Lunedì 31 gennaio gli studi di “Di buon mattino”, il format in onda quotidianamente su Tv2000, hanno ospitato Salvatore Martinez, Presidente Nazionale del RnS, e, in collegamento Skype, don Giulio Maspero, ordinario di Teologia Dogmatica alla Pontificia Università della Santa Croce, chiamati ad approfondire il tema che, tradizionalmente, anima il mese di febbraio: lo Spirito Santo.
C’è la colomba a fare da sfondo allo studio, introducendo già visivamente il tema che ha ispirato la puntata del programma “Di buon mattino” andata in onda lunedì 31 gennaio 2022 su Tv2000 e che, tradizionalmente, anima il mese di febbraio: lo Spirito Santo. Accolto dai giovani conduttori Antonella Ventre e Giacomo Avanzi, è stato il Presidente Nazionale del RnS, Salvatore Martinez, ad approfondire una tematica di così alto livello, offrendo ai telespettatori chiavi di lettura interessanti per comprendere in che maniera lo Spirito può, realmente, operare nelle nostre esistenze, specialmente in questa sofferta pandemia che la società sta affrontando. «La speranza è, anzittutto, che non ci si ricordi di Lui solo in questo mese dell’anno», ha esordito Martinez citando la beata Elena Guerra che «nel Novecento fu autentica protagonista della riscoperta della presenza dello Spirito Santo ed ebbe a dire: “È bene che noi ritorniamo a Lui affinchè lo Spirito stesso torni a noi”. E in questo tempo particolare che attraversiamo, dobbiamo capire che spazio ha nelle nostre vite. La crisi ci sta accompagnando costantemente e c’è da chiedersi cosa, effettivamente, manca: l’azione dello Spirito Santo. Si stanno conclamando, nella storia, nell’umanità e nella sua dimensione associativa, dei deficit spirituali molto evidenti a cui dobbiamo mettere mano. Credo, quindi, sia estremamente opportuno riflettere su quella che è la madre di tutte le assenze: la crisi è, lo ripetiamo, spirituale, e se davvero desideriamo venir fuori da questa stagione storica così agitata e complessa, piena di contraddizioni e di dolori, carente di fraternità e di consolazione, di silenzio e di preghiera, dobbiamo accorgerci del modo in cui lo Spirito può tornare e in che termini possiamo assecondare la sua opera. La questione, pertanto, non è se lo Spirito Santo manca, ma se siamo noi a mancare all’appello». A tal proposito, in collegamento Skype, è intervenuto poi anche don Giulio Maspero, ordinario di Teologia Dogmatica alla Pontificia Università della Santa Croce, ad illustrare in diretta il senso de “I Colloqui dello Spirito. Per una teologia dell’esperienza nel tempo della crisi”, l’iniziativa, avviata nel 2021, dal Rinnovamento nello Spirito Santo in collaborazione con il medesimo Ateneo (clicca qui: https://rinnovamento.org/2021/10/21/in-dialogo-con-i-colloqui-dello-spirito-per-una-teologia-dellesperienza-nel-tempo-della-crisi/). «Questa proposta, possiamo dire, è stata veramente un’idea dello Spirito Santo, di cui Salvatore si è reso ‘esecutore’: ci rendiamo conto che un luogo molto importante, in cui far prendere coscienza che la crisi ha come ragione profonda la spiritualità, sono proprio le Pontificie Università, dove si formano i sacerdoti, i consacrati e i laici impegnati provenienti da ogni parte del mondo, che convengono a Roma in cui si respira una forte esperienza di cattolicità. Qui accade un incontro bellissimo, che è un po’ la Pentecoste, e immettere in questo circuito specifico dei nostri spazi accademici la consapevolezza e l’urgenza di saper ascoltare e parlare dello Spirito Santo la ritengo un’opportunità bellissima. Quello concepito e sperimentato come kick off nell’ottobre scorso è un format molto convincente, e ci auguriamo possa proseguire, come previsto, con ulteriori appuntamenti». La parola è passata poi di nuovo al Presidente del RnS, che ha sottolineato come «proprio nel frangente della crisi, occorre recuperare una parola precisa: conversione. Parliamo della conversione dello sguardo, del cuore e della mente. Attenzione, perchè questo termine, nella Bibbia, fa sempre il paio con un altro concetto: ossia, rinnovamento, nei pensieri, negli stili di vita, e anche nei punti di interesse. Papa Francesco interpreta questa crisi richiamandoci continuamente l’essenzialità della vita cristiana e di una fede che si pone in dialogo. La finalità di questi “Colloqui” è, dunque, proprio quella di far dialogare teologi: non è affatto facile mettere a confronto tradizioni, esperienze, posizioni, letture differenti… Ma già trovarci uniti in questo, riconoscerci fratelli e bisognosi gli uni degli altri, quando vediamo nel carisma del prossimo ciò che completa il nostro essere cristiano e il nostro credere, questa è già presenza dello Spirito Santo». Inoltre, è emerso come «la teologia, la liturgia e la dottrina (che dovremmo trasferire ai nostri figli) hanno bisogno dell’esperienza. Se diciamo che Dio è gioia, è luce, è amore, è liberazione, non affermiamo qualcosa di astratto: si tratta di esperienza! Se conosciamo Dio, e lo Spirito Santo ce lo fa conoscere proprio per via esperienziale, allora entriamo realmente nel regime della Pentecoste e vediamo le situazioni cambiare. Questo non accade perchè una bacchetta magica, dall’esterno, mette in ordine la storia, ma perchè rifiorisce, in ciascuno di noi, la vita interiore, l’intimità con il Signore. In una quotidianità caratterizzata dal rumore, chi riscopre il valore del silenzio, riscopre anche la capacità di parlare, di giudicare: questo è il lavoro che dovremmo permettere allo Spirito di fare, non tanto nelle parrocchie o nelle comunità, luogo in cui, in un secondo momento, si attesta questa novità, ma nella nostra esistenza personale». Inevitabile, inoltre, un riferimento al Giubileo d’Oro del Rinnovamento in Italia, apertosi solennemente il 26 novembre 2021 presso la Basilica Papale di Santa Maria Maggiore (clicca qui: https://rinnovamento.org/giubileo-50/). «Per il Rinnovamento tutto e per la Chiesa si tratta di un momento di festa. Sappiamo che non abbiamo un fondatore come gli altri Movimenti: è la risposta dello Spirito Santo, arrivata “dal basso”, nel nostro caso da alcuni studenti universitari, alle attese dei Pontefici, perchè già all’inizio del secolo scorso si chiedeva il ritorno allo Spirito: a partire da Leone XIII, quindi con Giovanni XXIII, che inaugurò il Concilio Vaticano II chiedendo un ritorno della Pentecoste, per proseguire poi con Paolo VI e il rinnovo dei carismi, fino ad arrivare a Giovanni Paolo II. Dentro questa attesa, il Rinnovamento è allora un esaudimento di questa preghiera espressa dai Papi. Dunque, nulla di nuovo da dire, se non il ‘ripristino’ alcuni aspetti fondamentali della vita cristiana e della insostituibile presenza e azione dello Spirito. Raccontare il Giubileo vuol dire, pertanto, narrare cinquant’anni di storia della Chiesa che riassapora l’azione dello Spirito stesso». Scorrono intanto le immagini delle Lampade accese al termine della Concelebrazione presieduta dal card. Stanislaw Rylko nella Basilica romana, a ricordarci, come «esiste un fuoco, come quello dell’inferno, che divora l’uomo, ma c’è anche una fiamma che consacra, che illumina e scalda i cuori. Se un cristiano è spento si vede, se un cristiano ha l’animo chiuso e gli occhi non luminosi, si sente. Pertanto, la presenza dello Spirito si deve vedere e anche sentire, come vera luce capace di rischiarare le tenebre». Tutto questo, ha aggiunto Martinez, attraverso la capacità di portare al centro Maria, «la più grande carismatica della storia, Colei che per prima ha conosciuto la potenza dell’effusione dello Spirito, che rende i deboli forti e i muti capaci di parlare. La Vergine, nel cui canto del Magnificat già c’è lo Spirito Santo, è inoltre esempio di fecondità: quando noi non siamo sterili, bensì generiamo carità e servizio, lì c’è Maria, che è l’immagine della Chiesa. Dobbiamo ricordare questo principio fondamentale perchè, come sosteneva Woytjla, i laici, i Movimenti sono la via mariana della Chiesa: c’è infatti una via gerarchica, petrina, sacramentale e c’è una via carismatica che, unisce tutti. Ci sembrava fondamentale, allora, iniziare questo Giubileo con il passo e la fede che la Madonna ci insegna». In conclusione di puntata, un’esortazione da parte del Presidente del RnS per affrontare bene questo mese che si apre nell’Anno giubilare: «Tutti – ha affermato con la Bibbia in mano, «incarnazone della storia di Dio» -, possiamo riscoprire ciò che ‘profuma’ di Spirito. Suggerisco quindi di lasciarLo parlare nella Sacra Scrittura e rispondere, a nostra volta, invocandoLo e pregandoLo sempre ».
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