“Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene e dove va:
così è di chiunque è nato dallo Spirito”
(Gv 3,7-8)
È paradossale, ma vera, l’affermazione di un famoso teologo protestante, Karl Barth, che, nel suo commento all’epistola ai Romani, asserì: «Dello Spirito Santo è impossibile parlarne, impossibile tacere!». La terza Persona della Trinità non è infatti un fantasma inafferrabile, non è una realtà evanescente, né una forza misteriosa, indecifrabile. Tutt’altro! È una Persona divina, presente e molto dinamica (Gv 14,16-26). È Dio eterno, infinito, onnipotente, della stessa sostanza del Padre e del Figlio. Lo Spirito Santo agisce, rimanendo nell’ombra, si dedica a radicali trasformazioni di cuori, senza rendersi mai visibile; compie azioni misteriose, incessanti e sempre nuove in ogni uomo, senza farsi notare. Ed è precisamente questo Suo agire discreto nell’intimo dell’uomo che determina in noi il vivo desiderio di sapere di più di Lui, di conoscerLo meglio. In ebraico spirito è ruach e indica il soffiare del vento. In greco il termine è pneuma, che significa spirito, vento, respiro, soffio… Dunque, il vento simboleggia l’azione dello Spirito Santo e rappresenta la Sua opera misteriosa, penetrante, vivificante e purificatrice.
IL VENTO: LA NUOVA NASCITA
«Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,7-8). Gesù nel dialogo notturno con Nicodemo, un capo dei Giudei, si era riferito al vento per annunciargli una nuova nascita dall’alto. Ebbene, come il vento esiste e lo si avverte negli effetti, anche se è inspiegabile, così è dello Spirito: esiste e opera, benché resti misteriosa la Sua esistenza e la Sua attività. Il vento che soffia dall’alto, dal Cielo, da Dio, non lo si vede, ma si fa sentire. Non ha un volto da offrire alla visione, ma fa avvertire la sua presenza: è una forza che afferra tutta la persona, è un fuoco che riscalda e illumina “dentro”, è un impulso irresistibile che parte dal più profondo e investe vita, lavoro, aspirazioni e progetti. La sua azione segreta e discreta si manifesta nelle ispirazioni, nelle illuminazioni improvvise, negli eroismi di carità, nella forza di svincolarci dalla stretta delle numerose schiavitù del male, della paura, del conformismo e ci fa risultare persone nuove, coraggiose, ricche di slanci e di creatività. La Parola ci viene in aiuto descrivendo la rigenerazione una nuova nascita ottenuta per fede (1 Gv 5,1).
IL VENTO: LA PENTECOSTE
«Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi». (Atti 2,2-3). In Giovanni 20,22 Gesù disse: «Ricevete lo Spirito Santo». Nel giorno della Pentecoste invece ci viene detto che: «… furono tutti ripieni di Spirito Santo…». Sono due cose diverse, ricevere ed essere ripieni. L’immagine di Gesù che soffia sui discepoli richiama l’opera di Dio, quando Egli creò Adamo (Gen 2,7): questo soffio emanato sui discepoli dopo la Resurrezione non è altro che la nuova nascita. Questa ricezione dello Spirito Santo fu un’anticipazione della Pentecoste, giorno in cui essi furono ripieni per affrontare con franchezza il mandato della predicazione. Ricevere vuol dire accogliere, accettare, prendere ciò che viene dato, consegnato, inviato, somministrato o conferito con solennità. In un secondo tempo, il credente deve essere riempito. Riempito vuol dire essere del tutto ripieno. In diverse occasioni il cristiano viene invitato ad essere ripieno, perché le peripezie della vita portano a non essere traboccanti (Atti 4,31). Se da un lato la Pentecoste fu per i discepoli l’adempimento della promessa del Padre ricevuta tramite Cristo, il messaggio predicato da Pietro (Atti 2,38-39) fu, d’altro canto, l’annuncio che la promessa era valida per quanti sarebbero venuti a Cristo da quel momento in poi. L’effusione dello Spirito Santo a Pentecoste fu dunque solo l’inizio. L’effusione dello Spirito Santo è ancora attuale (Atti 2,39). La promessa del battesimo nello Spirito Santo non si esaurì con la manifestazione del giorno di Pentecoste, e neppure con quelle successive, ma è ancora valida per tutte le generazioni di credenti, fino al ritorno del Signore. Il battesimo nello Spirito Santo è ancora un dono di Dio e lo si riceve soltanto tramite la preghiera (Mt 21,22). L’effusione dello Spirito Santo si prefigge uno scopo. Gesù nell’ordinare ai discepoli di rimanere a Gerusalemme specificò anche che sarebbero dovuti rimanere lì fino a quando non fossero stati «rivestiti di potenza dall’alto» (Lc 24,49). Solo con quella potenza avrebbero potuto portare a termine la loro missione. Lo Spirito Santo conferisce pertanto al credente la potenza necessaria per vivere una vita di progressiva santificazione e per annunciare il Vangelo ad ogni uomo.
Il vento dello Spirito Santo soffi ed irrompa con tutta la Sua potenza nella vita di ogni fratello e sorella dei Cenacoli, Gruppi e Comunità del Rinnovamento nello Spirito, spingendo tutti a prendere il largo, ad uscire per annunciare che Cristo è vivo!
Buona domenica di Pentecoste a nome del Comitato Nazionale di Servizio e del Consiglio Nazionale del RnS.
Giuseppe Contaldo
Presidente nazionale
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