Gli auguri del Rinnovamento nello Spirito Santo a Papa Francesco per i 10 anni di Pontificato

Salvatore Martinez: “Un Pontificato audace, ricco, esigente, sfidante, profetico, simpatico”

Era il 13 marzo 2013 e tutto il mondo ricorda il primo saluto del cardinale Jorge Mario Bergoglio appena eletto Papa Francesco. L’annuncio del Camerlengo di Santa Romana Chiesa arrivò alle 20.13 dalla Loggia delle Benedizioni, dopo la fumata bianca dal camino della Cappella Sistina delle ore 19.07. Un Pontefice, come lui stesso ebbe modo di dire rivolgendosi alla folla immensa già radunata in Piazza San Pietro, venuto «dalla fine del mondo».

Dieci anni dopo quello stesso mondo oggi lo onora e lo ringrazia per questo Pontificato così intenso, scandito da tre Encicliche strettamente connesse tra loro (Lumen fidei pubblicata nel 2013, Laudato si’ nel 2015, Fratelli tutti, nel 2020), da migliaia di Udienze, centinaia di visite in Diocesi e parrocchie e, soprattutto, quaranta viaggi apostolici in ogni Paese. In particolare, dei tempi più recenti, rimane universalmente scolpito nel cuore lo straordinario momento di preghiera, in piena pandemia, tenuto la sera di venerdì 27 marzo, in un assordante silenzio e profonda intimità spirituale, assieme ai continui, accorati appelli per la fine della guerra in Ucraina e la tratta dei migranti che spesso in mare trovano la morte invece che la speranza.

Anche il Rinnovamento nello Spirito Santo non può che unirsi ai tanti messaggi di auguri e gratitudine rivolti al Santo Padre, che fu personalmente presente in tre indimenticabili eventi promossi dal Movimento: il 1° giugno 2014, per la 37^ Convocazione nazionale dei Cenacoli, Gruppi, Comunità allo Stadio Olimpico in Roma; il 3 luglio 2015, nell’incontro per la 38^ Convocazione nazionale in Piazza San Pietro; il 3 giugno 2017, nella speciale Veglia di preghiera di Pentecoste al Circo Massimo in Roma, in occasione del “Giubileo d’Oro” del Rinnovamento Carismatico cattolico nel mondo.

«Ricordo nitidamente  – afferma Salvatore Martinez, Presidente nazionale del RnS – 

 quel 13 marzo del 2013. Radio Vaticana mi aveva chiesto di commentare, in diretta, l’elezione del nuovo Pontefice. Mi avrebbero raggiunto al telefono, subito dopo la fumata bianca. Senza altri commentatori, avrei dovuto presentare il 266° Papa della Chiesa Cattolica e Vescovo di Roma. In realtà, conoscevamo già il cardinale di Buenos Aires, dal momento che Egli giungeva a Roma, per il Conclave, nel ruolo di Presidente della Conferenza Episcopale Argentina e Assistente ecclesiastico del Rinnovamento Carismatico Cattolico in Argentina. Il mio subitaneo “ritratto” del Santo Padre Francesco non si sarebbe distaccato molto da ciò che in questi anni abbiamo avuto modo di “vedere e sentire”. Una “Chiesa povera per i poveri”, che riparta non da se stessa, dalle sue rendite di posizione nel mondo, dalle tante istituzioni che la strutturano, ma dal Vangelo della misericordia; dal senso della fede che è nel popolo di Dio; da una nuova fraternità espressione di una nuova passione per l’uomo, a partire dalle sue fragilità, povertà e sofferenze; da una nuova animazione sociale, in dialogo con il mondo e con le culture (decadenti e inadeguate) del nostro tempo! Una “Chiesa in uscita”, che attesti una sincera ansia di “rinnovamento spirituale”, portatrice di una lettura kerigmatica e carismatica della storia, testimone di una fede incarnata non fino alle periferie esistenziali, ma a partire da esse! Una “Chiesa che non discrimina”, che a tutti si rivolge, che nessuno esclude e giudica, che sappia aggiornarsi ed emendarsi, che tiene aperte le proprie porte, perché il suo cuore amante è già spalancato al futuro!  Sono passati 10 anni e i ricordi, personali e comunitari, sono davvero tanti. Un Pontificato audace, ricco, esigente, sfidante, profetico, simpatico, universale. Restano indelebili nei nostri cuori l’immagine del Santo Padre allo Stadio Olimpico con “le mani alzate”, alla presenza di 52.000 persone e in diretta televisiva con collegamenti in tutto il mondo, che canta Vive Jesus el Senor; del Papa “in ginocchio”, che chiede una nuova effusione dello Spirito e viene abbracciato da un canto in lingue mai prima invocato in questo modo. Allo stesso modo, il Suo invito a essere, ancora di più, “una grande forza al servizio dell’annuncio del Vangelo, nella gioia dello Spirito Santo” (Roma, 1 giugno 2014). Ad multos annos! Lo Spirito Santo conservi, custodisca e protegga dal male, il Santo Padre Francesco! l Papa va il nostro amore filiale e riconoscente e la preghiera di tutti i Cenacoli, Gruppi, Comunità del Rinnovamento nello Spirito».

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