L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore
Per i detenuti e le detenute delle Carceri italiane
A Natale mettiamo in tavola la solidarietà!
Il 20 dicembre, in 21 Istituti penitenziari italiani, saranno serviti 7000 pasti per detenute e detenuti.
Partecipano all’iniziativa chef stellati, testimonial del mondo dello spettacolo, della musica, del teatro, della tv, del giornalismo e dello sport.
𝐀𝐈𝐔𝐓𝐀𝐂𝐈 𝐀 𝐅𝐀𝐑𝐄 𝐋𝐀 𝐒𝐏𝐄𝐒𝐀!
Per questo Natale e per altre occasioni nelle quali porteremo una luce e una speranza nelle carceri italiane!
È possibile contribuire all’iniziativa versando la propria offerta sul seguente conto corrente bancario:
𝐏𝐑𝐈𝐒𝐎𝐍 𝐅𝐄𝐋𝐋𝐎𝐖𝐒𝐇𝐈𝐏 𝐈𝐓𝐀𝐋𝐈𝐀 – 𝐎𝐍𝐋𝐔𝐒
𝐈𝐓𝟓𝟕𝐈𝟎𝟔𝟐𝟑𝟎𝟎𝟑𝟐𝟒𝟑𝟎𝟎𝟎𝟎𝟑𝟎𝟎𝟕𝟔𝟕𝟒𝟏
𝐜/𝐨 𝐂𝐫𝐞𝐝𝐢𝐭 𝐀𝐠𝐫𝐢𝐜𝐨𝐥𝐞
𝐂𝐚𝐮𝐬𝐚𝐥𝐞 “𝐂𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐭𝐨 𝐏𝐫𝐚𝐧𝐳𝐨 𝐝𝐢 𝐍𝐚𝐭𝐚𝐥𝐞”
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L’ALTrA Cucina… per un Pranzo d’Amore
Saranno con noi…
Oggi voglio ricordare in modo particolare i nostri fratelli e le nostre sorelle che sono in carcere.
È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore. Non possono esserci condanne senza finestre di speranza. Qualsiasi condanna ha sempre una finestra di speranza. Pensiamo ai nostri fratelli e alle nostre sorelle carcerati, e pensiamo alla tenerezza di Dio per loro e preghiamo per loro, perché trovino in quella finestra di speranza una via di uscita verso una vita migliore.
La tenerezza è qualcosa di più grande della logica del mondo. È un modo inaspettato di fare giustizia. Dio non si spaventa dei nostri peccati, è più grande dei nostri peccati: è padre, è amore, è tenero. Non è spaventato dai nostri peccati, dai nostri errori, dalle nostre cadute, ma è spaventato dalla chiusura del nostro cuore – questo sì, lo fa soffrire – è spaventato dalla nostra mancanza di fede nel suo amore. C’è una grande tenerezza nell’esperienza dell’amore di Dio. Così è la misericordia di Dio.
Tutti noi abbiamo conti da risolvere; ma fare i conti con Dio è una cosa bellissima, perché noi incominciamo a parlare e Lui ci abbraccia. La tenerezza! La tenerezza non è prima di tutto una questione emotiva o sentimentale: è l’esperienza di sentirsi amati e accolti proprio nella nostra povertà e nella nostra miseria, e quindi trasformati dall’amore di Dio.
Il Signore non ci toglie tutte le debolezze, ma ci aiuta a camminare con le debolezze, prendendoci per mano. Prende per mano le nostre debolezze e si pone vicino a noi. E questo è tenerezza.
* Aula Paolo VI, mercoledì 19 gennaio 2022
Papa Francesco