I bambini nati al tempo del coronavirus: un segno di grande speranza

Carissime famiglie, siamo Massimo e Maria Celeste. Se qualcuno ci avesse detto che avremmo trascorso gli ultimi due mesi della nostra seconda gravidanza chiusi in una casa di 70 metri quadri, con un piccolo balcone e un bimbo di due anni normalmente smanioso di uscire, non avremmo mai scommesso sulla possibilità di arrivare alla scadenza del periodo sani di mente…

Oggi, voltandoci indietro, paradossalmente, ripensiamo a questo tempo trascorso come a un periodo di grazia che ci è stato concesso, un’opportunità per fortificare l’intesa tra noi tre, in vista di un evento: la nascita della secondogenita, che sapevamo avrebbe rivoluzionato i precedenti equilibri, da poco conquistati.

Ogni giorno di questa “quarantena” ci ha visti impegnati nell’inventarci soluzioni per conciliare il lavoro di entrambi – perché siamo tra i fortunati che non hanno perso il lavoro, ma se lo sono portato a casa – con i giochi da inventare per intrattenere Francesco, senza dimenticare le esigenze della piccola in grembo che, nei modi più vari, si è fatta sentire. A partire dai bruciori di stomaco per arrivare ai colpi di sonno improvvisi che coglievano di tanto in tanto la mamma, lasciando il papà al comando assoluto del veliero!

Eppure, tutto quello che al solo pensiero sembrava complicatissimo, nei fatti si è rivelato molto più semplice: il nostro piccolo Francesco ci ha stupiti. La gioia di averci tutti per lui come non mai lo ha reso sereno, il balconcino è diventato uno spazio perfetto per i suoi tiri a pallone, i dirimpettai, interlocutori di simpatiche chiacchierate.

E così il tempo è trascorso lasciando nei cuori consapevolezze nuove e donandoci anche dei momenti densi di spiritualità, che ci hanno nutrito in assenza del pane eucaristico. Il rosario e la messa in tv hanno aperto e chiuso tante nostre giornate, colmandole di una pace e di una speranza sempre più profonde.

I giorni sono volati fino al 6 maggio, data in cui è nata la nostra Sofia Maria. Anche il parto e la degenza sono stati completamente diversi dalla prima esperienza. Il papà ha potuto vedere la piccola solo dopo il parto. Nessuna visita in ospedale. Tutto blindato.

Ma sabato 9 la nostra famiglia si è nuovamente riunita, pronta a incamminarsi con Dio in una nuova avventura, segno della potenza della vita nuova, che irrompe senza voltarsi indietro, e che ci fa guardare avanti fiduciosa nel futuro.

Massimo e Maria Celeste Di Lillo

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