Alla vigilia della Giornata Mondiale del Malato (11 febbraio, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes), di cui ricorre quest’anno il 30° anniversario dell’istituzione, voluta da San Giovanni Paolo II (clicca qui), la Conferenza Episcopale Italiana torna a riflettere su tematiche costantemente urgenti e degne di attenzione, quali l’inizio o la fine dell’esistenza umana, la sofferenza e le conseguenti cure, attraverso il ruolo cruciale della medicina.
Diverse, tra l’altro, le iniziative promosse dalla Segreteria Generale attraverso l’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute, ha promosso diverse iniziative per la ricorrenza (per info clicca qui). Per la Chiesa che è in Italia, si legge in una nota della CEI, «questa settimana che porta alla Giornata del Malato si è aperta – non a caso – con la 44^ Giornata Nazionale per la Vita, celebratasi il 6 febbraio (clicca qui), che ha avuto per tema “Custodire ogni vita”».
Non una coincidenza, appunto, bensì «la prospettiva che arricchisce di senso e significato “la risposta alla logica dello scarto”, perché “ogni vita va custodita, sempre!”, come ha ricordato Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus» pronunciato nella stessa domenica. Purtroppo, «come ha ribadito il Consiglio Episcopale Permanente nell’ultima sessione (24-26 gennaio 2022), “in tempi come questi la tentazione della cultura dello scarto si fa ancora più insidiosa e può creare il terreno favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi giuridici a difesa della vita umana. È nelle situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita”». In questo senso, dunque, spiegano ancora i Vescovi italiani «l’impegno diventa testimonianza concreta nelle numerose “locande del buon samaritano” – così definite da Papa Francesco nel suo messaggio – in cui malati di ogni genere “possono essere accolti e curati, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie”. Sono realtà preziose da promuovere sempre di più perché parlano di quell’amore misericordioso che nella storia ha generato opere di Vangelo».
Un riferimento centrato sulle realtà che, in prima linea, quotidianamente affrontano la realtà dell’assistenza ai malati e alle cure, nonché al mondo dei più fragili, arriva inoltre dal Card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI: «Ad essere chiamata in causa è la coscienza di tutti, credenti e non: della società, della cultura e della politica. Ancora oggi il diritto alla cura di molte persone fa fatica a trovare le risposte necessarie e la pandemia ha acutizzato ulteriormente la difficoltà delle fasce più povere. Vogliamo richiamare l’attenzione su quanti stanno percorrendo l’ultimo tratto della loro esistenza, trovandosi nello stadio terminale di una grave patologia. Siamo grati ai Centri di cure palliative presenti sul territorio – conclude il Cardinale – che svolgono un prezioso servizio nel prendersi cura dei malati più gravi fino al termine naturale della loro esistenza. Il numero di tali strutture è ancora insufficiente rispetto al bisogno; pertanto, auspico che ci sia la necessaria attenzione a quanti vivono situazioni di estrema fragilità oltre che un adeguato sostegno alle realtà che li accompagnano con dedizione».
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