In cammino per incontrare Gesù
Lo Spirito Santo ha già iniziato a operare, a soccorrere chi lo invoca con fede e con sentimenti di un figlio devoto. Dalla Sala della Fiera di Rimini, gremita di oltre 6000 persone (oggi la Convocazione si è aperta ai pendolari), viene implorata la venuta del Consolatore, lo Spirito d’amore. La seconda giornata della Convocazione nazionale si è aperta con la preghiera comunitaria carismatica animata da Pasquale D’Urzo, Pietro La Guardia, suor Rosaria Delia e Fabiana Abbadessa. Dopo la Preghiera, il coordinatore nazionale uscente, Mario Landi, ha presentato Gianfranco Cattai, coordinatore di Retinopera che ha ringraziato il Rinnovamento e sottolineato l’importanza di “lavorare e camminare insieme”. «Retinopera – ha detto Cattai – è nata con l’intento di promuovere una collaborazione volta a dare concretezza ai principi e ai contenuti della Dottrina sociale della Chiesa». Fare rete significa “collegialità e comunione”, «essere comunione nelle differenze». Nel suo “DNA” ci sono differenze che noi vogliamo vivere come ricchezza.
Dopo il saluto di Cattai, don Michele Leone, consigliere spirituale nazionale, ha avviato il tempo dedicato alla penitenziale, invitando i sacerdoti a prendere posto per le confessioni. In questa celebrazione della Riconciliazione la Famiglia del Rinnovamento è impegnata ad accogliere la nuova epifania della Misericordia divina, che è l’architrave del nostro essere Chiesa. I fedeli sono invitati a immergersi nell’abisso della misericordia e a lasciarsi riconciliare con Cristo. È l’appello di Dio che chiama a conversione per ottenere la grazia di Vita nuova.
Relazione e Roveto ardente – Salvatore Martinez, Presidente uscente
A metà mattinata, ha preso la parola il presidente nazionale uscente, Salvatore Martinez. «Solo se passo dalla morte di Gesù, se accetto la mia sofferenza, io potrò risorgere con Lui». Nella meditazione sul tema “Vogliamo vedere Gesù!” (Gv 12, 21) Salvatore Martinez si è soffermato sulla logica del chicco di grano (cf Gv 12, 24-26) nella quale Gesù «parla di sacrificio, ma si riferisce a un dono, parla non di morte ma di trasformazione, di vita nuova. Quel seme poi darà frutto. Nel chicco che muore c’è l’offerta, nella spiga che fiorisce c’è la fecondità del dono… A chi chiede di vedere Gesù, Egli annuncia la Sua morte. Una delle cause della crisi spirituale di oggi è che non insegniamo più ad amare ai nostri figli. Dio è amore, e dell’amore si può fare solo esperienza».
Nella giornata dedicata alla misericordia di Dio, sempre Martinez ha guidato il Roveto ardente di consolazione, liberazione e guarigione sul tema: «È lui che passa beneficando e risanando» (At 10, 38). Un momento molto forte, in cui Gesù ha guarito, consolato, liberato con grande potenza.
Celebrazione mistagogica di ringraziamento e passaggio di consegne
Nel pomeriggio un momento atteso e intensissimo: una celebrazione mistagogica di ringraziamento e di passaggio di consegne dal Comitato nazionale uscente al nuovo Comitato. Alla presenza del cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo Metropolita di Bologna e Presidente della CEI, la mistagogia è stata presieduta da don Michele Leone, Consigliere spirituale nazionale. In un clima lieto e di preghiera, questo solenne momento paraliturgico ha voluto significare il ringraziamento per l’opera compita da Dio attraverso i precedenti responsabili e, al contempo, l’intercessione per il proseguimento dell’opera salvifica di Dio nel RnS per mezzo dei nuovi.
Nel presentare il momento, don Michele ha sottolineato che «perché il rendimento di grazie sia autentico, nel presente deve essere contenuto il compimento divino del passato: se il nuovo servizio che si rende oggi non fosse in rapporto col precedente, sarebbe tutto senza senso.
Il compimento divino non è mai semplice ripetizione di ciò che è stato, comporta differenze e novità, perché dal soffio dello Spirito veniamo guidati a vie nuove, a nuovi traguardi. Nell’opera di Dio c’è sempre la continuità nella discontinuità, il già e il non ancora, uno è il volto dello Spirito in coloro che renderanno visibile il dono dell’unità». Dopo l’invocazione allo Spirito Santo, la mistagogia è stata articolata con la lettura di un brano evangelico, il passaggio di consegne, la preghiera finale e il canto. Così, le consegne si sono avvicendate nella gioia: da Rosario Sollazzo, ex membro di CNS, a Bruna Pernice, eletta per l’area carismatica, alla quale è stato consegnato il grembiule del servizio, nella logica di Gesù che lava i piedi ai discepoli. Da Carmela Romano a Lorenzo Pasquariello, per l’area formativa, caratterizzata dal segno della lampada, la Parola di Dio che forma il nostro essere e vivere da cristiani. Da Marcella Reni a Carla Osella, la consegna di una rete da pesca, a significare l’area missionaria, il servizio ai poveri e agli ultimi, l’annuncio ai lontani. Da Amabile Guzzo a Gianpaolo Micolucci, nuovo Direttore nazionale, un sacchetto pieno di talenti, risorse e doni da far fruttificare e moltiplicare a gloria di Dio e per l’edificazione della Chiesa. Da Mario Landi a Rosario Sollazzo, la consegna di un bastone fiorito: 25 anni prima l’ex Coordinatore nazionale riceveva un bastone da don Guido Pietrogrande (predecessore di don Michele Leone come consigliere spirituale nazionale), ma oggi questo bastone che Mario riconsegna è fiorito, segno che il Rinnovamento è fecondo, non è sterile e nuovi frutti nasceranno nei Cenacoli, Gruppi e Comunità. Infine, da Salvatore Martinez, presidente uscente, a Giuseppe Contaldo, eletto lo scorso marzo: la consegna avviene dopo la lettura dell’episodio di Elia che getta sulle spalle di Eliseo il mantello della profezia. Anche per Salvatore si ripete oggi quanto accaduto 25 anni prima con mons. Dino Foglio, primo Coordinatore nazionale del RnS. Dopo i ringraziamenti rivolti a tutto il Consiglio e il Comitato nazionale uscente, Salvatore sottolinea che questo momento è nel suo cuore e nella sua preghiera da quattro anni: «Non sapete con quanta gioia io oggi impongo questo mantello sulle spalle di Giuseppe; al nuovo Presidente del RnS è chiesto di custodire la profezia del RnS, la comunione tra Cenacoli, Gruppi e Comunità; la comunione ecclesiale con i Vescovi e con gli altri carismi espressi nelle altre realtà ecclesiali». Accanto all’impegno della custodia, il Presidente uscente affianca quello della diffusione della grazia del RnS, attraverso ambiti, ministeri, missioni. Infine, un monito: «Ho il dovere di dire che questo mantello è colorato di rosso, questa è la regalità di Gesù; bisogna soffrire, vegliare, dare la vita. Quando ti sentirai solo, incompreso, colto dai morsi della paura, quando perderai fiducia in te stesso, quando ti sembrerà toppo, quando penserai che forse è meglio che facciano altri, mentre tu sei chiamato, ricordati che tutto questo l’ha già vissuto per te Gesù». Ma, idealmente, in quel mantello è rappresentato anche il mantello di Maria: «Un manto di stelle, il nostro è ministero celeste, ogni chiamata viene dall’alto. Il servizio del Presidente è certamente quello di un padre, ma richiede anche maternità per generare». Dopo lo scambio del bacio santo tra i due, Giuseppe Contaldo indossa il mantello, dicendo: «Eliseo è raggiunto nella quotidianità della vita, così come accade a me, che circa un mese fa sono stato raggiunto da questo sguardo, lo sguardo di Gesù che si pone su di me. Non posso che dire: “Grazie, Signore”, sapendo la mia piccolezza di fronte all’immensità della grazia di Dio. Mi è affidata una ricchezza grande, non solo l’Associazione, il movimento, la corrente di grazia, ma volti, fratelli e sorelle… Voglio correre – afferma – come Eliseo, come Maria che subito si è messa in cammino per raggiungere Elisabetta, vi chiedo di accompagnarmi e sostenermi». Infine, le sue parole commosse, sinceramente rivolte a Salvatore: «Un grazie grande va a Salvatore, un uomo instancabile, un profeta di Dio, che per 25 anni ha condotto questa meravigliosa storia d’amore, notte e giorno, giorno e notte, pregando, solcando, viaggiando verso ogni angolo della nostra Nazione e oltre. Signore, tu ci hai affidato questo popolo; dammi uno sguardo profetico, dammi unzione, perché possiamo insieme continuare questa storia. Grazie, Salvatore».
Messaggio del Presidente della CEI – Mons. Matteo Zuppi
Concluso il momento, Il Presidente della CEI; Matteo Zuppi, decide di abbandonare il discorso preparato e, dopo avere elencato alcune parole bibliche che ha colto durante la mistagogia e altre che lo Spirito ha suscitato nel suo cuore, osserva: «Oggi tutti noi ci siamo riconosciuti nell’amore con cui è avvenuta questa trasmissione che viene dal passato e che vuole guardare al futuro: deve essere così, siate una cosa sola, tutti raccogliamo dove altri hanno seminato, ma anche noi dobbiamo seminare perché altri raccolgano. Abbiamo vissuto un momento di grande comunione, che sento per voi, per me, per la Chiesa, per le vostre comunità, per i santi che dal celo pregano con noi: lavarsi i piedi è il sacramento del fratello». E ancora: «Qualcuno dice che la Chiesa non deve essere una ONG e io sono molto d’accordo, perché la Chiesa è molto di più che far qualcosa per gli altri; qualcuno dice che la Chiesa è una democrazia, ma è molto di più: la Chiesa è comunione, è casa, è famiglia: fare quello che avete fatto oggi qui si può fare solo in una famiglia». Infine, il cardinale, in riferimento alle espressioni usate da Martinez, riferiti agli “entranti” e agli “uscenti”, sottolinea: «Ho pensato che, in realtà, gli uscenti entrano nelle vostre comunità rinnovati e gli entranti escono per andare incontro a tutti… Io prego il Signore che il suo Spirito continui a rinnovare ciascuno di noi e tutta la Chiesa, rendendola quella che il Signore vuole; non perfetta, ma piena di amore. Amen!
La messa conclusiva della giornata è stata presieduta dal card. Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana e arcivescovo di Bologna. Nella sua omelia, il Cardinale ha rivolto l’attenzione sulla difficoltà, spesso, di trovare un significato comune alle cose che ci accadono, segno dei tempi che viviamo. Ciò potrebbe essere causa di disillusione e di perdita della speranza, con rischio, quindi, di cadere nelle dipendenze perché se «Dio libera, l’idolatria crea dipendenza», ha detto. Per questo, come per i discepoli sulla via di Emmaus, «Gesù si fa compagno di strada, e ci insegna a camminare…», sebbene spesso abbiamo difficoltà a riconoscerlo. «Gesù ci spiega chi siamo e dove andiamo», ci indica la direzione da seguire.
Dopo l’omelia, la testimonianza di Giandomenico, un ex detenuto di 49 anni, di Reggio Calabria. L’infanzia segnata da grandi problemi familiari e gli studi in un collegio, lontano da casa, hanno inciso negativamente nella sua vita fino ad allontanarlo da Dio e a condurlo, insieme ad alcuni membri della sua famiglia, alla reclusione per associazione a delinquere.
Le giornate in carcere, inghiottite in una solitudine che lacera il cuore, vengono riempite, su consiglio di un compagno di detenzione, dalla lettura della Parola: «Sentivo dentro di me che qualcosa stava cambiando, sembrava che ciò che leggevo mi riguardava personalmente, come se Gesù volesse parlare al mio cuore». Dalla Bibbia all’incontro con i volontari del Rinnovamento nello Spirito. A breve arriva lo stato di semilibertà, la possibilità di frequentare un gruppo di preghiera e poi la comunicazione della completa assoluzione.
A seguire una testimonianza legata al volontariato in carcere. A portare la sua esperienza è stato Gerardo del gruppo “Maria Assunta” di Grottaminarda (AV) che da 8 anni è presente nella Casa Circondariale di Ariano Irpino con diversi progetti. «Durante questi anni – ha detto– ci siamo sempre occupati dell’animazione delle Celebrazioni eucaristiche e delle catechesi». Da settembre scorso, alcuni volontari hanno partecipato a un percorso di formazione organizzato da Prison Fellowship Italia: il “Viaggio del prigioniero”. Per i detenuti questo percorso ha rappresentato la conoscenza e l’incontro con Gesù e, quindi, la conversione del cuore. Lo stesso gruppo di detenuti ha poi immediatamente iniziato il Seminario di Vita nuova e lo scorso marzo ha ricevuto la Preghiera di effusione dello Spirito. I frutti positivi di questi incontri hanno condotto inoltre a organizzare due ulteriori iniziative nel Carcere: la Festa del papà e il Pranzo di Pasqua, cucinato da chef stellati. «Oggi – ha continuato Gerardo – circa 15 detenuti si incontrano per vivere la preghiera comunitaria carismatica».
Prima della conclusione dell’omelia, Giuseppe Contaldo, neo eletto presidente nazionale del RnS, ha rivolto un saluto e un ringraziamento al card. Zuppi. «Le testimonianze ascoltate sono alcune delle “tante Emmaus” di cui Lei parlava nell’omelia, le nostre comunità sparse in tutta Italia… Comunità che non restano chiuse nei luoghi delle sagrestie ma escono verso i crocicchi delle strade, facendosi compagne di viaggio come Gesù con i suoi due discepoli…». Ciò che ci spinge in questo “viaggio” è l’ardore, il desiderio di vedere Gesù. E, dopo aver ringraziato il Presidente della CEI per la sua presenza a Rimini, gli ha donato l’icona della Vergine Maria, frutto del lavoro dei detenuti di Caltagirone.
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