Annamaria lavora nel campo della fecondazione assistita. Ma un pellegrinaggio a Lourdes e la partecipazione a una Convocazione nazionale del RnS le danno una consapevolezza nuova…
Sono una biologa e mi occupo di genetica clinica. Avevo iniziato la mia carriera occupandomi di sordità, ma sono poi passata a fare diagnosi pre-impianto nel campo della fecondazione assistita. Ero convinta di fare la cosa giusta. Nel vedere la felicità di quelle donne, quando restavano incinte, sperimentavo una soddisfazione impagabile. I colleghi mi dicevano che ero del tutto “atipica” perché ero una delle poche persone credenti a fare questo tipo di lavoro, ma io ringraziavo e pregavo Dio per il bene che mi pareva di fare.
In seguito la mia attività si spostò dal settore pubblico a quello privato dove, pur operando nello stesso ambito, cominciai a vedere cose che non condividevo e iniziai a pregare la Madonna perché potessi andar via. Ricordo molto bene quel giorno di Novembre del 2009 in cui al ginecologo non piacquero gli embrioni che io avevo selezionato e decise di “buttarli all’aria”: presi subito la decisione di abbandonare quel posto di lavoro, sperando di poter tornare nel settore pubblico, convinta com’ero che era Dio a volere che io mi occupassi proprio di queste cose.
Andata in pellegrinaggio a Lourdes, dopo aver ascoltato una catechesi sulla vita, cambiai radicalmente idea e decisi che non avrei fatto mai più quel lavoro: è solo Dio che può dare e togliere la vita.
Lo stesso anno, partecipai per la prima volta alla Convocazione nazionale di Rimini, su invito di mia sorella. Il Venerdì, durante la giornata dedicata alla misericordia di Dio, lei mi ha esortò a confessarmi, ma io, subito, replicai che non ci pensavo minimamente. Anche se avevo deciso di non lavorare più in quel settore, questo non significava che fossi pentita di averlo fatto in passato. Poi, durante l’Adorazione eucaristica mi tornarono in mente le parole che a Lourdes mi avevano colpito: «Solo Dio può dare e togliere la vita!» e finalmente capii fino in fondo quello che avevo fatto: avevo preso il posto di Dio. Il pentimento mi ha fatto sentire un forte desiderio di confessarmi e certamente custodirò nel cuore le parole del sacerdote che mi ha esortato a operare per Gesù.
Anna Maria
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