Beatificazione di Carlo Acutis

«Trova Dio e troverai il senso della tua vita».

CARLO ACUTIS: INFLUENCER DI DIO E NAVIGATOR PER IL CIELO
di Maurizio Mauruccio e Daniela Di Domenico

Dal 10 ottobre scorso la Chiesa cattolica ha il primo “beato millennial”, un “innamorato dell’Eucaristia” (come lo ha definito Papa Francesco). È Carlo Acutis, un giovane di origine milanese, morto all’età di 15 anni a causa di una leucemia fulminante. Fin da giovanissimo visse la fede in Cristo in ogni aspetto della sua vita. Morì il 12 ottobre 2006, presso l’Ospedale San Gerardo di Monza, dopo aver offerto le sue sofferenze per il Papa e per la Chiesa. La Celebrazione della beatificazione, presieduta dal cardinale Agostino Vallini, vicario generale emerito di Sua Santità per la diocesi di Roma, si è tenuta ad Assisi, presso la Basilica papale di San Francesco.

Nonostante il giovane Carlo ripetesse spesso «tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie», lui è rimasto originale. L’originalità della sua vita consiste nell’aver vissuto la sua adolescenza in pienezza, pur distinguendosi per il profumo di santità che ha cosparso e che lui stesso continua a spargere nella Chiesa e non solo.

Osservando le foto di questo ragazzino di 15 anni, si rimane colpiti dal sorriso luminoso e dallo sguardo profondo rivolto verso una meta che va oltre. Quello sguardo ci ricorda che: «La nostra Meta deve essere l’Infinito non il finito», come ripeteva Carlo stesso. Il segreto del suo sorriso è racchiuso in una sua frase: «La felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi».

Ragazzo semplice, spontaneo, approfondendo la sua biografia si rimane meravigliati di come Dio abbia operato nella sua breve vita, conducendolo a diventare un modello di santità non solo per gli adolescenti, spesso alla ricerca di veri modelli di vita, ma per tutti i credenti e per molti non credenti.

L’influencer di Dio

Carlo è stato definito l’”influencer di Dio”, per il suo nuovo modo di abitare i social; appassionato di informatica (per la quale mostrava un grande talento), per lui internet rappresentava il campo di evangelizzazione che non ha confini spaziali, e uno strumento valido per raggiungere quante più persone possibili nelle più remote periferie del mondo.

Quelli stessi confini che sono stati travalicati dalla sua Mostra itinerante che sta attraversando tutti i continenti della terra, illustrando e approfondendo tutti i miracoli eucaristici che nel corso dei secoli sono avvenuti. Tale Mostra, ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta e visibile anche online, è già stata ospitata in alcuni tra i santuari mariani più importanti, come Fatima, Lourdes e Guadalupe.

Per lui, ha detto il card. Vallini durante l’omelia di beatificazione, «la rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale; nello sterminato mondo virtuale bisogna saper distinguere il bene dal male».

Un modello per tutti

“Innamorato dell’Eucaristia” (come lo ha definito Papa Francesco), di quell’Eucarestia (che chiamava «l’autostrada per il Cielo») Carlo si nutriva quotidianamente, dal giorno della sua prima comunione, avvenuta a sette anni. Un rapporto che lui amava rinsaldare soffermandosi ogni giorno davanti al Santissimo sacramento per mezz’ora. Un tempo fecondo che lo faceva crescere nell’amore verso Dio, alimentato anche dalla recita quotidiana del Santo Rosario, da lui definito «la scala più corta per salire al Cielo», e da una devozione viva per i Santi, per lui modelli da imitare (in particolar modo i santi Francisco e Jacinta Marto, san Domenico Savio, san Luigi Gonzaga e san Tarcisio). Profonda fu, inoltre, la devozione alla Madonna, e verso gli angeli custodi, imprescindibili “Compagni di viaggi” di una vita che per lui si è dimostrata colma della presenza di Dio. E proprio la presenza di Dio è stata così forte da condurlo, di notte, a incontrare i clochard di Milano per donare loro un sorriso, un sacco a pelo per dormire, e cibo per sfamarsi.

Nonostante la giovane vita, il suo esempio deve continuare a essere testimonianza di una fede che Carlo amava spesso esprimere con queste parole: «Trova Dio e troverai il senso della tua vita».

Carlo è dunque un modello di vita per tutti quegli adulti spesso alla ricerca di santità in complicate formule o schemi da seguire, ma che trovano in questo giovane innamorato di Cristo un semplice ma vero programma di vita: «Essere sempre uniti a Gesù».

Egli è altresì un modello di vita per i non credenti, ai quali indica nell’assistenza ai poveri il suo modo di incontrare Dio.

Un modello di vita anche per chi soffre: egli ha espresso Il suo intimo rapporto con Dio e il suo amore per la Chiesa, offrendo per essa la sofferenza infertagli da una leucemia fulminate che in pochi giorni lo ha consegnato tra le mani di Dio (Monza, 12 ottobre 2006). (Per approfondire la vita del beato Carlo Acutis: http://www.carloacutis.com).

L’amore passa attraverso il web

L’amore e la bontà corrono più veloci della morte o dell’odio. Oggi ci sono più di 200 siti e blog che parlano di Carlo Acutis, anche in diverse lingue. Per questo, da molti è stato indicato come possibile futuro patrono di internet. Le storie di conversione legate a lui, avvenute dopo la sua morte, sono già molte. I genitori ricevono quotidianamente lettere e richieste di preghiera che arrivano da ogni parte del mondo.

La sua biografia è stata pubblicata nel sito web del Sinodo dei Vescovi dedicato a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” (3-28 ottobre 2018), nella sezione dedicata ai giovani testimoni. Partendo dalla testimonianza di Carlo Acutis, è stato realizzato anche un film documentario dedicato ai miracoli eucaristici, intitolato “Segni”, frutto della collaborazione tra Vatican Media e Officina della Comunicazione.

Le spoglie ad Assisi

Il 6 aprile 2019, dopo alcuni giorni di preparazione e momenti di preghiera nella Basilica inferiore di San Francesco e in San Rufino, i resti del giovane Carlo (riesumati dal cimitero cittadino e trattati per essere preservati) sono stati traslati al Santuario della Spogliazione di Assisi, all’interno di un monumento funebre bianco nella navata destra che, in occasioni particolari, ne consente la visione.

Il suo corpo mortale, rimasto intatto nelle sue parti strutturanti, ha subito un trattamento conservativo e, per la successiva esposizione, il volto è stato ricoperto da una maschera in silicone che riproduce le sue sembianze.

Le spoglie sono state rivestite con degli abiti che Carlo aveva indossato negli ultimi anni della sua vita terrena.

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