Si chiude un anno e siamo qui per dire il nostro Te Deum laudamus: Dio, Ti lodiamo.
Mi faccio anche voce del CNS, del CN e dell’Assemblea Nazionale del RnS nel salutarvi e indirizzarvi questo messaggio.
Siamo in diretta e certamente non avrei pensato di dovere dare lode a Dio per il Papa emerito Benedetto XVI. La notizia era nell’aria. Come Mosè, che si fermò al limitare della Terra promessa e non vi entra, così Benedetto XVI conclude la sua vita senza varcare la soglia del nuovo anno 2023.
95 anni, vissuti tutti e in modo esemplare, santo, alla presenza di Dio e al servizio della Chiesa.
La storia avrà molto da emendare al ricordo di questo Pontefice, troppe volte ingiustamente e inadeguatamente descritto; e tanto i posteri dovranno recuperare e apprezzare del Suo ministero petrino, del genio di Benedetto XVI, della sua fede in Gesù e dell’intelligenza spirituale con cui ha presentato al mondo la Chiesa e il Vangelo di Gesù.
Molto avrei da dirVi; ho commozione nel cuore al ricordo della paternità umile e forte che Benedetto ha usato verso il RnS, verso la mia persona. Serbo nel mio cuore la fiducia che mi attestava e le confidenze degli incontri avuti con Lui.
Dopo la morte di san Giovanni Paolo II, Benedetto XVI mi chiamò a essere suo Consultore in tre Dicasteri: al Pontificio Consiglio per i Laici, al Pontificio Consiglio per la Famiglia, al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Poi avrebbe affidato al RnS il sogno di papa Wojtyla: la costruzione di un Centro per la famiglia a Nazareth. Benedetto volle così erigere la Fondazione Vaticana “Centro Internazionale Famiglia di Nazareth” di cui divenni Presidente.
La Sua cordialità, la Sua umiltà, la Sua lungimiranza, la Sua intelligenza, la Sua sterminata cultura, il Suo realismo cristiano, sono davanti ai miei occhi come una gigantesca montagna di grazie. Quanto bene ha fatto al RnS, promuovendo il nostro e tutti i Movimenti come “collaboratori” privilegiati del ministero petrino, come protagonisti della nuova evangelizzazione e di una evangelizzazione carismatica.
In tanti dovranno chiedere perdono e tutti ringraziare Benedetto XVI per l’umiltà coraggiosa che ha saputo dimostrare rinunciando al Pontificato, per le sofferenze silenziosamente offerte per il superiore bene della Chiesa, per le tante incomprensioni e ingiustizie sofferte e gioiosamente offerte a Dio.
Tra le tante cose, lasciatemi ricordare la sua inattesa e meravigliosa Lettera autografa inviata alla Convocazione Nazionale del RnS del 2007, nel 40esimo del Rinnovamento nel mondo.
E poi ricordare la vigilia della Pentecoste del 2012, quando volle festeggiare con noi il 40esimo del Rinnovamento in Italia, in piazza san Pietro. Tre giorni prima era stato arrestato il Suo maggiordomo; ripenso alla sua mano tremante, che stringeva forte la mia, dinanzi ai 30.000 fratelli e sorelle che erano giunti da tutta Italia; e ripenso quando, al termine del mio saluto, mi chiese di mettere al suo collo il fazzoletto rosso che avevamo distribuito ai presenti e che tenne per tutto il tempo del suo Messaggio.
Rimangono profetiche per il RnS proprio le parole che ci indirizzò nel suo Messaggio. Ne recupero alcune:
“Con grande gioia vi accolgo in occasione del quarantesimo anniversario della nascita del Rinnovamento nello Spirito Santo in Italia. Sono lieto di incontrarvi nella vigilia di Pentecoste, festa fondamentale per la Chiesa e così significativa per il vostro Movimento. La vostra opera apostolica ha così contribuito alla crescita della vita spirituale nel tessuto ecclesiale e sociale italiano, mediante cammini di conversione che hanno condotto molte persone ad essere risanate in profondità dall’amore di Dio, e molte famiglie a superare momenti di crisi. Cari amici, continuate a testimoniare la gioia della fede in Cristo, la bellezza di essere discepoli di Cristo, la potenza d’amore che il suo Vangelo sprigiona nella storia. Sì, il Signore chiama ciascuno di voi per fare delle vostre famiglie, delle vostre comunità e delle vostre città, luoghi di amore e di speranza. Nella società attuale viviamo una situazione per certi versi precaria, caratterizzata dalla insicurezza Cari amici del Rinnovamento nello Spirito Santo! Non stancatevi di rivolgervi verso il Cielo: il mondo ha bisogno della preghiera. Servono uomini e donne che sentano l’attrazione del Cielo nella loro vita, che facciano della lode al Signore uno stile di vita nuova. E siate cristiani gioiosi!”
Così Benedetto XVI, il 26 maggio 2012.
E noi davvero ci rivolgiamo verso il Cielo e preghiamo il Padre che accolga il Papa emerito nella Sua gloria. Ringraziamo commossi per il dono della vita e del servizio di Benedetto XVI. Te Deum Laudamus per Papa Benedetto XVI e uniti preghiamo l’Eterno riposo.
*****
Gesù è nato, finalmente è nato! Ancora una volta, una volta per tutte, Buon Natale di Gesù.
Si chiude un anno, un altro sta per iniziare, e siamo qui per dire il nostro Te Deum laudamus: Dio, Ti lodiamo.
Vogliamo dirlo, insieme con tutti i credenti sparsi per il mondo, a partire dalla grande famiglia del RnS che è in Italia. E lo diciamo anche a nome dei distratti, dei lontani, dei malevoli, di quanti hanno dimenticato Dio o si ostinano a ignorarlo o a confinarlo nel limbo dell’incredulità e dell’impotenza.
Sì, siamo qui per dare a Dio lode e ringraziamento, per il bene e per il male, per gli amici e per i nemici, per le cose giuste e ingiuste che questo anno 2022 ci ha consegnato. In tutto e per tutto, Dio deve sempre essere lodato; perché a questo l’uomo è chiamato: a benedire e a fare della lode uno stile di vita, un permanente moto di gioia del cuore.
Al termine di questo anno, ciascuno porta con sé scarpe logore per il cammino, una borsa piena di debiti d’amore non pagati, lotte con il male e con le conseguenze del male, fatte di sconfitte e di vittorie, speranze compiute e attese rinviate. Come in un bilancio economico, in cui è difficile pareggiare entrate e uscite, ciò che ricavi e ciò che perdi. Così è sempre stato e sempre sarà della vita dell’uomo, di ogni uomo.
Non ti sorprendere: tutto ciò che accade, è accaduto e potrà accadere, non aggiunge nulla di speciale, di inedito alla Tua vita, che sarà sempre un’altalena di vicende e sentimenti, un palcoscenico esaltante e drammatico di sogni e illusioni, di progressi e delusioni, di lutti e consolazioni.
Allora, per un istante, fermati, e come se il film di un anno vissuto si potesse rivedere in una sola immagine, chiediti se Dio è stato sempre con Te, se Tu sei stato sempre con Lui. Perché la sola variante positiva e di successo della Tua vita, la vera e inesauribile novità che potrai sempre registrare è data solo dalla presenza o dall’assenza di Dio.
Se c’è o non c’è, tutto cambia, niente è mai come prima, ogni cosa dentro e fuori di noi ha valore, condizioni, finalità diverse.
Il Bambino, che giaceva su una mangiatoia improvvisata di Betlemme, adesso è chiamato a sedere su un trono, sul trono delle città e delle nazioni, sul trono dei cuori e delle istituzioni umane. Di Lui, il profeta Isaia dice: “Principe della pace”.
Ma nel mondo non c’è pace. Oltre 10 dei 12 mesi dell’anno 2022 sono stati segnati dalla guerra in Ucraina. Un conflitto già esistente, che già da anni faceva morti ucraini e russi, e che quest’anno è esploso e che non vuole arrestarsi, come altri indegni e mortali conflitti che in questo momento sono anche in altri Paesi d’Africa e d’Asia.
Non c’è pace finchè non sorgerà il Principe della pace. E la dignità dell’uomo, il suo diritto alla vita, i suoi diritti nativi, continueranno ad essere sopraffatti dall’orgoglio umano.
Il 2022 ci ha regalato una tregua dal covid; covid che ora riparte forte in Cina e che torna a bussare alle nostre porte, dopo due anni di grandi limitazioni. Primavera, estate e autunno sono stati segnati da una sorta di ritorno alla normalità: abbiamo potuto ritrovare la bellezza dello stare insieme, di incontrarci, di scambiarsi il bacio santo della fraternità.
Mesi ricchi di belle esperienze carismatiche, nei quali abbiamo dovuto fare i conti con tanta povertà materiale che il covid ci lascia in eredità.
Tanta gente sta male, tanta gente non ha più la vita di prima, tanta gente non sa cosa potrà accadere e come potrà andare avanti; la crisi economica non è un fantasma, ma una presenza inquietante; eppure, questo quadro sconfortante, è stato illuminato da tanta santità, da tanti miracoli, da tante generosità e gratuità nel dare che abbiamo vissuto nel corso di questi mesi.
Dio è fedele! Mai dimenticarlo. Noi non siamo destinati a rimanere soli o a precipitare nell’oblio. Dio farà giustizia, anche quando i nostri tempi non sono i Suoi, se non lo abbandoniamo e smettiamo di camminare con Lui e con i fratelli proprio nel tempo della prova.
Per il RnS la “ripartenza” del 2022 ha conosciuto una concomitanza storica straordinaria: il Giubileo d’Oro, 50 anni del Rinnovamento in Italia. Tante le iniziative a Roma e in tutta Italia che hanno permesso agli anziani, ai responsabili, ai sacerdoti, ai giovani, alle famiglie, ai formatori, agli animatori, ai volontari, agli educatori, alle religiose, ai pellegrini e mediante i social a tanta gente lontana dal nostro Paese e lontana da Dio e dalla Chiesa, di vivere con entusiasmo e con profitto spirituale un calendario ricco di eventi, di Scuole, di iniziative.
Un Giubileo che ha risvegliato la nostra fede carismatica, la nostra carità verso tante istanze di bene; un Giubileo che ci ha rimesso in cammino, consapevoli del meraviglioso passato che ci ha generati e reso più forti.
L’anno 2022 ha avuto come ultima tappa la 46^ Conferenza Nazionale Animatori. Siamo ritornati a Rimini, sulle sponde del Mare Adriatico, dopo tre anni, per sentirci dire da Gesù Risorto, come accadde a Pietro sulle sponde del Mare di Galilea, tre anni dopo la sua prima chiamata a seguirlo su quella stessa riva: “Mi ami tu?”
Una domanda dolcissima ed esigente, tremenda, con cui facciamo i conti ogni giorno e con la quale concludiamo l’anno 2022. Una domanda a cui si può rispondere guardando in faccia il Bambino o guardando da un’altra parte. A cui si può rispondere piangendo di gioia per Gesù ritrovato o di dolore per Gesù perduto e morto.
Ma occorre rispondere: dalla nostra risposta dipende il destino di Gesù, del Bambino che è nato. E, al contempo, il nostro destino, il nostro futuro, il futuro del RnS, della Chiesa, del mondo, “con o senza amore!”.
Personalmente, alcuni di Voi lo sanno, erano a Rimini o hanno seguito attraverso i social, ho voluto intonare, cantare il mio “lo sai Gesù che t’amo” a conclusione di un tempo davvero straordinario per me. Il 2022 è stato il mio Giubileo d’Argento, 25 anni di servizio di evangelizzazione e di animazione nel RnS e nella Chiesa e la conclusione del mio mandato alla Presidenza del Movimento.
Te Deum laudamus per tutti coloro che oggi sono in Cielo e che hanno servito e per tutti quelli che sono sulla terra e serviranno questa meravigliosa corrente di grazia che ha cambiato la nostra vita e di quanti abbiamo incontrato.
Sì, non si può entrare nel nuovo anno 2023 senza amore. Amore forte, amore vero, amore sincero, amore fraterno, amore di amicizia e amore di preghiera, amore di compassione e amore di solidarietà, amore che fa prossimi gli altri, amore che incide nelle povertà e amore che risolve nelle crisi, amore che costruisce, amore che non delega il servizio, amore che non si arrende, amore che non fa bilanci ma rilanci, amore che non guarda indietro ma solo avanti.
Amore di Dio, amore alla divina, amore eterno e senza fine.
Come ho avuto modo di dire alla Conferenza di fine quadriennio, a Rimini, 20 giorni fa, «domani è troppo tardi per amare, rischiamo di morire prima e di non aver vuotato dal cuore tutto l’amore che abbiamo».
Entriamo allora nel nuovo anno con questa fiducia nell’amore che Dio ha per noi, nell’amore che è già nei nostri cuori: se è poco, donandolo si moltiplicherà. Se è fiacco, donandolo si rafforzerà. Se è triste, donandolo si rallegrerà. Se è ferito, donandolo sarà guarito. Dio può tutto, tranne che costringerci ad amare; ma se davvero lo mettiamo al primo posto, Dio potrà tutto in noi, perchè la fede attiva e riattiva tutte le nostre risorse, le capacità spirituali, materiali, culturali, e tutto si fa finalmente “dono”.
Come il dono del Bambino Gesù, puro amore, che può solo essere accolto, amato, che può solo crescere, che chiede solo in dono amore.
In ultimo, Te Deum laudamus per Papa Francesco e per la sua infaticabile opera di rinnovamento; per i nostri Vescovi e Padri, per tutti i benefattori, per quanti sostengono nel nascondimento con le loro preghiere, per quanti hanno gioito e sofferto con noi fratelli, sorelle, simpatizzanti nei nostri Cenacoli, Gruppi, Comunità e nei vari Organi di servizio, Ambiti, Ministeri e Missioni.
Te Deum laudamus per quanti non hanno smesso di sognare, di faticare, di prendersi cura, di accompagnare e di avanzare perché il RnS sia sempre e sempre di più per la gloria di Dio.
Te Deum laudamus per il dono dello Spirito Santo, che ha fatto di noi un popolo, una famiglia, una storia, un destino.
E adesso insieme preghiamo, con la preghiera della Chiesa. Io stringo forte, anche per Voi il Bambino Gesù, e diciamo a viva voce il nostro Te Deum:
“Noi ti lodiamo, Dio
ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre,
tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli
e tutte le potenze dei cieli:
Santo, Santo, Santo
il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra
sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli apostoli
e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode;
la santa Chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico figlio,
e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria,
eterno Figlio del Padre,
tu nascesti dalla Vergine Madre
per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte,
hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre.
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore,
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria
nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore,
guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo,
lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi, Signore,
di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia:
in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore,
pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza,
non saremo confusi in eterno”.
Amen.
Auguri! Buon anno del Signore 2023, anche a nome del CNS, del CN e dell’Assemblea Nazionale.
Un abbraccio a tutti! Alleluja!
0 commenti