Le settimane precedenti alla 44^ Convocazione Nazionale, sono state ricche di preghiere, affinché il cammino preparatorio dei fratelli per questo evento fosse costruito secondo la volontà del Signore; fra le tante grazie che Dio ci ha donato ricordiamo: «Rimanete nel mio amore» (Gv 6). Ora, dopo l’esperienza vissuta, dopo la visitazione dello Spirito Santo durante queste giornate, possiamo aggiungere l’espressione «lascia che io continui ad abitare in te», quale condizione essenziale che abbiamo visto essere importante per essere rinnovati. La prima serata, trasmessa in streaming dalla Sede nazionale arricchita dalla presenza del cardinale Angelo Comastri, ci ha posti nella condizione di valorizzare il nostro affidamento a Maria attraverso la consapevolezza che senza la Vergine non possiamo essere discepoli. L’accoglienza di Maria nella nostra vita come Madre, e la sua intercessione decisiva, suscitano il miracolo della crescita del nostro discepolato: Maria sapeva essere una grande discepola e, nello stesso tempo, Madre di Gesù, per cui quando guardiamo lei sappiamo di avere un grande esempio da osservare e imitare. Durante la “Festa dell’Appartenenza” condivisa nella giornata di sabato, ognuno di noi ha potuto dare un nome a ciò che abbiamo vissuto per anni, nella comunione all’interno dei Gruppi, insieme ai fratelli e nell’insegnamento del RnS. Abbiamo avvertito molto forte questo momento, consapevoli che Gesù ci ha inseriti in questa comunità per camminare insieme, gli uni accanto gli altri, con al centro lo Spirito Santo, senza il quale non potrebbe nascere e mantenersi la comunione all’interno del Gruppo: proprio per il fatto che la nostra comunità vive una reale sequela con Gesù, la luce incarnata da ognuno dei fratelli è diventata lampada per il cammino dei fratelli più giovani e i carismi donati dallo Spirito Santo hanno edificato la comunità. Certi di tutto questo, abbiamo testimoniato la nostra appartenenza a Cristo e ci auguriamo che il profumo dell’olio di nardo, utilizzato durante la Mistagogia dell’Appartenenza, possa essere percepito anche nelle nostre realtà quotidiane, nel nostro lavoro, nelle nostre famiglie e, soprattutto, nelle nostre parrocchie, nella nostra Chiesa, per essere quelle “gocce” che, insieme, alimentano l’oceano. Dopo due anni di pandemia, domenica ci siamo quindi ritrovati insieme per condividere, in presenza, la Convocazione Nazionale, un grande momento di giubilo e di comunione con il Signore. Già dalla Preghiera Comunitaria carismatica, con cui ha avuto inizio la giornata, il Signore ha confermato con forza che, ancora una volta, è al nostro fianco e non vuole lasciarci, soprattutto nella “stanchezza” vissuta in questo tempo di prova. Questa forza che ci dona è stata prorompente fin dal primo canto: la tenerezza e l’abbraccio del Padre sono stati percepiti da tutti in sala; abbiamo avvertito una pioggia di grazia e di doni che serviranno alle nostre comunità nei prossimi tempi. Durante il Roveto ardente, poi, il Signore è “passato” fra noi, nell’ostensorio esposto da don Fulvio Bresciani, guarendo tutte le ferite che impedivano a noi presenti di crescere nello Spirito Santo: il nostro compito è quello di non rattristare e non spegnere lo Spirito, alimentando l’effusione ricevuta. Questo, come ha affermato nella sua relazione conclusiva il Presidente nazionale del RnS, Salvatore Martinez, equivale a fare un’esperienza d’amore, che permetta quotidianamente di far “abitare” Cristo in noi, di rimanere in lui, attraverso il rafforzamento dell’uomo interiore. La scelta da compiere è dunque obbedire all’«uomo interiore», crescendo nel cammino di santità; questo rinnovamento dipende da quanto noi siamo disposti a lasciarci rigenerare, ricordando che la potenza dello Spirito ci sostiene nel combattimento spirituale quotidiano. Nella Celebrazione eucaristica di chiusura, al termine della Convocazione, mons. Andrea Turazzi, Vescovo di San Marino–Montefeltro, commentando il Vangelo dell’Ascensione ci ha esortato ricordando che «il Signore, che scompare dalla vista dei discepoli, resta con noi sempre, visibile con gli occhi della fede». Quindi ora unti, guariti e amati partiamo per la nostra missione. Gesù è il Signore! Alleluia!
Erika Ericani
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