Anna – «Nessuno si salva da solo!»

A volte le difficoltà della vita ci fanno credere che basta voltare pagina per tornare a sorridere. Ma da soli non si può guarire dal dolore…

Quello che è successo nella mia vita, purtroppo, è comune a tante donne anche se non tutte hanno avuto la grazia di incontrare Dio come me.

All’età di 23 anni ho cominciato una relazione con un uomo che mi ha allontanata dal percorso di fede che avevo iniziato qualche anno prima. Credevo che fosse il grande amore. Sono andata a convivere con lui, scoprendo il lato oscuro di alcune relazioni: sono stati sette anni di violenze psicologiche e fisiche. Ho conosciuto l’angoscia, la paura, l’umiliazione e la vergogna di raccontare cosa succedeva tra le mura domestiche. 

A trent’anni, dopo un anno di preghiere, sono riuscita a lasciarlo, ma ne sono uscita devastata, persa, con la convinzione di essere io la responsabile delle violenze subite, di essermele meritate, in un certo senso, con il mio comportamento, di essere io quella inadeguata, sbagliata, non degna di amore, inutile! Cosa può meritare una donna così? Nulla! Né da parte di Dio, né da me stessa.

Decido allora di investire tutto sul lavoro. Con la vita alla deriva, mi traferisco a Milano, dove resterò per 20 anni! Arrivo piena di ideali e voglia di aiutare gli altri e divento una donna in carriera, molto presa dal successo personale. Ero però sempre insoddisfatta e triste. Ma resistevo perché, in fondo, mi ero fatta da sola ed ero convinta di bastare a me stessa e di non aver bisogno di nessuno; ero libera, forte e realizzata! O almeno mi illudevo di esserlo… 

Poi nel 2020 è arrivato il Covid… So che sembra assurdo, ma per me è stato una “fortuna”! Sono crollata. Spaventata e angosciata, mi sono trovata a fare il bilancio della mia vita, i conti con il passato e il presente! Avevo lasciato che quella storia di violenza mi trasformasse!

Decido di rientrare a casa nel mio paese in Umbria, con l’intenzione di rimanervi per pochi giorni, giusto il tempo di rimettermi in sesto stando con la mia famiglia e i miei amici. Invece non sono più tornata a Milano! Con il ritorno a casa la mia vita prende una strada del tutto nuova e imprevista.

Sento parlare del gruppo “Magnificat” del RnS che si riunisce in una chiesa del mio paese. Decido di provare: entro in Chiesa dove tutti mi salutano e mi accolgono con gioia. E io, che provenivo da un contesto dove tutto si monetizzava, rimango disorientata, se non sospettosa, dell’accoglienza disinteressata che ricevo. Sicuramente – mi dico – c’è qualche cosa da dare in cambio!

La preghiera però mi piace. All’inizio partecipo in modo discontinuo, resto sempre in disparte, esco per prima dalla chiesa per non dover parlare con nessuno. Ma con il tempo succede qualcosa, specialmente durante l’invocazione allo Spirito Santo. E così inizio ad attendere con trepidazione l’incontro settimanale successivo!

Una sera, tornando a casa inizio a piangere così tanto da non riuscire a smettere! Avevo sperimentato l’amore di Dio e dei fratelli!

Di lì a poco inizia il Seminario di vita nuova e posso partecipare pure io! «Ma siete sicuri? Sono l’ultima arrivata, non ne sono degna!» E invece, mi viene risposto “sì”. Dio ha trovato il modo di agire, con i suoi modi e i suoi tempi, lui che sta alla porta e bussa e questa volta io gli ho aperto il mio cuore!

Durante il seminario mi risuona forte la parola che è stata annunciata: «Nessuno si salva da solo!». Che cambiamento per me che avevo investito tutta la mia vita sull’essere da sola!

Durante e dopo la Preghiera di effusione ho capito che ero il “figliol prodigo” che non veniva giudicato! Che ero amata, accettata, non più abbandonata, né inadeguata eppure ero sempre io; la mia storia e la mia vita erano state salvate!

Oggi sono cambiate molte cose! Non sto più in fondo alla Chiesa, prego per gli altri e per me, il sorriso è tornato! Il passato l’ho lasciato nel passato, ma non lo dimentico. Nelle difficoltà, nelle cadute, nei problemi piccoli e grandi che ho affrontato in questi anni ci sono stati sempre i fratelli del gruppo di cui ora faccio orgogliosamente parte, a sorreggermi e a pregare per me e su di me! La fede ritrovata è la mia forza, il mio amore, il mio sorriso, e il Rinnovamento la mia seconda famiglia.

Ora ho voglia di condividere l’esperienza fatta e di essere testimone dell’amore di Dio in tutti i contesti nei quali mi trovo a vivere. Qualche settimana fa una mia studentessa mi ha chiesto di essere la sua madrina perché ha deciso di ricevere il sacramento della cresima. 

Inoltre, mi è stato concesso di ricevere il Ministero del Lettorato che mi permetterà di essere a servizio della Chiesa e di Dio e di restituire, anche se in piccola parte, il molto che Dio mi ha dato e che mi dà ogni giorno! «Gioisci figlia di Sion!» (Sof 3,14). Gesù è il Signore! Alleluia!

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