Da giovane cede al fascino di un guadagno facile e viene messo in carcere. Durante la reclusione scopre il RnS e incontra Dio; da qui la sua rinascita.
La mia infanzia è stata condizionata da enormi problemi familiari: mio padre o era latitante oppure in carcere. La nostra infanzia è trascorsa con la mamma, a casa dei nonni materni e poi in una scuola-collegio. Conseguito il diploma, mio fratello più grande ha aperto una autofficina e ci siamo messi con a lavorare con lui. Con il benessere, però, ci siamo dimenticati di Dio. Ciò ha portato tutta la famiglia, tranne mamma, in carcere con l’accusa di associazione a delinquere. In carcere per sei anni, vivevo una solitudine che mi lacerava il cuore. Un amico mi consigliò di dedicare il mio tempo alla lettura della Parola. Inizialmente non comprendevo ciò che leggevo ma lentamente cominciai a sentire che ciò che leggevo mi riguardava personalmente, come se Gesù volesse parlare al mio cuore. Un giorno ho letto sulla Bibbia che avevo le parole “Rinnovamento nello Spirito” e ho domandato informazioni al cappellano che mi ha parlato del Movimento. Ho chiesto se i volontari del RnS erano disposti a venire a pregare con i detenuti; dopo qualche giorno, padre Francesco mi ha annunciato che un gruppo di persone del RnS era disponibile. Arrivarono un venerdì, per il primo incontro di preghiera. Noi eravamo 9 e loro in 5, di cui uno con la chitarra. Dopo le presentazioni, abbiamo iniziato la preghiera, all’inizio un po’ imbarazzati per il modo in cui pregavano, nello stesso tempo emozionante. Gli incontri si sono susseguiti e io sentivo che tutto stava cambiando, anche se le tentazioni non venivano meno. Ogni settimana attendevo l’incontro di preghiera come un bambino aspetta un regalo. Il regalo è arrivato quando un giorno mi hanno comunicato che la detenzione era finita e avrei dovuto attendere la decisione del giudice a casa in stato di semilibertà. Era la risposta alle mie preghiere e la certezza che Dio non ci lascia mai soli. A casa, la prima cosa è stata cercare una comunità di preghiera e il Signore mi ha messo davanti una persona che frequenta una Comunità del Rinnovamento, una dolcissima donna che oggi, grazie a Dio, è la mia compagna di vita.
Poi è arrivato il Covid-19 e i fratelli mi hanno proposto di partecipare alla preghiera attraverso Zoom. Era come se fossi presente e ho trovato grande giovamento. Abbiamo pregato anche per la risoluzione del mio problema giudiziario. Di nuovo, la risposta di Dio non si è fatta attendere: dopo qualche ora mi ha chiamato il mio avvocato comunicandomi che ero un uomo libero. Ho subito ringraziato Dio per la meravigliosa opera di riscatto su di me e gli ho promesso di testimoniare al mondo intero la mia conversione. Concludo con la Parola di Dio (2 Tm 4, 16–18): «Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato…. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili. Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen».
0 commenti