“L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Nazareth” (Lc 1,26). Con una particolare emozione pronuncio queste parole ogni volta che mi porto al Santuario di Pompei, in cui è circondata con una singolare venerazione alla Vergine Maria, quella Vergine alla quale fu mandato Gabriele. Fu mandato da Dio Gabriele a Maria di Nazaret per annunziare a lei e, in lei, a tutto il genere umano la missione del Verbo. Ecco, Dio vuole mandare l’eterno Figlio affinché, diventando uomo, possa donare all’uomo la vita divina, la figliolanza divina, la grazia e la verità. La missione del Figlio inizia proprio in quel momento a Nazaret, quando Maria ascolta le parole pronunciate dalla bocca di Gabriele: “Hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù” (Lc 1,30-31). La missione di questo Figlio, Verbo eterno, inizia quando Maria di Nazaret, ascoltando le parole di Gabriele, risponde: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).
Maria è la prima fra coloro che si mettono in relazione/preghiera con Dio. Tale era nella sua casa a Nazaret, quando conversava con Gabriele. Lì, la cogliamo nel profondo della preghiera. Nel profondo della preghiera parla a lei Dio Padre. Nel profondo della preghiera il Verbo Eterno diventa il suo Figlio. Nel profondo della preghiera scende su di lei lo Spirito Santo. E poi essa trasferisce questa profondità della preghiera da Nazaret al cenacolo della Pentecoste, dove era riunita con tutti gli Apostoli (cf. At 1,13-14).
Maria trasferisce la stessa profondità della preghiera anche su questo luogo privilegiato nella terra di Pompei al quale da diversi anni il Rinnovamento nello Spirito Santo si fa pellegrino con tutte le famiglie d’Italia con genitori, figli, nonni… con il rosario tra le mani a chiedere alla Vergine Madre di essere vicini alla vita di ogni uomo. Il santuario di Pompei al quale sono particolarmente legato fin da bambino, anche per l’amore che i padri Redentoristi di Pagani (Sa), legati in modo speciale come il fondatore S. Alfonso Maria De Liguori mi hanno testimoniato, è il santuario della preghiera mariana, di questa preghiera che Maria continua a dire insieme a noi e per noi. Questa preghiera si chiama il “Rosario”. Ed è la preghiera prediletta e personale che viene detta dal bambino all’anziano in ogni tempo della propria vita ed in ogni circostanza. Al contempo è la preghiera di Maria con noi e per noi che si eleva al figlio suo Gesù.
Con l’animo colmo di ricordi legati alla cittadella mariana, mi rivolgo a lei con l’appellativo “porta del cielo”. La porta è un potente simbolo evangelico, le porte sono braccia aperte, rifugio sicuro per gli uomini e le donne del nostro tempo. Al santuario di Pompei siamo accolti dalla Madre, Porta del Cielo, che ci accompagna all’incontro con Gesù. A Maria si eleva il mio grazie per essere fatta porta d’ingresso per la venuta di Dio tra gli uomini.
Giuseppe Contaldo
Presidente Nazionale
Rinnovamento nello Spirito Santo
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