“A che punto siamo con Amoris Laetitia?”, tra confronto e prospettive un Forum sull’Esortazione apostolica

Francesca Cipolloni

Svoltosi in modalità online nelle scorse settimane, il momento di approfondimento e di dialogo organizzato dal 9 al 12 giugno dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita si inserisce nell’ambito dell’Anno “Famiglia Amoris Laetitia”, secondo uno stile sinodale incentrato sulle esperienze e le prospettive di attuazione dell’Esortazione apostolica.

350 iscritti per sei sessioni dedicate ai temi di Pastorale familiare

Promosso dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, dal 9 al 12 giugno 2021, in modalità online, si è svolto il Forum “A che punto siamo con Amoris Laetitia? Strategie per l’applicazione pastorale dell’Esortazione di Papa Francesco” (www.amorislaetitia.va), con il coinvolgimento dei responsabili della Pastorale familiare in rappresentanza di 70 Conferenze episcopali e oltre 30 tra Associazioni e Movimenti ecclesiali internazionali. L’iniziativa – che ha visto la partecipazione di circa 350 iscritti – s’inserisce nell’ambito dell’Anno “Famiglia Amoris Laetitia”, intesa come spazio di dialogo in stile sinodale fondato sulle esperienze messe in atto nelle diverse realtà ecclesiali e sulle prospettive di attuazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale, a cinque anni dalla sua promulgazione: il fine principale è quello di orientare l’applicazione di “Amoris Laetitia” in chiave pastorale e missionaria. Sei le sessioni (di cui è stata pubblicata una dettagliata sintesi nel sito appositamente predisposto) che hanno scandito lo sviluppo di un’articolata analisi incentrata su temi prioritari quali: preparazione al matrimonio; formazione degli accompagnatori; educazione dei figli; spiritualità coniugale; missionarietà familiare e percorsi pastorali per accompagnare, discernere e integrare le fragilità. 

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Il saluto del cardinale Kevin Farrell e il videomessaggio di Papa Francesco

Ad aprire i lavori è stato il cardinale Kevin Farrell, Prefetto del Dicastero, che ha subito invitato a una rilettura globale dell’“Amoris Laetitia”, precisando che Papa Francesco «fin dall’inizio del suo Pontificato, non si stanca di spronare la Chiesa a un generale rinnovamento della pastorale, che tenga conto di alcune note fondamentali: il carattere missionario; il maggiore coinvolgimento dei laici; lo stile sinodale; il carattere popolare e non elitario; la logica dell’accoglienza e dell’accompagnamento di ogni singola persona». Di seguito, è stato proprio il Santo Padre, tramite un videomessaggio, a esortare i partecipanti a una formazione sempre più attenta volta all’accompagnamento delle famiglie, sottolineando che «come la trama e l’ordito del maschile e del femminile, nella loro complementarietà, concorrono a formare l’arazzo della famiglia, analogamente i Sacramenti dell’ordine e del matrimonio sono entrambi indispensabili per edificare la Chiesa quale “famiglia di famiglie”. Potremo così avere una pastorale familiare in cui si respira pienamente lo spirito della comunione ecclesiale». Nell’Esortazione Apostolica stessa, poi, si possono individuare «tra le priorità pastorali che in essa sono indicate, quelle che più corrispondono alle esigenze concrete di ciascuna Chiesa locale». In quest’anno dedicato alla famiglia e a San Giuseppe, il Papa ha posto infine l’attenzione sui due Sinodi dedicati alle famiglie e alle continue sfide che le interpellano in questo tempo così complesso: la preparazione al matrimonio, l’accompagnamento delle giovani coppie di sposi, l’educazione, l’attenzione nei confronti degli anziani, la vicinanza alle famiglie ferite o quelle che, in nuova unione, desiderano vivere appieno l’ideale evangelico. Il Pontefice ha inoltre insistito sulla necessità di coinvolgere di più i fedeli laici e in particolare le coppie nella pastorale per costruire insieme il tessuto ecclesiale.

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Uno sguardo al presente e al futuro delle famiglie

Guardando, concretamente, al presente e al futuro della Pastorale familiare, il Segretario del Dicastero, P. Alexandre Awi Mello, ha presentato una dettagliata analisi sulla divulgazione e sull’impatto dell’Esortazione apostolica in tutto il mondo. In alcuni Paesi come Stati Uniti, Bolivia, Nigeria, Italia e Costa Rica, è stata avviata un’autentica “revisione” della Pastorale familiare proprio alla luce di “Amoris Laetitia”; in altri, invece, si è cominciato un lavoro trasversale con altri Uffici pastorali (gioventù, vocazioni o catechesi). Oltre alle novità in atto, si sono condivise le difficoltà emerse in questo particolare periodo di pandemia. Ad avviare la prima delle sei sessioni, che costituiscono le trame programmatiche del Forum, è stata Gabriella Gambino, Sottosegretario per la Famiglia e la Vita del Dicastero, che si è soffermata sul tema “Il catecumenato al matrimonio”, uno degli aspetti indicati alle Chiese locali come necessario per un itinerario ampio, ispirato al catecumenato battesimale, che permetta ai fidanzati di vivere più consapevolmente il sacramento del matrimonio attraverso la riscoperta della fede, la conversione e il discernimento personale e di coppia. Quindi, una prima testimonianza dalla Spagna, con il progetto “Juntos en camino +Q2”, che prevede un percorso di preparazione al matrimonio (due anni), capace di rendere i fidanzati protagonisti del Sacramento che stanno per ricevere, e il dibattito conclusivo tra i partecipanti ispirato dalle “buone prassi”. La seconda giornata del Forum è stata invece dedicata alla formazione degli accompagnatori e all’educazione dei figli. Dopo il momento iniziale di preghiera e un’introduzione della moderatrice Linda Ghisoni, Sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, i lavori sono cominciati con la relazione “La formazione degli accompagnatori” di Davide e Nicoletta Oreglia Musso (Italia), che hanno evidenziato come «si sperimenta in parte l’inefficacia di alcuni strumenti utilizzati in passato, ma si apprezza il valore della sapienza nelle relazioni che la nostra Madre Chiesa ha tessuto nell’arco degli anni». La sessione è poi proseguita con due testimonianze dagli USA, con l’esperienza di “Witness to Love”, un movimento familiare che lavora con 80 Diocesi in tutto il mondo, e dalla Germania, con “L’Akademie”, che offre, in 10 Paesi europei e in Brasile, un percorso formativo e di accompagnamento biennale alle coppie in procinto di sposarsi. Dopo un momento di confronto, la seconda sessione dedicata al tema ”Educazione dei figli” ha accolto la relazione dei coniugi Luis e Pilar Jensen (Cile), consultori del Dicastero. Quindi, la presentazione dell’esperienza della “Escuela de Familias” dell’Arcidiocesi di Toledo, attraverso la testimonianza di Miguel Ángel Lara Villanueva e María José Aroco Allán (Spagna), seguita da quella di Antonio Crespo e Verónica Fernández (Messico), della “Goodlove Foundation”, che ha lo scopo di garantire rete e mettere a disposizione i migliori progetti sull’accompagnamento dei genitori nella formazione affettivo-sessuale dei figli. Il tema cardine che ha ispirato la riflessione con cui si è aperta la terza giornata dei lavori del Forum è stato la spiritualità coniugale, che ha visto come relatore don Renzo Bonetti. L’attuale assistente spirituale del “Progetto Mistero Grande” e già Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Famiglia della CEI ha spiegato come «vivere il matrimonio secondo lo Spirito Santo conforma gli sposi a Cristo e li rende capaci di amarsi come Cristo ama. La loro vita nuova, abitata da questa presenza di Cristo, diventa così un sacramento permanente di Cristo, un segno visibile dell’amore di Dio per l’umanità, una “scultura vivente” dell’amore fecondo della stessa Trinità». Quindi, la condivisione di due esperienze pastorali per comprendere come tradurre concretamente un percorso di accompagnamento spirituale per gli sposi nelle parrocchie e nelle varie realtà ecclesiali: Carlos E. Empke Vianna e Andréa C. Gonçales Vianna (Brasile), con “Encontro de Casais com Cristo” (ECC), un servizio che nasce nel 1970 per evangelizzare le famiglie, e Daniel e Shelley EE (Singapore), quali membri della “Worldwide Marriage Encounter”, un’organizzazione nata in Spagna e oggi presente in oltre 100 Paesi del mondo, con la missione di aiutare le coppie così come i ministri ordinati a lavorare insieme nell’unica missione della Chiesa. Dopo un breve dialogo con i partecipanti, si è passati al secondo grande tema della giornata: la missionarietà familiare. È toccato a Marie Gabrielle e Emanuel Ménager (Francia), consultori del Dicastero, a illustrare come la missione sia la conseguenza naturale di una spiritualità coniugale prettamente intesa: il dono del matrimonio, infatti, come tutti i doni dello Spirito Santo, «è ordinato non solo alla santificazione e alla salvezza degli sposi stessi, ma anche al bene di tutti, e quindi alla missione: con la piccola famiglia domestica si costruisce la Chiesa, ma anche la grande famiglia umana dei figli di Dio. In questo senso, la coppia è un dono prezioso in ordine all’evangelizzazione». Aderendo al taglio esperienziale del webinar, Alicia e Fernando Martinez Acosta (Colombia), appartenenti al “Progetto Famiglie Missionarie”, si sono poi soffermati sul concetto di famiglia missionaria: nel matrimonio, l’uomo e la donna sono chiamati non solo ad accogliersi vicendevolmente, donandosi l’uno all’altra, ma anche a portare al mondo la buona notizia della salvezza e dell’amore di Dio. Nel dibattito che ha concluso la giornata, assieme alle testimonianze tratte dalla semplice quotidianità, è emersa ancora la necessità di condividere le linee operative che già portano frutti al livello locale, con alcune sollecitazioni: come accompagnare le giovani coppie in crisi? Quale può essere la missione dei vedovi e dei genitori single? Come avviare progetti pastorali in diocesi e parrocchie dove non sembra esserci interesse particolare per le famiglie? 

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Le conclusioni e gli obiettivi in programma

Nell’ultima giornata prevista dal Forum e moderata di nuovo da P. Mello, la prima sessione si è incentrata sul tema “La fragilità delle famiglie”, con la relazione di Mons. Victor Fernández, arcivescovo di La Plata, su: “Accompagnare, discernere e integrare la fragilità”. Specifico il rimando al capitolo VIII della “Amoris Laetitia”, che cerca di «integrare il bene possibile» e di accompagnare nelle difficoltà, e una domanda sanamente provocatoria: «In questo quadro generale, qual è il significato preciso di questo capitolo che parla di amori infranti? È prima di tutto “un invito alla misericordia e al discernimento pastorale innanzi a situazioni che non rispondono pienamente a quello che il Signore ci propone” (6) ». Dopo il proficuo dibattito, con l’incoraggiamento da parte del relatore a insistere su percorsi di accompagnamento personale con le persone ferite, la seconda sessione è iniziata con la presentazione delle diverse iniziative dell’Anno “Famiglia Amoris Laetitia”. In primo luogo, la prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani, istituita il 31 gennaio scorso da Papa Francesco e fissata per domenica 25 luglio. A tal proposito, il responsabile dell’Ufficio per gli Anziani del Dicastero, Vittorio Scelzo, ha evidenziato come la pandemia ha messo in luce la lungimiranza del Santo Padre sui temi della cultura dello scarto, dell’incontro e delle relazioni: rispetto alle Celebrazioni eucaristiche per celebrare la Giornata, l’invito del Dicastero è che in ogni comunità ci sia una messa dedicata ai nonni e agli anziani – che i Vescovi celebrino in cattedrale o in un luogo significativo – e che ogni parrocchia dedichi almeno una delle liturgie alla Giornata. Le conclusioni del Forum sono state affidate al card. Farrell, che ha voluto individuare alcuni passaggi riassuntivi delle quattro, intense giornate. Anzitutto, le famiglie, oggi più che mai, hanno bisogno di scoprire che, insieme al sacramento del matrimonio, hanno ricevuto una missione che va condivisa con i pastori; il principale contributo alla Pastorale familiare è offerto dalla parrocchia, dove vivono in armonia piccole comunità, movimenti ecclesiali e associazioni; inoltre, c’è bisogno di una formazione più adeguata per sacerdoti, diaconi, religiosi, catechisti e altri operatori della Pastorale familiare; la Pastorale stessa deve essere fondamentalmente missionaria per raggiungere le persone lì dove si trovano; un’attenzione particolare va data alle famiglie in crisi coniugale o con altre difficoltà, nonché a quelle lontane dalla Chiesa. In chiusura, il Prefetto del Dicastero ha raccolto la richiesta dei partecipanti di proseguire nel lavoro comune grazie ad una rete di relazioni tra la Santa Sede e le Conferenze episcopali, Movimenti e Associazioni in uno spirito puramente sinodale di autentica comunione, con l’obiettivo di compartecipare quanti più progetti e idee possibili per raggiungere, efficacemente, il “cuore” delle famiglie di tutto il mondo.

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