A Milano per costruire insieme una “Cultura di Pentecoste per una civiltà dell’amore”

Dopo Lucca e Palermo, è stata Milano a far da cornice al terzo Incontro di “Cultura di Pentecoste per una civiltà dellamore”, promosso dal Rinnovamento nello Spirito domenica 16 ottobre, nella centralissima Basilica di Sant’Eustorgio, che ha ospitato 400 persone. Illustri relatori si sono avvicendati per onorare questi cinquanta anni di storia del Movimento, guardando, attraverso la fede cristiana che ci accomuna, alle sfide future che attendono il nostro vivere, a partire da temi fondanti quali la cooperazione attiva, le relazioni sociali, il bene comune e la carità fraterna

 

Speranza cristiana, rete di collaborazione, custodia del bene comune e fiducia nelle innovazioni. Si possono riassumere così gli “ingredienti” principali che hanno dato vita a uno dei momenti che caratterizzano la vita del Movimento e vengono proposti nei luoghi che ne hanno caratterizzato la missione, al fine di diffondere la “cultura del soprannaturale” nell’ordine sociale. Dopo Lucca nel mese di marzo (clicca qui: https://rinnovamento.org/cultura-di-pentecoste-a-lucca/e) Palermo a luglio (clicca qui: https://rinnovamento.org/cultura-di-pentecoste-per-una-civilta-dellamore-a-palermo/), si è svolto infatti a Milano il terzo Incontro di “Cultura di Pentecoste per una civiltà dellamore”, promosso dal Rinnovamento nello Spirito Santo nel Giubileo d’Oro del Rinnovamento in Italia (1972 – 2022). In circa 400, infatti, domenica 16 ottobre 2022, si sono ritrovati nel pomeriggio presso la Basilica di Sant’Eustorgio, nel cuore della Città ambrosiana, per prendere parte a un incontro trasmesso anche in streaming nel sito Web e via Social. Guardando all’attualità della vita ecclesiale, a ispirare e a dare fondamento all’evento è stato un passaggio della Laudato si’ di Papa Francesco: «Rivolgo un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità» (n. 14). I lavori si sono aperti con il benvenuto ai presenti da parte di Giampiero Cicchelli, Coordinatore Regionale del RnS in Lombardia, cui è seguito il saluto di mons. Mario Enrico Delpini, Arcivescovo di Milano, accolto con un calorosissimo applauso. «Grazie per la vostra testimonianza di fede. Lo Spirito che da’ vita all’umanesimo cristiano, il quale configura l’umanità, e che opera attraverso di voi – ha affermato – vi aiuti a dare voce e storia a questa “cultura di Pentecoste” per essere pietre vive e costruire quella civiltà dell’amore che questa società ignora e a cui anela, attendendo segnali di speranza». Prima del canto, animato dal Servizio Regionale Musica e Canto del RnS, e dell’invocazione allo Spirito Santo, è stato Enrico Giovannini, già ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili del Governo Draghi, a portare un messaggio istituzionale richiamando l’invito del Pontefice a «realizzare una vera e propria conversione dei comportamenti e del modo con cui funzionano l’economia e il contesto sociale attuali nella direzione dell’ecologia integrale: si tratta di un cambiamento di valori e di mentalità capaci di trasformare il nostro modo di vivere e che richiede, a ciascuno di noi, un profondo impegno».

 

Fraternità e collaborazione, con fiducia nellazione Spirito, 

 

«Occorre pensare in modo nuovo, per essere capaci di quella originalità che porta a intraprendere strade nuove, con umiltà e fiducia nello Spirito, consapevoli che nessuno basta a se stesso: dobbiamo essere interconnessi tra noi». Le parole di Umberto Folena, giornalista e scrittore, già inviato e caporedattore del quotidiano Avvenire, hanno “tessuto” in modo impeccabile i quattro interventi che si sono succeduti in una chiesa  gremita. In primis, Salvatore Martinez, Presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. «È urgente – ha esordito – un nuovo amore per la Chiesa, che origini un servizio ecclesiale più attento alla crisi di fede e di pensiero che sta spegnendo l’amore per Gesù e per l’uomo. Un servizio profetico, richiestoci dal Santo Padre, per la salvezza di un mondo che ci sta crollando addosso in un silenzio e in un disimpegno che inquietano, offendono la nostra fede nel Vangelo e rattristano lo Spirito di Dio che ci è dato per vivere da veri credenti. Occorre incarnare il Magistero sociale di Francesco: attende esiti comunionali e innovativi, a partire da una discontinuità progettuale generazionale». Quindi Gianfranco Cattai, che, delineando la ventennale realtà di Retinopera, di cui è coordinatore, citando le sigle e le esperienze che la compongono – tra queste RnS – ha sottolineato che «fare rete è fare alleanza non somma, è generare comunione nelle differenze e vivere la diversità come ricchezza. Siamo presi dal nostro quotidiano, dalla nostra singola appartenenza, ma dovremmo comprendere che, tutti, contribuiamo a portare avanti un disegno culturale che coniughi i valori di tutti, per il bene della società civile». Claudia Fiaschi, già portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha messo poi in luce che «vedere i nostri giovani, estrattori del futuro, in difficoltà, assistere a flussi migratori così intensi, non può lasciarci indifferenti. Occorre guardare – ha aggiunto – al tema della fraternità, perchè essere fratelli non è un fatto ordinario. La sicurezza non nasce dalle porte chiuse o dalle telecamere di sorveglianza, bensì dalle nostre capacità di costruire dimensioni di pace e uguaglianza. Sei milioni di volontari e migliaia di realtà associative rappresentano, di fatto, un tessuto connettivo capace di trovare soluzioni e costituiscono il reale “volto” del Terzo Settore, con le sue numerose potenzialità, attraverso cui sperimentare la dimensione della fraternità». Infine, il contributo di Ernesto Preziosi, storico e politico, che menzionando il 60° anniversario del Concilio Vaticano II, ha affermato che «in questo contesto secolarizzato, in cui il cristianesimo non è più presente nelle Istituzioni, il battesimo è ancora quel pilastro che sorregge lo scenario in cui si muove la Chiesa, ci costituisce e ci fa sentire “fratelli tutti”, in un’ottica di carità e cooperazione. Dobbiamo intensificare lesperienza cristiana: lopera di evangelizzazione ci chiede di stare nel mondo, in unione, e la nostra storia necessita di persone che aspirano alla carità e alla cooperazione, tenendo a mente quanto ebbe a dire san Giovanni Paolo II: “Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta”».

 

Con “Voce Più”, una testimonianza che “accende” la memoria di emozione

 

A concludere il convegno è stata la toccante testimonianza dell’iniziatore e primo Presidente della società cooperativa “Voce Più” di Milano, Alvise Pecori Giraldi. Gli esordi, nel 1976, quando alcuni aderenti al Rinnovamento carismatico – fra loro Francesca e Angelo Venturini, con don Carlo Alvoni e suor Ancilla Beretta – volendo ricordare e riascoltare le passate esperienze di insegnamenti e preghiere spontanei dei Gruppi RnS, effettuarono delle registrazioni audio amatoriali. Limpresa si diffuse rapidamente e così don Dino Foglio suggerì di creare, giuridicamente, una Cooperativa Edizioni ad hoc: “Voce Più” nacque così, il 21 febbraio 1979, allo scopo di edificare una “storia sacra” di quanto lo Spirito ispirava dovunque lo si invocasse e fornire un sussidio per la crescita spirituale. «Grazie, Signore, per aver permesso a tanti fratelli e sorelle di compiere questo servizio nella gioia per quasi quaranta anni, condividendo esperienze spirituali uniche e creando legami più che fraterne», ha ricordato Pecori Giraldi, tradendo una commozione autentica a riprova, come ha posto in evidenza Folena, «di come la storia sia fatta di carne». Le conclusioni, prima del canto finale allo Spirito Santo, sono toccate al Presidente Martinez, che ha ribadito come «“Voce Più” sia stata realmente un luogo in cui si è fatta alleanza attorno alla Parola di Dio: ciò che siamo e facciamo rimane proprio nella misura in cui questa alleanza esiste». Infine, un rimando all’Anno giubilare del Rinnovamento che si avvia alla chiusura: «Siamo milioni di persone in Italia accomunate dalla medesima fede, dallo stesso impegno ecclesiale, e dobbiamo riusciare a dare voce alla Parola che ci genera: quanto è grande la nostra responsabilità! Proviamo allora a guardare il nostro tempo con lo “sguardo” che il Giubileo ci dona, con animo di restituzione: ora, è il momento di rileggere la nostra fedeltà alla vocazione originaria di un Movimento che si rinnova. Abbiamo bisogno di una nuova solidarietà universale e ciascuno di noi può collaborare come “strumento” di Dio tramite i talenti che lo Spirito ci dona».

 

Clicca qui per rivedere la diretta: https://www.youtube.com/watch?v=y6bZPnPD1Bo&t=13s

 

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