Dal 24 al 26 ottobre 2024 nuova missione in Moldavia per il Presidente nazionale e una delegazione del RnS

Sarà una missione finalizzata a rispondere ai bisogni di chi abita in questa terra toccata dal conflitto tra Russia e Ucraina, quella che Giuseppe Contaldo, Presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo, compirà con una delegazione in Moldavia, dal 24 al 26 ottobre 2024.

Da parte del Movimento, dunque, un nuovo, importante gesto di vicinanza alle “periferie esistenziali” del territorio, per riportare speranza e conforto spirituale, iniziando dal Centro di Accoglienza, nella capitale Chişinău, che, attraverso la Fondazione Alleanza del RnS e la Fondazione“Regina Pacis”, ospita bambini, donne e anziani con progetti di solidarietà e di sostegno materiale alle tante povertà presenti e, in particolare, accoglie diverse famiglie ucraine che lì trovano riparo lontano dai territori di guerra. Nel periodo estivo, inoltre, sono riprese le attività missionarie nelle diverse parrocchie, con campi scuola rivolti ai giovani e iniziative pastorali.

Assieme a Contaldo partiranno: don Michele Leone, Consigliere spirituale nazionale del RnS, Carla Osella, Membro del Comitato Nazionale di Servizio per l’Area Sociale-Missionaria, Fulvio Dalpozzo, referente per il RnS dei campi estivi, e Annunziata Gatto, che, sempre per il Movimento, ha vissuto in Moldavia molte esperienze missionarie.

Nella giornata di giovedì è previsto l’incontro con il Vicario generale della diocesi di  Chişinău, don Cesare Lodeserto, e la visita al Centro di Accoglienza.

Venerdì, al mattino, Contaldo è atteso in Episcopio da S. E. Mons. Anton Coşa, Vescovo di Chişinău, per un momento di dialogo e condivisione con il clero locale. Al pomeriggio, poi, verranno visitati alcuni contesti sociali particolarmente svantaggiati, con attenzione al mondo carcerario.

«“Io sono una missione su questa terra” (cf. EG, 273) è un tema sfidante, che ritorna. Essere missionari – dichiara il Presidente del RnS alla vigilia del viaggio – non perché reclutati, ma perché amati; non perché necessitati, ma perché innamorati. Lo scarto testimoniale, il discrimine autenticativo, dunque, lo fa proprio la gioia dell’amare, ed essa non può mentire: si vede, si sente se l’amore ha compiuto il suo originario e originale destino in noi. “Missionare” non è una scelta elettiva, una delega, un’opportunità, una convenzione o un ufficio. È la sorgente che irrora le radici, è la vocazione di chi è amato e può solo restituire amore. È il dono più prezioso dello Spirito, che ci rende idonei, capaci, pronti, prodighi, dedicati, offerti.
Quando la missione di Cristo ha inizio nella nostra vita, noi non smettiamo più di essere missionari! E allora non ci sono più “giovani e anziani”, perché il Vangelo ringiovanisce il mondo e la Chiesa non invecchia, l’amore si effonde, la gioia si diffonde! È quindi con questo spirito che ci portiamo in Moldavia, per diffondere insieme l’amore di Cristo».

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