Mi chiamo Luigi, per gli amici Gigino. Fin da bambino sono stato cattolico solo per dovere. Ho sempre avuto un carattere ribelle e violento. Ho iniziato da ragazzo con il gioco delle carte per finire in pasto alle slot machine.
La malattia del gioco mi allontanava da tutto e tutti: dal lavoro, perché facevo soldi senza scrupoli e li spendevo in modo ignobile; dagli amici perché mi isolavo nelle sale giochi e mi ricordavo di loro solo per chiedere qualche prestito; dalla famiglia, perché sottraevo soldi a mia moglie e a mio figlio e passavo giornate intere lontano da loro.
Ero disperato e un pomeriggio andai alla stazione per lanciarmi sotto un treno, ma il pensiero della mia famiglia mi fermò.
La mia nuova vita è iniziata il 10 novembre 2012, alle ore 03,00 della notte. Stavo rientrando da Genova con mio figlio Giuseppe di 27 anni, quando, per un colpo di sonno, ebbi un incidente stradale: io rimasi ferito mentre il mio adorato Giuseppe, purtroppo, perdette la vita.
Dopo 2 mesi decidemmo di trasferirci a Genova, dove sostituii mio figlio nel lavoro. A Rapallo, in una comunità carismatica, ricevetti consigli e preghiere. Iniziai a partecipare alla Santa Messa con gioia. In realtà, per motivi familiari, fui presto costretto a ritornare al paese di origine. E qui iniziarono a ripresentarsi i vecchi sensi di colpa e rabbia che mi avevano tenuto prigioniero.
Un amico d’infanzia mi invitò a partecipare agli incontri di preghiera di una comunità del Rinnovamento. Il mio cuore tornava ad accogliere l’amore di Dio, ma intanto ero ricaduto nella schiavitù delle sale giochi.
Nel febbraio del 2014, dopo un’ennesima serata alle slot, feci una profonda riflessione: mio figlio Giuseppe detestava che io giocassi e io non stavo onorando la sua memoria. Inoltre, avevo iniziato un cammino di fede e non potevo più darla vinta al maligno. Pregai come non avevo mai fatto, chiedendo al Signore di vincere questa “malattia” con la sua grazia. Da quella sera non ho più versato un solo euro in una slot e sono stato liberato da questa dipendenza. Alleluia!
Grazie al Seminario di vita nuova per l’effusione dello Spirito, ho potuto dare il mio SI incondizionato al Signore.
Sono passati alcuni anni. A distanza, posso dire che Dio mi ha donato una splendida famiglia, una moglie che mi ha perdonato per tutto il male fatto alla mia famiglia, e tre figli che, nonostante tutto, mi hanno sempre rispettato Mi sento come il figliol prodigo: ero morto e sono tornato in vita.
E se qualcuno potrebbe darmi del folle, oggi posso dire con serenità che dietro ogni dolore, anche quello della perdita di un figlio, può celarsi un meraviglioso dono del Signore, così da poter dire che “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Grazie Signore!
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