno di servizio […]. L’auspicio che vorrei trarre da questa approvazione dello Statuto è che il Rinnovamento possa ricevere ancora maggior slancio per il suo cammino ed esprima con sempre crescente chiarezza l’efficacia del dono dello Spirito Santo per una sequela consapevole e fedele di Cristo e per il bene della Chiesa e dell’Italia […]. Il Rinnovamento nello Spirito Santo è un’espressione genuina della missione della Chiesa, nella quale Dio realizza, per mezzo del suo Spirito, la sua opera di conversione. Che il Signore possa permettere al Rinnovamento nello Spirito Santo e ai suoi aderenti di accogliere con vigilanza e discernimento l’autenticità del dono dello Spirito così da diventare missionari autentici del Vangelo di Cristo».
27 maggio 1998
S. Em. Card. Joseph Ratzinger
Estratto dal Discorso del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede al Congresso mondiale dei Movimenti “I Movimenti ecclesiali e la loro collocazione teologica”
Domus Pacis, Roma
Estratto
«[…] Si fanno visibili tanto i pericoli, quanto le vie di superamento che esistono nei Movimenti. Vi è la minaccia di unilateralità che porta ad esagerare il mandato specifico che ha origine in un dato periodo o in forza d’un particolare carisma […] è un fatto che può indurre ad assolutizzare il proprio movimento, che viene ad identificarsi con la Chiesa stessa, a intendersi come la via per tutti, mentre di fatto quest’unica via può esser fatta conoscere in modi diversi.
Del pari è quasi inevitabile che dalla fresca vivacità e dalla totalità di questa esperienza nuova derivi ad ogni piè sospinto anche la minaccia di scontro con
la comunità locale: uno scontro in cui può darsi colpa da entrambe le parti, onde entrambe le parti subiscono una spirituale sfida alla coerenza cristiana.
[…] Le due parti devono lasciarsi educare dallo Spirito Santo e anche dall’autorità ecclesiastica, […] devono imparare l’una dall’altra a lasciarsi purificare […].
Ai Movimenti, quindi, va rivolto un monito: anche se nel loro cammino hanno trovato e partecipano ad altri la totalità della fede, essi sono un dono fatto alla totalità della Chiesa, e alle esigenze di questa totalità devono sottomettersi, per restare fedeli a ciò che è loro essenziale. Ma occorre che si dica chiaramente anche alle Chiese locali, anche ai vescovi, che non è loro consentito indulgere ad alcuna pretesa d’uniformità assoluta nelle organizzazioni e programmazioni pastorali. […] Non è lecito pretendere che tutto debba inserirsi in una determinata organizzazione dell’unità; meglio meno organizzazione e più Spirito Santo! Soprattutto non si può sostenere un concetto di comunione in cui il valore pastorale supremo consista nell’evitare conflitti […].
Per finire, tutti devono lasciarsi misurare col metro dell’amore per l’unità dell’unica Chiesa, che rimane unica in tutte le Chiese locali e, in quanto tale, si palesa continuamente nei movimenti apostolici […]».
14 marzo 2002
S. Em. Card. Camillo Ruini, Presidente della CEI
Estratto dell’Omelia in occasione del XXX anniversario di nascita del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia Basilica di San Giovanni in Laterano, Roma
Estratto
Mi unisco con viva gioia a tutti voi che, in questa Celebrazione eucaristica, affidate al sacrificio eucaristico del Signore Gesù il ringraziamento a Dio Padre per i grandissimi benefici di cui vi ha fatto dono in questi trent’anni di esperienza carismatica in Italia e per l’immensa misericordia con la quale Gesù, il Figlio di Dio fedele e giusto rimette i nostri peccati (l Gv 1, 9). […] A distanza di trent’anni possiamo affermare non senza una profonda riconoscenza al Signore, che il Rinnovamento nello Spirito è stata una singolare realizzazione di quella audace speranza profetica formulata dal Beato Giovanni XXIII quando, alla vigilia del Vaticano II, cosi pregava: «Rinnova nella nostra epoca i prodigi come di una nuova Pentecoste», come pure delle parole pronunciate da Paolo VI nell’udienza generale del 16 ottobre 1974: «Voglia il Signore effondere, oggi, una grande pioggia di carismi, per rendere feconda, bella e meravigliosa la Chiesa, capace di
imporsi all’attenzione e allo stupore del mondo profano, del mondo laicizzante».
Oggi, dopo trent’anni, assistiamo a un vero “risveglio spirituale” in seno alle Chiese e comunità ecclesiali. Siano rese grazie allo Spirito Santo!
[…] Questa sera, con rinnovata gioia, vi annuncio che lo Statuto, dopo il tempo ad experimentum, è stato approvato in forma definitiva da parte del Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, proprio questa mattina, nella seduta conclusiva, mentre vi era fatto dono dell’udienza privata con il Santo Padre Giovanni Paolo II.
Sono lieto di questo passaggio, mentre auguro che si rinnovi in voi l’ardore e lo slancio creativo delle prime comunità cristiane, per il bene della Chiesa e della società civile della nostra Italia.
[…] Se la vostra vita cristiana continuerà a manifestare al mondo come è bello vivere da cittadini del cielo (Eb 13, 14), sarete tra quei piccoli ai quali il Signore rivela cose che rimangono nascoste ai dotti e ai sapienti.
Si realizzerà, allora, ai nostri occhi, quella Pentecoste che da Gerusalemme si è propagata nei secoli e di cui il tempo presente reclama con forza una nuova attuazione.
Lo Spirito del Signore continui a concedervi e ad accrescere in ciascuno di voi l’audacia di cui oggi abbiamo tutti bisogno per affrontare le difficoltà e anche le ostilità del mondo che si è distaccato da Dio, così da contribuire a rendere la nostra Chiesa sempre più bella, più pura, più credibile, più amante del suo
Signore, più santa.
[…] Persistete anzitutto nella sincera sottomissione, gioiosa collaborazione e risposta entusiasta alle attese dei vostri Pastori. In modo particolare vi chiedo di essere sempre più sensibili ai desideri dei vostri Vescovi, assicurando la vostra fattiva presenza negli ambiti pastorali diocesani, in modo particolare sostenendo la causa dei giovani e della famiglia.
[…] Faccio inoltre appello alla vostra sincera volontà di comunione perché sappiate promuovere, come già avete iniziato a fare, un proficuo rapporto con le comunità carismatiche italiane che, a livello locale, attuano una loro scelta autonoma. Vi auguro che possiate consolidare un cammino sempre più fraterno e unitario, voluto dalle origini comuni che animano il Rinnovamento tutto.
[…] Motivo di speranza è anche il vostro dialogo cordiale con i movimenti ecclesiali e le nuove comunità, che corrisponde al cammino indicato dal
Santo Padre alla Pentecoste del 1998.
[…] È degna di lode la vostra collaborazione alle Chiese povere, come avete iniziato a realizzare con entusiasmo verso la poverissima Chiesa Moldava: benedico il primo nucleo missionario che si accinge a raggiungere la diocesi
di Chisinau per dar vita all’istituto catechistico e all’opera di evangelizzazione.
[…] siate fedeli allo Statuto che oggi, idealmente, vi riconsegno. Realizzatene con zelo le attese e le finalità, in piena libertà di spirito, come garanzia che vi dà la Chiesa attraverso la Conferenza dei Vescovi italiani.
22-25 aprile 2006
S. Em. Card. Camillo Ruini, Presidente della CEI
Estratto dell’Omelia in occasione del XXIX Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Rimini
Estratto
É grande la mia gioia di essere con voi per la seconda volta, in questa vostra XXIX Convocazione Nazionale, e di partecipare alla vostra gioia nello Spirito Santo, di rendere grazie a Dio con voi e per voi, attraverso l’offerta del sacrificio del Signore Gesù, morto e risorto per noi e per la salvezza del mondo.
[…] Questo Gesù però è in una condizione nuova, quella appunto del risorto, che non è ritornato alla nostra vita terrena e mortale, ma è entrato invece con tutta la sua umanità nella pienezza eterna della vita di Dio. Così egli è diventato per noi la sorgente dello Spirito Santo, della vita divina in noi: quello Spirito e quella vita che già ora ci vivificano, ci fanno nuovi e ci trasformano e che ci renderanno per l’eternità partecipi, in Gesù Cristo, della gioia e della gloria del Padre.
Il Cristo risorto dà agli undici Apostoli il mandato missionario: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura”. Il testo del Vangelo di Marco prosegue, al di là del brano letto in questa Messa, con le ulteriori parole di Gesù: “Chi crederà in e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato”, e poi elenca i segni che accompagnano quelli che credono, tra cui “parleranno lingue nuove”, “imporranno le mani ai malati e questi guariranno”: cioè quei doni e quelle opere dello Spirito di cui voi stessi fate esperienza e vi rallegrate.
Queste parole possono essere assunte come l’emblema e la regola della Chiesa missionaria, attraverso i tempi e fino a noi oggi. Sono parole che valgono in ogni circostanza e non soltanto per la testimonianza della risurrezione di Cristo ma per tutte le implicazioni e conseguenze della fede nel Risorto nostro unico Salvatore.
Cari fratelli e sorelle del Rinnovamento nello Spirito Santo, queste parole… valgono per ciascuno di noi e io so che avete fatto molto, state facendo molto e vi proponete di fare sempre di più in futuro per metterle in pratica in concreto, così da essere testimoni credibili del Vangelo, ubbidendo a Dio piuttosto che agli uomini.
Voi però sapete bene, tutti noi sappiamo bene, che questo non possiamo farlo da soli, ce ne mancano le forze e l’energia interiore. Soltanto lo Spirito Santo che viene in noi e che abita in noi ci dona la luce e la forza per essere davvero testimoni di Cristo risorto, in tutte le circostanze e le situazioni della nostra vita. Perciò è fondamentale la preghiera, quella preghiera, che è il grande nutrimento quotidiano delle vostre Comunità: vi chiedo di rimanere innanzitutto nella preghiera, di credere nella potenza della preghiera, di
essere, nelle vostre Comunità e Gruppi, scuole vive di preghiera, come ci ha chiesto Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte, n. 23. A questo punto desidero ricordare con voi il carissimo mons. Dino Foglio, che il Signore ha da poco chiamato a sé: egli è stato non soltanto il vostro primo Coordinatore, e poi il vostro Consigliere Spirituale Nazionale, ma anche colui che vi ha guidato con amore, saggezza e fortezza sulle vie della preghiera, della comunione ecclesiale, della testimonianza missionaria. Egli rimane con noi e con la sua intercessione vi aiuta e vi protegge. Rimanete anche voi fedeli alla preziosa eredità che vi ha lasciato.
Sulla base del dono dello Spirito Santo e dell’assiduità della della preghiera, “Voi siete il popolo che Dio si è acquistato perchè proclami le sue opere meravigliose”, come dice il versetto della prima lettera di Pietro che avete scelto come tema di questa vostra Convocazione. E così potete essere, siete chiamati ad essere, lievito e fermento nella Chiesa, a cominciare dalle parrocchie, perchè ogni comunità ecclesiale sia casa e scuola della comunione, come dice la Novo millennio ineunte, n. 43, e perchè la Chiesa tutta sia sempre più autenticamente evangelica e missionaria. In particolare vorrei chiedervi di curare le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata, come già fate e come auspico possiate fare con intensità crescente, coltivando i semi di vocazioni che lo Spirito Santo sparge largamente nelle vostre Comunità: voi sapete quanto la Chiesa ne abbia oggi bisogno.
Il Convegno di Verona, ormai molto vicino, chiede a tutti noi di essere “testimoni di Gesù Risorto speranza del mondo”: come Rinnovamento nello Spirito Santo avete già compiuto in questi anni molti passi in tale direzione e so che ora vi state impegnando da protagonisti nella preparazione del Convegno.
Lo scopo è quello di portare la testimonianza di Cristo, con tutti i suoi risvolti concreti, dentro ai vari ambiti nei quali si sviluppa e si articola la vita quotidiana degli uomini e delle donne del nostro tempo. Dunque anzitutto nell’ambito degli affetti, della famiglia, della paternità e della maternità, dell’accoglienza e della tutela della vita: un ambito che tocca quanto mai da vicino l’esistenza quotidiana della nostra gente. Inoltre in un altro spazio fondamentale per le persone concrete, quello del lavoro, delle possibilità e delle condizioni del lavoro, oltre che del riposo e della festa. Poi ancora in quell’ambito delicatissimo che sono le molteplici fragilità umane, dalla malattia alla solitudine alla povertà materiale e morale. E ancora nell’ambito detto della “tradizione”, parola qui usata per significare tutto ciò che educa l’uomo e dà forma alla sua cultura. Nell’ambito, infine, della “cittadinanza”, con tutte le responsabilità sociali, economiche e politiche che lo caratterizzano.
Essere davvero presenti in ciascuno di questi ambiti, con la nostra fede e col nostro patrimonio di verità e di valori che dalla fede scaturisce è, cari fratelli e sorelle, la via concreta per essere missionari e testimoni di Cristo nell’intera realtà della vita, e non solo all’interno delle Comunità ecclesiali. So bene come state crescendo nell’assunzione di queste responsabilità e me ne rallegro con voi: è una crescita che esprime la maturità sempre più grande dei vostri Gruppi e delle vostre Comunità. A questo riguardo vorrei dire una parola di speciale gratitudine e incoraggiamento al vostro Coordinatore Nazionale, l’amico Salvatore Martinez.
30 aprile 2008
S. Em. Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano
Lettera in occasione della XXXI Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Dal Vaticano
Estratto
In occasione della XXXI Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, sono lieto di far giungere, insieme con i miei personali saluti ed auguri, l’espressione della spirituale vicinanza del Santo Padre Benedetto XVI, il quale segue sempre con speciale sollecitudine pastorale il cammino dei movimenti ecclesiali. Egli rivolge un cordiale saluto a Lei, ai Responsabili e ai membri del Rinnovamento nello Spirito, a tutti i partecipanti all’incontro, assicurando per ciascuno uno speciale ricordo nella preghiera.
Sua Santità si compiace che quest’anno la Convocazione coincida proprio con l’inizio della Novena di Pentecoste ed apprezza che in tale contesto liturgico venga proposta ai partecipanti l’adorazione eucaristica in forma continua, secondo il modello denominato “Roveto ardente”. Invocare lo Spirito Santo adoradno il Signore Gesù nel Santissimo Sacramento significa infatti credere e riconoscere che il Dono di Dio ci viene mediante Cristo, il quale profetizzò: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Gv 7,38).
[…] Altro momento forte della vostra convocazione sarà la memoria del grande incontro della Pentecoste di dieci anni or sono, quando il servo di Dio Giovanni Paolo II convocò per la prima volta in Piazza San Pietro, in preparazione al Giubileo del 2000, tutti i movimenti e le nuove comunità ecclesiali. Da quell’indimenticabile evento, che attirò sulla Chiesa una rinnovata effusione del Paraclito, la comunione fraterna ha conosciuto una visibile crescita, di cui è testimonianza anche la vostra presente assemblea. Sua Santità loda e incoraggia l’impegno con cui il Rinnovamento nello Spirito, fedele agli insegnamenti del Concilio Vaticano II e del successivo Magistero pontificio, fa proprio e porta avanti lo sforzo di promuovere la comunione e la collaborazione tra le diverse realtà che il medesimo Spirito ha suscitato nella Chiesa.
Infine, il Santo Padre rinnova l’esortazione, che a codesto Movimento indirizzò il Suo amato predecessore Giovanni Paolo II, affinchè gli aderenti uniscano sempre alla preghiera la fattiva attenzione alle necessità del mondo e al bene degli uomini. E come potrebbe essere altrimenti? La Pentecoste è l’origine della missione della Chiesa. Si tratta semplicemente di eliminare quegli ostacoli umani, soggettivi e di gruppo, che potrebbero impedire o deviare l’azione dello Spirito Santo, il quale è in se stesso l’anima dell’evangelizzazione e di ogni autentico apostolato. Come insegnava l’apostolo Paolo, i carismi non vanno ricercati per se stessi, ma per il bene comune e l’edificazione dell’intero Corpo mistico, che a sua volta è destinato alla rigenerazione in Cristo di tutti gli uomini, perchè abbiano la vita in abbondanza (cf Gv 10,10).
Mentre mi incarica di trasmettermi queste riflessioni, il Papa ringrazia il Rinnovamento nello Spirito Santo per le costanti preghiere che dai singoli e dai gruppi si elevano per il Suo ministero, e le ricambia invocando la materna intercessione di Maria Santissima sul cammino del Movimento e in particolare su codesta Convocazione, affinchè sia ricca di grazie e di frutti spirituali, in pegno dei quali invia di cuore a tutti i partecipanti l’implorata Benedizione Apostolica.
30 aprile-2 maggio 2009
S. Em. Card. Angelo Bagnasco
Arcivescovo Metropolita di Genova e Presidente della CEI
Omelia in occasione della XXXII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, Rimini
“Messaggeri della gioia”
Estratto
Carissimi Fratelli e Sorelle nel Signore!
Con gioia sono con voi per celebrare la divina Eucaristia, cuore pulsante della vita cristiana e della missione della Chiesa. Volentieri porto al Rinnovamento nello Spirito la stima grata della Chiesa che è in Italia e l’affetto orante per questa trentaduesima Convocazione Nazionale, che ha come tema “Andate e proclamate al popolo tutte queste parole di vita” (At 5,20).
[…] ogni azione pastorale, a cominciare dall’annuncio del Vangelo, non può essere iniziativa personale, frutto di capacità, gusti e tempi propri, ma deriva da Cristo, dalla luce e dalla forza del suo Spirito. Potremmo, in effetti, non servire il Vangelo ma servirci del Vangelo per affermare noi stessi. Per questo ogni apostolato nasce dalla Chiesa, è fatto con la Chiesa e costruisce la Chiesa. Solo ciò che costruisce viene da Dio. Il tempo presente ha bisogno della testimonianza bella e gioiosa dell’unità che nasce dalla comunione dei cuori, e questa è opera dello Spirito del Risorto. Non solo ne ha bisogno, ma ne sente nostalgia come di un paradiso perduto, ferito com’è dall’individualismo che lacera gli animi, le culture e le società e li rinchiude nella loro solitudine.
Cari amici, voi avete il senso della preghiera, lo coltivate nei vostri incontri con particolare cura, sapete che tutto deve nascere dalla preghiera umile e continua perchè non si costruiscano ombre sulla sabbia. Non solo: voi amate la Chiesa con cuore sincero e generoso, ben ricordando le parole del servo di Dio Giovanni Paolo II: “Inserite le vostre esperienze nelle Chiese locali e nelle parrocchie, rimanendo sempre in comunione con i Pastor e attenti alle loro indicazioni” (Vigilia di Pentecoste con i Movimenti, Piazza San Pietro, 30 maggio 1998).
[…] Le circostanze della storia possono essere complesse e mutevoli, segnate dalla confusione dei valori, ma il cuore dell’uomo è sempre lo stesso, alla perenne ricerca della felicità. L’esperienza intima della gioia, dell’amicizia e dell’amore, la nascita di una nuova vita, lo spegnersi di una persona cara, l’incontro con la malattia, con la sofferenza morale, il peso della responsabilità, l’emozione di una nuova famiglia, il bivio della vocazione, la violenza della tentazione, l’esperienza amara della fragilità e del peccato, la scoperta della verità, la commozione della bellezza… tutto può diventare un felice inizio o una ripresa dell’incontro con Cristo. Tutto può essere la svolta dove il Signore attende in amoroso agguato. È dunque necessario non mancare! Il messaggero della gioia non deve mancare là dove i fratelli vivono, lottano, o si mostrano indifferenti e distratti, perchè solo Dio conosce il cuore dell’uomo, e sa che ognuno è permanente mendicante di Infinito, un cercatore di Assoluto, un assetato di un Amore. Per questo, quando sente il vuoto interiore, non solo è infelice, ma a volte diventa violento. Cerca di colmare un vuoto che non si potrà mai riempire di cose, ma solo di Dio.
[…] Cari amici, riceviamo una terza indicazione: non dobbiamo avere paura di annunciare Cristo e la Chiesa. Per essere annunciatori coraggiosi bisogna essere umili. Ma anche è necessario parlare di Qualcuno che è la ragione della nostra vita, è la nostra gioia, “la speranza grande” – come afferma Benedetto XVI nell’Enciclica Spe salvi – che raccoglie e compie tutte le speranze umane. Non si tratta di consegnare una fredda “lettera” a chi incontriamo negli ambienti di vita, come ha ricordato il Convegno Ecclesiale di Verona (2006), ma di comunicare una Persona, Gesù: Lui è il Vangelo. Per questo, quanto più intensa sarà la nostra esperienza di amicizia con Lui, tanto più caldo e contagioso sarà l’annuncio del Verbo di Dio fatto carne per salvarci dalla schiavitù del peccato.
[…] Nelle sue parole di vita Egli ci indica la via del Cielo, ci chiama a rispondere con una vita coerente alle istanze del suo amore. Per questo è necessaria una formazione anche dottrinale solida per poter dare ragione della nostra speranza. Testimonianza e annuncio, preghiera e conoscenza, il nostro io nel noi della Chiesa: ecco l’evangelizzazione.
La fede trasforma la vita e la storia, crea un’umanità nuova e quella civiltà della verità e dell’amore che ogni uomo di buona volontà desidera. Questa straordinaria esperienza il Movimento del Rinnovamento nello Spirito “vuole con entusiasmo riproporla quale annuncio evangelizzatore agli uomini e alle donne della nostra epoca” scriveva Benedetto XVI nella lettera autografa del 2007.
La Santa Vergine, Madre di Cristo e della Chiesa, Stella dell’Evangelizzazione, ci renda testimoni autentici e messaggeri coraggiosi del Vangelo, gioia e salvezza dell’uomo.
26 aprile 2010
S. Em. Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato Vaticano
Lettera a S.E. Mons. Mariano De Nicolò, Vescovo di Rimini in occasione della XXXIII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
Dal Vaticano
Estratto
Pregiatissimo Signore,
il Rinnovamento nello Spirito Santo terrà la sua XXXIII Convocazione Nazionale a Rimini, dal 29 aprile al 2 maggio prossimi. Per questa circostanza il Santo Padre Benedetto XVI mi incarica di farLe giungere il presente messaggio, col quale desidera anzitutto rivolgere il Suo cordiale saluto a tutti i partecipanti, a partire dal Presidente del Movimento Dott. Salvatore Martinez ed estendendolo alle Personalità ecclesiastiche e civili che apporteranno il loro contributo di competenza e di testimonianza.
Sua Santità ha appreso con soddisfazione che le Celebrazioni eucaristiche saranno presiedute da alcuni Cardinali: questo fatto esprime efficacemente come il Rinnovamento nello Spirito Santo abbia a cuore la comunione con la Chiesa e intenda sempre più e meglio collaborare con il Papa e con i Vescovi nella promozione di un laicato educato alla fede, formato all’evangelizzazione e disponibile ad assumere responsabilità ecclesiali e sociali.
Assai opportuna, in questo Anno Sacerdotale, è la scelta di dedicare una giornata ai sacerdoti, per riproporre a tutti la bellezza e l’alta dignità del ministero del prete, così come lo ha vissuto il Santo Curato d’Ars e come lo vivono tanti sacerdoti anche ai nostri giorni, in Italia e nel mondo intero.
In risposta a una consegna del Venerabile Giovanni Paolo II, proseguirà la riflessione sulla cosiddetta “Cultura della Pentecoste”, declinata questa volta secondo il tema “Evangelizzazione del sociale ed emergenza educativa”. Il Pontefice incoraggia tale impegno, che mira ad aiutare adulti e giovani a pensare e agire sempre alla luce della ricca tradizione spirituale e culturale cattolica, in particolare dell’Enciclica Caritas in veritate.
Il Santo Padre esprime inoltre vivo apprezzamento per la volontà del Rinnovamento nello Spirito Santo di collaborare alla costruzione del Centro internazionale per la Famiglia nella città di Nazareth, in accordo con il Pontificio Consiglio per la Famiglia e con le Autorità ecclesiastiche in Israele. Durante il Suo pellegrinaggio in Terra Santa, il Papa ha benedetto la prima pietra di questo Centro e assicura la Sua preghiera affinchè esso promuova una forte vita familiare in quella regione, sostenendo le famiglie nella loro insostituibile missione.
Infine, Sua Santità saluta volentieri anche l’impegno del Movimento per l’inserimento nel lavoro di detenuti, ex-detenuti e loro familiari, sulla base di una convenzione col ministero della Giustizia. Questo progetto è quanto mai prezioso nell’attuale momento di difficoltà del mondo penitenziario, che ha tanto bisogno di speranza, e quindi del Vangelo. Come Vostra Eccellenza ben sa, queste tematiche speciali che caratterizzano di volta in volta le Convocazioni Nazionali del Rinnovamento nello Spirito Santo, si inseriscono nel quadro di un grande raduno ecclesiale, che vede ben rappresentato il popolo di Dio nella varietà dei suoi doni e dei suoi ministeri, e che si fonda prima di tutto sulla preghiera, in particolare sulla Celebrazione eucaristica. A tutta questa famiglia, il Sommo Pontefice assicura la Sua spirituale vicinanza e di cuore invia, con l’augurio di una felice e fruttuosa esperienza, l’implorata Benedizione Apostolica.
Grato per la stimata collaborazione, mi valgo della circostanza per porgerLe cordiali saluti.
29 aprile 2010
S. Em. Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo
Metropolita di Genova e Presidente della CEI
Lettera in occasione della XXXIII Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
Roma
Estratto
Caro Presidente,
sono profondamente lieto di rivolgere un cordiale messaggio a quanti, a diverso titolo, prendono parte alla 33^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo.
Il vostro appuntamento ricorre in giorni che scandiscono il tempo pasquale, quando la nostra attesa ed i nostri passi sono decisamente orientati a Pentecoste, la festa che con la Pasqua ed il Natale costituisce la trilogia delle solennità più importanti, che rimandano all’essenza stessa della fede cristiana.
È lo Spirito – dono del Padre – che ci fa vivere come è vissuto Gesù, l’Uomo vero, il Signore della storia del mondo e della nostra personale. È lo Spirito – dono del Figlio, Crocifisso e Risorto – che ci inserisce nella relazione divina, ponendoci sulla labbra e nel cuore la parola “Padre” e permettendoci di vedere gli altri come fratelli.
È lo Spirito, che libera dalla schiavitù della paura e del male, dona grazia, restituisce la libertà, fa sperimentare misericordia e benevolenza. È lo Spirito che fa la Chiesa, la spalanca sulle vie dell’uomo, ne anima la missione, le permette di parlare la lingua della pace, in un contesto spesso litigioso e polemico, incapace di autentica comprensione. È ancora lo Spirito che, mentre rende la Chiesa prossima alle vicende liete e sofferte del mondo, le impedisce di appiattirsi su logiche puramente umane. È lo Spirito che, nelle avversità del presente, la custodisce forte e coraggiosa, capace di essere lei stessa segno e strumento di riconciliazione. È lo Spirito che le fa incessantemente annunciare Gesù Cristo come al risposta vera e piena alle domande dell’uomo.
Sì, “lo Spirito dà testimonianza, perchè è la verità”. La verità alla quale incessantemente ci sospinge è l’unità: in noi stessi, nella Chiesa, tra i popoli. La via che conduce alla verità è la santità della vita, misura alta ed alternativa rispetto alle tante derive del cuore umano e del vivere sociale.
Auguro a ciasucno di voi di partecipare con intensità a questa importante convocazione: ne trarrà allora beneficio l’intera Chiesa che è in Italia.
31 maggio 2011
S. Em. Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo
Lettera in occasione della XXXIV Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo
Roma
Estratto
Caro Presidente,
mi è gradita l’opportunità di rivolgere, per Suo tramite, un indirizzo di saluto e di augurio ai partecipanti alla XXXIV Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si terrà a Rimini da, 2 al 5 giugno 2011 sul tema: “La mia carne per la vita del mondo” (Gv 5,51b).
Il vostro appuntamento è soprattutto una grande assemblea e una scuola di preghiera. È giusto sottolinearlo, perchè queste caratteristiche lo collocano nel cuore dell’esperienza ecclesiale, chiamata a rendere incessantemente lode a Dio e ad intercedere per la salvezza del mondo. La Chiesa che prega è la Chiesa che ama, che offre, che si fa discepola e serva della Parola del Signore, insegnando a ogni suo membro a porre se stesso di fronte a Dio e a partire da Dio.
L’esperienza dei discepoli di Emmaus ci rende consapevoli che l’incontro e la conoscenza con Gesù si compiono solo lasciandosi condurre nel mistero della preghiera e nel suo vertice, la divina Eucaristia. Essa è vita, relazione profonda, misura dell’infinito amore, luogo in cui si manifesta la verità sull’uomo. “A mano a mano che Dio si rivela e rivela l’uomo a se stesso – leggiamo al n. 2567 del Catechismo della Chiesa Cattolica – la preghiera appare come un appello reciproco, un evento di alleanza. Attraverso parole e atti, questo evento impegna il cuore. Si svela lungo tutta la storia della salvezza.
Per questa ragione, appare quanto mai appropriata anche la vostra scelta di qualificare la XXXIV Convocazione Nazionale collocandola nel cammino verso il XXV Congresso Eucaristico Nazionale (Ancona, 3-11 settembre 2011), da cui mutuate il tema di fondo, ossia il fecondo rapporto tra l’Eucaristia e la vita quotidiana. Se il Battesimo, infatti, ci rende figli nel Figlio, l’Eucaristia rinnova la grazia di partecipare alla sua vita ogni giorno, in modo costante, misterioso ma reale. Nella partecipazione al dono eucaristico, Dio si fa così prossimo da diventare una cosa sola con noi, distendendo la sua misericordia sulla nostra vita, fin nelle pieghe più nascoste, e investendo tutti gli aspetti dell’esistenza, personale e sociale. Con il Santo Padre Benedetto XVI nutriamo infatti la convinzione che “l’Eucaristia ci vuole liberare da ogni abbattimento e sconforto, ci vuole far rialzare, perchè possiamo riprendere il cammino con la forza che Dio ci dà mediante Gesù Cristo” (Omelia nella Solennità del S.S. Corpo e Sangue di Cristo, 22 maggio 2008). Rialziamoci, dunque, e lasciamoci attirare dall’amore di Dio, che ci eleva e ci dona la libertà vera!
Siamo così ricondotti a un’altra importante circostanza che vede anche voi partecipi, in comunione con l’intera Chiesa in Italia. Mi riferisco alla scelta di articolare il decennio pastorale al compito di “educare alla vita buona del Vangelo”, secondo la prospettiva indicata dagli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano.
Sappiamo bene che la vita cristiana scaturisce dall’incontro tra la libertà di Dio e dell’uomo ed è opera dello Spirito Santo, l’unico che può guidarci “alla verità tutta intera” (Gb 16,13). Lo Spirito Santo – affermava il beato Giovanni Paolo II – «dona al cristiano – la cui vita rischierebbe altrimenti di essere soggetta unicamente allo sforzo, alla regola e persino al conformismo – la docilità, la libertà e la fedeltà; Egli è infatti “Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di conoscenza e di timore del Signore” (Is 11,2). Come, senza di Lui, si potrebbe comprendere che il giogo di Cristo è dolce e il suo carico leggero (cf Mt 11,30)?» (Messaggio in occasione della XIII Giornata Mondiale della Gioventù, 30 novembre 1997, n. 5). Animato dal fuoco dello Spirito Santo, ogni battezzato può fare suoi i sentimenti del Signore, imparando a pensare con il suo pensiero e ad amare con il suo cuore, per vivere da figlio ed erede di Dio (cf Rm 8, 15-17). È questo il fulcro dell’autentica educazione alla persona: spalancare ai suoi occhi e al suo cuore l’altezza e la profondità della vocazione cristiana, accompagnandola nel cammino della santità, che è la massima gioia cui possiamo aspirare.
Sono certo che nel corso della vostra Assemblea sperimenterete la soavità e la forza della chiamata a essere responsabili gli uni degli altri, nei riguardi delle nuove generazioni e dell’intera società italiana, in forza di quella Verità che si è fatta Parola per il cammino di ogni giorno e “carne per la vita del mondo” (Gv 6,51b).
Con questi sentimenti, rinnovo la mia gratitudine e l’augurio di una fruttuosa Convocazione. Possa lo Spirito di verità illuminare le vostre menti e guidarvi nelle vie di ciò che è giusto e buono.
29 ottobre 2011
S. Em. Card. Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici
Dal Vaticano
Estratto
come ogni anno, gli animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo si riuniscono a Rimini per la Conferenza Nazionale che avrà luogo dal 29 ottobre al 1° novembre. Tramite Lei, desidero far pervenire il mio saluto a tutti i partecipanti.
Le parole chiave di questa vostra conferenza sono preghiera, Parola di Dio e nuova evangelizzazione, un percorso naturale, perchè chi nutre la propria relazione con Dio tramite la preghiera e la sua Parola, non può fare a meno di evangelizzare. Ci dice il Santo Padre Benedetto XVI che “chi ha incontrato qualcosa di vero, di bello e di buono nella propria vita […] corre a condividerlo ovunque, in famiglia e nel lavoro, in tutti gli ambiti della propria esistenza” (Ai Movimenti e alle nuove comunità riuniti in Piazza San Pietro, 3 giugno 2006).
Nascono così “le nuove vie dell’evangelizzazione”, come ci suggerisce il Papa: “piccole comunità, dove si vivono amicizie”, dove “ci sono persone che raccontano le loro piccole esperienze di fede nel posto di lavoro e nell’ambito della famiglia e dei conoscenti, testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa nella società. A quelle persone appare poi in modo sempre più chiaro che tutti hanno bisogno di questo cibo dell’amore, dell’amicizia concreta l’uno con l’altro e con il Signore” (Incontro con il Consiglio del ZDK, Freiburg, 24 settembre 2011).
Che l’esperienza della Pentecoste, da cui è nata la Chiesa e ogni comunità cristiana, vi spinga a curare sempre meglio questo aspetto dell’amicizia, del camminare insieme, per esser accanto all’uomo di oggi, così bisognoso di Cristo. Con l’auspicio che i lavori di questa Conferenza producano un frutto abbondante, vi affido all’intercessione della Beata Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione.
In Cristo.
29 ottobre 2011
S. E. Mons. Mariano Crociata, Segretario
Lettera in occasione della XXXV Conferenza Nazionale Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo
Roma
Estratto
per mio tramite giunga a Lei il saluto dell’intera Conferenza Episcopale Italiana ai partecipanti alla XXXV Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si terrà a Rimini dal 29 ottobre al 1° novembre prossimo.
Questo importante appuntamento annuale vi vede radunati in docile ascolto della Parola, nella certezza, sostenuta dalla fede, che la preghiera è la motivazione profonda del nostro agire, perchè fa di noi quel terreno fecondo in cui essa può radicarsi, quale seme di un frutto immeritato, che si propagherà sino agli estremi confini della terra.
Più volte il Santo Padre Benedetto XVI ci ha invitati alla conversione, perchè la nuova evangelizzazione, obiettivo della nostra Chiesa, esige anzitutto l’educazione del cuore. Vorrei, in particolare, esortare gli Animatori di codesta Associazione a profondere ogni energia, invocando l’abbondanza dei doni dello Spirito, nel “compito urgente dell’educazione”, puntando specialmente sulle giovani generazioni e sulle famiglie, protagoniste attive dell’educazione non solo per i figli, ma per l’intera comunità cristiana (cf Educare alla vita buona del Vangelo, n. 38).
So che la Conferenza di Rimini segna l’inizio del quadriennio di servizio degli Organi pastorali dell’Associazione: auspico che quanti sono stati chiamati a tanta responsabilità esercitino con generosità e dedizione il proprio ministero, ben consapevoli che nella Chiesa tanto più si è grandi quanto più si è umili.
Grato della costante attenzione al Magistero episcopale, assicuro la mia personale preghiera per il buon esito dei lavori e formulo il più cordiale saluto.
25 aprile 2012
Roma
Estratto
davvero Gesù è il Signore! Mi rallegro che la 35^ Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo abbia scelto come titolo questa professione di fede nella prima comunità cristiana che continua, attraverso i secoli, a risuonare nel grembo della Chiesa, madre di tutti i credenti in Cristo.
Con questa scelta accogliete l’invito del Santo Padre Benedetto XVI che, con sapienza pastorale, ha voluto indire, dal prossimo ottobre, l’anno della Fede affinchè ogni credente faccia proprio l’impegno a “riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede” (Benedetto XVI, Porta Fidei, n.9). È davanti agli occhi di tutti quanto sia necessario questo impegno e, in modo particolare, quanto ciò sia urgente per quella sfida educativa rivolta alle giovani generazioni affinchè possano costruirsi in una fede vissuta e pensata nella comunità cristiana. Infatti “la professione della fede – ci ricorda ancora il Santo Padre – è un atto personale ed insieme comunitario. È la Chiesa il primo soggetto della fede” (ibid. n.10).
Quest’anno ricorre anche il 40° Anniversario della nascita del vostro Movimento in Italia e ciò non può essere che motivo di gioia e di ringraziamento da parte mia e di tutti i Vescovi italiani. Di gioia, per i frutti spirituali di conversione e di radicamento nella fede, e per la convinta appartenenza ecclesiale, vero sigillo di ogni autentica ispirazione divina. Di ringraziamento, al Signore innanzitutto, per il dono che sempre fa alla Sua Chiesa di nuovi carismi secondo la necessità di ogni tempo, e a quanti poi, con fedeltà e dedizione, si sono spesi in questi anni per trasmettere ad altri il dono ricevuto.
Con tali sentimenti Vi auguro di vivere questi giorni di grazia e di comunione fraterna e di cuore imploro su Voi tutti, per intercessione di Maria Santissima, la benedizione del Signore.
25 aprile 2012
Dal Vaticano
Estratto
29 aprile 2012
Rimini
Estratto
[…] Cari fratelli e sorelle, non stancatevi di affermare la centralità di Cristo nella vostra esperienza di fede, poiché in nessun altro, al di fuori di Lui, c’è salvezza. Nè la scienza, né la ricchezza, né il potere donano la salvezza. Sostenuti dalla fede e dall’esempio dell’apostolo Pietro, sforzatevi di testimoniare il primato assoluto di Cristo, poiché solo in Gesù tutti gli uomini possono salvarsi e vivere. Infatti, Egli è risorto per la nostra salvezza, ci ha donato la remissione dei peccati e ci ha giustificati davanti a Dio. Come richiamato significativamente dal tema di questa vostra Convocazione, non cessate di proclamare che «Gesù è il Signore» (1 Cor 12,3), il quale rende liberi da ogni tirannia. Non dimenticate, tuttavia, che la “Signoria di Cristo” si esprime nel servizio, il cui simbolo è il grembiule unica divisa comandata agli Apostoli nel gesto della lavanda dei piedi, prima dell’ultima cena, quando Gesù disse. «Vi ho dato infatti l’esempio, perchè come ho fatto io, facciate anche voi» (Gv 13,15). La logica fondamentale del discepolo e della comunità cristiana non è quella del dominio, del potere secondo i criteri umani, ma la logica del chinarsi per lavare i piedi, la logica del servizio. IN ogni tempo la Chiesa è impegnata a conformarsi a questa logica e a testimoniarla per far trasparire la vera “Signoria di Dio”, quella dell’amore e del dono totale della vita come “riscatto”, come redenzione per molti.
[…] Cristo è il Pastore, cioè il centro di unità della Chiesa, è la pietra angolare che sostiene e dà solidità alla comunità dei fedeli. Una guida che si è resa presente in mezzo a noi attraverso il Corpo di Cristo, l’umanità di Cristo, strumento di rivelazione di Dio per l’uomo, e che ora si rende presente attraverso il suo corpo che è la Chiesa. In essa ogni credente può incontrarlo, può ascoltare la sua voce e fare una forte esperienza di Lui. Questo legame profondo con Gesù è la condizione per cooperare alla missione della Chiesa, alla quale ogni battezzato è chiamato, diventando entusiasta annunciatore del Vangelo, protagonista di unità e testimone di carità. La Chiesa, infatti, ha bisogno del dinamismo di ogni fedele, pertanto ha bisogno anche dell’autenticità e della freschezza della vostra fede!
Cari amici, continuate, con rinnovato fervore, a mettere al servizio della Comunità ecclesiale i vostri talenti, mediante un impegno gioioso, inteso come risposta ad una chiamata d’amore a voi rivolta da Dio.
In questa prospettiva, risulta particolarmente stimolante anche per voi il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, che si celebra oggi, IV domenica di Pasqua. Il Papa osserva che «ogni specifica vocazione nasce dall’iniziativa di Dio, è dono della carità di Dio! […] Occorre, pertanto, riannunciare, specialmente alle nuove generazioni, la bellezza invitante di questo amore divino, che precede e accompagna: esso è la molla segreta, è la motivazione che non viene meno, anche nelle circostanze più difficili».
Questo vale tanto per le vocazioni sacerdotali e religiose, quanto per le vocazioni laicali, tra le quali un ruolo essenziale nella società riveste quella del matrimonio. Tra poche settimane la Chiesa avrà l’occasione di dedicare, ancora una volta, particolare attenzione alla famiglia, celebrando a Milano il VII Incontro Mondiale delle Famiglie. A tale proposito, desidero esprimere il mio vivo apprezzamento al Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia, che ha deciso di dar vita al «Centro Internazionale per la Famiglia» a Nazareth, in Terra Santa. Vi incoraggio a proseguire questa vostra benemerita iniziativa, che costituisce un concreto gesto di comunione ecclesiale nell’impegno per la nuova evangelizzazione, a partire dalla famiglia, cellula della società, e più concretamente dalla famiglia di Nazareth, sorgiva feconda e luminosa di grazia per tutte le famiglie del mondo.
Cari fratelli e sorelle, auspico che queste giornate di riflessione e di spiritualità siano un ulteriore stimolo a ripartire dalla preghiera, seguendo la vita della Chiesa degli Apostoli che, prima di essere Chiesa che fa qualcosa, è una Chiesa che sta davanti al Signore in silenziosa adorazione e in gioiosa lode. Fate delle vostre comunità e delle vostre famiglie dei «Cenacoli» dove il protagonista è lo Spirito Santo, «che è Signore e dà la vita». La Vergine Maria, modello di ogni vocazione, vegli su ciascuno di voi e sul vostro apostolato nella Chiesa. Lei, piena di grazia, vi accompagni e vi ottenga di essere autentici testimoni del Cristo Risorto. Amen!
26 maggio 2012
Piazza San Pietro, Roma
“La cultura della Pentecoste”
Estratto
Dal centro della cattolicità, che custodisce la tomba dell’Apostolo Pietro ed è la sede del Papa, si leva a Dio la lode eucaristica per il quarantesimo anniversario del Movimento in Italia. Sono lieto di essere qui con voi, cari amici, per pregare insieme e testimoniarvi la stima e l’affetto dei Vescovi italiani. Voi siete parte di quel “Roveto ardente” che è l’adorazione della divina Eucaristia, sorgente generatrice della Chiesa, “fonte e culmine” della vita cristiana. Un saluto grato al Presidente, il dott. Salvatore Martinez, un abbraccio a tutti voi, ai vostri gruppi e a quanti qui rappresentate: il suggestivo colonnato di questa piazza è il simbolo dell’abbraccio accogliente e affettuoso della Chiesa, Madre e Maestra di fede. Al termine della Celebrazione Eucaristica nella vigilia della Pentecoste, incontreremo il Santo Padre Benedetto XVI, e così potremo rinnovarGli la nostra devozione, l’amore della sua persona, la pronta fedeltà al suo Magistero. Tutto rende questo luogo un cenacolo a cielo aperto, dove il vento dello Spirito Santo rinnoverà la sua venuta che fortifica le anime, rende bella la Chiesa, e rinnova la faccia della terra.
È una fortuna straordinaria
È Lui, lo Spirito, che fa fiorire il deserto: quante solitudini inaridiscono l’umanità, quante paure raggelano la vita! Ma quanta nostalgia di amore, di ascolto, di compagnia è presente nel cuore del mondo che è salvato dal sangue del Signore Gesù! Potremmo noi restare sordi alla richiesta di attenzione? Indifferenti all’attesa di una parola di speranza? Cari amici, voi lo sapete, lo sguardo che riscalda i cuori, e la speranza affidabile che gli uomini cercano, è Cristo, il Verbo eterno di Dio. Potremmo tenere nel segreto dei nostri cuori la fortuna straordinaria della fede? Voi sentite questo imperioso dovere, anzi, questo bisogno dell’anima: annunciare il Vangelo. Il Santo Padre non si stanca di sollecitare tutta la Chiesa a percorrere le strade degli uomini, a fermarsi ai crocicchi, a tutti dire la parola della salvezza e della gioia. Gli uomini sono distratti da un pesante apparato di cose che tendono ad ingombrare l’anima; ma non si può spegnere l’anima perchè non è possibile soffocare l’uomo. Si potrà renderlo distratto, abituarlo ad accontentarsi della superficie, ma prima o dopo sarà la vita stessa, il vortice del tempo, che lo richiamano alla realtà. È l’urto ruvido e inesorabile delle cose che darà voce e rilievo a quella nostalgia di cielo che è come l’aurora che anticipa la luce del giorno: Cristo.
Guai a non annunciare il Vangelo!
Il libro degli Atti ci presenta la vicenda dell’Apostolo Paolo: si trova a Roma in attesa del giudizio, costretto in casa. […] Ma l’intrepido evangelizzatore non s’arrende: “trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il Regno di Dio”. … La sua limitazione cambia le forme ma non impedisce la sua missione, poiché nessuna contingenza può spegnere il fuoco del Vangelo e del suo missionario. Non troviamo forse un paradigma? Se il vento dello Spirito dispiega la vela del vostro Movimento e la sospinge sulle acque del mondo, p per evangelizzare. Siate sempre fedeli a questa missione che è la natura stessa della Chiesa, e che deve tormentare il cuore di ogni discepolo del Signore: Guai a me se non annuncio il Vangelo!” dirà Paolo. Deve ripetere ognuno di noi!
[…] Cari amici, vi esorto a coltivare la vita spirituale che consiste nell’essere docili allo Spirito. Nella vita di preghiera troviamo la palestra insostituibile per crescere in questa docilità d’amore. Ma continuate anche nella conoscenza delle verità della fede cattolica che, come insegna il Concilio Vaticano II, si alimenta nella Scrittura Santa e nella Tradizione della Chiesa: l’una e l’altra le troviamo nel grembo del Magistero che amate e che garantisce la comunione ecclesiale.
Diffondete la Cultura della Pentecoste
Non dobbiamo essere cristiani timidi, che vivono la fede rasentando i muri della vita: famiglia, lavoro, società. Consapevoli del dono ricevuto, dobbiamo parlare di Gesù e della Chiesa con franchezza e senza impedimenti. Non si tratta innanzitutto di impedimenti esterni, ma interiori, che sono la soggezione rispetto alle opinioni dominanti, ai pregiudizi nei confronti della fede e della Chiesa, dell’enfasi sulle fragilità umane, dell’accusa di non essere al passo della storia, di un mondo che cambia parametri di giudizio e modelli di comportamento. Ma, ci chiediamo, dove ha portato e dove porta il taglio delle radici cristiane della vita e della cultura? Forse verso un’umanità più felice? Dobbiamo – come raccomanda Benedetto XVI – testimoniare e annunciare il Vangelo con lo sguardo della gioia. Le parole saranno luminose e avvincenti se fluiranno da un cuore che respira la gioia di Dio e la comunione ecclesiale. Liberiamoci, cari fratelli e sorelle, dagli impedimenti interiori che mortificano la gioia della fede; liberiamoci dalla paura di essere giudicati dal mondo. Dobbiamo essere liberi dal mondo per poterlo amare nella verità di Cristo. Diffondete la cultura della Pentecoste, che è cultura di unità e comunione. Essa non è frutto della presunzione umana – come nel caso della torre di Babele – ma è dono dello Spirito che scende dall’Alto. Per questo siamo qui a ringraziare, a lodare e a invocare che la Pentecoste si rinnovi nei nostri cuori e nella Chiesa che è nel nostro amato Paese.
30 ottobre 2012
Dal Vaticano
Estratto
in occasione dell’appuntamento annuale della Conferenza Nazionale Animatori dell’associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”, che quest’anno raggiunge la sua 36^ edizione, desidero far giungere a tutti i partecipanti, radunati a Rimini dal 1° al 4 novembre, il mio più cordiale saluto.
Risuonano ancora nella mente e nel cuore le incoraggianti parole che Papa Benedetto XVI ha pronunciato nell’omelia della Messa di chiusura dell’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sulla nuova evangelizzazione (28 ottobre 2012), quando ha parlato del dovere di far sì che la pastorale ordinaria sia «maggiormente animata dal fuoco dello Spirito, per incendiare i cuori dei fedeli», e che si adoperino anche «metodi nuovi» e «nuovi linguaggi» per proporre «la verità di Cristo con un atteggiamento di dialogo e di amicizia» anche a coloro che pur battezzati non vivono le esigenze di questo stato.
È con questo animo che voglio esortare tutti i partecipanti al vostro raduno, prendendo ancora in prestito le parole del Santo Padre, ad «annunciare nuovamente Cristo là dove la luce della fede si è indebolita, là dove il fuoco di Dio è come fuoco di brace, che chiede di essere ravvivato, perchè sia fiamma viva che dà luce e calore a tutta la casa» (ibid.). È questo ciò di cui ha bisogno oggi la Chiesa per impegnarsi nella nuova evangelizzazione.
Con questa Conferenza concludete le celebrazioni per il 40° anniversario della presenza del Rinnovamento in Italia; ma ecco che si spalanca davanti a voi “la porta della fede”: l’Anno della fede, aperto in occasione del 50° anniversario dell’inizio del Concilio Vaticano II, sia per tutti i membri dell’associazione una nuova occasione di slancio evangelizzatore per la diffusione del messaggio di Cristo Gesù che solo può condurre tutti gli uomini alla salvezza. Il mio augurio è di avere sempre, come ebbe a dire Paolo VI, il fuoco nel cuore, la Parola sulle labbra e la profezia nello sguardo! (cf Udienza generale, 29 novembre 1972).
Con questi sentimenti affido volentieri i lavori della Conferenza all’intercessione della Vergine Maria, Dimora dello Spirito Santo, assicurando a tutti i partecipanti la mia preghiera e la mia benedizione.
31 ottobre 2012
Roma
Estratto
per Suo cortese tramite, desidero rivolgere il mio cordiale saluto ai partecipanti alla XXXVI Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, in programma nella città di Rimini dall’1 al 4 novembre 2012.
Il tema su cui verte l’importante convocazione fa diretto riferimento all’Anno della Fede, inaugurato da Benedetto XVI l’11 ottobre scorso, e al compito della Nuova Evangelizzazione. Come ha recentemente spiegato lo stesso Santo Padre, “essa si riferisce, in primo luogo, alla pastorale ordinaria che deve essere maggiormente animata dal fuoco dello Spirito, per incendiare i cuori dei fedeli che regolarmente frequentano la Comunità e che si radunano nel giorno del Signore per nutrirsi della sua Parola e del pane di vita eterna” (Omelia nella Santa Messa per la conclusione del Sinodo dei Vescovi, 28 ottobre 2012).
Nel fervore di iniziative che vedo sorgere attorno a queste espressioni della vita attuale della Chiesa, ravvedo un segno di grande speranza e di comunione ecclesiale. Stiamo sempre più prendendo coscienza che ciò di cui abbiamo maggiormente bisogno è un risveglio della fede, in un contesto che non esitiamo a definire di crisi. Non ci nascondiamo, infatti, le grandi sfide in cui la Chiesa deve oggi confrontarsi, a cominciare da quelle di carattere religioso, etico e culturale, ma non meno chiara è la certezza della forza intrinseca, perchè proveniente dall’alto, di ciò che è messo nelle nostre mani: la Parola di Dio, la grazia trasmessa dai sacramenti, la tradizione di una vita ecclesiale in cui la persona è accolta e accompagnata verso la pienezza di vita e di gioia del Vangelo. Di questa perdurante fecondità educativa anche voi, cari Animatori dei Gruppi e delle Comunità, siete un segno di cui essere grati. La chiamata che il nostro tempo ci fa giungere da Dio è proprio quella ad aprire tutte le strade possibili perché ogni uomo possa incontrarLo e fare esperienza del suo Amore vivificante. Perché ciò avvenga, noi per primi dobbiamo tornare a chiederci: perché credo? Come posso essere sempre più docile all’azione dello Spirito Santo e varcare così ogni giorno la “porta della fede” insieme ai miei fratelli?
Molti sono gli aiuti che vi vengono offerti dal Magistero del Papa e dei Vescovi, dal cammino della Chiesa universale e dalle nostre Diocesi, in cui servire con umiltà e letizia di cuore. A questi si aggiungono le iniziative proprie del vostro Movimento, che ha di recente festeggiato il quarantesimo anniversario della nascita in Italia. Una lieta ricorrenza, sottolineata nel maggio scorso da una speciale udienza di Benedetto XVI. Con le Sue parole rinnovo il mio augurio e l’incoraggiamento a “testimoniare la gioia della fede in Cristo, la bellezza di essere discepoli di Cristo, la potenza d’amore che il suo Vangelo sprigiona nella storia, come pure l’incomparabile grazia che ogni credente può sperimentare nella Chiesa” (Discorso ai partecipanti all’Incontro promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo, 26 maggio 2012).
Di cuore vi benedico.
31 ottobre 2012
Dal Vaticano
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è con molto piacere che invio un breve saluto augurale a tutti voi che siete convenuti in questi giorni a Rimini per la 36^ Conferenza Nazionale Animatori del Rinnovamento nello Spirito Santo che ha quest’anno come tema “La porta della fede” (cf At 14,27).
Questo Vostro appuntamento si pone nel 40° anniversario della nascita del Rinnovamento e all’inizio dell’Anno della Fede, che il Santo Padre ha aperto lo scorso 11 ottobre, di cui ricordo l’emozione per la vostra grande partecipazione e per l’entusiasmo.
Sia questo per voi un momento per ringraziare il Signore per la fede ricevuta, per approfondirla e per trasmetterla agli altri sotto la costante azione dello Spirito Santo che accompagna la sua Chiesa. Importante appuntamento dell’Anno della Fede, al quale anche tutti voi siete invitati, sarà il 18 maggio prossimo, vigilia di Pentecoste, in cui vivremo, insieme a Papa Benedetto XVI, il Pellegrinaggio alla Tomba di Pietro di tutti i Movimenti, le Associazioni e le Aggregazioni Laicali.
Rivolgo un particolare saluto al Presidente Salvatore Martinez, che ha dato a nome vostro il suo bel contributo al Sinodo da poco terminato.
Auspicando una buona riuscita dell’iniziativa, colgo l’occasione per salutarvi cordialmente.
15 aprile 2013
Dal Vaticano
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ho ricevuto la Sua stimata lettera del 12 aprile scorso e La ringrazio.
Vorrei augurare ogni buona riuscita alla 36^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del RnS, che si terrà a Rimini dal 25 al 28 aprile prossimo. In un tempo speciale di grazia com’è quest’Anno della Fede, che l’amato Papa emerito Benedetto XVI ha voluto indire dall’11 ottobre del 2012 fino al 24 novembre del 2013, avete scelto come tema del vostro raduno “Accogliamo la Parola con la gioia dello Spirito Santo” (cf 1 Ts 1,6) “… E continuate a testimoniare la gioia della fede!” (Benedetto XVI al RnS).
Accogliere la Parola, ci ha ricordato di recente il Santo Padre Francesco, significa accogliere una Persona, Gesù Cristo, con la quale possiamo e dobbiamo entrare in relazione. «La Parola di Dio […] precede ed eccede la Bibbia – ha spiegato il Papa -. È per questo che la nostra fede non ha al centro soltanto un libro, ma una storia di salvezza e soprattutto una Persona, Gesù Cristo, Parola di Dio fatta carne» (Discorso ai membri della Pontificia Commissione Biblica, 12 aprile 2013).
La nuova Convocazione sia dunque, per tutti i partecipanti, occasione di rinnovato incontro con Cristo, ascolto della sua Parola e impegno a viverla nelle ordinarie condizioni della Vita, per realizzare così – prima di tutto – la nuova evangelizzazione tanto necessaria per l’uomo di oggi. La Vergine Maria, modello di docilità e obbedienza alla Parola di Dio, sia la guida dei vari momenti della Convocazione.
Con l’assicurazione della mia preghiera, benedico Lei e tutti i membri dell’Associazione “Rinnovamento nello Spirito Santo”.
20 aprile 2013
Roma
Estratto
Sua Santità Papa Francesco ha appreso con gioia che anche quest’anno avrà luogo a Rimini la Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo, un appuntamento che, tra quelli organizzati in Italia dai movimenti ecclesiali, si distingue per il gran numero dei partecipanti e per la speciale attenzione all’ascolto dello Spirito Santo che parla e opera mediante la Parola di Dio, i Sacramenti e l’insegnamento dei Pastori e dei predicatori.
Un momento particolarmente importante della Convocazione è la “Festa della Misericordia”, cioè un’intera giornata dedicata al Sacramento della Penitenza e della Riconciliazione. Il Santo Padre ha apprezzato l’invito rivoltogli a venire tra voi per presiedere questo momento, ma purtroppo non gli è stato possibie accoglierlo. Tuttavia, egli desidera assicurare che si unisce spiritualmente alla celebrazione della misericordia di Dio, che il Signore risorto effonderà in abbondanza nei vostri cuori donandovi il suo Spirito per la remissione dei peccati e, al tempo stesso, la sua pace (cf Gv 20, 19-23).
Mentre invita a partecipare numerosi alla Veglia di Pentecoste il prossimo 18 maggio in Piazza San Pietro, il sommo Pontefice invoca per la presente Convocazione e per l’intero cammino del Rinnovamento nello Spirito Santo la materna intercessione di Maria Santissima e di cuore invia a Lei, ai collaboratori e a tutti i presenti l’implorata Benedizione Apostolica.
Nell’unire il mio personale saluto con i migliori auguri per l’iniziativa, profitto della circostanza per confermarmi con i sensi di distinta stima.
23 aprile 2013
Dal Vaticano
Estratto
ho ricevuto e apprezzato il programma della XXXVI Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, in programma alla Fiera di Rimini nei giorni 25-28 aprile e dedicato al tema «Accogliamo la Parola con la gioia dello Spirito Santo» (1 Ts 1,6). «… E continuate a testimoniare la gioia della fede!» (Benedetto XVI al RnS).
Un’iniziativa che pone in evidenza l’importanza del Verbo che germoglia divenendo concreta esperienza di Dio nella vita stessa. La spiritualità biblica è, infatti, per sua stessa natura cristologica ed ecclesiale: pone il messaggio del Cristo vivente in mezzo a noi, al centro dell’esperienza di fede, e getta le basi per il costituirsi di una realtà nuova, redenta, in uno spazio e in un tempo in cui la Parola salvifica si fa carne, volto, storia.
Dinanzi al fluttuare incessante del mondo non è facile ritrovare la proporzione degli eventi, ristabilire la priorità dell’essere, o restituire una più nitida percezione dell’Assoluto. Guidati dallo Spirito Santo, siamo invitati, dunque, a condividere e non solo a ricevere, a comunicare e non soltanto a trattenere la relazione creativa che l’esistenza di ciascuno ha con l’insegnamento riposto nella lectio divina. Sprigionare le sue potenzialità, seguendo l’indicazione che Papa Francesco ha voluto dare indicando i tre momenti fondamentali del “camminare, edificare e confessare” non può che coincidere con l’annuncio del Vangelo per un’animazione consapevole della società.
Sotto questo profilo, di grande rilievo mi paiono le due importanti iniziative che saranno presentate in questa vostra occasione d’incontro, e in particolare il Piano Nazionale per una Nuova Evangelizzazione che ben si colloca nell’orizzonte dell’Anno della Fede. La storia stessa della Chiesa, e delle tante voci che la compongono, ci dimostra, infatti, che non esistono aeropaghi in cui il Vangelo non possa essere annunciato e testimoniato per diventare così il principio di una nuova condivisione.
Certo che tale fermento, proprio del profilo identitario del Rinnovamento nello Spirito, sarà donare frutti di bene e di discernimento, assicuro anche a nome del Cardinale Presidente Angelo Bagnasco, il ricordo nella preghiera affinché l’opera provvidenziale dello Spirito possa orientare e guidare gli esiti di questo importante appuntamento.
29 ottobre 2013
Dal Vaticano
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il mio cordiale saluto giunga a tutti i partecipanti all’annuale Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità di Rinnovamento nello Spirito Santo, che si riuniscono a Rimini dal 31 ottobre al 3 novembre prossimi.
Comunione e nuova evangelizzazione è il binomio sul quale intendete fermare la vostra attenzione in questi giorni in cui vi radunate per la trentasettesima edizione di questo vostro specifico incontro. Vicini alla conclusione dell’Anno della fede è bene che gli animatori della vostra associazione si interroghino sui frutti prodotti da questo tempo di grazia e in particolare sulla crescita della comunione affinché la missione sia sempre più credibile.
«La fede . Ci ricorda la Lumen fidei (n.22) – ha una forma necessariamente ecclesiale, un’opinione soggettiva, ma nasce da un ascolto ed è destinata a pronunciarsi e a diventare annuncio» (ibid.).
È questo annuncio, questo nuovo annuncio – così tanto necessario in quest’ora storica che vi esorto a portare alle donne e agli uomini di oggi, ai giovani e agli anziani, alle persone povere, provate dalla vita, fino alle periferie geografiche ed esistenziali della società tanto care a Papa Francesco. Un annuncio sincero, fatto di gesti concreti più che di parole, offerto senza stanchezza e fiducia, nella consapevolezza che è lo Spirito Santo l’anima della missione. La Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione, interceda per tutti voi!
Assicurandovi il mio ricordo nella preghiera, benedico tutti i partecipanti alla Conferenza e tutti i membri dei Gruppi e delle Comunità aderenti alla vostra associazione.
In Cristo Gesù e Maria Santissima.
29 ottobre 2013
Roma
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sono lieto di farLe giungere un augurio cordiale nell’imminenza della XXXVII Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, che avrà luogo a Rimini dal 31 ottobre al 3 novembre p.v. Sul tema: “Tutti siano una cosa sola pechè il mondo creda” (Gv 17,21). Comunione e nuova evangelizzazione nel RnS.
Il vostro convenire da tutte le nostre diocesi, oltre che da gruppi di lingua italiana dall’estero, si colloca a pochi mesi del Pontificato di Papa Francesco, che con parola incisiva, testimonianza luminosa e animo vigoroso sta guidando la Chiesa intera in uno slancio rinnovato di evangelizzazione. Associandomi spiritualmente ai Confratelli Vescovi che presiederanno le Celebrazioni eucaristiche nei giorni della Conferenza, auspico che anche da questa intensa esperienza di comunione, vissuta nella preghiera, nella riflessione e nello scambio fraterno, il vostro Movimento tragga nuova passione evangelizzatrice.
Grato per il ricordo nella preghiera, invoco con tutti voi il dono dello Spirito sui partecipanti alla Conferenza e sul cammino del Rinnovamento.
Con fraterno saluto nel Signore.
2 giugno 2014
Roma
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Vedevo i volti di tanti di voi, fissavo lo sguardo di Papa Francesco e vedevo realizzate le parole di Gesù «Io non vi lascio soli… Io sono con voi…. – e poi – Voi sarete miei testimoni…».
Sì, perchè quando Gesù sta con noi e quando lasciamo al suo Spirito di farsi spazio in noi e nella nostra Chiesa, allora le sorprese di Dio ci travolgono come uno tsunami.
Eccole le sorprese di Dio:
… i cuori più induriti, come può essere il mio, si aprono all’ascolto e alla lode!
… le nostre paure lasciano il posto alla gioia!
… l’arroganza, con la quale pensiamo di poter imporre i nostri modi di vedere e di vivere anche l’esperienza religiosa, cede il passo alla delicatezza e al rispetto che Pietro (1Pt 3,15) raccomandava domenica scorsa a tutti i cristiani chiamati – con delicatezza e rispetto appunto – a dare ragione della speranza che è in loro Una delicatezza e un rispetto che Papa Francesco ci sta insegnando e contagiando in maniera efficace e sempre sorprendente.
Sono qui a portarvi il saluto, l’affetto e la gratitudine dei Vescovi italiani!
Sono qui per chiedere, a nome dei Pastori della Chiesa italiana, di pregare per noi perché, col vostro aiuto e con il sostegno di tutti i battezzati, noi per primi possiamo aprirci sempre di più all’azione dello Spirito.
Siamo consapevoli che non bastano le nostre scelte pastorali e i nostri, per altri versi, utili documenti a fare di noi Vescovi delle avanguardie credibili e coraggiose della evangelizzazione. A renderci tali è soprattutto la presenza viva dello Spirito che – attraverso la testimonianza e la preghiera del Papa emerito Benedetto e attraverso la parola e i gesti carichi di passione di Papa Francesco – ci proietta in prima fila, facendo di noi degli uomini che osano, in maniera sempre più convinta e consapevole, più Vangelo e più carità.
Pregate per noi perchè la conversione pastorale, raccomandataci con insistenza dagli ultimi Pontefici e semper più urgente in questa nostra terra, non sia un facile e appagante slogan, utile solo per tacitare le nostre coscienze, spesso addormentate o anestetizzate da ciò che Vangelo non è.
Accompagnateci con la vostra preghiera. Accompagnate noi e i carissimi nostri sacerdoti con il vostro affetto. Ne abbiamo bisogno!
Vedrete che, così facendo, la nostra Chiesa risponderà sempre di più al progetto di Dio.
E il piano di Dio sulla sua Chiesa non ce lo fanno conoscere, con tutto il rispetto per loro, né certi media né i guru della comunicazione né quanti si autoproclamano “guide illuminanti”!
Il piano di Dio, per noi credenti e nelle nostre comunità, passa oggi, come lo è stato sempre, attraverso la parola e l’esempio del Papa che, con la grazia che gli viene dal suo ministero, ci guida alla conoscenza della Parola di Dio.
Per lui, per i sacerdoti e per noi Vescovi vi invito a pregare la Madonna.
La vostra preghiera per noi accompagni il vostro già intenso impegno nella evangelizzazione.
Mi è capitato più volte di parlarne con Salvatore, nei nostri incontri; per questo penso di poterlo dire oggi a tutti voi. Educhiamoci ed educate alla vita buona del Vangelo.
27 novembre 2014
Dal Vaticano
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La ringrazio molto della Sua pregiata lettera dal 24 novembre scorso con la quale mi rende nota l’organizzazione e i contenuti della XXXVIII Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si terrà alla Fiera di Riimini dal 5 all’8 dicembre prossimo, sul tema: “Fiumi di acqua viva sgorgheranno dal cuore di chi crede in me’ (cf Gb 7,38) – Il Rinnovamento, corrente di grazia per l’evangelizzazione”.
Con la presente desidero far giungere a tutti i partecipanti il mio saluto e il mio augurio affinché i lavori della Conferenza scorrano lieti e portino frutti abbondanti.
La Conferenza segna la conclusione del quadriennio di servizio dei responsabili dell’Associazione ai vari livelli, ed è pertanto un momento propizio per una verifica saggia e sapiente dell’operato fin qui svolto, come anche per ridare rinnovato slancio all’evangelizzazione alla quale siete chiamati secondo i vostri multiformi carismi, doni e talenti. Come vi ha detto Papa Francesco, «avete ricevuto il grande dono della diversità dei carismi, la diversità che porta all’armonia dello Spirito Santo, al servizio della Chiesa» (Discorso al raduno del Rinnovamento allo Stadio Olimpico di Roma, 1° giugno 2014). È importante, perciò, che questi carismi vengano esercitati in armonia come è armonioso il suono di un’orchestra, dove non c’è chi prevale, ma ogni strumento, diverso dall’altro, è necessario per l’armonia della musica (cf ibid.).
Il compito dei responsabili, evitando l’eccessiva organizzazione (cf ibid.), sarà allora quello di preservare questa armonia, di custodirla, di servirla. E dovranno distinguersi per lo stile di servizio sobrio e gioioso che oggi il Santo Padre ci chiama ad assumere sempre più, quasi a modo di distintivo per una genuina evangelizzazione che attiri gli uomini e le donne di oggi a Cristo. Sono numerose le aspettative che Papa Francesco ha espresso nei vostri confronti allo Stadio Olimpico lo scorso 1° giugno; un programma da realizzare! E sono ben lieto di sapere che è da questo discorso che avete tratto i fondamenti per il percorso futuro che impegnerà responsabili e animatori della vostra Associazione.
Vi affido alla Vergine Maria perchè vi aiuti a dire ogni giorno il vostro sì, «nell’urgenza, più imperiosa che mai, di far risuonare la Buona Notizia di Gesù» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 288), e vi assicuro la mia preghiera e la mia benedizione!
5 dicembre 2014
Roma
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sono lieto di raggiungere con questo messaggio di saluto e di augurio Lei e tutti i partecipanti alla 38^ Conferenza Nazionale Animatori, in programma al Palacongressi di Rimini dal 5 all’8 dicembre.
Purtroppo il nostro mondo corre. Corre e spesso perde il senso del suo agire e del suo procedere. È quindi una consolazione e una gioia per noi poterci soffermare oggi, ancora una volta, sul dono di Dio e sulla novità di vita che genera in noi. Se si osservano la vita, il mondo, gli altri, da un punto di vista solo umano, tutto appare presto o tardi insipido e amaro; se invece si assume la prospettiva di Dio e nella fede si guarda con un occhio puro, tutte le cose acquistano colore e riacquistano vitalità. Chiediamo quindi al Padre di essere illuminati dal versetto biblico che guida questo nostro incontro, per essere a nostra volta un faro di luce e di speranza per il nostro mondo e per tutti i nostri fratelli.
A Gerusalemme, racconta il testo di Giovanni, durante la festa delle Capanne, Gesù si alzò in piedi e gridò: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura – ed ecco le parole che più ci interessano – fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Gv 7,37-38). Durante la festa si svolgeva un particolare rito, una libazione solenne con acqua attinta a Siloe come invocazione da parte del popolo del dono della pioggia. Dietro a questo primo significato, Gesù legge qualcosa di molto più profondo: la vera acqua che Israele deve desiderare è lo Spirito di Dio, secondo la promessa dei profeti. Chi lo riceve, ecco l’annuncio sconvolgente e così spesso ignorato dai credenti, diviene egli stesso sorgente di acqua viva: anche da lui, cioè, lo Spirito Santo fluisce, a beneficio di tutti. È racchiusa qui una profonda verità: nessuno è salvato solo per se stesso, ma ogni dono che riceviamo è non solo per noi, bensì anche per gli altri. Non c’è nulla di quello che Dio ci dà che non si rifletta anche sui fratelli; se non lo fa, ciò è segno che neanche noi lo abbiamo realmente accolto.
È stato notato che non casualmente il tempo verbale in cui l’Evangelista coniuga il verbo “gridare” non è il passato remoto, ma l’imperfetto. Non si dice cioè che Gesù “gridò”, ma che “gridava”, a indicare un’azione non conclusa, che ha una durata permanente. Ancora oggi Gesù invita ogni uomo e tutti i credenti in lui ad abbeverarsi dello Spirito promesso ed effuso nella Pentecoste. Ancora oggi nel battesimo e ogni giorno fa scaturire per noi questa sorgente di grazia e di novità. Questo voi dovete ricordare alla Chiesa, secondo il meraviglioso compito che vi siete assunti all’interno dell’Associazione, di vivere – come recita il vostro Statuto (art.2) – in una «gioiosa e piena adesione alla vita sacramentale ed ecclesiale», in uno spirito di «conversione permanente» e nel «servizio ministeriale nella Chiesa e nella società».
Cosa implica questo servizio ministeriale? Che viviate pienamente secondo il vostro prezioso carisma, contribuendo così all’evangelizzazione, che è il compito primo e precipuo della Chiesa, «per una presenza incisiva – prosegue lo Statuto (art.3) – nei campi della cultura, della carità dell’impegno sociale». Invochiamo davvero il Padre di divenire sempre più capaci di accogliere lo Spirito, di lasciarcene permeare, consapevoli che così diventiamo sorgenti noi stessi dello Spirito, trasformando il nostro mondo, così assetato di Dio e così spesso ignaro di esserlo.
Con tali sentimenti Vi auguro di vivere intensamente e con profitto questi giorni di grazia, mentre invoco su Voi tutti, per intercessione di Maria Santissima, l’Immacolata, la benedizione del Signore.
5 dicembre 2015
Roma
Estratto
Il versetto biblico al quale vi ispirate nella riflessione di quest’anno, tratto dalla Lettera di Giuda, ci aiuta a comprendere meglio l’importanza e il valore della preghiera carismatica e comunitaria. L’Apostolo scrive «agli eletti che vivono nell’amore di Dio Padre» (v. 1), e critica aspramente coloro che, mostrandosi persone solo materiali, provocano divisioni, e manifestano così di essere privi dello Spirito (v. 19). Esorta invece i credenti a costruire il loro edificio spirituale sopra la fede, pregando nello Spirito Santo (v. 20).
La preghiera nello Spirito e nella sua potenza è dunque la vita per nutrire la fede ed evitare le divisioni, che provengono dal Maligno e contrastano il disegno di Dio. Il riferimento all’edificio è un potente richiamo alla solidità, che dobbiamo mantenere restando saldi nella fede, e alla dimensione comunitaria, imprescindibile e fondativa. Chi ha ricevuto lo Spirito di Dio viene impiegato – ce lo ricorda anche la Lettera di Pietro – come pietra viva per formare la Chiesa, che è edificio spirituale. Il riferimento all’unità è evidente e primario: lo Spirito, che fa del padre e del Figlio una cosa sola (cf Gv 10,30), spinge i credenti a vivere come un solo corpo, e li rende segno e strumento di unità e di pace per il mondo. Grande è la responsabilità che ci è affidata, che è conseguenza del dono ricevuto! Grande è la gioia che ci è comunicata perché, essendo stati inseriti nell’intimità stessa di Dio, vediamo ormai tutto in modo nuovo, e possiamo aiutare i fratelli a scoprire la grazia con cui Dio ci ha visitati e della quale continuamente ci ricolma.
Il nostro mondo, senza saperlo, ha una sete ardente di queste verità e di questi beni; tante donne e uomini anelano a riceverli, ma non ne percepiscono il valore, che noi dobbiamo, con la preghiera e la testimonianza, aiutarli a intravedere e quindi ad abbracciare. Lo sforzo di formazione permanente, in particolare da parte degli Animatori, che si caricano del ruolo di guida dei loro fratelli nella fede, mostra la consapevolezza del grande ministero che ci è affidato, sia nei confronti della Chiesa, sia nei confronti del mondo. Pregare nello Spirito insieme ai fratelli nella fede significa, quindi, essere spinti alla missione e all’impegno nella società, come portatori di speranza e di carità.
Vi benedica il Signore nel vostro proposito e nel vostro impegno. Vi ricolmi di ogni dono dello Spirito, in modo che tutta la Chiesa ne sia arricchita e vivificata. Vi renda un segno trasparente ed eloquente della bellezza della preghiera, della forza dell’unità, della gioia del servizio. Amen.
5 dicembre 2015
Dal Vaticano
Estratto
È con molto piacere che invio un breve saluto augurale a tutti voi che siete convenuti in questi giorni a Rimini per la XXXIX Conferenza Nazionale Animatori che ha come tema “Pregate nello Spirito” (Gd 1,20). Quest’anno, inoltre, la Vostra Assemblea si colloca proprio all’inizio del Giubileo della Misericordia, possa essere questo un segno di come il nostro annuncio, animato dalla forza dello Spirito, debba sempre essere portatore dell’amore misericordioso del Padre.
Auspico una buona riuscita dell’iniziativa e colgo l’occasione per salutarvi cordialmente.
18 aprile 2016
Dal Vaticano
Estratto
cari amici del Rinnovamento nello Spirito Santo […]
Apprezzo vivamente il tema da voi scelto “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo” (Gv 10,9a), che sottolinea il particolare kairòs che stiamo vivendo in questo Anno giubilare della Misericordia, chiamati a varcare la porta santa, che è Cristo, entrando in essa con «piena fiducia di essere accompagnati dalla forza del Signore Risorto che continua a sostenere il nostro pellegrinaggio», affinché «lo Spirito Santo che conduce i passi dei credenti per cooperare all’opera di salvezza operata da Cristo, sia guida e sostegno del popolo di Dio per aiutarlo a contemplare il volto della misericordia» (Papa Francesco, Misericordiae Vultus, n. 4).
Sono certo che questa Convocazione delle vostre comunità sarà occasione propizia per ciascuno di voi per rinnovare il cammino di approfondimento della propria identità, della propria missione e delle proprie responsabilità, nella Chiesa e nel mondo, così che, dopo avere attraversato la Porta santa, siate pronti a uscire verso le periferie geografiche ed esistenziali, testimoniando la bellezza di essere cristiani e la gioia del Vangelo.
In tal modo il messaggio della Divina Misericordia potrà, per mezzo vostro, raggiungere ciascuno, specialmente i poveri e coloro che ancora non conoscono la tenerezza del Signore: è questa la chiamata di Papa Francesco ai fedeli impegnati nella Chiesa e nel mondo, perchè «ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione e sarebbe inadeguato pensare a uno schema di evangelizzazione portato avanti da attori qualificati in cui il resto del popolo fedele fosse solamente recettivo delle loro azioni. La nuova evangelizzazione deve implicare un nuovo protagonismo di ciascuno dei battezzati» (Papa Francesco, Evangelii gaudium, n. 120).
Un ruolo di primo piano sono chiamati a svolgere in questo senso i giovani, a cui il Rinnovamento nello Spirito Santo dedica tanta attenzione e numerosi sforzi.
A tutti voi va il mio cordiale saluto.
In Cristo.
20 aprile 2016
Dal Vaticano
Estratto
Vi invio un breve saluto augurale per sostenervi in queste giornate di preghiera e di impegno formativo. Il tema che avete scelto per la XXXIX Convocazione Nazionale parla della porta: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo” (Gv 10,9a).
Quale grande espressione di fede esprime questa immagine. Gesù ha detto di essere la porta che introduce nel mistero del Padre. Nel Giubileo della Misericordia, la porta è davvero spalancata. Cristo vuole accogliere tutti e lascia aperto per darci la forza dello Spirito che ci rende capaci di diventare misericordiosi come il Padre.
Conosco il vostro grande impegno quotidiano che si esprime anche in grandi opere di misericordia oltre a quelle nascoste di ogni giorno che solo il Padre conosce. Vi prego di continuare in questo cammino, a volte faticoso e non sempre compreso, ma un vero percorso di santità che siamo chiamati a percorrere per dare testimonianza dell’Amore trinitario di Dio.
Nel salutarvi tutti insieme, soprattutto ricordando il vostro Presidente Salvatore Martinez, chiedo al Signore di benedirvi.
21 aprile 2016
Dal Vaticano
Estratto
22 aprile 2016
Roma
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come sempre, nel leggere l’invito da lei rivolto a tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito, a partecipare alla vostra XXXIX Convocazione Nazionale, a Rimini, ho percepito il forte intento apostolico che vi anima, la gioia che vivete nello Spirito e la determinazione con cui cercate di seguire il Signore, nel desiderio di farvi suoi strumenti. Di questo mi rallegro e vi invito a perseverare, per il bene di tutta la Chiesa, in questo stile di docilità interiore e disponibilità allo Spirito.
Il nostro mondo è sempre più assetato di verità e di comunione, a fronte di un contesto sociale e umano che spesso esalta l’apparenza e il singolo, privandolo della fiducia nell’altro e della dimensione comunitaria, così essenziale a tutti gli aspetti del suo sviluppo umano. In un tale contesto, la vostra spiritualità indichi con sempre maggiore convinzione che solo prendendosi per mano, e camminando insieme, è possibile crescere nella fede e costruire un mondo più giusto e umano.
Queste considerazioni ci richiamano al valore della famiglia, prima comunità umana e Chiesa domestica, della quale mai avremo sottolineato a sufficienza l’importanza, per la comunità cristiana e per tutta la società. Proprio in questi giorni, Papa Francesco ci ha fatto dono della sua Esortazione post-sinodale, Amoris laetitia, che ci sprona ad amare ancor di più la famiglia, a stare vicini a tutti coloro che vivono varie forme di sofferenza e di fallimento, e a scoprire sempre più a fondo la gioia che viene dalla vita nella famiglia domestica e in quella più ampia, che è la Chiesa.
Tale gioia è resa più forte dal tempo giubilare, che stiamo attraversando, il quale rappresenta per noi una scuola di fede e di misericordia. In questo Anno Santo siamo chiamati a fissare lo sguardo sul volto di Gesù, che ci rivela l’amore del Padre e ce lo dona. A Lui, che è la porta delle pecore e la via al cielo, guarderete nelle giornate della vostra ormai prossima Convocazione, per scoprire sempre più a fondo, in lui, il volto di Dio e quello dell’uomo, fatto a sua immagine.
Che attraverso Maria, sua e nostra Madre, egli benedica i vostri propositi e il vostro cammino.
28 ottobre 2016
Roma
Estratto
è sempre motivo di gioia spirituale constatare l’intensità della vostra attività apostolica, che svolgete a servizio a servizio del Signore e della Chiesa, con il cuore aperto a tutto il nostro mondo… Come credenti siamo chiamati a uscire da noi stessi, conformemente al mandato evangelico e sospinti dal monito di Papa Francesco, che costantemente ci richiama alla necessità di mettere in atto – nella vita di ognuno e in quella comunitaria – un costante dinamismo di apertura e accoglienza, per non perdere noi stessi. A tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito, nel memorabile incontro a Piazza San Pietro dello scorso anno, Francesco ha richiamato questa specifica vocazione: a diventare, nello Spirito, operatori di unità, per portare la pace e l’armonia di cui il mondo ha ardente sete. “Voi carismatici – vi ha detto – avete una grazia speciale per pregare e lavorare per l’unità dei cristiani”. Custodite dunque questo mandato così esplicito e alto, avvertendone la grazia e la responsabilità. Nella Chiesa siate sempre in essa costruttori di unità, aiutando tutti a percepirla come madre e come famiglia. Contribuite a renderla ministeriale mediante la costruzione di comunità autenticamente carismatiche, che facciano scoprire la grazia data a ognuno nel battesimo e la necessità che, nella comunità dei credenti, ogni membro metta a servizio del bene comune quanto sa fare quanto ha ricevuto e tutto se stesso.
29 ottobre 2016
Vaticano
Estratto
[…] Desidero esprimerLe le mie felicitazioni per la lodevole iniziativa, che raggiunge il felice traguardo di 40 anni ininterrotti di formazione per gli animatori e i responsabili del Rinnovamento nello Spirito Santo, e che quest’anno si concentrerà sul tema “Un cuor solo e un’anima sola” (At 4,32). Dall’effusione dello Spirito alla costruzione di comunità carismatiche.
Le parole che Papa Francesco vi ha indirizzato in occasione della Convocazione dello scorso anno mettevano in evidenza come anche piccoli gruppi di uomini e donne, semplici ma resi nuovi dall’azione dello Spirito Santo, possano diventare strumento efficace proprio perchè è lo Spirito che opera in loro e attraverso di loro. Nel corso di questo Anno giubilare avete avuto modo di testimoniarlo abbondantemente con le “Tende della misericordia” piantate in tutta Italia e le altre numerose iniziative con cui vi siete fatti prossimi ai fratelli sofferenti, unendo efficacemente annuncio e testimonianza.
Sono sicuro che questa Conferenza vi aiuterà a individuare le forme più opportune per concretizzare l’invito del Papa affinché l’impegno fattivo di tutta la Chiesa nelle opere di misericordia, fortemente rilanciato durante questo Anno Santo straordinario, possa proseguire con pari sollecitudine anche dopo la conclusione del Giubileo. Questo, infatti, è il senso delle parole di Papa Francesco quando chiama ogni forma di comunità cristiana a diventare “oasi di misericordia”.
21 aprile 2017
Città del Vaticano
Estratto
il mio cordiale saluto a lei e a tutti i partecipanti alla XL Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito che è in corso di svolgimento in questi giorni a Rimini.
Il tema che avete scelto quest’anno è “Esultate: il Signore ha agito. Giubilate: il Signore ha manifestato la sua gloria!” (cf Is 44,23), parole tratte dal profeta Isaia in cui egli esorta il popolo di Israele, ancora sofferente in terra d’esilio, ad esultare per la liberazione che presto avverrà.
È quanto siete invitati a fare anche tutti voi in questo tempo in cui celebrate i 45 anni del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia e i 50 anni del Rinnovamento nel mondo. Esultate e giubilate, perchè anche se la vita è segnata da contraddizioni, ferite e zone d’ombra, potete essere certi che, come ha agito in passato, il Signore agirà anche ora e non lascerà “in esilio”, lontani da lui, coloro che gli sono fedeli. Soprattutto, non ci lascerà nelle nostre schiavitù spirituali, vera causa delle nostre sofferenze.
Le felici ricorrenze che celebrate possono essere una buona occasione per ripercorrere con la “memoria del cuore” la storia di salvezza che avete vissuto. Queste celebrazioni saranno così motivo di nuova certezza nella fede, di rinnovato coraggio nel seguire il Signore per la strada che Egli vi indica, di gioiosa fiducia nell’invocare sempre la presenza vivificante dello Spirito Santo, “dolce consolatore” delle nostre anime.
Augurando abbondanti frutti spirituali per la vostra Convocazione, assicuro la mia preghiera e la mia benedizione a tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito Santo.
I miei più cordiali saluti.
30 novembre 2017
Vaticano
Estratto
saluto con gioia Lei e i numerosi partecipanti alla 41^ Conferenza Nazionale Animatori, che si svolge al Palacongressi di Rimini nei giorni 7-10 dicembre 2017, sul tema: “Riguardo ai doni dello Spirito non voglio lasciarvi nell’ignoranza” (1 Cor 12,1). Per essere comunità carismatiche-missionarie”.
La Vostra Conferenza chiude un anno di speciali grazie per il Rinnovamento nel mondo intero, nel 50° Anniversario della sua nascita. Un Giubileo d’oro celebrato ovunque e, in special modo, con Papa Francesco, al Circo Massimo, alla Vigilia della Solennità di Pentecoste.
La Conferenza, inoltre, segna la conclusione di un cammino triennale nel quale avete voluto rileggere e approfondire la Vostra “identità” spirituale e carismatica, in vista del rilancio della dimensione ministeriale e missionaria auspicate da Papa Francesco, così da essere volto gioioso di quella «Chiesa in uscita» che trova la sua sorgente proprio nell’evento di Pentecoste.
Desidero anche ringraziarVi per la bella esperienza di comunione ecclesiale che abbiamo vissuto insieme, a Pompei, in occasione del X Pellegrinaggio Nazionale delle Famiglie per la Famiglia, il 16 settembre u.s. Mi sono rallegrato nel vedere tanti nonni, genitori e figli uniti nella preghiera del “Rosario della Famiglia”.
Possiate, con convinzione e coraggio, e con rinnovata fiducia nell’azione dello Spirito di Dio, continuare a testimoniare il Vostro amore per la Chiesa e per il mondo,, in una proficua comunione con i pastori della Chiesa e fra di Voi. Abbiamo bisogno di un laicato conformato al Vangelo e obbediente alla Parola di Dio, per rispondere alle tante sfide del nostro tempo.
Mi affido alle Vostre preghiere e desidero ricordarVi l’imminente IX Incontro Mondiale delle Famiglie, che si svolgerà a Dublino nei giorni 21-26 agosto 2018.
Nell’affidare i lavori della Conferenza all’intercessione della Vergine Immacolata, assicuro a tutti i partecipanti la mia preghiera e la mia benedizione.
Un cordiale saluto.
4 dicembre 2017
Vaticano
Estratto
alla 41^ Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, Vi invio un breve saluto augurale per sostenerVi in queste giornate di preghiera e di impegno formativo. Il tema che avete scelto per la 41^ Conferenza è: “Riguardo ai doni dello Spirito non voglio lasciarvi nell’ignoranza” (1 Cor 12,1). Per essere comunità carismatiche-missionarie”.
Questo consueto e importante appuntamento chiude per Voi un anno particolare, nel quale avete celebrato il 50° Anniversario del Rinnovamento.
L’importante traguardo, che avete festeggiato con Papa Francesco al Circo Massimo, Vi esorta ad essere grati al Signore per quanto Vi ha donato in questo mezzo secolo. Allo stesso modo, però, Vi impegna e Vi sostiene nel Vostro prezioso ministero a favore della Chiesa.
Il tema scelto per quest’anno, che coniuga insieme la dimensione “carismatica” con quella “missionaria” delle comunità, Vi può indicare la strada da percorrere. Ricevere, infatti, i doni dello Spirito Santo non è e non può rappresentare solamente un sostegno per vivere all’interno delle nostre realtà, ma anche e soprattutto un supporto per farsi missionari e annunciare a tutti la Bella Notizia.
Per fare questo, è necessaria una “conversione pastorale in chiave missionaria”, come ci ricorda Papa Francesco, per realizzare, con l’aiuto dello Spirito, quella “Chiesa in uscita” alla quale ci richiama instancabilmente sempre il nostro Papa.
Nel salutarVi tutti insieme, soprattutto ricordando il vostro infaticabile Presidente Salvatore Martinez, porgo a Voi, e a tutte le Vostre famiglie, i migliori auguri per le prossime Festività natalizie e chiedo al Signore di benedirVi.
6 dicembre 2017
Roma
Estratto
Cari amici, vi raggiungo con gioia con questo messaggio fraterno in occasione della 41^ Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, nell’anno del Giubileo d’Oro del Rinnovamento nel mondo.
È bello e significativo il versetto da voi scelto “Riguardo ai doni dello Spirito non voglio lasciarvi nell’ignoranza”, tratto dalla Prima lettera ai Corinzi, perché questo piccolo brano, che prosegue con un elenco dei doni possenti dello Spirito, ci ricorda una verità profonda del nostro vivere in Cristo, ovvero che lo Spirito Santo è principio di unità del corpo di Cristo, un principio che è unione di diversità complementari.
“Vi sono diversi carismi – ci dice San Paolo – ma unico è lo Spirito” così come “vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore”. Ecco la magnificenza, la mirabile disposizione divina della varietà nell’unità, dell’essere ciascuno chiamato individualmente a esprimere la potenza e la bellezza di un diverso dono di Dio e, allo stesso tempo, a esercitarlo comunitariamente nell’armonia e nell’equilibrio di un unico organismo. Una generosa e continua dialettica delle membra che contribuiscono insieme allo sviluppo dell’intera persona.
In questi giorni state riflettendo sul tema “Per essere comunità carismatiche-missionarie” ed ecco ancora San Paolo ci spiega che nessuno di noi è privo di doni spirituali, che ci vengono dati gratuitamente affinché, con altrettanta gratuità noi li mettiamo a servizio degli altri, per amore e con amore. Il carisma a servizio della missione. Ebbene, tutto questo ci chiama alla reciproca appartenenza e alla responsabilità, a volte alla pazienza, sempre all’umiltà, tesi alla costruzione di quel “bene comune” che oggigiorno sembra un’espressione logorata da troppi formalismi e affettazioni, ma che invece ha radici nelle Scritture e ci richiama a un impegno vivo e vero.
Per questo, il fatto che la vostra tavola rotonda dedicata alla “Cultura di Pentecoste” desideri proporre, all’indomani della 48^ Settimana Sociale dei cattolici italiani, na risonanza comunitaria sul tema del lavoro “per generare coscienza d’impegno e rilevanza pubblica dei cattolici in Italia”, è un segno forte di consapevolezza e di speranza nel futuro.
Nell’augurio di una feconda realizzazione del vostro essere nel mondo comunità ricca di carisma e instancabile nella missione, vi ricordo con affetto e amicizia nelle mie preghiere.
7 dicembre 2017
Vaticano
Estratto
Dr. Salvatore Martinez, Presidente nazionale
In occasione della XLI Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, dal titolo “Riguardo ai doni dello Spirito non voglio lasciarvi nell’ignoranza” (1 Cor 12,1). Per essere comunità carismatiche-missionarie”, Sua Santità, spiritualmente presente, auspica che tale evento di grazia aiuti a prendere sempre più coscienza della comune responsabilità ad essere missionari e testimoni, radunati dall’azione dello Spirito, nell’ascolto dell’insegnamento degli Apostoli, nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nella preghiera, e chiamati a condividere nel mondo e con i fratelli l’esperienza dell’amore di Dio. Papa Francesco invoca su ciascuno abbondante effusione dello Spirito Santo e, mentre affida desideri, propositi e speranze alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, chiede di continuare a pregare per Lui e di cuore imparte a Lei, ai relatori e a tutti i presenti l’implorata Benedizione apostolica, volentieri estendendola all’intero Movimento.
Aprile 2018
Vaticano
Estratto
in occasione della 41^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si tiene a Pesaro, il Santo Padre Papa Francesco rivolge il Suo cordiale e beneaugurante saluto. Egli ricorda che tutti sono chiamati a percorrere lo stesso cammino del Buon Samaritano, che è figura di Cristo: per amarci come lui ci ha amato.
Il Samaritano si è comportato con vera misericordia: fascia le ferite di quell’uomo e se ne prende cura personalmente: tutto questo insegna che la compassione non è un sentimento vago, ma un concreto avvicinamento all’altro fino a immedesimarsi con lui. A ciascuno Gesù ripete: “Va’ e anche tu fa così”; la Chiesa si aspetta questa testimonianza perché nessuno sia privo della luce e della forza del Vangelo.
Sua Santità invoca abbondanti doni del divino Spirito per un fruttuoso discernimento, affidando voti e propositi alla celeste intercessione della Vergine Maria e, mentre chiede di pregare a sostegno del suo Ministero petrino, imparte di cuore a Lei, ai relatori e a tutti i presenti l’implorata benedizione apostolica, estendendola volentieri all’intero Movimento.
Aprile 2018
Vaticano
Estratto
un fraterno saluto nel Signore a Lei e a tutti i presenti alla 41^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo che è in corso di svolgimento in questi giorni a Pesaro.
La Parola del Vangelo alla quale vi volgete quest’anno per cercare conforto interiore e ispirazione per l’apostolato è la parabola del buon samaritano.
Fin dai tempi di Ireneo, di Clemente di Alessandria e di Origene, i Padri hanno visto nel malcapitato viandante della parabola un’immagine della nostra misera umanità decaduta dallo stato di amicizia con Dio, lasciata ferita e sanguinante in seguito all’assalto del demonio e alle conseguenze nefaste del peccato originale e dei nostri peccati personali. E hanno visto nel buon samaritano un’immagine di Cristo. Il suo “muoversi a compassione”, infatti, è la stessa espressione che Luca usa altrove per descrivere la reazione di Cristo di fronte alle sofferenze umane (cfr. ad esempio Lc 7,13).
Non sono, dunque, io il buon samaritano dell’umanità. Io sono uno dei tanti malcapitati, feriti dalla vita, che Cristo ha raccolto da terra e ha restituito alla piena salute e a una nuova dignità. Questa grande misericordia che mi è stata usata mi ha rigenerato. L’amore di Cristo, che mi è stato non solo mostrato come esempio ma anche donato attraverso lo Spirito Santo, è diventato in me sorgente inesauribile di carità che mi spinge continuamente “fuori di me”, per servire gli altri.
Se io ora ho uno sguardo di compassione per chi vedo ferito, è perchè Cristo ha fatto lo stesso con me. Papa Francesco usa un’espressione molto bella nella sua recente Esortazione Apostolica sulla santità: «Occorre pensare che tutti noi siamo un esercito di perdonati. Tutti noi siamo stati guardati con compassione divina» (Gaudete et Exsultate, n. 82). Perciò, invitandoci a farci vicini ai bisogni e alle sofferenze altrui, egli aggiunge: «Se ci accostiamo sinceramente al Signore e affiniamo l’udito, probabilmente sentiremo qualche volta questo rimprovero: “Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”» (ibidem).
Carissimi, non dimenticate mai l’incontro con Cristo che tutti voi avete avuto su quella strada polverosa in cui vi siete trovati un giorno, senza ricevere aiuto da nessuno Gesù non è andato oltre, si è chinato su di voi con immenso amore. E questo amore, dapprima accolto e poi innestato in voi dallo Spirito Santo, vi spinge ora a “fare lo stesso” con chi è nel bisogno.
Ricordate anche che per voi, oggi, la “locanda” che vi sta curando e ristorando è la comunità e il gruppo carismatico nel quale siete stati accolti, nei quali avete la possibilità di ascoltare la Parola vivificante di Dio, di ricevere la grazia nei sacramenti, e, insieme con i vostri fratelli, di lodare, supplicare e ringraziare il Signore nella preghiera. Il Papa dice nello stesso documento: «È molto difficile lottare contro la propria concupiscenza e contro le insidie e tentazioni del demonio e del mondo egoista se siamo isolati. È tale il bombardamento che ci seduce che, se siamo troppo soli, facilmente perdiamo il senso della realtà, la chiarezza interiore, e soccombiamo» (Gaudete et Exsultate, n. 42). Da qui l’importanza di vivere la propria fede in comunità. Siate grati al Signore per il dono della Comunità. Collaborate all’edificazione della vostra comunità. Non ferite e non disgregate la vostra comunità!
Carissimi, augurando abbondanti frutti spirituali per la vostra Convocazione, assicuro la mia preghiera e la mia benedizione a tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito Santo.
I miei più cordiali saluti in Cristo.
Aprile 2018
Vaticano
Estratto
alla 41^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, mi spiace non poter essere presente in mezzo a voi, ma impegni legati al mio ufficio, purtroppo, non me lo consentono, come invece avrei desiderato.
Vi invio comunque un breve saluto augurale per sostenervi in queste giornate di preghiera e di impegno formativo. Il tema che avete scelto per la 41^ Convocazione Nazionale è “Gesù lo vide e ne ebbe compassione… lo portò in una locanda e si prese cura di lui… E disse: va’ e anche tu fai così” (cfr Lc 10, 30-37).
La parabola del Buon Samaritano provoca, ogni volta, a verificare il nostro modo di essere cristiani e il nostro stile di vita. Papa Francesco, nella sua recente Esortazione Apostolica «Gaudete ex exsultate», anche a partire da questa parabola, spinge a ricercare la vita della santità. “Quando incotnro una persona che dorme alle intemperie, in una notte fredda, posso sentire che questo fagotto è un imprevisto che mi intralcia, un delinquente ozioso, un ostacolo sul mio cammino, un pungiglione molesto per la mia coscienza, un problema che devono risolvere i politici, e forse anche un’immondizia che sporca lo spazio pubblico. Oppure posso reagire a partire dalla fede e dalla carità e riconoscere in lui un essere umano con la mia stessa dignità, una creatura infinitamente amata dal Padre, un’immagine di Dio, un fratello redento da Cristo. Questo è essere cristiani! O si può forse intendere la santità prescindendo da questo riconoscimento vivo della dignità di ogni essere umano?” (n. 98).
Conosco il Vostro grande impegno quotidiano nelle tante realtà parrocchiali della nostra Chiesa. Le Vostre opere di carità esprimono la vicinanza e la fraternità che riversate a quanti sono nel bisogno.
Continuate in questo cammino, a volte faticoso e non sempre compreso, ma vero percorso di santità che siamo chiamati a percorrere per dare testimonianza dell’Amore misericordioso di Dio.
Nel salutarvi tutti insieme, soprattutto ricordando il vostro Presidente Salvatore Martinez, chiedo al Signore di benedirvi.
Aprile 2018
Roma
Estratto
riscontro la Sua cortese lettera del 5 aprile scorso prot. N. 53/L21.0, ricevuta in questi giorni, con la quale mi partecipa per la 41^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo che su terrà a Pesaro, città a me cara, nei giorni 28 aprile-1° maggio, dal tema: «”Gesù lo vide e ne ebbe compassione…. lo portò in una locanda e si prese cura di lui… E disse: va’ e anche tu fai così” (cf Lc 10, 30-37). Al servizio di Dio. Al servizio dell’uomo». La ringrazio vivamente per avermene fatto parte.
Le assicuro la mia vicinanza e la mia preghiera per questo Vostro importante appuntamento. Porti a ciascuno dei partecipanti la mia gratitudine e la mia stima per la Vostra presenza e per la Vostra testimonianza.
La raggiungano il mio più cordiale saluto unito alla benedizione del Signore che invoco su tutti Voi.
Aprile 2018
Roma
Estratto
carissimo Salvatore, pur consapevole della rilevanza ecclesiale dell’appuntamento, non ho la possibilità di partecipare di persona alla Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo in programma a Pesaro nei prossimi giorni. A maggior ragione sono contento di raggiungervi almeno con un pensiero fraterno e augurale. Non trovo di meglio, al riguardo, che contribuire a mia volta a rilanciare la pagina evangelica che farà da fondamento alle vostre giornate: possiate davvero specchiarvi in quel buon Samaritano che è icona di Gesù stesso, Parola del Padre, volto della sua misericordia: attento all’uomo, compassionevole, disposto a farsene carico, fino a coinvolgere altri in un cammino di cura, conversione, guarigione e liberazione che restituisce a vita nuova.
La Chiesa italiana conta con fiducia sul vostro apporto: fa affidamento al vostro esserci testimoniale, specialmente per raggiungere e coinvolgere quanti non hanno ancora incontrato Gesù come Signore e Salvatore. Le condizioni per tale missione evangelizzatrice fanno parte del DNA del Rinnovamento e Papa Francesco lo scorso anno ve le ha riconsegnate con l’autorevolezza del successore di Pietro: l’effusione dello Spirito, con cui l’esperienza cristiana non solo inizia, ma ha continuità e vitalità; la preghiera comunitaria carismatica, che ne è la linfa quotidiana; le opere di carità segno di quella vita nuova nello Spirito che si esprime nella Chiesa come nei diversi ambienti sociali: è servizio di Dio, il vostro, a servizio dell’uomo.
Cari amici, la Chiesa italiana vi è vicina, vi accompagna e trae dalla vostra testimonianza motivo di incoraggiamento e di speranza.
La Vergine Maria interceda per una rinnovata effusione dello Spirito Santo perché non manchino nelle nostre Comunità doni e carismi che rendano sempre più evidente la presenza del Crocifisso Risorto anche in questo nostor tempo.
Vi benedico con affetto.
Aprile 2018
Arcidiocesi di Napoli
Estratto
ho ricevuto la Sua lettera del 5 aprile scorso, con la quale Ella mi ha chiesto una particolare intenzione di preghiera per la 41^ Convocazione Nazionale del RnS, che si terrà a Pesaro, dal 28 aprile al 1° maggio prossimi,
Volentieri pregherò per tutti i partecipanti, affinché lo Spirito di Dio Vi doni la forza di mettere in pratica la Parola sulla quale avete scelto di riflettere: Gesù lo vide e ne ebbe compassione… lo portò in una locanda e si prese cura di lui… E disse: va’ e anche tu fai così.
Abbi cura di lui! È il Signore stesso che ci affida i fratelli più fragili, quelli che sono stati maltrattati e umiliati. Ci esorta pure a prenderci cura gli uni degli altri, senza cedere all’indifferenza e all’abbandono: Sono forse io il custode di mio fratello?
Cristo, che non è venuto per essere servito, ma per servire, ci ha lasciato un esempio da seguire. Perchè solo chi ama come Gesù può donare con gioia anche la propria vita.
Lo Spirito di Cristo Risorto riempia i Vostri cuori dei suoi santi doni, per essere testimoni autentici del Vangelo della Misericordia e di quella Carità che sa abbassarsi sul ciglio della strada per fasciare i cuori piagati, e versare sulle ferite degli uomini del nostro tempo l’olio della Speranza.
Prego, coesì come mi ha chiesto, per la buona riuscita del Convegno e Vi affido alla Vergine Maria, Donna dell’ascolto e del servizio.
Vi formulo i miei migliori auguri e di cuore benedico tutti.
Aprile 2018
Vicariato di Roma
Estratto
in occasione della 41^ Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo che si terrà a Pesaro dal 28 aprile al 1° maggio prossimi giunga a tutti i partecipanti il mio cordiale e fervido saluto di incoraggiamento.
Voi siete un prezioso strumento dello Spirito Santo per testimoniare Cristo, volto luminoso del Padre a servizio dei fratelli, specialmente i più deboli. Sostenuti dal tema di quest’anno “Gesù lo vide e ne ebbe compassione… lo portò in una locanda e si prese cura di lui… E disse: va’ e anche tu fai così” (cf Lc 10, 30-37), siate annunciatori della misericordia di Dio che per opera dello Spirito Santo trasforma ad immagine del buon Samaritano. Solo un’umanità trasformata dallo Spirito Santo ci rende capaci di vedere le necessità dell’altro, di essere mossi a compassione di fronte al dolore, di avvicinarci a chi è solo e di agire per il bene del fratello.
Rendo grazie a Dio insieme a voi per l’azione dello Spirito Santo presente nella vita dei vostri Gruppi e Comunità e nell’augurarvi un proficuo lavoro di riflessione e di ascolto della Parola, invoco sui giorni che trascorrerete insieme la benedizione del Signore.
Con viva cordialità.
30 aprile 2018
Pesaro
Estratto
1. La pretesa di un dio a disposizione.
Andavano evangelizzando (At 14,7). Paolo e Barnaba predicavano il vangelo a Listra di Licaonia. Ma della loro predicazione gli abitanti di Listra di Licaonia si sono del tutto dimenticati. Hanno predicato a lungo, hanno parlato bene, hanno comunicato le parole essenziali del kerygma e la buona notizia di Gesù risorto, principio di vita nuova, maestro di vita buona. Ma nessuno si ricorda la predica. Invece il fatto clamoroso dello storpio che si alza in piedi e cammina fa notizia, attira l’attenzione, suscita entusiasmo: Gli dei sono scesi tra noi in forma umana! Un dio a disposizione: questo sì è interessante! Questa sì è una notizia importante, questa sì è una religione utile. Un dio a disposizione. Che risolva i problemi della vita, che guarisca le malattie, che faccia camminare chi non ha mai camminato. Questo sì merita un sacrificio! La pretesa di un dio a disposizione percorre tutte le religioni della terra e costituisce una tentazione per tutti coloro che pensano a Dio. Ecco vorremmo un dio vicino, che si riveli utile, che si possa rendere amico con qualche sacrificio. Un dio a disposizione per accontentare i nostri desideri, per venire in aiuto alle nostre debolezze, per realizzare i nostri sogni. Le prediche sono tutte parole, i pensieri sono adatti a coloro che amano pensare, le promesse aprono prospettive lontane. Un dio a disposizione: questo sì ci interessa, questo sì raduna la folla, entusiasma la città. La città di Listra non è solo in Licaonia. La città di Listra è dappertutto dove abitano persone che hanno un senso pratico e amano le cose concrete, diffidano delle chiacchiere e non ascoltano le prediche: pretendono un dio a disposizione. Per un dio così sono disposti anche a sacrificare tori e corone. Ma se dio non è così non interessa: chi annuncia che dovete convertirvi da queste vanità al Dio vivente (At 14,15) diventa presto antipatico. Difatti la missione finisce male: Giunsero da Antiochia e da Iconio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto (At 15.19).
2. Il Paraclito vi insegnerà ogni cosa.
La parola del Vangelo risuona ancora in tutte le terre sotto il sole, in tutte le assemblee e in tutte le convocazioni. Siamo ancora a Listri di Licaonia, cioè gente che non ricorda niente delle prediche e si entusiasma per qualche fatto clamoroso? Ancora risuona la parola del Vangelo come una promessa di rivelazione, come una parola che introduce nella confidenza di Gesù e nei segreti di Dio. Lo Spirito che il Padre manda nel nome di Gesù insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Gv 14,26). Così siamo invitati a convertirci dalla pretesa di un dio a disposizione alla docilità allo Spirito Santo, mandato dal Padre. Chi accoglie la rivelazione di Gesù non pretende un dio a disposizione, ma piuttosto desidera essere a disposizione di Dio. Noi siamo qui per dichiarare la nostra intenzione di essere docili allo Spirito, per metterci a disposizione di Dio. Possiamo lasciarci istruire dalla parola di Gesù per avere qualche criterio di valutazione sulla verità della nostra disponibilità.
Lo Spirito Santo ricorda tutto ciò che Gesù ha detto: questa memoria Jesu è grazia dello Spirito. Il ricordo dell’insegnamento di Gesù non è solo un tenere a mente le sue parole, una abilitazione a ripeterle, una competenza che consente di insegnare agli altri e di fare prediche. Quello che lo Spirito ricorda è la potenza di Dio che trasfigura la vita, è l’inabitazione della santissima Trinità: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14,23).
La docilità a ricevere la manifestazione di Gesù è una grazia incomparabile, una gioia invincibile. Non è però a buon prezzo. Crea infatti una sorta di estraneità rispetto al mondo. Giuda, non l’Iscariota rimane sconcertato: come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo? (Gv 14,22). Siamo insomma nella condizione di sentirci estranei, di soffrire una incomunicabilità, di essere considerati strani. Ai discepoli non viene risparmiato il prezzo che Gesù stesso ha pagato per essere fedele al Padre.
Lo Spirito Santo insegnerà ogni cosa (Gv 14,26). La docilità allo Spirito ci introduce nel mistero di cui vive il mondo, ci rende partecipi dei pensieri di Dio, ci dona la grazia di vedere le persone, la storia, il futuro con lo sguardo di Dio. Perciò siamo abilitati e praticare il comandamento di Gesù che invita a considerare il prossimo colui che è stato abbandonato mezzo morto. Lo sguardo educato dallo Spirito lo riconosce come un fratello, non un estraneo al quale concedere un’elemosina, ma un fratello di cui prendersi cura. Il buon samaritano non è proposto per un’opera buona che ottiene la benevolenza di un “dio a disposizione” sostituendo il sacrificio di tori e corone, ma è la vita nuova che trasfigura la terra in una casa per uomini e donne chiamati alla fraternità. Lo Spirito Santo ci abilita a condividere la “mentalità di Gesù” su tutte le cose: ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo (1Cor 2,16).
Ci disponiamo quindi a vivere la prossima Pentecoste come rinnovata docilità allo Spirito di Dio e siamo invitati verificare il cammino compiuto per essere memoria Jesu, per sostenere il logorio dell’estraneità rispetto al “mondo”, per esercitarci nel guardare il mondo come lo guarda il Padre.
31 ottobre 2018
Roma
Estratto
Con grande gioia accolgo, a nome dei Vescovi italiani, l’invito a rivolgervi un indirizzo di saluto in occasione della 42^ Conferenza Nazionale Animatori che si terrà dall’ 1 al 4 novembre.
È una felice coincidenza quella che vede l’avvio di una Conferenza ispirata all’Esortazione apostolica Gaudete ed exultate proprio nel giorno in cui la Chiesa festeggia tutti i Santi con speciale solennità. Tutti i Santi, appunto: non solo i più noti, non solo coloro che ebbero modo di compiere gesti eclatanti, non solo quanti offrirono insegnamenti che segnarono epoche. Siamo invitati ad accogliere e a imitare l’esempio anche di chi in maniera quotidiana, semplice, in qualche caso addirittura nascosta, ha vissuto il Vangelo con gioia e fedeltà piena, senza mezze misure, senza preoccuparsi se non del giudizio di Dio. Del resto «per un cristiano non è possibile pensare alla propria missione sulla terra senza concepirla come un cammino di santità» (GE 19). Si è santi, dunque, quando si procede nella sequela di Cristo, condotti ogni giorno dalla potenza di Dio verso lidi inesplorati, sottratti al rischio della mediocrità, dell’adattamento, della paura e del calcolo (cf. GE 133). Come afferma ancora papa Francesco con disarmante profondità: «La santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita (cf Gal 5,22-23)» (GE 15).
Siamo di fronte dunque a una qualità sintetica della persona. Non si tratta però di una dimensione che allude a uno splendido isolamento dell’individuo. Non esiste una spiritualità “disincarnata” (cf. GE 40), né esiste una santità coniugata solo al singolare. Possiamo dire che si è santi se si serve la fraternità cristiana, come vedo opportunamente sottolineato nelle vostre giornate con la triade Vita Comunitaria — Discepolato Carismatico — Servizio all’uomo. E’ fin troppo noto del resto come i nostri contemporanei desiderino poter incontrare una Chiesa santa e siano feriti se sperimentano la fallacia dei comportamenti di alcuni cristiani. Qui si colloca il riverbero comunitario della sincera ricerca di fede, dell’ascolto fedele della Parola, dell’impegno costante alla conversione personale, della condivisione dei doni ricevuti in ordine alla edificazione giorno per giorno di una comunità luminosa.
Volendo allargare ancora lo sguardo, si intuisce che la santità si traduce in una dedizione potenzialmente illimitata. E infatti sono molti gli uomini e le donne, risplendenti di luce divina, che vengono ricordati con gratitudine non soltanto nella storia della Chiesa ma anche in quella dell’intera umanità: si pensi ai grandi santi della carità, a molte figure impegnate nel sociale, a grandi vescovi di Roma quali san Giovanni XXIII, san Giovanni Paolo II e ora anche il santo pontefice Paolo VI. Davvero, come credenti, ci sentiamo chiamati a servire senza risparmio, a operare, a spenderci e a offrirci cercando di vivere le opere di misericordia (cf GE 107), a curvarci ripetutamente sul fratello e sulla sorella che soffre, convinti che «non c’è amore senza opere d’amore» (GE 85). Non a caso l’icona biblica della vostra Conferenza è la frase evangelica «…E si prese cura di lui» (cf Lc 10,34b) e l’immagine che avete scelto scorge nel buon samaritano — sulla scia dei Padri della Chiesa — la raffigurazione di Cristo stesso. Vi auguro davvero, carissimi fratelli e sorelle, di essere a vostra volta “buoni samaritani” per chi vi incontra!
Queste poche parole, che vorrei affiancare in tutta semplicità a quanto verrà proposto a Pesaro, possano incoraggiare il Presidente e gli altri incaricati nazionali del Rinnovamento, i Vescovi e tutti i relatori che offriranno il loro contributo ai lavori. Queste parole, nonché la vicinanza dei Vescovi italiani e mia personale, possano soprattutto sostenere il cammino di ciascuno di voi, affinché animati dallo Spirito sappiate offrire l’apporto della santità che opportunamente invocate nelle parrocchie, nei luoghi di vita e in tutte le realtà territoriali del nostro amato Paese.
4 aprile 2019
Dal Vaticano
Estratto
giunga a tutti i partecipanti alla XLII Convocazione Nazionale dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito, in corso di svolgimento a Rimini, il mio cordiale fraterno saluto nel Signore. Con questo messaggio desidero unirmi a voi spiritualmente e sostenervi nel vostro cammino ecclesiale, invitandovi ad accogliere con piena apertura le grazie che lo Spirito Santo elargirà in questi giorni.
La Convocazione Nazionale del RnS è un grande “raduno di popolo”, un’esperienza di fede, intensa e comunitaria, che riporta a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa tante persone che vivono lontane da Dio; un kairòs dello Spirito per la nostra società così bisognosa di “rinnovamento spirituale e morale”, secondo i ripetuti appelli del nostro Pontefice.
Il tema che avete scelto quest’anno è «Oggi la salvezza è entrata in questa casa» (cf Lc 19,9a) tratto dal Vangelo di San Luca. Sono queste le parole che Gesù rivolge al pubblicano Zaccheo. È utile qui ricordare le parole di Papa Francesco a proposito di questo brano evangelico: «Lo sguardo di Gesù va oltre i peccati e i pregiudizi; vede la persona con gli occhi di Dio, che si ferma al male passato, ma intravede il bene futuro; Gesù non si rassegna alle chiusure, ma apre sempre, sempre apre nuovi spazi di vita; non si ferma alle apparenze, ma guarda il cuore. E qui ha guardato il cuore ferito di quest’uomo; ferito dal peccato della cupidigia, da tante cose brutte che aveva fatto questo Zaccheo. Guarda quel cuore ferito e va lì» (Angelus, 30 ottobre 2016).
Cari fratelli e sorelle, vi incoraggio a proseguire nel cammino che avete intrapreso dal quale sorgono tanti frutti di conversione, di santità e di servizio. Siate sempre agenti di misericordia e di comunione con tutti, facendo dei vostri Gruppi e Comunità “la casa” dove il Signore si compiace di dimorare e di operare la sua potente salvezza: noi crediamo, infatti, che il Suo nome ancora oggi converte, consola, libera, guarisce ed è per ogni uomo!
Il Santo Padre, con il dono dello Statuto di “Charis”, ha mostrato un ulteriore segno di fiducia e di sostegno per tutto il Rinnovamento Carismatico Cattolico del mondo, auspicando un rinnovato e più intenso servizio alla comunione per tutte le diverse realtà carismatiche che compongono e fanno ricca questa corrente di grazia che è nella Chiesa (Statuti di Charis art 1). Sono fiducioso che anche il Rinnovamento nello Spirito Santo, in spirito di filiale obbedienza alle intenzioni del Papa e di fraterna collaborazione con tutte le altre realtà carismatiche cattoliche nazionali e internazionali, saprà accogliere e valorizzare il servizio di coordinamento offerto da Charis, che sarà anche disponibile ad assistere Vescovi e sacerdoti che richiedano il suo aiuto (Statuti di Charis art. 4).
Augurando abbondanti frutti spirituali per la vostra Convocazione, assicuro la mia preghiera e la mia benedizione a tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito Santo.
4 aprile 2019
Dal Vaticano
Estratto
ho ricevuto la Tua pregiata lettera del 31 marzo u.s., con la quale mi informavi della celebrazione della 42^ Convocazione Nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, che si svolgerà a Rimini dal 5 al 7 aprile prossimi.
Desidero esprimere le mie felicitazioni per questo momento di preghiera e riflessione, che raccoglie da decenni migliaia di fratelli e sorelle del Rinnovamento nello Spirito Santo e che, quest’anno, si concentrerà sul tema Oggi per la tua casa è venuta la salvezza 8Lc 19, 9a) – A Gesù il potere di salvare. All’uomo la gioia di servire.
L’icona di Zaccheo che desidera vedere Gesù, e in risposta a questo suo desiderio, non solo vede, ma soprattutto viene visto da Gesù, ricorda che il desiderio di novità e di bellezza abita sempre il cuore dell’uomo ed è l’inizio d’ogni conversione. Oggi per questa casa è venuta la salvezza è la dichiarazione di Gesù a quel piccolo uomo che aveva aspettato il suo passaggio, sorprendendolo con il suo invito inatteso e nemmeno osato di fermarsi quel giorno a casa sua. Il Signore entra nella casa di un peccatore, frequentata solo da altri pubblicani come lui, ritenuti, anche loro indegni di Dio, per farne un figlio purificato, un figlio che nessuno riconosceva più come tale.
Zaccheo era inquieto ma dentro di sé scoprì un altro desiderio: non fu la curiosità che lo fece salire sull’albero, ma il forte desiderio di trovare Dio in Gesù. Lo Spirito che opera nei cuori sprona a desiderare altro, a non accontentarci, a cercare dentro di noi ciò a cui teniamo di più. Gesù invita ad invocare il dono dello Spirito che il Padre dà sempre a chi lo chiede e che è all’origine d’ogni inizio di cammino verso la santità di Dio.
La conversione è opera dello Spirito Santo: per questo è necessario ravvivarne la presenza invocandolo ogni volta che ci si prepara ad un’azione di evangelizzazione. È necessario credere nella forza dello Spirito Santo che continua, ancora oggi, a chiamare e creare discepoli di Gesù capaci di far rinascere l’amore per Dio che vuole dare la vita eterna a coloro che credono nel nome di Gesù.
Sono sicuro che, unendo efficacemente annuncio e testimonianza, anche questa Convocazione Nazionale sarà occasione di crescita e vi aiuterà ad individuare le forme più opportune per proseguire con generoso slancio e responsabilità in favore della nuova evangelizzazione, per rendere così un servizio autentico alla Chiesa nel mondo.
Mentre chiedo al Signore di benedire il vostro servizio alla Chiesa, profitto volentieri della circostanza per porgere il mio più cordiale saluto.
Il Signore vi benedica tutti.
Augurando abbondanti frutti spirituali per la vostra Convocazione, assicuro la mia preghiera e la mia benedizione a tutti i membri del Rinnovamento nello Spirito Santo.
5 aprile 2019
Dal Vaticano
Estratto
31 ottobre 2019
Vaticano
Estratto
Dr. Salvatore Martinez, Presidente nazionale del RnS
In occasione della 43^ Conferenza Nazionale Animatori dei Gruppi e delle Comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, dal titolo “Tutti sapranno che siete miei discepoli se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,35) – “Evangelizzare è amare”, Sua Santità rivolge a ciascuno il suo cordiale e paterno saluto, assicurando la sua spirituale vicinanza. Egli auspica che tale momento di riflessione e preghiera aiuti tutti a corrispondere con sempre maggiore docilità all’azione dello Spirito per essere nel mondo testimoni del Vangelo dell’amore: luce che rischiara e risplende, fuoco che illumina e riscalda, sale che dà sapore e gusto di eternità come rimedio allo Spirito del mondo. Papa Francesco invoca su ciascuno l’abbondanza dei doni dello Spirito Santo e, mentre affida ogni impegno personale e comunitario alla materna intercessione della Beata Vergine Maria, chiede di continuare a pregare per lui e di cuore imparte a lei, ai relatori e a tutti i presenti l’implorata Benedizione Apostolica, volentieri estendendola all’intero Movimento.
31 ottobre 2019
Perugia
Estratto
Saluto tutti gli intervenuti e a tutti comunico, in primo luogo, la gratitudine della Chiesa che è in Italia per l’impegno, come singoli e come comunità, nelle nostre realtà ecclesiali; per l’esempio e la testimonianza di vita evangelica ed evangelizzante, alla luce di una speciale vocazione di ascolto della Parola, sequela dello Spirito Santo, conformazione ai suoi doni di grazia. I temi da voi scelti per questo incontro dimostrano come tali carismi non siano qualcosa di chiuso o di astratto, che possa renderci e rendervi estranei alla esistenza quotidiana e al “mondo”; al contrario, emanando da Colui che era, che è e che viene, i doni dello Spirito Santo si rinnovano e ci rinnovano, più che mai, al confronto e al contatto con l’attualità, come è sempre stato e sempre sarà.
Riflettere, certamente con frutti di bene per tutta la Chiesa, su come l’eterna Pentecoste possa applicarsi ai tempi più scottanti della famiglia, della società, della comunicazione; in modi e in termini concreti, additerete come la «cultura della Pentecoste» sia l’antidoto, o meglio il balsamo – non lenitivo, ma rivitalizzante – sulle fragilità umane, sulle ferite dell’uomo e della donna, creature fatte per la gioia eterna ma talvolta fuorviante dall’illusione dell’effimero.
Riflettere sulla legge e sulla misericordia, sul ministero e sul servizio, sulla crescita umana e relazionale, come lo può fare soltanto un autentico cristiano, che sa da dove veniamo e dove siamo diretti. Lo Spirito «soffia dove vuole» (cfr. Gv 3,8), disse Gesù a Nicodemo in un indimenticabile colloquio notturno, ma la parresia (cui fa cenno tante volte appassionatamente San Paolo) non è anarchia, bensì quella combinazone di rispetto e franchezza che, derivando dalla completa fiducia in Gesù Cristo, non solo non pone l’uomo in catene, ma gli rivela la sua autentica dimensione di libertà.
«Evangelizzare è amare«, vi ha detto Papa Francesco con una delle sue icastiche espressioni, che non ha bisogno di commenti, e che si situa nel solco del mandato che avete ricevuto, con formule bellissime, anche dai Pontefici suoi predecessori. Il Signore stesso, per mezzo dell’effusione del suo Spirito, invia ogni giorno, ogni ora, ogni sua creatura per le strade del mondo. Questo mondo: non ce ne sono altri. Questo è il nostro tempo, al quale siamo stati donati. Accogliamolo, oggi e sempre, come un dono, con tutte le sue prove e le sue meraviglie. Lo Spirito ci guidi a farci prossimi di chiunque incontreremo, illuminandoci con la sua luce e trasformandoci con i suoi doni molteplici e multiformi, rendendoci capaci di servire chi ci sta dinanzi e di comprendere al meglio il suo linguaggio.
Da parte mia, in comunione con la Chiesa che è in Italia, vi giunga il più cordiale augurio di buon lavoro. Di cuore vi trasmetto la benedizione del Signore.