Il ritiro di Natale nella sede nazionale del RnS, nella luce della speranza

Avvolto in una culla preparata con cura, è il Bambino Gesù che fa da fulcro attrattivo per il personale dell’Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo, della Fondazione Alleanza del RnS e del Consorzio Itinera, che come ogni anno, presso la Cappella della Vergine dalle mani alzate della sede nazionale del RnS in via degli Olmi a Roma, ha condiviso un momento di ritiro prima del Santo Natale. Per primo ha preso la parola il direttore nazionale Gianpaolo Micolucci, che nel salutare tutti i collaboratori, ripercorrendo «il  clima vissuto nell’anno che volge al termine, nelle relazioni interpersonali e nelle dinamiche lavorative svolte attraverso la professionalità di ciascuno», ha sottolineato l’importanza di questo momento di fraternità e ribadito la priorità dell’ascolto. Proseguendo, Micolucci ha espresso inoltre un incoraggiamento per la «famiglia del RnS»: «Vogliamo far sì che questo clima cresca in modo ancora più costruttivo, fruttuoso e sereno, in una “staffetta” di responsabilità reciproche. Lavoriamo in una realtà custode di finalità che ci interpellano, con delle bellezze per le quali vale la pena impegnarsi ogni giorno. Non ci sfugga mai, dunque, lo straordinario che, quotidianamente, qui possiamo sperimentare, al di là dell’ordinaria attività, nel nome di Gesù. L’augurio è di legare sempre più la nostra vita al Signore: è Lui il senso di tutto ciò che facciamo, è il Lui il grande spettacolo che, a partire da questa sede, contempliamo». Alle sue parole sono seguite quelle di Rosario Sollazzo, coordinatore  nazionale: «La gioia più grande che proviamo a Natale è che Gesù si è fatto carne per salvarci, rendendoci coeredi della sua stessa dignità, al di là dei nostri limiti. Guardando in alto questo, è questo che ci permette di servire nella gioia: se prendiamo coscienza di questa dignità il bene non può non accomunarci, nonostante le nostre povertà umane». Quindi il saluto da parte del presidente nazionale Giuseppe Contaldo, che, nel ringraziare tutti per «la disponibilità e la professionalità dimostrate», ha voluto leggere «la situazione attuale» dopo i primi due anni del mandato come Comitato nazionale di Servizio. «Siamo chiamati – ha affermato – a fare ciascuno la propria parte nella concretezza della vita. Siamo una realtà associativa che, oltre al piano collaborativo, deve attingere prima di tutto dall’Eucaristia e dalla dimensione spirituale da condividere in questo luogo». Esortando poi alla stima fraterna, Contaldo ha sottolineato che «andiamo incontro ad un anno di intensi impegni dettati dal Giubileo, con il desiderio che sia davvero un Anno di grazia e di speranza. Ci troviamo qui, un contesto di lavoro, per vivere un momento di spiritualità insieme, proprio come una famiglia». Infine, tre chiavi di visione consegnate dal Presidente per le imminenti festività: «Il Natale è la stella che ci guida nella luce di Dio per noi e i nostri cari; il Natale è l’annuncio: l’“eccomi” di Maria, e l’“eccomi” di Gesù, per compiere la volontà del Padre; il Natale è Betlemme, dove il Bambino che nasce viene per farsi dono e pane per ognuno di noi: il servizio, infatti, non è fatto solo di competenze ma prima di tutto di amore per amare il prossimo, i fratelli e le sorelle che Dio ci affida. Ci “spezziamo”, quindi, ognuno nelle sue possibilità per rendere bella questa casa del RnS: aiutiamoci perché sia sempre più accogliente». Il ritiro si è concluso con la Celebrazione eucaristica presieduta da don Michele Leone, consigliere spirituale nazionale, che assieme all’omelia pronunciata alla luce delle Letture del giorno, ha offerto anche una profonda meditazione. «Siamo frammenti di luce che scaturisce da questi duemila anni di fede cristiana. Dio è fondamento di quel “rallégrati” che leggiamo nel Vangelo, cammina con il suo popolo, e l’applicazione di vita è semplice e molto chiara: non esiste pezzo di storia che non sia abitato da Dio. Gli uomini possono pasticciare, individualmente o collettivamente, ma la storia è condotta da Dio, anche nelle tenebre, ed è un tributo all’azione salvifica del Padre. L’eternità della vita, difatti, non la perderemo nemmeno con la morte. La Chiesa è più che mai assediata dalle forze del male, tuttavia celebriamo la vittoria del mistero di Dio, di cui dobbiamo avere lo sguardo, accompagnati dal λόγος: la Parola fatta carne è la ragione del nostro esistere umano, della nostra sofferenza, della nostra debolezza, senza dissociarli da Dio. Ecco il senso vero del Natale». Un senso che si rispecchia negli occhi di quella statua deposta ai piedi dell’altare, piccola eppure così gigantesca nel cuore di ogni presente. 

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